Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Kengha    18/01/2013    3 recensioni
Jack Sparrow è arrivato con Gibbs a Tortuga per trovare il modo di estrarre l'amata Perla Nera dalla bottiglia.
Quella che sembrava essere per il nostro capitano una giornata come tante lo costringerà poi ad un nuovo viaggio sulla Queen Anne's Revenge assieme a vecchi "amici"....
"-Miss Angelica?- domandò Hector avvicinandosi alla donna che era seduta all’ombra di una palma e lo guardava piuttosto curiosa.
-Sì…soy yo…- rispose quella
-Vedo che non tradite le vostre origini, signora, eheh.- scherzò Barbossa riferendosi allo spagnolo
-Chi siete? Cosa volete da me?- domandò squadrandolo -....L’uomo senza una gamba…- disse poi notando le sue condizioni.
-Io sono il nuovo capitano della Queen Anne’s Revenge e voi dovete venire con me…che vi piaccia…o no!- sorrise strabuzzando in maniera sinistra gli occhi azzurri."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Angelica, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un oceano di ricordi'
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ADDII


Angelica camminò con fare sensuale davanti alle guardie, aveva calato pericolosamente una spallina del lungo abito che aveva scelto per la missione e si muoveva ancheggiando facendo in modo che le gonne si alzassero con provocanti fruscii. Lo stretto corsetto rendeva le sue forme molto più invitanti di quanto già non lo fossero e il sacchetto con pochi spicci che teneva legato alla vita rendevano la sua posizione sociale piuttosto fraintenditoria.
 Iniziò a canticchiare in maniera disinteressata un vecchio motivo, volteggiando come una nuvola nel cielo.
- Yo-oh, Yo-oh, la spada, il corvo e il mare… -
Le guardie, stanche e rassegnate, sedute su due vecchi barili davanti il cancello delle prigioni, non si fecero sfuggire quell’invitante spettacolo.
Il primo, probabilmente un po’ brillo, diede un paio di gomitate al secondo, invitandolo ad osservare bene quale creatura il mare gli stesse offrendo.
Angelica ghignò impercettibilmente, conosceva troppo bene la mentalità degli uomini ed era sicura che anche quei due rampolli, nonostante il ruolo che ricoprissero, non fossero poi così diversi.
Una donna attraente e per di più sola non se la sarebbero di certo lasciata sfuggire.
- Si fermò con fare invitante accanto una vecchia scatola abbandonata a terra, in prossimità di un vicolo, e lì prese una piccola brocca contenente dell’acqua che cominciò a bere, lasciando che delle gocce sfuggissero alle carnose labbra e scendessero giù dal collo fino a dentro il corpetto.
Capì che il piano fosse riuscito quando i due Inglesi si avvicinarono lasciando l’ingresso scoperto.
- Signorina, non può fermarsi qui davanti. Abbiamo l’ordine di allontanarla -.
- Che peccato, una così bella serata e ancora non ho avuto alcun cliente. È una mia impressione o qui fa davvero caldo?- Domandò, pavoneggiandosi con fare esperto.
- Sì… eheh… caldo… - Biascicò l’Inglese più brillo.
La guardia più anziana e dall’aria più seria gli diede uno scappellotto
- Idiota, riprenditi. Non possiamo tradire la fiducia del Commodoro il nostro primo giorno di lavoro dopo la promozione, qui ne vale il posto di lavoro! -
- Sai, Thomas, avevo sempre sospettato che tu mi nascondessi qualcosa. In ogni caso, io non mi farò sfuggire questo bocconcino per dei tuoi “dubbi” -.
Subito l’altro si sentì ferito nell’animo, come osava quell’idiota di Bernard fargli una simile accusa! Era nota, a Nassau, la sua fama di invidiabile corteggiatore.
- Oh, ma finiscila. Ti farò vedere io! Dopo di me, sono sicuro che questa giovane si sentirà sazia per tutta la serata! -
- Ehy, c’ero prima io! -
- Non posso lasciarti andare per primo dopo una simile accusa! -
- Ma non tenevi così tanto al posto di lavoro, tu? -
- Al diavolo, il governatore riconoscerà che sono molto meglio io di quel merluzzo di Maynard. È solo questione di tempo! Per adesso… tengo di più alla mia reputazione! -
Angelica roteò gli occhi, esasperata. Appunto, tutti uguali.
