Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: Alys_90    17/01/2013    4 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao! Ed eccomi con il quinto capitolo!
Le vostre recensioni mi hanno reso molto felice ♥
Spero che anche questo capitolo sia apprezzato ♥
 
Spazio recensioni
Per Dalmata: io amo la coppia Sana-Akito ♥
Molto presto scoprirai la vera ragione della loro rottura!
;-)
Per Sana-chan: quello che accadrà in discoteca lo scoprirai nel prossimo capitolo :-) E sarà chiarita anche l’identità di questa Seka! :-) Ti ringrazio per farmi notare gli errori; in tal modo correggo qualcosina! :-)
Per SanaeAkito: mi fa davvero molto piacere che segui la mia storia :-)
Grazie per il complimento ♥
 

BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥

 
 
 
 
MERCOLEDI’
Durante la ricreazione stavo confabulando con Aya e Fuka sul da farsi della sera seguente.
-Passo a prendervi io per le dieci!-esclamai.
-Va bene-rispose Aya. -Mi raccomando!-. Ero nota per non essere proprio una grande guidatrice. -Stai tranquilla Aya. Conosco tutte le regole stradali!-
Aya mi rivolse uno sguardo corrucciato.
-Ragazze che vi mettete? Caspita, dovremmo indossare capi sexi!-esclamò Fuka, con una dose di malizia.
-Io metto il vestitino di pizzo..-
-Io i nuovi pantaloni che ho acquistato da “Susan”..-
-Io la minigonna nera..-
E continuammo a parlare finchè un suono distinto annunciò l’inizio della quarta ora.
 
***
 
-Scusi professore, posso andare alla toilette?-chiesi.
-Certo Sana, vai pure!-
-Grazie molte-risposi sorridendo.
Uscii dalla classe e il corridoio era deserto, ad eccezione di qualche bidello che gironzolava con manici di scopa e stracci in mano. Oltrepassai la porta dell’aula di Akito e pensai a cosa stava facendo o dicendo o pensando. Dopo le medie era diventato ancora più bravo a scuola e lo ammiravo. Aveva superato situazioni dolorose in circostanze difficili senza mollare. Io gli ero stata accanto sempre; per qualunque cosa lui contava su di me, e viceversa. Non riuscivo ad abituarmi all’idea di non averlo più con me. Era desolante la vita senza Akito.
“Chissà se ha un’altra ragazza..”. Già, questa frase me la ripetevo in continuazione. Ma come poteva essersi affezionato o addirittura innamorato di una persona diversa da me? Non potevo, o forse non volevo, crederci.
Giunsi al bagno, entrai e andai al lavandino. Lo aprii; l’acqua fredda scorreva veloce sulla superficie di ceramica. Allungai le mani e mi risciaquai il viso. La sferzata gelida mi risvegliò.
Chiusi il rubinetto e mi fissai allo specchio. Quant’ero cresciuta. I capelli erano lunghissimi, i fianchi più pronunciati e le labbra carnose. Ero diventata una donna ormai.
Uscii dal bagno e corsi verso la 5-3.“Accidenti, sono stata fuori quasi dieci minuti!”imprecai mentalmente.
Poi, all’improvviso, andai a sbattere contro qualcosa, o per meglio dire, qualcuno. Caddi a terra con un tonfo. A testa bassa mi massaggiai il fondoschiena dolorante.
-Ai! Hey tu, guarda dove cam..-. Alzai gli occhi e mi bloccai. Quello che vidi mi fece accelerare i battiti in un modo esageratamente veloce.
Akito era in piedi di fronte a me, mani penzoloni e sguardo impassibile.
-Oh sei tu..-bofonchiai alzandomi e strofinandomi la schiena. -Scusa.. E’vietato correre nei corridoi, lo so.. Tu hai aperto la porta e di conseguenza io ci sono andata a sbattere..-
Ma perché parlavo solo io? E soprattutto perché parlavo? Akito non disse nulla. Si limitò a guardarmi mentre ero intenta a sostenere quei discorsi stupidi.
E fu in quel momento che Hayama fece una cosa che non avrei mai immaginato potesse fare.
Con passo disinvolto, mi superò in silenzio e sparì dietro l’angolo.
 
