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Autore: Hope_mybrandnewname    13/01/2013    2 recensioni
1. Come il post pubblicato da Jared sul suo blog "Notes from the outernet".
2. Come le password che potranno aprirlo.
3. Come i membri del gruppo che ha il suono di domani.
5. Come le parole che Mary aveva detto a Jared. "Sii sempre lanciato verso l'alto".
Moltiplicato, il totale è 30. Come 30 Seconds To Mars.
Night Of The Hunter non è più solo una canzone.
I Mars non sono più solo un gruppo.
E la nuova Mary scoprirà il segreto che per secoli è stato celato.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leehanne

 
Apro lentamente gli occhi. La luce del mattino investe tutto quello che mi circonda e mi acceca.
Il mondo si divide in tante forme e colori diversi. Metto a fuoco.
Shannon mi osserva, sorridendomi.
 -Buongiorno, Lee.-
Lo guardo, confusa, e cerco di capire dove sono. Realizzo che mi trovo nella mia camera da letto nel quartier generale dei Mars, quella in cui ho trascorso i primi giorni dell’anno. Riconosco i toni azzurro pastello dell’arredamento.
 -Cosa è successo?- chiedo.
Shannon stringe le labbra. -Più tardi, Lee. È una storia lunga. Hai ancora bisogno di riposarti.-
Mi ricordo improvvisamente della riunione. Il mare di fuoco, gli spari, Mary…
Guardo il mio addome, scoprendomi dalle lenzuola chiare e alzando la maglietta.
La mia pelle è liscia e intatta, senza l’ombra di cicatrici. Sembra che nessun proiettile mi abbia mai raggiunta.
Alzo lo sguardo su Shannon. Lui fa un sorriso tirato e guarda altrove, ma poi decide di rispondere alla mia domanda. Fa un sospiro prima di cominciare.
 -Non appena Mary ti ha sparato, Nick l’ha uccisa. Era appena arrivato, proprio per avvertirci di persona del fatto che il Presidente era morto, e del fatto che Mary era ancora viva. Un po’ come hai fatto tu, insomma. Nick sapeva anche che, se siete riusciti ad uccidere il Presidente, è perché avete sabotato l’Elisir. Bene, anche Mary beveva quello stesso Elisir, ogni giorno. Ormai erano due settimane che assumeva l’Elisir che hai modificato… non aveva perso la forza perché il suo organismo era ancora giovane, ma comunque non era più immortale. Così le ha sparato in testa… ma non è stato abbastanza veloce da impedirle di far fuoco, e di colpirti.-
Metabolizzo tutto quello che Shannon mi ha detto. Alla fine, allora, il tentativo mio e di Gregor a qualcosa è servito.
 -Quanto tempo è passato?-
 -Quasi due giorni. Ti abbiamo subito portata qui, hai dormito per molte ore. Ma sapevamo che stavi bene.-
Torno ad osservare l’addome, e sfioro la pelle con le dita.
 -Quindi, mi avete dato l’Elisir?- chiedo, non appena tutte le tesserine del puzzle vanno al proprio posto.
Shannon annuisce. -Tu… ce l’hai con noi, per questo?-
 -Cosa? No, affatto. Vi devo la vita.-
 -E io ti devo la vita di Jared. Sono in debito con te.-
Jared. Mi torna in mente il suo dolore immenso, quando ha rivisto Mary.
 -Dov’è?-
 -Jared è partito. Ha bisogno di passare del tempo da solo… non è affatto facile per lui.-
Qualcosa sembra smuoversi dentro di me. Metto a tacere la brutta sensazione che sta nascendo.
 -Quando torna?-
Shannon tace per qualche secondo. -Non lo sappiamo. Ha detto che si rifarà vivo tra un po’. E mi ha detto anche altre cose.-
Resto in attesa che continui, mentre la sensazione mi divora lo stomaco.
 -Leehanne… Jared vuole che tu ci stia definitivamente alla larga. E siamo d’accordo con lui. No, aspetta, fammi finire,- dice, quando apro la bocca per ribattere. -Sei stata coraggiosissima. Dico davvero. Hai rischiato la vita un sacco di volte, hai salvato Jared, e te ne sarò riconoscente per il resto dei miei giorni. Ma la Guerra non è finita, e noi non ci sentiamo in diritto di metterti nuovamente in pericolo. Non possiamo appropriarci della tua vita. Perciò, non appena ti sarai ripresa tornerai da tua madre. Riprenderai la scuola, ti diplomerai, andrai al college. Conoscerai nuove persone e vivrai la tua vita. E mi devi giurare che resterai alla larga da questa Guerra. Puoi farlo?-
No, non posso. La mia vita siete voi. Ma come fate a non capirlo?
Ma invece di dar voce ai miei pensieri, dico un’altra cosa.
 -Te lo giuro.-
Shannon annuisce di nuovo, e si lascia sfuggire un leggerissimo sospiro. Poi improvvisamente si avvicina e mi abbraccia, con delicatezza.
