Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
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Autore: maggieredknight    16/01/2013    3 recensioni
Terra. Anno 2034.
Un virus sconosciuto colpisce l'America.
Inizialmente, le uniche ad esserne colpite, sono le persone con gli occhi chiari.
Si scatena il panico.
Le persone dagli occhi azzurri, vengono perseguitate e cacciate, per essere catturate e isolate in luoghi protetti, lontano dal resto della popolazione.
Così ha inizio la storia di due uomini, appartenenti alle due diverse fazioni, che si troveranno legati dal destino e che lotteranno per la sopravvivenza, per la speranza di un' esistenza migliore, e per la cosa più grande di tutte. L'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...Chiedo perdono a tutte per l'immenso ritardo con cui aggiorno (soprattutto alle donne meravigliose che si prendono la briga di recensire ogni capitolo e seguono questa storia con tanto amore!!! <3 ), è un brutto periodo...Spero di farmi perdonare con questo capitolo!! ci si rivede giù! baci!! M.

 

CONTAGION - YOUR EYES, AT THE END OF THE WORLD

 

CAPITOLO 5 - COME ANNEGARE

 

 

 

 

 

 

Quando Jude aprì gli occhi, quella mattina, una calda e rassicurante sensazione lo avvolgeva ancora.

Vide le braccia forti di Robert strette intorno a lui e sentì subito il desiderio di accoccolarsi ancor più vicino al suo petto.

Erano rimasti così tutta la notte...

Aveva dormito profondamente, sentendosi, per la prima volta dopo tanti anni, al sicuro.

Richiuse gli occhi. Ma non erano affatto al sicuro. Anzi, ora per colpa sua anche Robert era davvero nei casini.

Girò leggermente la testa e lo guardò: dormiva ancora. La sua espressione era così serena, come se fosse in pace col mondo...Come era possibile?...Era così...Bello...Robert era tutto ciò che lui non era... E adesso, cosa avrebbe fatto?

Chinò la testa. Jude sapeva dove doveva andare... Ma poteva davvero coinvolgere anche Robert?

Ma era davvero solo questo? Era davvero solamente il non voler coinvolgerlo, quando in fondo lo era già, o era soprattutto paura?

Paura di lasciarsi andare, di non saper affrontare la situazione, di lasciare scoperta la sua anima fragile col timore - no, col TERRORE - che l'altro potesse romperla... Potesse non essere in grado di maneggiarla con cura...

La speranza di essere felice, di vivere una vita più normale, che aveva desiderato per tanto tempo, ora forse poteva essere soddisfatta, ma lui aveva terribilmente paura.

Era forse molto meglio continuare a sperare e sognare, senza provarci veramente, e restare al sicuro nel proprio bozzolo, da soli, senza nessuno che potesse ferirlo, tradirlo...

... Ma se poi se ne fosse pentito?

Da quando aveva conosciuto Robert il suo cuore non voleva saperne di battere ad un ritmo normale, e queste continue palpitazioni, così simili, eppure così diverse, a quelle che sentiva quando si trovava in pericolo, lo confondevano e lo lasciavano sfinito nel suo continuo cercare di capire.

Capire se stesso, capire l'altro, capire cosa stava succedendo, e se era reale...

Ma forse, in fondo, non c'era nulla da capire...

Jude sospirò piano... Forse, quando sarebbe arrivato il momento, il suo istinto gli avrebbe detto cosa fare come mille altre volte. E lui aveva imparato a fidarsi del suo istinto.

Proprio in quel momento Robert emise una specie di mugolio e si svegliò, aprendo un occhio e guardandolo.

" Buongiorno." , disse, e gli sorrise. Il suo viso sembrava il sole. I suoi capelli arruffati raggi infuocati che andavano in tutte le direzioni, raggiungendolo e avvolgendolo fra le loro spire calde, ustionanti.

"... Buon... giorno..." sussurrò Jude, stordito, allontanandosi un poco istintivamente.

" Come va la ferita? ", chiese Robert preoccupato.

Jude si toccò il fianco, faceva un male cane. " ...Bene."

L'altro non era convinto, ma non volle replicare. " D'accordo. Bè, direi che è meglio se mangiamo qualcosa, no? Ieri non abbiamo nemmeno cenato, dobbiamo rimanere in forze. " Si alzò dal letto e gli tese una mano, per aiutarlo ad alzarsi.

Jude la afferrò e cercò di mettersi in piedi, ma vide la stanza girare intorno a sè e si sentì barcollare, e capì che non era solo colpa di Robert se si sentiva confuso e stordito...Probabilmente aveva qualche linea di febbre. Sempre senza mollare la mano dell'altro, si risedette sul letto e poi controllò la ferita: era leggermente rossa, ma sembrava bella e i punti avevano tenuto bene per il momento. Però doveva cercare di starsene un po' calmo, e Robert aveva ragione riguardo al mangiare.

Il moro allora andò a prendere qualcosa di commestibile e gli portò la colazione in camera: oltre al fatto che era meglio che Jude non si facesse vedere troppo in giro, doveva anche cercare di stare più a riposo possibile per riprendere le forze e permettere alla ferita di suturarsi nel migliore dei modi, dato che purtroppo non potevano sapere quanta pace avrebbero avuto prima di dover ricominciare a scappare...O combattere...

