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Autore: odile12    18/01/2013    3 recensioni
Cosa succederebbe se un giorno Santana Lopez si ritrovasse con un orologio capace di riportarla indietro nel tempo?? Qualcosa potrebbe cambiare??
"Quando era ormai quasi arrivata a destinazione, l’ispanica, scivolò su qualcosa di piccolo. Cadde in una grossa pozzanghera, sporcandosi il vestito verde e blu di acqua e fango. Meraviglioso, pensò, appoggiando una mano sull’asfalto bagnato per rialzarsi. I suoi occhi neri come la pece si fermarono su una piccola macchia dorata che galleggiava a pochi millimetri dal suo piede e che doveva essere l’oggetto incriminato.
Imprecò per qualche istante, e lo afferrò. A prima vista sembrava una bussola, anche se in realtà la nebbia e la pioggia battente le impedivano di vedere bene. Ma chi poteva aver perso una bussola nel parcheggio di un piccolo locale di Lima?!"
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Era strano per Santana rimettere piede in quella scuola dopo neanche tre giorni, e sapere che tutto era diverso. Fino a trentasei ore prima tutti la conoscevano e la temevano, e poteva camminare con la sua divisa delle Cheerios tenendo per mano la sua fidanzata. Non c’era un ragazzo che non si voltasse a guardarla o una ragazza che non desiderasse ardentemente essere come lei. Adesso, mentre camminava, sentiva verso di se gli sguardi degli altri, ma non perché la temessero o la invidiassero, ma perché erano curiosi di lei. Già, erano davvero curiosi della nuova arrivata da “chissà dove”, che non conosceva nulla del suo passato e viveva a casa della capo-Cheerleader. - Che hai da guardare, cassapanca? – tuonò Santana contro una ragazza che la osservava incuriosita. Aprì il suo armadietto, e iniziò a riporre libri e altre cianfrusaglie al suo interno. A breve sarebbe diventata una cheerleader, sarebbe tornata nel glee, avrebbe riconquistato Britt, e la sua vita sarebbe stata esattamente quella di prima. In fondo cosa poteva essere cambiato? A parte la presenza di quella quindicenne irritante che era Naya Lopez, e al fatto che Quinn fosse nelle Cheerios, apparentemente nulla le sembrava diverso. La scuola le sembrava sempre la stessa, e gli studenti anche. Appena si voltò, si ritrovò di fronte il viso di Quinn, che le ricordava con la precisione di un orologio svizzero tutte le lezioni.
- Allora, adesso hai chimica, l’aula de l’ho già mostrata. Dopo c’è il corso avanzato di matematica, devi andare al secondo piano e… -
- Quinn, per favore, è presto e ho sonno, se mi dimenticherò qualche lezione non sarà difficile aprire un foglio di carta e controllare – rispose Santana di cattivo umore, chiudendo l’armadietto con un tonfo. Voleva starsene solo in santa pace.
- Alle quattro verrai a fare il provino al Glee vero? – chiese la bionda.
- Sì, esatto. – brontolò la ragazza annoiata. Cosa era quello, un terzo grado alla Franny Fabray? Doveva essere di famiglia fare tante domande. Le labbra carnose della cheerleader si aprirono di nuovo, probabilmente per ricordarle ancora una volta che coloro che entravano nel Glee erano considerati sfigati da tutti, e l’ispanica alzò gli occhi al cielo.
- Perché vuoi entrare lì? Sai, non farà bene alla tua reputazione… - tentò di dire Quinn. Stava cercando di farle capire che i ragazzi del Glee erano presi di mira da tutti, in particolare dai più popolari e dai bulli, cosa che avevano sempre detto praticamente ad ogni ragazzo nuovo che si volesse unire a loro, ma Santana lo sapeva bene, e sapeva anche come farsi rispettare.