 -Ho davvero temuto che l’Elisir non sarebbe stato abbastanza. Noi tre siamo quasi impazziti. Non sapevamo che fare…-
 -Shannon, è tutto a posto. Sono viva, non vedi? E mi sento benissimo. Siete stati grandi.-
Ma non posso nascondergli il tono depresso nella mia voce.
Lui si allontana un po’ e si siede sul bordo del letto.
 -Comunque sia, hai l’eternità davanti. Per sempre giovane, per sempre bella. È una prospettiva allettante.-
Taccio per qualche secondo prima di rispondere.
 -E tu ne sai qualcosa, vero?- ridacchio. Shannon mi guarda e sorride.
 -Sei davvero una delle sorelle più coraggiose che abbia mai conosciuto. Sono fiero di potermi considerare tuo amico- dice.
Gli sorrido di rimando, trattenendo a stento le lacrime.
 -Vuoi proprio farmi piangere?-
Shannon scoppia a ridere, ed io con lui. Lo attiro a me e lo abbraccio ancora per un po’.
 -Mi mancherai moltissimo, Lee.-
 -Anche tu mi mancherai. Tratta bene gli altri due, mi raccomando. E non far sclerare Emma.-
 -Promesso.-
 -Bravo.-
Lo lascio andare. Rimaniamo lì ancora per un po’. Shannon mi racconta nei dettagli quello che è successo negli ultimi due giorni.
Ad attaccarci era stata Mary, da sola. In realtà non era mai diventata Presidente, ma voleva solo trovare il modo di vendicarsi, per così dire, di Jared. Era ancora profondamente convinta che lui avesse recitato per tutto il tempo in cui erano stati insieme, e questo era probabilmente dovuto a false informazioni che gli Illuminati le avevano inculcato.
E non appena Jared ha scoperto tutta la verità, ha preso la decisione di vivere da solo per un periodo. Ha dato qualche disposizione riguardo l’Associazione, poi ha salutato Shannon, Tomo e tutti gli altri ed è partito, senza rivelare a nessuno dove si sarebbe diretto.
Il giorno della riunione nessuno degli Associati è rimasto ferito, per fortuna. La scelta di quel capannone si è rivelata fondamentale, poiché la struttura dell’edificio era tanto resistente da non cedere alla bomba che Mary aveva fatto esplodere. Solo una parte è rimasta danneggiata, ma alcuni fratelli hanno riparato il danno subito dopo che Shannon e gli altri mi avevano portata via.
Nessuno si è accorto dell’attentato. La mia tranquilla cittadina ha continuato la sua vita senza accorgersi del pericolo che tutti noi abbiamo corso. Quasi come se ci fossimo trovati su un altro pianeta.
Rivolgo a Shannon qualche altra domanda, ma poi mi rendo conto di quanto sia stanco. Immagino che Jared gli abbia delegato alcuni dei compiti principali, e gravosi, riguardo l’Associazione.
Così lo saluto, abbracciandolo forte.
 -Saranno due fidatissimi Fratelli a riportarti a casa. E non preoccuparti per le domande, a casa: nessuno sa cosa è successo davvero in questo mese, hai un alibi intoccabile.-
Fa l’occhiolino, mentre pronuncia il titolo di una delle loro canzoni.
 -Allora… ciao, Leehanne. Un giorno ci rivedremo.-
Lo stringo forte a me. -A presto, Shan.-
Mi lascia andare ed esce dalla stanza. Ed io non posso fare a meno di pensare ai tanti anni che mi si presentano davanti. Immutabili. Soprattutto, sarò io ad essere immutabile.
Come potrei mai dimenticarmi della vita che ho vissuto con loro, e riprendere la mia scandalosamente tranquilla esistenza, se ogni giorno mi guarderò allo specchio, senza mai invecchiare, grazie all’Elisir che loro mi hanno dato?
Dimenticare Jared, innamorarmi di altre persone magari… Tutto questo mi sembra impossibile.
Ma l’ho giurato a Shannon. So che se mi hanno esclusa dalla Guerra, e anche dalle loro vite, è solo per il mio bene.
Immagino Jared mentre dice a suo fratello le parole che dovrà riferirmi. Mentre insiste perché io resti fuori dal pericolo in cui loro incappano ogni giorno. Riesco quasi a vedere Shannon che annuisce, e che dice che è d’accordo con lui. Jared che gli dàuna pacca sulla spalla, poi lo abbraccia, prende la valigia, la carica in macchina, e poi parte.
Mi figuro tutto questo mentre le lacrime cominciano a scorrere lungo le mie guance, inarrestabili.
Eppure so che non è ancora tutto perduto. A differenza di quello che Mary ha detto, so che questa Guerra un giorno finirà. Mi aggrappo a quella speranza con tutto il cuore, sperando che non arrivi mai il giorno in cui deciderò di lasciarla volare via, e di scivolare nel buio. La speranza, ora, è tutto quello che mi rimane.
Un giorno, forse, ci incontreremo di nuovo.
 