Jude anche questa volta mangiò di gusto - stavolta Robert aveva preso cibo in abbondanza - al contrario di lui, che nonostante i buoni propositi si sentiva ancora lo stomaco un po' chiuso per la preoccupazione e la tensione.

"...Per questo dobbiamo abbandonarla..."

" Come? ", Robert era così perso nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorto che Jude gli stava parlando in maniera concitata.

" La macchina! La tua auto è troppo rintracciabile, hanno targa e tutto, e sicuramente essendo un modello abbastanza recente avrà anche un dispositivo antifurto collegato via satellite! Che stupido sono stato! Forse ci hanno già rintracciato, forse stanno già venendo qui! Dobbiamo sbarazzarcene al più presto e trovarne un'altra! Una vecchia, possibilmente, e che dia poco nell'occhio! "

Robert rendendosi conto di cosa stava dicendo l'altro inorridì : non avrebbe mai voluto lasciare la sua auto, ma sapeva che Jude aveva ragione, e anzi, avevano già rischiato troppo, quindi non era proprio il caso di mettersi a discutere e fare i capricci, ma cavoli!! Era la SUA auto!! La sua BAMBINA!!

E poi, aspetta un attimo : cosa voleva dire Jude con "trovarne un'altra" ?

Non avevano di certo i soldi per comprare un'auto, seppur usata o vecchia...Quindi restava una sola opzione...

" Jude!! Non vorrai rubare un'auto, vero??!! ", esclamò Robert sconvolto!

Ma Jude si era già vestito e gli stava porgendo il cappotto.

" Avanti, dobbiamo fare presto! "

" Jude! Non possiamo rubare un'auto! "

Robert stava iniziando a ripetersi, se ne rendeva conto, e si sentiva anche un po' stupido.

Infatti Jude lo guardò come a voler dire : dopo tutti i casini in cui ci siamo già messi, credi che rubare un'auto possa fare molta differenza?O che se non la rubassimo ci sconterebbero la pena per condotta da cittadini esemplari?!

Sì, decisamente Robert si sentiva un po' stupido...Ma la sua auto!!!!!

" Devo prima chiamare Orlando! ", provò.

" Lo farai dopo, ora non c'é tempo! " , il tono di Jude non ammetteva repliche.

Convenne infine che era meglio tacere, e si infilò il cappotto, prendendo poi le chiavi della macchina, col cuore che piangeva...

Jude intanto con un movimento veloce e fluido come lo erano tutti i suoi gesti, si mise le lenti a contatto scure, prese il suo borsone - non mi fido a lasciarlo in camera mentre non ci siamo - , e aprì la porta, uscendo nel pallido e freddo sole della mattina.

Robert non potè fare altro che seguirlo.

" Dovresti cercare di stare fermo, i punti potrebbero cedere! ", non riuscì a trattenersi dal dire.

Jude salì in macchina e guardò fisso davanti a sè senza rispondere.

- Fantastico - pensò Robert - un passo avanti e tre indietro... -

Sospirò e mise in moto, uscendo dal parcheggio del Motel.

Seguendo l'istinto, Jude lo guidò per circa un'ora in direzione totalmente contraria a quella in cui sarebbero poi andati, fino ad arrivare a una serie di stradine secondarie in mezzo ai campi.

Poi all'improvviso, dopo aver passato una serie di case di campagna che sembravano abbandonate e qualche macchia di alberi, disse : " Qui va bene."

Scesero dall'auto e il biondo si guardò intorno per un po', girando avanti e indietro con le mani in tasca.

" Un laghetto sarebbe stato il massimo ", ridacchiò Jude. " Pazienza, andrà bene così ".

Poi disse a Robert di risalire in macchina e lo fece guidare fin dentro un piccolo intricato boschetto.

Robert cercò ancora di protestare, ma alla fine obbedì: poi Jude tirò fuori il suo borsone dal baule e i due nascosero l'auto meglio che poterono coprendola con rami, sterpi e foglie marce che ricoprivano il tappeto erboso, questo non prima che Robert la baciasse sul cofano e le facesse la solenne promessa di tornare a riprenderla, prima o poi, sotto lo sguardo divertito di Jude.

" E ora? " chiese Robert quando ebbero finito. Erano troppo lontani dal Motel, ci sarebbe voluta una vita per tornare a piedi, senza contare che Jude non doveva fare sforzi e che si era voluto anche portare dietro quella dannata e pesantissima borsa!

" Ora torniamo indietro fino alla casa che abbiamo sorpassato 10 minuti fa. " disse Jude incamminandosi.

Robert lo seguì senza capire, ma gli prese il borsone dalle mani e se lo caricò su una spalla.

Jude lo guardò un attimo, poi distolse lo sguardo. Robert ebbe l'impressione che avesse sorriso.

Arrivati alla casa, che prima Robert non aveva notato in quanto era seminascosta da grandi alberi - e lui era troppo intento a pensare alla sua macchina - vide che sembrava disabitata.

Quando si avvicinarono però, notò che c'era un'auto parcheggiata sotto a una specie di baracca di legno che fungeva da ricovero attrezzi.

" Molti a New York possiedono ancora case di campagna, in questa zona. Vengono a passarci i week end, o anche solo a respirare un po' di aria pulita lontano dalla città, cercando di distrarsi un po'. Spesso tengono una seconda auto, per poter girare qui intorno senza dover infangare la macchina di tutti i giorni, che usano per andare al lavoro.", spiegò Jude.