***
 
-Sana!-. Naozumi mi corse incontro e mi abbracciò, facendomi volteggiare per aria.
-Nao! E’ da un bel po’ di tempo che non ci vediamo! Come stai?-chiesi.
-Bene Sana. Sto cominciando a prendere sul serio l’idea di trasferirmi davvero in America con la mia famiglia-
-Veramente? Che bella notizia-.
Naozumi Kamura, il ragazzo dai grandi occhioni blu e dai capelli violacei, stava progettando di andarsene per sempre dal Giappone. Desiderava vivere con suo padre da molto ed ora stava considerando l'idea.
Naouzumi è sempre stato un grande amico per me; mi ha aiutata a superare incertezze, periodi complicati e difficoltà. Grazie a lui sono riuscita a sorridere quando quel qualcuno aveva deciso di andarsene.
Oggi avevamo la seconda riunione riguardo al film che dovevamo girare in Italia a fine ottobre. Non vedevo l’ora di partire, di staccare la spina e di non pensare più a nulla se non al mio lavoro.
-Ragazzi forza, tutti dentro!-strepitò Genpaku, il regista, aprendo la porta della sala riunioni.
-Arriviamo!-gridò Nao, sventolando la mano. -Avanti Sana, andiamo.-
 
Dopo un’ora e un quarto di confronti e scambi di vedute sull’organizzazione del viaggio, uscii all’aria aperta.
Mi stiracchiai e guardai Rei intento ad armeggiare con fogli e cartelline. -Rei cerca di non distruggere quelle carte, sono di fondamentale importanza!-
Si trattava dei copioni del film, freschi di stampa.
Il sole oggi si nascondeva dietro grandi nuvole. Tuttavia, nonostante fossero gli ultimi giorni di settembre, si stava bene.
-Sana, aspetta!-. Vidi Naozumi corrermi incontro. -Hai dimenticato il capello-disse, tendendomelo.
-Grazie Nao. Ho la testa da tutt’altra parte in questo periodo!-
Lui sapeva a cosa mi riferivo ed odiava Hayama per quello che mi aveva fatto. Lo odiava a tal punto da tirargli un pugno la stessa sera in cui mi aveva lasciata. Ovviamente Akito si era difeso sferzandone un altro a sua volta. Due ragazzi che facevano a botte per causa mia. Inamissibile.
-Senti Sana..- Nao mi prese la mano. -Ti va di venire a casa mia stasera? Ceniamo insieme e ci gustiamo un film.. Ti va?-chiese esitante.
Fissai la mia mano nella sua. Naozumi era in grado di tirarmi su il morale ogni volta che vedeva che ne avevo bisogno; era capace di farmi sorridere ancora.
-Certo. Ci sarò-.
 