Jared

 
1 gennaio 2003, ore 00.05
 
Uscii in terrazza, con il bicchiere di champagne ancora in mano. I fuochi d’artificio illuminarono il cielo di Los Angeles, e mi sentii più solo che mai.
Era il primo capodanno che trascorrevo senza Mary. Nel breve tempo che avevamo trascorso insieme, Mary era stata capace di stravolgere la mia vita. Al punto che quando se n’era andata, i colori avevano cessato di esistere. Se guardavo un cielo azzurro, non riuscivo a vedere per davvero quella tonalità luminosa. Vedevo solo un ceruleo pallido. E il calore del sole non riusciva a confortarmi.
Ma il rosso riuscivo a vederlo. Ed era per questo che, quando il tramonto si avvicinava, mi affacciavo alla finestra della mia camera, nel mio appartamento a Los Angeles, e ammiravo il disco dorato sparire tra mille sfumature di rosso e arancione. Il rosso mi ricordava la guerra. Mi faceva pensare al pianeta rosso. Mi faceva sentire a soli trenta secondi da Marte. E mi faceva pensare al mio futuro. Quel futuro che mi terrorizzava, perché non sapevo se ero pronto, ma che rappresentava la mia unica speranza.
Osservai i fuochi d’artificio, inspirando l’aria fredda. Ripensai al capodanno precedente. Improvvisamente, tutto mi sembrò così diverso.
Potevo quasi vedere Mary, accanto a me. Come un anno fa.
 