Robert era stupito, questo ragazzo aveva mille risorse.

Poi Jude gli disse : " Controlla che non arrivi nessuno.", e si mise a trafficare con l'auto, una vecchia Buick color blu scuro che sicuramente aveva visto giorni migliori.

Le portiere si aprirono, ma ovviamente le chiavi non c'erano, non che questo potesse fermare Jude, che staccò con sicurezza i cavi giusti e dopo qualche tentativo riuscì a metterla in moto. Rialzò il viso sorridente verso Robert facendogli segno di vittoria col pollice alzato.

Robert allora gli si avvicinò abbandonando la sua posizione di guardia, e cercando di fare la faccia seria disse: " ...Dovrei arrestarti, lo sai? ".

Jude lo guardò e rise : " Poi però dovresti arrestare anche te stesso...", e Robert scosse la testa, divertito.

- Dio, da poliziotto modello a criminale in fuga e ladro di macchine in meno di due giorni! Merry Christmas!! -

Salì a fianco di Jude e lasciò che fosse lui a guidare questa volta.

" Come sapevi che sarebbe partita e non avremmo dovuto camminare per non so quanto? ", chiese Robert incuriosito.

"...Non lo sapevo ", rispose Jude candidamente.

Robert rimase con la bocca semi aperta, e una gran voglia di strozzarlo, ma si trattenne...Solo perchè era ferito, mettiamolo in chiaro...La sua pazienza aveva un limite...

Jude continuò a parlare, riflettendo a bassa voce come se nulla fosse : " Ci metteranno un po' a scoprire che l'auto non c'è più, direi che abbiamo almeno due o tre giorni prima che ne denuncino il furto, o anche di più se siamo fortunati. Questo ci dà un minimo di vantaggio, e dato che non sanno dove siamo diretti potrebbero non collegare subito il furto a noi, e comunque se anche trovassero la tua auto questo li depisterà sulla nostra direzione..."

- Noi...Continuava ad usare questo pronome...Ma era davvero certo di poterlo fare? Era certo che Robert fosse d'accordo?...Jude era combattuto e confuso...Cercò di non pensarci e di concentrarsi su altre cose, altrettanto importanti.

" ...Quel tuo amico, Orlando...Ci si può fidare di lui? "

" Certo! - Robert impiegò meno di un secondo a rispondere - Orly non mi tradirebbe mai! "

Jude ripensò alle parole che gli sembrava avergli sentito pronunciare quella sera nel parcheggio a casa di Robert...

Poi non disse più nulla per tutto il resto del viaggio.

 

Tornati al Motel Jude si sdraiò sul letto, cercando di riposarsi un po'...Gli sembrava che la febbre si fosse un po' alzata, del resto era più che normale, vista la scampagnata non prevista...

Nel frattempo, dal telefono del Motel, Robert compose il numero di Orlando.

Era un rischio, lo sapeva.

Attese in apprensione. Tre squilli, poi finalmente la voce di Orly : " Pronto? "

" Ciao, sono io. Mi avevi detto di farmi vivo, e vedi? Sono un ragazzo obbediente."

Parlò piano, rimase sul vago, nel caso qualcuno fosse con Orly e potesse sentire, o il telefono fosse controllato.

Orlando all'altro capo tirò un enorme sospiro di sollievo: " Meno male sei tu! Mi stavo preoccupando! Sono solo, tranquillo, e per ora non sono controllato, ma è comunque più prudente restare poco al telefono."

" Certo. ", Robert controllò l'orologio, " Lì sarà un casino, vero? "

" Non immagini quanto. Dopo che ve ne siete andati sono salito nel tuo appartamento, Mark era ancora svenuto. Commozione cerebrale, ha detto il medico. Gli hai dato proprio una bella botta, eh? ".

Nonostante la situazione, Robert non potè fare a meno di ridacchiare.

" Comunque, - continuò Orlando - quando si è ripreso non ci ha visto più, sembrava posseduto. Sta mettendo sottosopra tutta la Centrale."

"... E... mio padre? "

" Non dice niente, il che è preoccupante. Per ora lo lascia fare, comunque. Ma ha chiesto che sia mantenuta una certa riservatezza. Io ovviamente sto cercando di difenderti, ho provato a buttare lì che forse eri stato costretto, o che forse è tutto un trucco per scoprire qualcosa, ma non so quanto mi credano..."

Robert fece una strana espressione, ma durò solo un istante.

" Ascolta Rob, vediamoci stasera. Restare al telefono è rischioso e ti porterò alcune cose utili."

I due si accordarono velocemente, poi Robert riagganciò, sospirando pensieroso.

 

 

 

Nel frattempo, in stanza, Jude non riusciva a riposare e continuava a tormentarsi da solo.

- Avanti Jude, sei un vero egoista...Ripensa a tutto quello che hai passato, vuoi davvero coinvolgere anche lui? Vuoi davvero condannarlo a vivere la stessa vita?! Per cosa, poi? Per un brivido? Una connessione che ti sembra di avere sentito?

Per lui c'è ancora una possibilità di tornare, gli basterà dire che è stato costretto, minacciato, gli crederanno.