- Ragazzi, ehy, ragazzi … perché litigare … -
Si avvicinò ondeggiando ai due e sussurrò la sua piccola proposta sconcia negli orecchi dei due Inglesi i quali la guardarono come fossero state aperte loro le porte del paradiso.
- Andiamo! – Esclamò il Bernard, che venne immediatamente trattenuto dal secondo.
- Frena, frena, frena! Dobbiamo ragionare bene, se ci allontanassimo le prigioni sarebbero esposte e se ci fermassimo qui davanti e uscisse il Commodoro potremmo dire addio al nostro posto di lavoro! -
- Giusto, Thomas, giusto. Sempre molto sveglio -. Constatò l’altro.
- Che ne dite de questo bel vicolo? È buio e di fronte le prigioni de Nassau. Voi terrete d’occhio gli altri mentre nessuno potrà tenere d’occhio voi… - Propose Angelica, entrando lentamente nell’oscurità.
- Andata, il vicolo ! – L’appoggiò Thomas.
- Sì, il vicolo! – Ripeté Bernard.
Fu questione di pochissimo, una volta avvolti dalla scura notte e ormai in procinto di iniziare il divertimento videro una figura avvicinarsi alle prigioni, un uomo alto, con la camminata stramba e una bandana rossa.
- Cavolo! -
I due fecero per correre verso l’entrata quando qualcosa fece gelar loro il sangue. Il classico rumore emesso da una pistola appena caricata.
- Zitti o sparo -. Ringhiò Angelica che teneva le due armi da fuoco ben salde nelle morbide mani.
- TU! – Abbaiò Thomas.
- Voi uomini siete tutti uguali, prevedibili, sciocchi, superficiali. Basta offrirvi qualcosa da mangiare e subito correte a fare baldoria -. Li schernì senza allontanare le canne della armi da fuoco dai loro petti.
- Ed è per questo che le prede devono iniziare a farsi più furbe dei cacciatori -. Concluse.
Thomas tentò di voltarsi, nella speranza di avvistare qualche via di fuga, con il solo risultato di un’altra pistola puntata alla tempia.
- Altolà amico, voi non intralciate i nostri piani e noi non vi facciamo esplodere la testa, comprendi? – Il sorriso sghembo del pirata con la bandana fece innervosire ancora di più l’Inglese.
- Jack, legali e raggiungimi dentro -
- Sì signora! -
Sparrow prese la fune che teneva attaccata alla cinta ed iniziò la sua grande opera mentre Angelica correva dentro.
-Amico, ti fai comandare a bacchetta da una donna!? -
- Zitto tu, ti ho forse detto di poter rivolgere la parola al grande Capitan Jack Sparrow? -
- Capitan? Che gli dèi ci assistano, un Capitano pirata che si fa comandare da una sgualdrina madrelingua! -
Jack avvicinò ancor di più la pistola alla tempia dell’Inglese.
- Non ti azzardare. Quella sgualdrina madre bocca … o in qualunque altro modo tu l’abbia appellata, è molto più intelligente e coraggiosa di voi due messi insieme. Probabilmente… è più coraggiosa di chiunque -.
- Le donne non erano portatrici di cattivi presagi, per voi pirati? -
- Non lei -. Concluse Jack.


Angelica, nel contempo, era nel cuore del carcere di Nassau e stava cercando disperatamente le due piratesse. Non era grande, come posto, ma aggirare la sorveglianza rendeva molto complesso anche l’attraversamento di un semplice corridoio.
Era arrivata al terzo piano per miracolo e finalmente notò un corridoio più isolato degli altri. Per quanto barbare potessero essere alcune persone, la salute era un diritto. Vista l’attuale condizione delle due donne, era logico fossero più isolate rispetto agli altri cani.
- Anne, Mary… - Sussurrò a metà corridoio, dopo essersi accertata che questo non fosse controllato.
- Angelica! – Esclamò la Bonny, sporgendosi dalla cella nella quale era stata rinchiusa.