***
SERA
Giunsi alla casa di Kamura, in periferia. Abitava da solo e il suo appartamento era situato in un piccolo condominio. Salii le scale, suonai e un Naozumi in grembiule da cucina venne ad aprirmi.
-Ciao Sana, entra pure!
-Permesso-. Entrai e vidi lo splendore di quella casa abbagliarmi gli occhi. Mi ritrovai in un ampio salotto dalle pareti bianche con carta da parati raffiguranti betulle, il divano avorio ed una grande poltrona dello stesso colore, la tv appesa al muro e un lampadario di cristallo pendente dal soffitto.
-Nao.. ma è meraviglioso..-
-E non hai ancora visto tutto!-replicò lui ridendo. -Vieni, ti faccio vedere il resto-.
Lo seguii verso un corridoio illuminato da piccoli faretti posti lungo i lati del pavimento. Giungemmo in un’ampia stanza color blu, con un letto rotondo e comodini e armadio azzurri. -E’la tua stanza?-
-Si, ti piace?-
-Decisamente!-esclamai.
-Qui invece, c’è il bagno con vasca idromassaggio e qui la cucina..-
La cucina era semplice ed ordinata. -Quest’abitazione è fantastica Nao!-
-Ho deciso tutto io per quanto concerne l’arredamento e i colori-
-Un ipotetico arredatore d’interni!-sentenziai, prendendo una carota dalla ciotola sul bancone. -Che prepari di buono?-
-Carne arrosto con verdure-
-Direi che non vedo l’ora di assaggiarle!-
-Sentirai che bontà..-rispose, facendomi l’occhiolino.
La tavola era di legno, quadrata e con un vaso di porcellana al centro. Annusai i fiori che vi erano dentro; profumavano di primavera.
-Se ti piacciono quei fiori, prendili pure-proferì Naozumi.
-No, figurati-
-Ti ho detto di prenderli Sana! In realtà.. li ho presi proprio per te-
Diventai rossa e Nao se ne accorse. -Non fare la timida-articolò, tagliando un pomodoro.
-Grazie..- Presi i fiori e li misi nella borsa. Correggo, valigia. La mia mania per le borse enormi persisteva.
Passò mezz’ora e la cena finalmente fu pronta. Ci sedemmo, posando ognuno il cibo nei rispettivi piatti.
-E' squisito Nao!-
Lui sorrise. -Allora, come va a scuola?-
Mi irritai nel sentir pronunciare “scuola”, perché mi riportava a stamattina. A quello che era successo con Akito nel corridoio e alla tremenda figura che avevo fatto.
-Ehm, normale.. Si.. -dichiarai impacciata e portando il bicchiere alle labbra.
Kamura rimase zitto, fissandomi. -Sana con me non mentire-.
Oh no, panico. Che voleva dire? Era in procinto di andare sull’argomento Hayama? Quell’argomento che io non avevo assolutamente intenzione di affrontare?
-So che stai male, so che ti manca, ma la vita va avanti Sana. Non puoi continuare a rimuginarci sopra, a pensare perché ha deciso di non stare più con te, a rovinarti in questo modo. Devi reagire, devi riprenderti. Cerchi di mascherare il dolore, però io ho capito che si tratta solo di una copertura. Non devi fingere. Hai bisogno di tempo, lo comprendo, eppure devi pensare ad altro, a conoscere persone nuove, a frequentare posti nuovi. Sana raccogli il tuo coraggio e affronta questa situazione!-
Centro. Avevo azzeccato in pieno. L’argomento Hayama era venuto a galla.
Rimasi stupita dal discorso che mi aveva appena fatto Naozumi. Ci riflettei e conclusi che in fin dei conti aveva ragione. Certo, ma lui non poteva capire come mi sentivo dentro. Sembrava che mi avessero risucchiato l'anima, portandosi via la vera parte che mi caratterizzava e che mi distingueva. La parte allegra e spensierata.
Esaminai la tovaglia di stoffa rossa che ricadeva sulle mie gambe.
“Questo vestito ti starebbe benissimo.. Il rosso è il colore ideale per questo periodo!..”
Basta, basta, basta. Non ce la facevo più a sentire le ramanzine di tutti sul fatto che dovevo tirarmi su, che non dovevo più scervellarmi per capire le ragioni che stavano sotto alla rottura di me ed Hayama, ai continui rimproveri di aver perso la mia vivacità.
Ma come potevo essere felice se lui non c’era? Perché questo gli altri non la capivano?
Mi alzai, presi la borsa e mi diressi verso l’uscita. -Sana aspetta, dove vai?!-
Nao si rizzò in piedi, corse verso di me e mi prese per il polso. Mi fermai con le gocce di pianto che iniziavano a cadere sulle guance arrossate.
Quella presa era solo sua. Solo di Hayama e di nessun’altro. I ricordi avanzarono crudeli e un dolore atroce mi contrasse lo stomaco.
Nao mi prese per la vita e mi fece voltare. Mi asciugò le lacrime con le dita, accarezzandomi il viso.
-Sana..-
Si tese e mi baciò.
 
  
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