Eravamo proprio su quella terrazza. Lei guardava il cielo, osservando i fuochi d’artificio, meravigliata.
 -Sembra quasi di essere da tutt’altra parte. Non sembra neanche Los Angeles- disse, con una nota di sofferenza nella voce.
 -Los Angeles è un bel posto in cui vivere- ribattei, mentre passavo un braccio attorno ai suoi fianchi e appoggiavo il mento sulla sua spalla.
 -Forse, ma non voglio vivere qui per sempre. Voglio andare all’estero. In Oriente, se possibile.-
Era di spalle, ma potevo immaginare i suoi occhi illuminarsi, mentre mi raccontava i suoi sogni.
 -Comprerei una piccola casetta nella campagna cinese, e osserverei il tramonto ogni sera. Niente palazzi o edifici a disturbare il paesaggio. Solo un enorme campo coltivato. E un pozzo vicino alla casa- aggiunse, ridacchiando.
 -Ah, non sono incluso in questa visione…- dissi, fingendo risentimento.
 -Non c’è spazio per una fattoria in Cina nella tua vita, Joseph.- Aveva cominciato a chiamarmi con il mio vero nome. E non sapeva quanto ciò mi rendesse felice, e mi facesse sentire a casa.
 -Forse, assieme a te ci sarebbe.-
Lei si girò un poco verso di me.
 -Non ti lascerei mai abbandonare i tuoi sogni. Piuttosto, sparirei e andrei a nascondermi da qualche parte…-
 -E io ti seguirei.- dissi, irremovibile.
Mary rise. Mi diede un bacio sulla guancia e riprese a fissare il cielo.
 -Sei mai stato nella Città Proibita?- mi chiese, all’improvviso.
 -Non ci sono mai entrato. Ma ci sono passato davanti.-
 -Quanto tempo fa?- chiese ancora, ridendo.
 -Uhm… circa settantacinque anni fa. Ero a Pechino con Christopher per affari.-
Sentii Mary appoggiarsi contro il mio petto.
 -La Città Proibita l’ho vista solo in un documentario, ma penso che sia bellissima. Me la immagino di notte, mentre tanti fuochi d’artificio come questi illuminano il cielo. Mi ci porterai, un giorno?- chiese, girandosi all’improvviso verso di me, passando le braccia attorno al mio collo.
Sorrisi e annuii. Anche Mary sorrise, felice. Avrei fatto qualunque cosa per lei.
 
Sentii Shannon avvicinarsi lentamente, e tornai nel 2003, sentendo il cuore tremare per il dolore e la consapevolezza che un momento del genere, con Mary, non sarebbe più tornato. Quando mio fratello mi raggiunse, comunque, mi voltai e gli rivolsi un piccolo sorriso.
 -E così, è cominciato un nuovo anno- dissi.
 -Ti sbagli. È solo un nuovo giorno. Solo che ci sembra speciale. Ma non è cambiato assolutamente nulla, rispetto a cinque minuti fa- rispose, appoggiandosi alla ringhiera. -Però, devo ammettere quest’anno i fuochi d’artificio sono molto belli.-
Risi, e rischiai di strozzarmi con lo champagne che stavo bevendo. La capacità di mio fratello di passare da un argomento all’altro mi spiazzava. Shannon si unì alla risata, vedendomi in quello stato.
 -Sai,- dissi, quando mi fui ripreso. -Sto pensando a qualche nuova canzone.-
 -Di già? L’album è uscito solo da qualche mese. E abbiamo ancora alcune canzoni che abbiamo escluso da 30 Seconds To Mars. Puoi rilassarti, per un po’.-
 -No, non ci riesco. Devo tenermi occupato, e non pensare troppo al resto- aggiunsi, sussurrando. Sapevo che Shannon aveva capito il senso della frase. Infatti, lo vidi irrigidirsi.
Ma non volevo che si rattristasse. Così cercai di fare in modo che pensasse ad altro, e decisi di renderlo partecipe di un’idea stava prendendo forma nella mia mente.
 -Che ne diresti di fare un viaggio in Cina, Shan? Magari facciamo un salto nella Città Proibita.-
Mio fratello si girò e mi guardò, incuriosito.
 -A cosa stai pensando?-
Si sentì un fischio, e un fuoco d’artificio solitario illuminò il cielo. E con un ultimo, grave colpo, esplose, segnando la fine dello spettacolo pirotecnico.
Sorrisi a Shannon, finii lo champagne e mi diressi verso casa.
 -Lo scoprirai, presto.-
 