- Anne! Dio mio, como estas? -
- Starei molto peggio, non fosse stato per te. Hai interrotto l’esecuzione, sei pazza? -
- Probabilmente -. Sorrise la Spagnola –Ma, ehy, dimentichi che sono la figlia de Barbanera! Se non mi concedo io qualche pazzia chi dovrebbe farla? -
- Non so, tutta questa situazione mi sa tanto “Jack Sparrow” -.
- Hai scordato anche che sono stata sua allieva -.
- Già… -
- Dove esta Mary? -
- Nel corridoio opposto, ci hanno volute separare. Prima l’ho sentita urlare, sono così preoccupata -.
- Non ti preoccupare, tra poco saremo molto lontane da qui. Vado a cercare Mary! -
Angelica si voltò e fece per andare nell’altro corridoio quando una voce rauca la fermò.
- Voi non andrete da nessuna parte, signorina.– Il vecchio uomo uscì dall’oscurità, doveva essere la guardia di turno che Angelica aveva aggirato poco prima per pura fortuna.
- Dite addio! – Esclamò con un sorriso sinistro, ponendo il dito sul grilletto della pistola già carica.
Un sparo riecheggiò tra le celle.
Angelica aveva chiuso gli occhi qua immediatamente per attendere il colpo… che non era arrivato.
- Jack…? – Domandò aprendo appena gli occhi castani e guardandosi disperatamente attorno alla ricerca del suo compagno.
- Non proprio -. Rispose una voce calda, mentre un uomo alto, attraente e in uniforme si avvicinava alla luce dei candelabri attaccati al putrido muro.
- Robert… - Disse con un sussurro, boccheggiando – Perché… ?-
- Perché, Angelica, non puoi morire -. Rispose, aprendo la cella di Anne senza la benché minima esitazione. La Teach fu nuovamente scossa dall’informalità con la quale le si era rivolto: Maynard non avrebbe mai dimenticato.
- Seguitemi, so dove si trova la vostra compagna. Rimanete qualche metro dietro di me e non ci sarà alcuno scontro -.
Le due annuirono e lentamente si avviarono verso il secondo corridoio del terzo piano.
- Un minuto, sento dei passi. State giù! – Esclamò Maynard posando l’agile mano sull’elsa della spada per poi sguainare l’arma appena un istante prima che l’intruso sbucasse nel corridoio dove erano lui, Angelica ed Anne.
- Fermo, fermo, fermo! No minaccia! -  Esclamò Sparrow alzando le mani con fare difensivo.
- Jack! Ma che diamine? Perché stai fuggendo, dove sono quei due? -
- E’ una storia buffa, davvero. Sembra proprio che il sottoscritto, nonostante i lunghi anni vissuti in mare, ancora non abbia imparato a fare i nodi … - Riassunse, imbarazzato.
- Si sono liberati? – Ringhiò Angelica.
- Se proprio vogliamo vederla sotto questa prospettiva… -
- Angelica, corri a liberare Mary Read. Questa è la chiave. Non fermarti e non pensare a noi per alcun motivo, ce la caveremo -. Ordinò Maynard, lasciandole la chiave.
- NOI? – Urlò Sparrow.
Purtroppo per lui non fece neppure in tempo ad elaborare bene la situazione che si ritrovò pienamente coinvolto nello scontro.
- Commodoro Maynard! – Esclamò, sconvolto, Thomas.
- Non vi permetterò di farle del male -. Ringhiò Robert, contrattaccando il suo stesso subordinato.
- Thomas, fermati, c’è il Commodoro, è tutto ok! – Esclamò Bernard, che si teneva a debita distanza.
- Non è tutto ok, testa di rapa! Il Commodoro è un loro complice, li sta aiutando a far evadere i prigionieri! Pensa, Bernard, per una buona volta in questa tua inutile vita, pensa un attimo! Se riuscissimo a sconfiggere il Commodoro Maynard probabilmente noi due verremmo promossi dal Governatore -. Riassunse, senza interrompere lo scontro.
- Oooh, giusto! –
- Ah, ci sei arrivato. Siano ringraziati gli dèi -.