- Senti, non preoccuparti per questo. Sono una stronza, e me la creo da sola la reputazione, far parte di uno stupidissimo club non cambierà nulla. –
Quinn fece un cenno col capo, poco convinta, e continuarono a camminare per i corridoi. Proseguivano in silenzio, ascoltando i discorsi dei ragazzi accanto a loro, che parlavano di cose frivole e inutili, come tutti gli adolescenti il lunedì mattina dopotutto, quando ognuno descriveva il proprio fine settimana. D’un tratto Quinn si accorse che Santana si era fermata. Era vicino al tabellone a cui erano affissi tutti i fogli di iscrizione ai vari club, e la sua mano ambrata li scorreva, chiaramente alla ricerca di qualcosa in particolare. La bionda alzò un sopracciglio, dando un’occhiata all’orario. Non poteva aspettare ancora molto, era già abbastanza tardi, e lei non arrivava mai tardi alle lezioni, perché era un’allieva modello.
- Cosa cerchi? –
- Vorrei fare un provino per entrare nelle Cheerios – rispose secca Santana. Vide Quinn avvicinarsi con la bocca socchiusa, e notò che aveva assunto quell’espressione a metà tra il dispiaciuto e la presa in giro, che assumeva sempre quando doveva dare una notizia spiacevole.
- I provini per le Cheerios sono chiusi da un bel po’ – disse la bionda. La latina alzò le sopracciglia, e la campanella suonò. Preferì non dir nulla, anche se la sua delusione era ben visibile.
- Toh, è suonata la campanella. Andiamo in classe – Detto questo si voltò ed iniziò a camminare verso la sua aula.

**********************
- E’ ridicolo – borbottò Santana, con le braccia incrociate, mentre attendeva il professor Shuester. Era a dir poco ridicolo che dovesse fare un’audizione per entrare in quel club di sfigati, anche se doveva ammettere che le piaceva parecchio stare lì con quei ragazzi. Se il professore accettava chiunque che senso aveva? Si sedette sul pianoforte, irritata da quel ritardo, e quando il pianista, vedendola comodamente seduta lì, sussultò, e sembrò sul punto di intervenire, Santana disse
– Non hai mai parlato in vita tua, non vorrai iniziare proprio adesso razza di furetto -
L’uomo dai capelli rossi sembrò rinunciare, e abbassò il capo. L’ispanica si era sempre chiesta cosa passasse nella testa di quell’uomo. Insomma, era praticamente ventiquattro ore su ventiquattro a loro disposizione, e faceva il proprio lavoro senza mai pronunciare parola, e prendendo ordini da tanti ragazzini. Se fosse stata al posto suo, probabilmente, avrebbe già picchiato tutti quegli odiosi adolescenti uno ad uno, in particolare quella sottospecie di folletto dalla voce stridula che credeva di essere Barbra Straisand. Finalmente il professore entrò, e la latina notò che nulla era cambiato in lui: aveva sempre i suoi nauseanti gilet, quantità industriali di prodotti per i suoi riccioli fra i capelli, e lo stesso entusiasmo da bambino di sempre.
- Ciaoooo! Santana vero?? Come saprai accettiamo tutti coloro che si presentano all’audizione, per cui benvenuta! Tra cinque minuti ci sarà l’incontro, e potrai cantare di fronte ai tuoi nuovi compagni, sei eccitata? –
Il professore pronunciò queste parole tutte d’un fiato, e per l’ispanica fu davvero difficile seguirlo. Gli occhi gli luccicavano, come accadeva ogni volta che qualcuno compiva la scelta masochista di unirsi a quel gruppo. Le sopracciglia della latina si aggrottarono di fronte a quell’esagerato entusiasmo.