Perchè non dovrebbero? Si è comportato sempre perfettamente, e anche il suo partner confermerà la sua versione...

Sarebbe meglio per tutti...

No...Non potresti davvero sopportare di vedergli buttare via la sua vita, patire ciò che ha patito tuo fratello, subire ciò che hai subito tu...

Tu non hai niente da perdere ormai, ma Robert...?

...Ma è davvero solo questo?

...Non sarà che invece hai paura a lasciarti andare, a lasciarti coinvolgere, a lasciarti amare...

E la mascheri da altruismo, da buone intenzioni...?

Jude si prese la testa fra le mani.

Dio...

Vorrei essere più forte...Fare ciò che è giusto...

Perchè si era permesso di affezionarsi così tanto a quell'americano?

In soli due giorni, poi...

Perchè se c'era lui...Si sentiva protetto?...Sicuro?

Gli sembrava di avere una nuova forza dentro...Un nuovo scopo...

Qualcosa per cui valeva la pena di vivere e lottare...

Ma come poteva sapere che non fosse un' illusione?

Forse sentiva queste emozioni solo perchè era rimasto solo per troppo tempo, e voleva ancora provare qualcosa, sperare in qualcosa...

"Will, che devo fare?! "

Pensare a suo fratello a volte lo faceva stare meglio...Ma solo se non si soffermava troppo a ricordare l'ultimo terribile periodo trascorso insieme...Era meglio pensare a quando erano liberi...A quando Will aveva sempre una parola saggia che lo faceva riflettere, anche se era più grande di soli tre anni...

Ma stavolta William non poteva aiutarlo...Anche stavolta era solo...E da solo doveva decidere.

Tormentato da questi pensieri, stanco e stremato, finalmente si addormentò.

Dopo la telefonata con Orlando, Robert fece due passi fuori per fumarsi una sigaretta che aveva scroccato alla signora del Motel e schiarirsi le idee. Quando tornò in camera Jude dormiva.

Si avvicinò in silenzio, guardandolo. Era girato di lato, con una gamba leggermente piegata, e un lembo della felpa si era alzato, lasciando scoperta la pelle chiara di un fianco. Era bellissimo, ed estremamente sensuale. Una serie di pensieri poco casti attraversarono la mente di Robert. Come sarebbe stato toccare quella pelle? Stringere quel corpo forte e muscoloso, il corpo di un giovane uomo nel pieno delle forze, così diverso dal corpo di una donna...Eppure al contempo così flessuoso e delicato...Come sarebbe stato averlo sotto di sè, sentirlo gemere?

Mentre qualcosa ai piani bassi di Robert si stava risvegliando, lui senza accorgersene si era avvicinato ancora, attirato dalla curva del sedere di Jude, fasciato dai jeans attillati. Mio Dio, poteva esistere qualcosa di più perfetto? Scosse la testa - Ok Rob!! Adesso basta, non ricominciamo, stai diventando un maniaco sessuale!!...Bè, in questo caso, un Jude-sessuale... Rob! Basta sparare cazzate! - Ok, fantastico, stava ricominciando a parlarsi da solo, forse era il momento di farsi un'altra passeggiata...O una doccia fredda, a giudicare da quanto stavano diventando stretti i suoi jeans.

Si allontanò prima di fare cose di cui poi si sarebbe pentito e optò per la doccia.

 

 

Ormai era sera.

Guidarono per poco meno di mezz'ora per arrivare al pub indicato da Orlando.

Per strada incrociarono poche auto e nessuno dei due parlava.

Ad un certo punto Robert accese la radio, dato che il silenzio era diventato insopportabile, inoltre sperava ancora di sentire che non c'erano notizie su di loro.

Non che questo migliorasse di molto la loro condizione di fuggitivi e ricercati, ma perlomeno finchè la notizia non era ufficiale e non c'erano identikit in giro non rischiavano di essere riconosciuti da chiunque.

Jude non voleva incontrarsi con Orlando, Robert lo sapeva. Lo riteneva un rischio eccessivo.

Ma Robert la pensava diversamente, e questa volta chissà perchè Jude gliel'aveva lasciata vinta.

Forse tutto sommato si sentiva in debito verso di lui...Anche se Robert doveva ammettere di non essere mai stato costretto a fare niente contro la sua volontà, anzi.

Era adulto e tutto sommato responsabile, sapeva cosa era giusto e cosa sbagliato e credeva sempre nelle cose che faceva.

Questa volta, nonostante i dubbi e le paure, non era diverso.

Arrivarono al locale, una vera e propria bettola con un aspetto malfamato.

- Il posto ideale, qua nessuno baderà a noi - fu il primo pensiero di Robert.

Orlando lo conosceva perchè quando era ancora alle prime missioni, prima di diventare il partner di Rob, era stato inviato lì con un'altra decina di poliziotti a sedare una rissa con annessa sparatoria più cadavere. - Davvero un bel posticino accogliente -

Robert parcheggiò la vecchia Buick un po' in disparte ed entrarono nel locale.

Dentro le luci erano basse, e una dozzina di avventori erano già seduti ai grossi tavolacci di legno scuro e rovinato con abbondanti boccali di birra davanti a loro.

Jude, che precedeva Robert, scelse un tavolo isolato in un angolo della stanza e si sedette, appoggiando i gomiti sul tavolo e intrecciando le mani davanti alla bocca, pensieroso.

