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Autore: fanny6    15/01/2013    2 recensioni
"-Grazie, ma credo che nessuno potrà fare niente per questo rottame- la sua voce diceva più di tutti i suoni che avessi sentito prima. La guardai estasiato mentre prendeva a calci una ruota, e la mia prima preoccupazione fu quella che non si facesse male.
-Hei, hei, hei….!- la fermai, tirandola indietro con una mano –Così ti fai male!- protestai.
-Scusa- abbozzò un sorriso.
E il mio mondo ricominciò a girare."
Dopo la nascita di Renesmee, Jacob ha giurato di non amare altri che Bella per tutta la sua vita, nonostante sappia di averla persa per sempre. Le cose, però, non vanno mai come le pianifichiamo.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Joseline
 
Non riuscivo a dormire: perché Jake ci stava mettendo così tanto a tornare? Mi rigirai per l’ennesima volta, prima di arrendermi e mettermi seduta, la schiena appoggiata al cuscino, con un sospiro.
Per l’ennesima volta il nome di Bella mi si piazzò in testa, associato a Jacob: ero gelosa del suo passato, nonostante non potessi pretendere un granchè, in effetti, visto che ci conoscevamo da una settimana.
Sentii la porta che si apriva, mentre il mio cuore accelerava.
-Hei- mormorò Jacob –Che ci fai ancora sveglia?- domandò, sgusciando in camera.
-Non riuscivo a dormire- sussurrai, abbassando lo sguardo.
-Oh…aspettami cinque minuti, allora, vado a cambiarmi e torno- propose, uscendo. Tornò poco dopo, indosso i pantaloni della tuta, una vecchia T-shirt, i capelli che gli ricadevano disordinati sul collo.
-Si sedette accanto a me sul letto –Com’è andata la giornata?- domandò
-Bene- risposi, telegrafica. Mi sentivo davvero un’ingenua.
-Beh…mi fa piacere! Leah si è comportata bene?-
-Certo… è stata molto gentile-
-Oh, bene….che avete fatto?- tentò
-Niente di speciale-
Un lungo momento di silenzio invase la stanza. Che silenzio pesante, era quello!
-Josie- sentii la sua mano grande e calda che si poggiava sulla mia –Cosa c’è che non va?- domandò, calmo ma preoccupato
-Niente….-tentai in un bisbiglio, la voce malferma
-Josie….andiamo, che hai?- strinse la mia mano –Me lo puoi dire, per favore?-
-No-
-Perché no?-
-Perché penserai che sono una cretina- confessai, tirando su col naso
-Josie, tu non sei una cretina- rispose, tranquillo.
-Bene, l’hai voluto tu … è solo che mi sono resa conto che…si insomma, che non posso pretendere da te che tu mi preferisca a lei, a Bella- la mia voce prese un ritmo affannato –Intendo, lo so che non devi scegliere tra nessuna, che è solo una mia fissazione stupida, ma chi sono io per chiederti di restare con me, in confronto a Bella?-
-Come sai di Bella?- domandò lui, aggrottando la fronte
-Leah. Jake, mi dispiace, davvero… lo so che è una cosa stupida, per favore, dimenticati di quello che ho detto e non ne parliamo più, se vuoi essere ancora mio amico…- mi sforzai di non piangere, sperando che avesse capito qualcosa del mio discorso confuso –Mi ero creata il mio stupido progettino perfetto- ormai dovevo andare fino in fondo, essere davvero sincera e sperare che potesse sorvolare sui miei difetti –In cui tu… in cui tu ti innamoravi di me, e io di te, e tutti felici e contenti, e sono stata egoista perché non ho pensato a te, ai tuoi sentimenti veri e al tuo passato, di cui non so quasi niente- il mio labbro inferiore iniziò a tremare –Faccio sempre lo stesso stupido errore del cavolo- le lacrime cominciarono a sgorgare incontrollate mentre la voce si rompeva in pianto –Pretendo di essere io a decidere come deve andare, e tutte le volte mi accorgo troppo tardi che la vita non la pensa proprio come me. Merda, mi ero ripromessa che questo sarebbe stato un nuovo inizio, che avrei preso tutto come veniva, senza rimanere delusa dalle cose perché non sono come IO le volevo-
Sentì Jake che mi tirava a sé, stringendomi tra le sue lunghe braccia, calde e muscolose, mentre mi scioglievo in singhiozzi, spezzati e irregolari. Mi appoggiai al suo petto: detestavo piangere, e quando proprio non ce la facevo non volevo che nessuno mi vedesse così.
-Shhh…. Josie, non fare così- mi diceva, con la sua voce roca, cullandomi tra le sue braccia.
Aspettò che mi calmassi, pian piano. Nemmeno io mi aspettavo quel crollo da me stessa, inaspettato.
Quando mi ripresi, mi asciugai le lacrime con una mano –Scusami per la scenata- mormorai, imbarazzata
-Josie, ora voglio che tu mi ascolti bene- disse lui, girandomi in modo da trovarsi di fronte a me. Annuii. –Bene… non so cosa ti abbia detto Leah su Bella e me, ma adesso cerco di chiarirti le cose: Bella è la mia migliore amica, lo è da quasi due anni, e anche se le cose sono molto cambiate lo sarà sempre. Si, ero innamorato di lei, fino a poco tempo fa. Ma Josie, io non amo più Bella, e sai perché?- vidi che prendeva un respiro profondo, e si allargava in un sorriso pieno di attesa –Perché sei arrivata tu e, cavolo, tu sei stata il mio sconvolgimento di piano! Capisci cosa intendo? Anche io mi ero fatto uno stupido progetto, cioè di amare Bella per sempre e vivere soffrendo perché non la potevo avere, ma… ma poi qualcuno- e mi sfiorò la guancia -… qualcuno mi ha guardato con questi occhi-
Stava davvero dicendo che….? Avevo capito bene?
-Io amo te, Josie-
Non potevo crederci.
-Lo so che non ci conosciamo da tanto, e che per te sono un mezzo sconosciuto, ma credimi, credimi, se ti dico che sei tu la ragazza di cui sono innamorato-
E a quel punto il mio petto non contenne più il mio cuore. Gettandomi in avanti, afferrai il suo viso tra le mie mani, così piccole a confronto, e lo baciai, il mio cuore impazzito al contatto con le sue labbra così morbide e carnose, alle mie braccia che lo stringevano. Quando era successo? Quando mi ero innamorata di Jacob Black?
 