- Eccitata non è proprio il termine che userei. Una domanda: ma perché accetta tutti? Se io non sapessi cantare sarei comunque la benvenuta? –
Provò subito a stuzzicare il professore con qualche domandina. Si divertiva a contraddirlo, e vederlo spiegare che non esiste qualcuno che sia senza talento, e che nessuno è un perdente. Ma Mr. Shuester non fece in tempo a rispondere, che una decina di ragazzi entrò nella stanza. Peccato, sarebbe stato divertente chiacchierare con lui per un po’. Santana li osservò uno ad uno mentre entravano, per vedere se ci fosse qualcosa di diverso in qualcuno di loro. Naturalmente le Note Moleste non esistevano, per cui erano inevitabilmente tutti nelle Nuove Direzioni, come ai vecchi tempi. I primi a varcare la soglia furono Rachel e Finn. Lui aveva la solita espressione da idiota e la solita testa a patata, e lei sembrava tirarsela ancora come se fosse la Straisand. Non si era rifatta quell’enorme protuberanza che aveva sul volto, ed era ancora alta un metro ed un naso. Sperava che durante la sua assenza avesse fatto qualcosa per quel nasone, o preso degli ormoni per la crescita. In realtà le sembrava la Rachel del secondo anno, e quei maglioni con le renne ne erano ancora la prova. Sicuramente in tutto quel tempo in cui la latina era stata assente, la piccoletta aveva spadroneggiato lì, ma adesso l’aria sarebbe sicuramente cambiata. Anche Tina sembrava ancora la ragazzina timida del secondo anno, che si vestiva in un modo spaventoso e inaccettabile, almeno per l’ispanica. Solo la balbuzie le mancava, per fortuna. Qualche secondo dopo entrò anche Puck. Anche lui le sembrava diverso.. ed era senza cresta! Qualcosa iniziava seriamente a preoccuparla. E Brittany, dov’era? Puck le fece l’occhiolino, e andò a sedersi. Sapeva che a momenti avrebbe iniziato a filtrare con lei, era un suo classico. “Oh ecco la bocca con le gambe” pensò San, alla vista di Sam. Sperava che lui e Brittany non avessero iniziato a frequentarsi prima, visto che lei non era mai entrata nella vita dell’innocente biondina, ma ben presto, Santana, potè notare che la cheerleader non era con lui. Meglio così, almeno avrebbe avuto strada libera. Mercedes e Kurt erano sempre uguali. Lui sempre così gay, e lei sempre così nera. Non ebbe neanche il tempo di notarli, che subito vide qualcosa che le fece spalancare la bocca sbigottita. Brittany seduta sulle gambe di Artie, che proseguiva con la sua carrozzella. Sembrava ingrassata e non indossava la divisa delle Cheerios. Non era assolutamente possibile che fosse rimasta con quel perdente in carrozzella.
- Cosa!? Lei e quel tizio che cammina su due ruote stanno insieme!? – esclamò Santana, quasi senza rendersene conto. Quinn, che nel frattempo si era seduta accanto a lei, le assestò una gomitata nelle costole, dicendole di tacere, e la latina si sentì mancare il fiato per qualche secondo.
- Ma dico io, sei per caso impazzita?! – esclamò Santana voltandosi, ma lo sguardo freddo della bionda, e il cenno che le fece, fecero comprendere all’ispanica che le avrebbe spiegato tutto dopo. Conosceva i messaggi in codice di Quinn ormai.
- Bene ragazzi! Diciamo Benvenuta a Santana, il nuovo membro delle New Directions!!!! Benvenuta!! Cosa ci vuoi cantare? – disse ad un certo punto il professore, praticamente urlando. Santana si alzò, e andò al centro della stanza, mentre i compagni di classe le davano il benvenuto e le chiedevano da dove venisse e cose varie. In realtà tutti conoscevano la sua storia, se così si poteva definire, perché in fondo Lima era un piccolo paesino. Ignorò tutte le chiacchiere dei ragazzi, e disse alla band quale canzone intendesse cantare.
- Canterò Valerie –
La musica partì, e la latina iniziò a cantare. Almeno la sua ugola era ancora la stessa! Appena intonò le prime parole, la sua voce forte, e il suo vibrato, fecero spalancare gli occhi ai compagni, che sicuramente non si aspettavano un talento del genere da parte dell’ispanica. Accompagnava il canto con qualche piccolo passo di danza improvvisato, e non potè che dipingersi un sorriso malizioso sulla sua bocca quando scorse l’espressione sconvolta di Rachel. Sicuramente la Berry non l’avrebbe accolta a braccia aperte, e avrebbe visto in lei una rivale, qualcuno che avrebbe potuto toglierle il primato di “miglior voce del Glee”. Non vedeva l’ora di discutere un po’ con quella nanetta petulante e prenderla in giro. La sua mano sinistra si alzò leggermente durante un acuto, come accadeva sempre quando cantava, e Santana vide il professore quasi sul punto di applaudire. Era proprio mancato un talento del genere al Glee! Appena la canzone finì, la ragazza indicò i compagni con un gesto.