Dopo un po' di minuti, in cui rimasero in silenzio, Jude gli disse bisbigliando:

" Mi guardano tutti in modo strano..."

Anche Robert se n'era accorto. "...Jude stai tranquillo, hai le lenti a contatto no? "

"...Ma -

" Vuoi dire che non hai capito perchè ti osservano?? "

"...? "

Robert chiuse gli occhi - Ma perchè proprio io devo trovarmi in queste situazioni imbarazzanti...???!!!Sospirò.

"...Come faccio a dirtelo?Ti guardano perchè sei...bello, anzi no, sei bellissimo e la feccia che frequenta questi posti non ha mai visto nessuno come te ." - nemmeno io, veramente - ma questo lo tenne per sè.

Jude, in imbarazzo, non disse nulla, ma non capiva: anche Robert era bellissimo, perchè non guardavano anche lui a quel modo? Comunque dopo un po', soprattutto per il fatto che non era solo, il loro interesse si spense, e ripresero le loro conversazioni come niente fosse.

 

 

Mentre aspettavano Orlando ordinarono due birre, ma mentre Robert dopo 20 minuti era già a metà della sua - meno male che mi ero ripromesso di trattenermi - , Jude non ne bevve nemmeno un sorso. Finalmente ad un certo punto dalla porta entrò Orlando, che li vide quasi subito e si diresse verso di loro, salutando e sedendosi.

Robert si guardò un po' intorno. Nessuno sembrava interessato a loro.

" Scusate se ci ho messo molto ", disse Orly - sembrava stanco, e aveva due belle occhiaie - " Ho preso diverse precauzioni, volevo essere sicuro di non essere seguito...Come state? Tutto a posto? "

" Sì Orly, grazie - sorrise Robert - Tu, piuttosto..."

" Sono solo un po' stanco, niente di che... - poi si voltò verso Jude - Vedo che sembri a posto, avete trovato un medico per ricucire la ferita? "

" No, Jude ha fatto tutto da solo! ", disse Robert con orgoglio, come se fosse stato lui a farlo.

" Caspita! ", disse Orly sbalordito.

Jude distolse lo sguardo un po' in difficoltà, non era abituato ad essere al centro dell'attenzione e tantomeno a ricevere complimenti.

Infatti cercò di mascherare l'imbarazzo dietro il lato più pratico e scontroso del suo carattere : " Possiamo parlare di cose più serie, ora? Non credo che siamo venuti fin qui, rischiando di farci beccare, solo per parlare delle mie doti di medico..."

Robert sorrise, non si smentiva mai.

" No, no, certo ", si riprese subito anche Orly.

Allungò una mano sotto il tavolo e passò a Robert una busta di carta marrone.

" Qui c'è una pistola, ho pensato che poteva esservi utile, visto che quando sei scappato di corsa hai lasciato la tua in centrale, e qui - mise l'altra mano sopra al tavolo - c'è un cellulare. Ci servirà per mantenerci in contatto, cercherò di farvi sapere cosa succede e come procederanno le ricerche. "

" Orly, stai rischiando troppo, io..." disse Robert commosso.

" Ehi Rob, non dirlo nemmeno per scherzo! Sei come un fratello, tu faresti lo stesso per me, e poi neanche a me piace come vanno le cose ultimamente in polizia..."

 

In quel momento nel locale entrarono altri due tizi, che dai vestiti e dai modi sembravano essere due camionisti, e che si andarono a sedere nel tavolo vicino al loro, ridendo e facendo una gran confusione.

Jude allora, che aveva una domanda che gli frullava in testa già da un po', si sporse verso Orlando e abbassò la voce: " Quella cosa che hai detto a casa di Robert...Quando hai parlato di un' occasione per redimerti...Cosa significava?"

Il viso di Orly si rabbuiò improvvisamente.

Anche Robert si allungò verso il ragazzo, incuriosito. Lui non aveva sentito proprio niente!! - Anche l' udito da giaguaro, il nostro Jude, a quanto pare!! -

" E'...Una storia un po' complicata...E vecchia..."

" Non così vecchia, se pensarci ti fa soffrire ancora così tanto...", ribattè Jude osservandolo.

" Jude! ", sbottò Robert.

" No Robert, ha ragione...E' successo prima di conoscerci, dopo non molto che ero antrato in polizia...Avevo conosciuto questa persona e...Era nato qualcosa di speciale. Una grande amicizia dapprima, che pian piano si era tramutata in qualcosa di più...Lui, sì, era un lui, era un po' più vecchio di me, ed era davvero fantastico. Era un artista : pittore, poeta, fotografo, aveva mille talenti e riusciva sempre in tutto, perchè metteva cuore e anima in ogni cosa facesse. Eravamo felici...Davvero felici. Dopo circa otto mesi che stavamo insieme è scoppiata l'epidemia..."

" Lui aveva gli occhi chiari.", lo interruppe Jude.

Robert e Orlando lo guardarono contemporaneamente, stupiti.

" Sì, è così.", disse poi Orly, stropicciandosi per un attimo gli occhi, perchè ricordare era terribilmente doloroso e stancante.