Sparrow non diede il tempo al povero Bernard di elaborare al meglio la situazione che gli piombò addosso, iniziando il duello.
- Perché lo fate Maynard? Perché? Non che mi dispiaccia prendere il vostro posto, ma vorrei almeno sentire le vostre ragioni -. Disse Thomas, dopo aver disarmato completamente il suo avversario.
Maynard sorrise in maniera rassegnata, appoggiandosi con le spalle contro il muro.
- E’ stata una sola la ragione. Ed è stata una ragione dettata dal cuore -. Rispose, franco.
- L’amore. Sempre l’amore è la causa dell’umana pazzia! Mi dispiace per voi, Commodoro, ma questa vostra decisione sarà motivo della vostra morte! – Esclamò mentre gli occhi, arrancanti nella pazzia, bramavano vendetta. La lama affilata della spada s’infilò nel petto del Commodoro e poco dopo, l’uniforme candida di Maynard fu rovinata da una macchia scarlatta.
- Ora il Governatore avrà qualcuno di più meritevole al suo fianco! – Rise.
- Ma di certo non sarai tu -. Jack sparò all’avversario che si accasciò a terra, morto sul colpo.
Bernard era in un angolo, tremante. Era ferito, ma sarebbe sopravvissuto.
- Va’ a cercare qualche straccio con cui fasciare il Commodoro e sta’ attento a non farti vedere -.
- Sì signore… - biascicò, rassegnato.
- Jack! Jack, tutto bene? Ho sentito uno sparo! – Esclamò Angelica, correndo verso il Capitano con Anne e Mary al seguito.
- Sto bene… io -.
- Robert! Oddio, Robert! – La Spagnola si accasciò al fianco del Commodoro e prese la sua mano tra le sue.
- Robert, non lasciarmi! Non puoi andartene -.
Maynard accarezzò lentamente le guance calde della Teach e sorrise lentamente.
- Stai bene? – Domandò con lo sguardo perso.
- Per una volta, almeno per questa volta, non pensare a me -. Rispose Angelica, con la voce spezzata.
- Come potrei non pensare a te? Avrei dovuto esserci prima per te, avrei dovuto esserci nel momento del bisogno… e non quando avevi già preso in mano la tua vita dopo aver atteso un principe azzurro che non era mai arrivato -.
Angelica sospirò, tenendo gli occhi bassi.
- Io lo so, lo so che hai provato a fuggire. Lo so che hai tentato di scappare dalla pirateria anche quando non avevi altra scelta -.
Jack osservò la scena spaesato, a cosa si stava riferendo? C’era ancora… dell’altro?
- Ricordi quel ballo in maschera a Cadice? – Domandò Maynard, senza distogliere lo sguardo dagli occhi castani di Angelica. La Teach annuì, leggermente.
- Mia cara Giulietta, sappi che il tuo Romeo non sarà morto invano -.
Angelica a quel punto non riuscì più a reprimere i suoi sentimenti e si abbandonò alle lacrime.
Jack assistette taciturno alla scena: Maynard era stato più presente di quanto avesse immaginato, nella vita di Angelica. Più presente di quanto lei stessa non si fosse resa conto.
- Commodoro… ecco … - Quando Bernard tornò fu Mary a scuotere rassegnata la testa.
- Angelica, va’ fuori con Anne e Mary. Questo posto brulicherà presto di Inglesi e loro due dovranno essere lontane -. Ordinò Sparrow.
- E tu cosa farai? – Chiese la Read, sorpresa.
- Vi coprirò le spalle! – Esclamò, strizzando un occhio con aria d’intesa.
- Va bene… - Acconsentì la Teach, allontanandosi presto con le due piratesse.
- Angelica, era dunque lui quell’uomo di cui non avevi mai saputo il nome? Era lui quel giovane da cui eri fuggita? – Domandò Anne, mentre si affrettavano ad abbandonare il carcere.
Angelica aveva narrato alle due della sensazionale notte a Cadice sulla Revenge e a quanto pareva erano state entrambe molto attente.
- Era lui Anne, era lui. Avevo già deciso la mia strada quando presi parte al ballo in maschera, ma volevo assaporare per una volta, per una sola volta, il sapore della nobiltà. Volevo conoscere ciò a cui stavo voltando le spalle. Anche se credo di essermene resa realmente conto solo ora -.