Jacob
 
 
Sentivo le sue braccia sottili attorno al collo, le sue dita affondate nei miei capelli, le labbra che cercavano le mie. Dovetti sforzarmi di non stringerla troppo forte, troppo avidamente tra le mie braccia: quello slancio così improvviso e inaspettato, sentirmela così vicina da un momento all’altro, mi faceva impazzire. Le avrei dato mille baci, e poi mille ancora, fino al mattino, e alla notte seguente. Non era paragonabile a niente di ciò che avevo vissuto fino ad allora, nemmeno all’adrenalina.
Quando allontanai il mio viso dal suo, per scrutarne l’espressione, la vidi sorridere con un sorriso nuovo, che ancora non conoscevo, che ancora non mi aveva regalato. Era il più bello, di sicuro.
-Non ti importa che ci conosciamo da una settimana?- domandai, sbalordito. Per tutta risposta, si mise in ginocchio, il viso tutto rosso all’altezza del mio, posò le mani sulle mie guance e (potevo sentire il battito forte e accelerato del suo cuore) mi baciò di nuovo, dolcemente, con delicatezza.
Sorrisi, sulle sue labbra, prima di sdraiarmi e prenderla vicino a me, tenendola fra le braccia.
Appoggiò la testa sul mio petto, ascoltando il ritmo del mio cuore che pulsava, e chiuse gli occhi.
Restammo così abbracciati, a scambiarci baci dolci, delicati, a sussurrarci qualche frase, a stare semplicemente in silenzio.
Non potevo crederci, sul serio, il petto mi scoppiava dalla felicità: la ragazza che amavo, adoravo, per cui sarei morto, la ragazza della mia vita voleva stare con me. Istintivamente la strinsi di più a me, sentendola piccola e forte tra le mie braccia.
A poco a poco, sentii che il suo respiro si regolarizzava, rallentava, e vidi i suoi lineamenti rilassarsi, mentre Josie si addormentava. Sorrisi intenerito, custodendola come un oggetto raro.
Passò un bel po’ prima che riuscissi a prendere sonno: la osservavo dormire, così indifesa, disarmata, così abbandonata sul mio petto, e ciò mi riempiva di orgoglio, perché voleva dire che si fidava di me.
Ogni oggetto, ogni forma della mia stanza mi sembrava nuova, come se non l’avessi davvero conosciuta prima di quel momento.
Non sapevo come avrei affrontato l’argomento che più mi premeva adesso, oltre ovviamente alla sua sicurezza, ma sapevo che qualsiasi cosa fosse successa, io le sarei stato vicino per sempre.
 
  
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