" Da quel momento sono iniziati i problemi, ovviamente. Lo feci nascondere in una piccola casa in mezzo al bosco che apparteneva ai miei zii, e appena avevo un momento, controllando di non essere seguito - all'epoca ero diventato paranoico - andavo là anche io per stare con lui, per portargli cibo o anche solo notizie, che purtroppo, non erano mai buone...Lui temeva per me, ma che altro avrei potuto fare?...Sarei morto per lui...", sussurrò piano, prendendosi la testa fra le mani.

" Un giorno nascose in casa una ragazza che dopo essere stata catturata era riuscita a scappare. Lei gli raccontò alcune delle cose terribili a cui aveva assistito...Quelle che lui raccontò a me, e che io ho detto anche a te Rob, anche se non credo che mi abbia detto davvero tutto..."

Robert si voltò istintivamente verso Jude, che distolse lo sguardo per non incrociare i suoi occhi.

All'improvviso le risate sguaiate dei due camionisti li facero sobbalzare. Stavano gridando e ridendo con la cameriera, se così si poteva definire, dicendo che avrebbero passato più che volentieri la serata con lei e le sue amiche, se non fosse che la mattina dovevano partire prestissimo per consegnare un carico a Boston.

Robert e Jude, passata la sorpresa, si rimisero ad ascoltare attentamente Orlando:

" Ma purtroppo non potevamo sapere che un altro prigioniero fece la spia, e la inseguirono...Ci misero qualche giorno a trovarla. Io ero arrabbiato, non volevo che la tenessimo lì con noi, pensavo fosse troppo rischioso. Litigammo, e per un paio di giorni non mi feci più vedere. Sono stato così stupido, ed egoista...Quando li trovarono, io non c'ero. I colleghi che andarono là dissero che avevano cercato di fuggire lungo il fiume, e così loro non riuscendo a raggiungerli gli spararono, colpendo entrambi. I corpi furono portati via dalla corrente... E io non c'ero!! Non sono stato in grado di proteggerlo!!", disse con un grido soffocato e gli occhi lucidi, stringendosi le tempie coi pugni chiusi.

Poi prese un paio di respiri e sembrò calmarsi un po' : " Per questo quando ho visto te e Robert ho pensato che forse mi era stata data una seconda possibilità per fare la cosa giusta, per rimediare almeno in parte alla mia terribile colpa..."

" Orly, non dire così, tu non hai colpe, se anche fossi stato lì cosa avresti fatto?Forse saresti morto anche tu...Sono sicuro che lui non ce l'aveva con te...Nessuno potrebbe avercela con te...", disse piano Robert, stringendogli il braccio con dolcezza.

Orlando gli sorrise e annuì, ma si vedeva che non credeva alle sue parole.

" Ora basta cose tristi però...Voi state bene, e questo è ciò che conta! Beviamo! ", disse cercando di sdrammatizzare.

Ordinarono altre due birre, e altre due, e bevvero per un paio d'ore, fino a essere un po' brilli, cercando di dimenticare, raccontandosi vecchie storie divertenti e dandosi pacche sulle spalle,mentre Jude, pensieroso, stava zitto e si guardava intorno.

 

Jude non avrebbe saputo contare quante volte si rigirò nel letto quella notte.

Robert dormiva profondamente, anche grazie all'alcool.

Jude sapeva perchè invece lui si stava agitando così tanto: aveva preso la sua decisione, e non aveva il coraggio di metterla in atto. Stava cercando di posticipare il momento il più possibile.

- Devo smetterla con le cazzate! Non posso aspettare oltre! - Scostò le coperte, e sotto era perfettamente vestito.

Senza fare rumore prese la sua borsa e andò verso la porta.

Aveva già la mano sulla maniglia, quando si voltò e lanciò un ultimo sguardo a Robert.

In un piccolo posticino che cercava di tenere chiuso in fondo all'anima sentiva amarezza, e rimpianto, e un sentimento pesante e nero, molto simile al dolore.

Ma si obbligò a non pensarci, ricacciando indietro tutto, lasciando spazio solo al bisogno di sopravvivere e alla determinazione - gli unici sentimenti che lo avessero accompagnato in quegli ultimi anni, e che conosceva bene, e soprattutto, che non facevano paura.

Poi Jude nascose il dolore dei suoi liquidi occhi in tumulto dietro le lenti scure, aprì la porta, ed uscì nella notte fredda e senza stelle.

 

 

Verso l'alba Robert fece un incubo.

Si svegliò sudato e molto agitato, anche se non riusciva a ricordare cosa avesse sognato.

Subito si voltò dal lato del letto dove stava Jude.

Ma Jude non c'era.

Robert si guardò intorno. Aveva un brutto presentimento.

Guardò meglio, ma nella stanza Jude non c'era proprio.

Si alzò di scatto e andò a controllare vicino alla porta. Il grosso borsone, quello che Jude non lasciava MAI, era sparito.

 

Robert saldò in fretta il conto alla signora della reception e si mise al volante, iniziando a guidare lungo la statale in direzione di Boston.

Provava una strana sensazione alla bocca dello stomaco, che non riusciva a decifrare.

Era qualcosa di simile al panico, misto alla delusione, con venature sottili di rabbia.

Qualcosa che non aveva mai provato, e il non capire lo faceva infuriare ancora di più.