13 gennaio 2013, ore 11.57
 
 - Si rinnovano le richieste di leggi più severe riguardo il possesso di armi da fuoco. Le recenti sparatorie hanno riaperto il dibattito. Molte le proteste. Si propone l’assunzione di guardie armate nelle scuole oltre che nei luoghi pubblici più frequentati. I genitori insorgono. E nel frattempo si moltiplicano le dimostrazioni di affetto verso le famiglie delle vittime. Vediamo il servizio…-
Odio la musica di sottofondo del telegiornale, e il tono che usano i giornalisti quando annunciano le notizie. Tutto così spudoratamente falso. Le loro facce, contrite da un dolore che non provano davvero, quando parlano di gente che rimane uccisa. Le espressioni di finto biasimo per chi commette un crimine.
Eppure, recitano, proprio come faccio io. Non dovrei odiarli.
Mi alzo dal divano e mi affaccio alla finestra. La baia di San Francisco si lascia ammirare, e sembra così mansueta sotto quel sole pallido. Quanti anni sono passati da quel capodanno trascorso con Shannon, quando uno dei ricordi più preziosi e dolorosi che possedevo mi aveva assalito? Nove? Dieci? O forse, è passato più tempo?
La verità è che ho perso il conto degli anni. La Guerra mi sta consumando sempre più, e non vedo un singolo lato positivo in questa situazione.
C’è sempre l’album nuovo, Jay. Ci sarà un tour. La musica, gli Echelon, ti salveranno anche stavolta.
Forse, avrei potuto rivedere Leehanne, durante una tappa del tour. Mi immagino di vederla tra il pubblico, mentre canto le nuove canzoni. Posso quasi vederla saltare in mezzo a tanti altri Echelon. Posso quasi vederla mentre mi sorride, felice per poter finalmente assistere ad un nostro concerto.
Leehanne mi aveva detto che non aveva mai potuto essere presente ad uno show, e per questo avevo progettato di farle una sorpresa e invitarla nel backstage, in uno dei prossimi concerti. Questa possibilità era però svanita, dopo il 26 gennaio scorso.
Forse sto sbagliando, a tenerla così lontana. Potrei sempre chiamarla. Chiederle come sta. Non la metterei in pericolo.
Con la mente rivivo brevemente l’attentato del 26 gennaio 2012, e tutte le battaglie che sono seguite, all’insaputa dei mass media. Rivedo Mary, mentre mi punta la pistola alla testa. Scuoto la testa, e parlo ad alta voce, quasi come se stessi parlando con un altro Jared, quello appena riflesso nel vetro della finestra.
 -No. Non posso- dico, con estrema convinzione. -Non posso…-
Oltre alla sua sicurezza, c’è il fatto che non sono ancora pronto a rivederla. C’è ancora così tanto da superare… Forse, non riuscirò mai ad andare avanti, e lasciarmi tutto alle spalle. La verità è che la storia di Mary mi ha sconvolto. Vorrei riuscire a fidarmi ancora di qualcuno, ma ora mi sembra impossibile. Il dolore è troppo grande. Posso solo avere fiducia in Shannon e Tomo… non posso più contare sugli altri…
Leehanne invece può. Ha già cominciato a rifarsi la sua vita, a quanto dicono alcuni confratelli che l’hanno protetta per qualche tempo, a sua insaputa.
Leehanne ha il diritto di essere felice. Non posso privarla di tutto quello che possiede, prima del tempo. Tra una quindicina di anni dovrà già affrontare il problema di non invecchiare. Dovrà inevitabilmente separarsi da tutti quelli che ama, a partire dalla sua famiglia, da sua madre. Comunque, averla vicino ricorderebbe a entrambi tutte le cose brutte che abbiamo passato. La perdita dei nostri padri, il tradimento di Mary… No, non sono ancora pronto per rivederla.
Ed è così che rinnovo la mia decisione di chiamarmi fuori dalla sua vita. Comincerai a odiarmi per questo, Leehanne… ma io non smetterò di amarti. Anche nonostante quello che ci hanno fatto Mary e il Presidente. Non riuscirei mai a dimenticarti. Ora non riuscirei a starti vicino, ma comunque non smetterò di pensare a te.
Vorrei quasi che Leehanne avesse modo di sentire questo mio insieme di pensieri così confusi. Faccio un grande respiro, spengo la tv ed esco di casa. La mia “ora d’aria” è finita, e ora devo tornare a combattere.
Abbi cura di te, Lee. Un giorno, forse, ci incontreremo di nuovo.

-


Un capitolo solo e questa storia giungerà alla fine. Ringrazio tutti voi che state leggendo "The Key", chi ha recensito, chi ha inserito questa storia tra le seguite, le ricordate, le preferite, e chi ha commentato questa storia tramite Facebook e Twitter. Il mio account è sempre @Vee_Roxx, se volete farmi sapere che ne pensate, recensite o scrivetemi :)

Il prossimo capitolo sarà pubblicato il 26 gennaio.

Provehito in Altum, continuate a combattere le vostre guerre e non abbandonate mai la speranza.

A presto

Vee
  
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