- E’ così che si canta, capito? –
- Lo puoi ben dire!! – esclamò il professor Shuester, avvicinandosi ancora alla ragazza, e invitandola a sedersi. Prese posto accanto a Quinn, soddisfatta, e notò che i suoi compagni erano ancora tutti a bocca aperta. Aveva fatto centro, ma d’altro canto la sua voce faceva sempre questo effetto. D’un tratto, Rachel alzò un braccio. A quanto pare la battaglia avrebbe avuto inizio prima del previsto.
- Professore, ma è legale che lei sia qui? Da quel che ho sentito non conosce le sue origini, neanche lei sa quale sia il suo cognome e… -
- Senti un po’ nanerottola, dimmi come vuoi che ti appiattisca quel nasone enorme che ti ritrovi al centro della faccia – rispose secca Santana. Il professore cercò invano di farla calmare, ma ormai la discussione aveva avuto inizio.
- Nasone? Non è carino da parte tua, e questo tuo comportamento poco amichevole non ti aiuterà a farti degli amici – rispose altezzosa Rachel. La latina la osservò per qualche istante, avvolta in uno dei suoi maglioni osceni che la facevano sembrare una bambina dell’asilo, e alzò un sopracciglio divertita. Cosa ne sapeva lei di amicizie, se il novanta percento delle persone che erano lì dentro, almeno nei primi tempi, l’aveva odiata a morte?
- E chi l’ha detto che sono qui per farmi degli amici? E comunque risulterei più simpatica di te, sottospecie di hobbit, perché almeno sono sincera con tutti, e poi i miei insulti sono davvero divertenti, senza togliere che sono una gran figa. Non te l’aveva mai detto nessuno che hai un naso enorme? Mi dispiace per il tuo ragazzo, deve essere difficile venire a scuola, e ritrovarsi di fronte al tuo nasone ogni giorno a prima mattina. Probabilmente ogni volta che vi baciate lo ferisci.. se venisse con un occhio nero non mi stupirei –
I ragazzi sembravano sbalorditi, e alcuni sghignazzavano di nascosto. Rachel invece non sapeva cosa dire. Non dovevano essere abituati a cose del genere, convenì la latina. Ci voleva proprio una buona iniezione di insulti alla Santana Lopez in quel posto, c’era poco da fare. Il professore decise di chiudere la questione, e invitò le ragazze a tacere. Santana si voltò per un momento, e fece un sorrisetto vittorioso in direzione di Rachel. Quinn sghignazzava ancora, e la latina poteva vedere le sue labbra increspate in un sorriso, malgrado la biondina cercasse di nasconderlo. I suoi occhi, però, si posarono subito su Brittany. Non poteva fare a meno di guardarla, sembrava così diversa. Anche con qualche chilo in più era bellissima, ma in qualche modo, sul suo volto, non riusciva più a scorgere quell’innocenza che l’aveva sempre contraddistinta. Sentiva che c’era qualcosa di diverso, qualcosa di più grande di un semplice cambiamento di fidanzato. Appena la ragazza posò gli occhi azzurri su di lei, l’ispanica distolse lo sguardo.
- Bene ragazzi, questa settimana ci occuperemo di duetti! Ogni duetto dovrà essere necessariamente su una canzone romantica! – annunciò il professore. Tutti sembravano entusiasti, ma a Santana non faceva né caldo né freddo. Non sapeva con chi avrebbe dovuto duettare, ma in fondo era uguale.
- Lascerò scegliere a voi le coppie, quindi mettetevi d’accordo – aggiunse poi, il professore. Santana osservò il suo gilet a quadretti. Dio quanto era brutto, a quanto pare il professore non si era ancora disintossicato dalla sua dipendenza per quegli orribili e inutili rettangoli di stoffa.
- …Santana?? Mi senti?? –
Si voltò di scatto, e notò che Quinn stava cercando di parlarle. Probabilmente le voleva proporre di duettare insieme. La latina avrebbe preferito duettare con la sua Britt, ma sapeva che non sarebbe stato possibile. Osservò per un attimo, malinconica, la sua ex fidanzata, e Quinn sembrò notarlo.