- Che diavolo s'era messo in testa quell'idiota??!! Prendersi su così e sparire, con la ferita non ancora rimarginata, probabilmente con qualche linea di febbre, a piedi, da solo... Perchè cazzo se n'era andato così??!!! -

Sbattè le mani sul volante. Cercò a tastoni il cellulare sul sedile del passeggero dove l'aveva lanciato poco prima, e febbrilmente, con mani tremanti, compose il numero di Orlando.

" L'ho perso!!! ", gridò quando Orly rispose.

" ...Cosa? ", disse l'altro preso alla sprovvista.

" Lui!! L'ho perso!! E' sparito ", gridò ancora, spingendo più a fondo il piede sull'acceleratore della vecchia macchina che per i suoi gusti andava troppo piano, e guardandosi spasmodicamente intorno, sperando di vederlo.

" Robert, stai calmo! ", la voce di Orly aveva sempre l'enorme potere di riportarlo alla realtà - Mentre quella di Jude lo allontanava completamente da essa -

Robert respirò a fondo. Doveva ammetterlo: era confuso, furioso, sconvolto, ma si sentiva Vivo. Dopo tanto tempo si sentiva vivo.

" Robert? ", Orlando lo stava ancora chiamando.

" Sì...Sì, scusa Orly...Ci sono. Sono calmo. "

" Bene. Ascolta, non può essere andato lontano, no? Non hai proprio idea di dove possa essere? Non ricordi niente di particolare che possa avere detto, o che sia successo? Un indizio qualsiasi? "

"...A Boston...Lui mi ha detto che doveva andare a Boston, ma forse era anche quella una bugia...", disse con tono duro.

" Senti, adesso sei arrabbiato e lo capisco, ma cerca di metterti un po' nei suoi panni...Può darsi che l'abbia fatto per proteggerti, no?..."

Ma Robert non l'ascoltava più: una scintilla si era accesa nella sua testa.

" I camionisti! ", esclamò.

"...Cosa? ", disse l'altro preso alla sprovvista.

" I camionisti Orly! Quei due tizi seduti al dannato tavolo di fianco al nostro ieri sera! Stavano parlando di andare a Boston, di partire questa mattina! Lui di sicuro li avrà sentiti! Cercherà un passaggio, è ancora troppo debole per fare tutta quella strada a piedi! ", dicendo questo inchiodò l'auto e con uno stridio di gomme fece inversione, rischiando di fare un incidente con una vecchia Ford nera che gli suonò il clacson, e si diresse verso il pub.

"...Rob? "

" Sì? "

" Sei...Sicuro di volerlo seguire?...Voglio dire...Forse è meglio così, no?Puoi tornare qui, ci inventiamo qualcosa e torni tranquillamente, come se non fosse mai successo..."

Robert rimase un attimo in silenzio, soppesando le parole di Orly e valutandole. Poi sorrise amaramente.

" No. Anche se volessi, e non sono certo di volerlo, non potrei più tornare a quella vita....E poi...Non posso lasciarlo... "

"...Sapevo che l'avresti detto. Anche se non ne ero convinto nemmeno io, ci si aspettava che lo dicessi, no? ", sorrise il ragazzo.

Anche Robert sorrise.Era fortunato ad avere un amico come Orlando. Poi, vedendo in lontananza il pub, si fece scuro in volto.

" Orly ti richiamo io! Devo andare!"

" ROB! ", provò a protestare Orlando, ma Robert aveva già riattaccato.

Orlando guardò il cellulare qualche istante, come se potesse vedervi la faccia di Robert e rimproverarlo, poi sospirò e si rimise a lavorare.

 

Robert entrò sgasando nel parcheggio del pub, aperto anche a quell'ora dato che faceva anche il servizio bar. Mollò l'auto in mezzo al parcheggio a caso, senza nemmeno chiuderla, e corse dentro al locale.

A conferma dei suoi sospetti, dentro, appoggiati al bancone mentre finivano di fare colazione, c'erano i due camionisti della sera prima, e Jude! Jude era lì con loro!

Appena lo vide, il biondo spalancò la bocca senza sapere cosa dire. Di sicuro non si aspettava di ritrovarselo lì.

Robert si diresse verso di lui come una furia e senza dire niente lo afferrò per la giacca, trascinandolo dietro la prima porta che trovò. - Non era il caso prenderlo a pugni davanti a tutti -

Si ritrovarono nel bagno, un locale piccolo e squallido, con le piastrelle azzurro sporco e una luce bassa e azzurrina anch'essa, che dava una sensazione di ospedale.

Jude guardava in basso, muto.

Robert allora in uno scatto d'ira lo afferrò per il collo e lo sbattè contro al muro.

Jude emise un gemito basso, appena udibile.

" Ora basta!! ", gridò Robert " Mi hai stancato!! "

La presa sul collo era forte e decisa, ma non così stretta da fargli veramente male.

Jude ora sosteneva il suo sguardo senza parlare. Immobile.

" Ti ho già dimostrato che puoi fidarti di me! Sono ricercato anche io adesso! Sono nella merda fino al collo come te! Cosa vuoi ancora??!!Quale garanzia ti serve??!!! ", urlò ancora a pochi centimetri dal suo viso.

Jude continuò a tacere e a guardarlo con occhi decisi, ma allo stesso tempo liquidi e tremanti.

Come a voler replicare, socchiuse appena le labbra, ma non disse niente.