- Rimpianti? -
- Soltanto uno -.
- Quale? -
- Non aver avuto il tempo di dire al mio Romeo che, in un’altra vita… in altre circostanze, l’avrei sicuramente amato -.
Le tre si affrettarono fuori dal carcere e corsero giù al porto, con Bernard alle calcagna.
La William oscillava maestosa tra le onde arancioni.
- Herik! – Chiamò Angelica.
- Comandate, signor capitano -.
- Non sono il tuo capitano, Herik. Non più. Loro sono Anne e Mary, le uniche a poter reclamare il timone della William. Voglio che facciate vela verso una baia sicura, voglio che tu ti prenda cura di loro. È il mio ultimo ordine -. Comandò.
- Come desiderate, miss Teach. Non vi deluderemo -.
- Bernard verrà con voi, non è nuovo del settore: ha navigato sotto il vessillo Inglese e credo gli farà bene un po’ di avventura -.
Morgan sorrise, lieto di avere nuovi compagni.
- Certamente, benvenuto a bordo, amico! – Esclamò stringendogli energicamente la mano e aiutandolo a salire a bordo.
- Quindi… questo è un addio? – Chiese Mary, tenendo gli occhi bassi.
- I mari sono grandi, ma sono certa che avremo modo di rincontrarci, un giorno -. La rassicurò Anne.
- Un giorno. Dopo aver vissuto la nostra vita col vento in poppa, dopo aver scoperto tutto ciò che il mare nasconde, quando i nostri nomi saranno leggenda -. Sorrise Angelica.
- Ci mancherai -.
La William salpò quella calda mattina di inizio Settembre e Angelica non l’avrebbe più rivista.

Jack aveva appena finito di nascondere il cadavere di Thomas che si sentì una flebile voce sussurrare qualcosa nell’oscurità.
- Sembra buffo, ma l’unica donna di cui sono innamorato, è l’unica a non essere mai caduta tra le mie braccia- Gli occhi chiari dell’Inglese erano dipinti di pura rassegnazione.
- Non è buffo, compare, ti capisco-. Sussurrò il capitano, avvicinandosi.
- Jack Sparrow. Morirò col tuo nome impresso nella mente. Il nome dell’uomo che me l’ha portata via -. Sussurrò, guardandolo ancora una volta… come volesse imparare a memoria i tratti del suo rivale.
–Promettimelo, Sparrow. Promettimi che non la lascerai andare. Che non la farai fuggire… promettimelo -.
Jack si piegò sull’Inglese morente e si sporcò le mani del suo sangue.
- Te lo prometto -.

La scialuppa dei ritardi:
Questo capitolo è stato il più traumatico della mia carriera di scrittrice, sul serio! L'avevo praticamente finito di scrivere ad inizi Gennaio ma il risultato era così scadente che ho cancellato tutto poche ore prima dell'ipotetica pubblicazione. 
Ho dovuto rilggere TUTTA la storia dall'inizio, concentrandomi bene sui capitoli in cui è presente Maynard, per poter scrivere questo. Sicuramente è uno dei capitoli più importanti di tutta la Fan Fiction.
Vi confesso che la morte di Maynard non era affatto prevista, ma lasciarlo vivere mi sarebbe sembrato piatto e avrebbe fatto perdere alla storia quel po' di drammaticità presente in ogni capitolo della saga di POTC.
Ispirandomi a Norrington (si è capito, vero? xD) ho costruito Maynard e sempre ispirandomi a James, l'ho distrutto.
Il ballo in maschera è la mia "ultima trovata" in previsione di una nuova Shot. 
Quella dal punto di vista di Jack non vuole proprio uscire quindi, nel frattempo, pianifico un po' il passato di Angie :3
E' probabile che accenni ancora un po' al ballo nel prossimo capitolo -l'ultimo-, ma la vera vicenda vi verrà narrata in una storia a parte.
La fine è vicina!
(Non vi prometto nulla che tanto sapete meglio di me che il capitolo arriverà in ritardo ç.ç)
Besos a todos
   
 
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