- Scusa, stavo pensando. Sì, per me va bene –
- Bene, alle tre ho gli allenamenti, quindi ci possiamo vedere qui alle quattro e mezza per scegliere la canzone. A dopo! – concluse la bionda, prendendo il borsone. Il professore li salutò, dicendo loro di impegnarsi, e i ragazzi si avviarono fuori dalla sala, salutandosi.

**********************
Era più o meno mezz’ora che Quinn attendeva l’arrivo di Santana. Ma cosa poteva mai fare e chi poteva mai conoscere lì? Quinn proprio stentava a capire il perché di questo suo ritardo. Appoggiò il gomito sul pianoforte, e continuò a limarsi le unghie sbuffando. Quella limetta, tecnicamente, non le apparteneva, ma era uno di quegli oggetti che la ragazza dai capelli corvini aveva tirato fuori dagli stivaletti che indossava, e che a quanto pare portava sempre con se. La bionda iniziò ad osservare il piccolo oggetto, e proprio in quel momento la latina varcò la soglia. Aveva passato ore a cercare di capire come fare per tornare alla normalità, eppure non era riuscita a trovare nessuna soluzione, a meno che non avesse deciso di tentare quell’assurda tecnica maya di lanciarsi nel vuoto e pensare a dove si voglia essere. E se poi cadeva a si rompeva qualcosa? No, meglio di no.
- Ecco, quindi, dov’era la mia limetta! – esclamò la ragazza, entrando. Quinn sussultò. Ormai non si aspettava più l’arrivo di Santana, e stava seriamente pensando di andar via. Nascose la limetta con un gesto velocissimo, e sorrise innocentemente in direzione della ragazza dagli occhi neri. All’ispanica, non potè che scappare una piccola risata di fronte a quell’espressione da agnellino.
- Non preoccuparti, non ti mangio eh! L’importante è che l’abbia trovata e che tu non la tocchi più! –
Si sedette accanto alla bionda, che annuì. Sembrava stanca, e se gli allenamenti della Sylvester erano sempre gli stessi, Santana poteva davvero capirla!
- Che c’è, qualcuno ti ha mangiato la lingua? – disse ironicamente la ragazza, appoggiando una mano ambrata sul pianoforte. Non sapeva esattamente perché, ma da quando viveva con Quinn, aveva notato anche in lei qualcosa di diverso. Insomma, era sempre la solita Quinn pazza e psicopatica, che quando voleva sapeva essere una persona davvero gentile, ma era come se le mancasse qualcosa.
- No, scusami, è che sono stanca. Allora, vogliamo scegliere questa canzone? –
La bionda si fiondò su un mare di spartiti. Sarebbe stata una ricerca lunga e difficile, e sicuramente non si sarebbero trovate d’accordo sulla scelta, e avrebbero finito per litigare. Santana osservò la cheerleader di fronte a lei, e ciò che vide fu una ragazza fragile. Chissà perché aveva fatto tutti quegli errori. Per un momento desiderò… capirla. Puah, questa nuova situazione la stava facendo diventare così dannatamente sentimentale.
- Perché in questi anni hai fatto tutti questi errori, Quinn? – chiese improvvisamente, quasi senza accorgersene. Si morse la lingua.
- Come, scusa? – La bionda sembrava perplessa. Sicuramente si stava chiedendo che ne sapesse lei dei suoi errori, siccome si conoscevano da una settimana.
- Cioè, ho sentito, sai, le voci girano! – Quinn sembrava ancora un tantino dubbiosa ed esitante, ma quando Santana vide che aveva iniziato a giocherellare con le frange della sua gonna, capì che stava cercando le parole.
- Uhm.. suppongo che errare sia umano no? Insomma, tutti facciamo degli errori, e probabilmente se non li avessi fatti non sarei la persona che sono oggi, e non avrei imparato tante cose. –
Risposta ovvia. La latina se l’aspettava, e prima che potesse fermarsi o pensarci su, il suo solito vomito di parole, colme di sarcasmo, lasciarono interdetta la bionda.