Robert lo guardava negli occhi - occhi scuri, che non erano i suoi, che nascondevano i suoi - e li sentiva bruciare nei propri. Tutto il suo corpo era percorso da brividi.

La sua mano mollò lentamente la presa sul collo dell'altro e salì fino ad afferrare la mandibola.

Perchè Jude gli faceva questo effetto? Come riusciva a fargli perdere il controllo a questo modo?

Avvicinò il viso al suo.

" Dì qualcosa! " sibilò Robert.

Jude allora abbassò lo sguardo, e il suo fu poco più di un sussurro.

" Mi dispiace...Ma io ormai conosco solo questo modo di vivere...Scappare o combattere...Sopravvivere o morire..."

" Ma non avresti dovuto decidere per me!!! Ho il diritto di scegliere cosa fare della mia vita e del tempo che mi è stato concesso!!!", urlò.

Ormai era troppo tardi, senza quasi che se ne accorgesse Jude gli era entrato nelle vene più in profondità di qualsiasi altra cosa.

Robert non resistette oltre, lo schiacciò col suo corpo contro al muro e senza pensare lo baciò con forza sulle labbra.

Una mano stringeva ancora il suo viso, l'altra lo teneva bloccato per una spalla.

Fu un bacio violento, carico di rabbia, di delusione, di urgenza, ma Jude...Rispose al bacio...Rispose, e gli permise di penetrare nella sua bocca, di spingerlo più forte contro alla parete.

Robert si sentiva bruciare, stava perdendo il controllo, aumentò il contatto tra i loro corpi, Dio, era... Lo strinse forte - troppo forte -

Jude emise un grido strozzato contro la sua bocca. - Cazzo, la ferita! -

Robert si staccò di colpo da Jude, ansimando. L'altro si teneva il fianco.

" Oh, Dio...Jude, scusa, io... - Ma che stava facendo?! Era impazzito?! -

Robert appoggiò una mano alla parete, cercando di riprendere possesso delle sue facoltà mentali. Jude aveva lasciato la testa abbandonata all'indietro contro al muro, e aveva chiuso gli occhi, respirando affannosamente.

Il moro gli si avvicinò, mettendogli una mano sulla guancia, questa volta timidamente, con cura.

Jude aprì gli occhi e lo guardò. Robert non riusciva a capire cosa stesse pensando.

" ...Togliti le lenti per favore..." , sapeva quanto fosse rischioso, ma voleva vederlo, voleva vederlo DAVVERO.

Jude senza protestare le tolse, e lo guardò di nuovo.

"...Mi dispiace...", sussurrò allora Robert.

Jude sospirò. Lo sapeva, quando fosse stato davvero il momento, il suo istinto gli avrebbe detto cosa fare. Parlò piano, senza mai distogliere gli occhi dall'altro.

"...C'era un tempo in cui mi sarei lasciato andare senza problemi...E poi c'è stato il tempo in cui ti avrei lasciato andare via...Senza nemmeno tentare...Ora, ci voglio provare...Ma ho bisogno di un attimo per prendere un respiro...Non c'è niente che non va in te, è colpa mia...Sono io...

Io...ci sto lavorando, davvero, cercherò di fare del mio meglio, perciò...Tu non arrenderti, ti prego... Robert, continua a provarci..."

Robert sussultò: era la prima volta che Jude pronunciava il suo nome...E ora...Era come se fosse il sigillo di una promessa...Lo guardò negli occhi - i suoi veri occhi stavolta -

Un collega gli aveva detto una volta che l'annegamento era una delle morti più terribili che ci potessero essere, perchè l'istinto di respirare era troppo forte, e si finiva con l'inghiottire l'acqua quasi volontariamente, acqua che bruciava i polmoni - il cervello - e li faceva collassare. E mentre morivi, te ne rendevi perfettamente conto.

A Robert sembrava di provare questa sensazione con Jude.

Aveva trattenuto il fiato il più a lungo possibile, ma poi non era più riuscito a resistere e aveva respirato forte, e ora gli bruciavano i polmoni, la testa e il cuore. E aveva paura.

Ma al contrario di ciò che gli era stato detto, Robert non poteva desiderare una morte migliore.

Terribile e meravigliosa.

E ora capiva che per Jude era lo stesso.

Robert sorrise a Jude, lo prese per mano, sigillando il loro patto, e da lì, ripresero il loro viaggio. Insieme.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: Ooh, finalmente il nostro Rob tira fuori le palle!!! XD

Eeh, stavolta il piccolo Judsie l'ha fatto proprio proprio arrabbiare!!! Ma non è colpa sua, povero cuccioloooo!!! ù_ù

Non ho molte cose da dire, se non scusarmi ancora e sperare che questo capitolo dove si continuano a scoprire tante cose, non abbia deluso le vostre aspettative, ma stia continuando ad intrigarvi!!!( io sono abbastanza soddisfatta, spero di aver creato bene l' atmosfera...),spero anche non risulti pesante, dato che è abbastanza lungo, ma così avete un po' più da leggere dopo la mia lunga assenza... ; P

Visto che il tanto agognato bacio è arrivato???!!! *__* cosa ne pensate??!! ;)

Un bacio grande a tutte e grazie per il sostegno e la pazienza!! <3 A presto!!!!!

 

 

 

  

  
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