- Certo, perché dovevi rimanere incinta per capire di non dover tradire il tuo fidanzato con Puck-vadovetiportailpacco e.. – si bloccò improvvisamente, di fronte all’espressione di Quinn. Non voleva andare oltre, e soprattutto rovinare i rapporti con lei, che era l’unica amica al momento, e soprattutto, che era la persona da cui alloggiava. Eppure non riusciva a decifrare l’espressione strana e perplessa della cheerleader.
- Cosa ti hanno raccontato esattamente? Io non ho mai avuto un bambino, forse parlavi di Brittany. Lei ha avuto un marmocchio con Artie, ma l’hanno dato in adozione… -
D’un tratto Santana sentì il mondo caderle addosso. Brittany un bambino?!!? La sua Brittany?!!? La ragazza ingenua dagli occhi turchini, che passava tutti il suo tempo a guardare film della Disney e che non sapeva neanche badare a se stessa?!? Proprio non poteva crederci. Sbiancò, per quanto la sua pelle ambrata permettesse, e si lasciò cadere di nuovo sulla sedia. Per lei era un qualcosa di inconcepibile che quel ragazzo sulla carrozzella e la sua fidanzata avessero avuto un bambino. Quinn sembrò notare la sua rezione, e rispose piano
- Ehi, non preoccuparti, hanno superato la cosa. Perché ti colpisce tanto?? E comunque io non sono mai stata con nessun’altro oltre Puck, a parte Sam negli ultimi mesi..–
Questa rivelazione lasciò di stucco la ragazza dai capelli corvini. Puck e Quinn insieme sin dal primo anno, impensabile. Puck che si impegnava seriamente con una ragazza, impensabile. La latina era sconvolta da quanto fosse stata diversa la sua vita senza la sua presenza. Aveva davvero determinato tanto l’andamento della vita degli altri? Probabilmente sì!
- Ma.. e la Dalton, e Blaine?? E quella specie di Mulan, Tina, perché si veste ancora in quel modo? Pensavo che Mike l’avesse cambiata.. – Santana parlava, come se fosse in trance. Quinn abbassò il capo, cercando di scrutare i movimenti della ragazza dagli occhi scuri di fronte a lei.
- Chi è Blaine?? E Tina… beh, lei si è sempre vestita così. Mike?? E’ andato via l’anno scorso, quando il padre ha scoperto che frequentava questo club di nascosto, e che io sappia non ha mai avuto contatti con Tina. Credo che ti siano arrivate delle chiacchiere un po’ distorte – rispose la bionda, avvicinandosi impercettibilmente alla ragazza, preoccupata. Già, perché sembrava… Sconvolta. Santana sentì l’improvvisa vicinanza della cheerleader, e si allontanò di colpo.
- Allora, il duetto? Cerchiamo qualcosa – esclamò alzandosi dalla sua sedia, e buttandosi tra gli spartiti. C’era davvero tantissima scelta lì, e sicuramente avrebbero trovato qualche canzone bellissima con cui poter stracciare gli avversari. Di tanto in tanto Quinn alzava i suoi occhioni verdi, e osservava la ragazza che si trovava accanto a lei. A volte si chiedeva davvero da dove venisse, e quale fosse il suo passato. In fondo voleva conoscerla meglio e… magari esserle amica, ecco. Le loro mani continuavano a spostare i fogli alla velocità della luce. Di tanto in tanto, quando capitava tra le mani lo spartito di qualche canzone orribile, si sentiva lo schiocco della lingua sul palato di una delle due. In seguito a quella conversazione l’ispanica si sentiva un po’ confusa. Improvvisamente capì cosa, guardando le due ragazze, vedeva di diverso. Non erano solo le esperienze differenti che avevano vissuto a cambiarle, ma la mancanza di qualcosa. Ciò che era mancato era l’unholy trinity. Poteva sembrare una cosa stupida, ma quell’amicizia aveva creato un vero legame tra le tre ragazze, e tutte loro sapevano di poter fare affidamento l’una sull’altra nei momenti difficili… cioè, quasi sempre. Il punto era che quell’amicizia le aveva cambiate, e non aveva cambiato solo il corso delle loro vite, ma anche delle altre. Non era stata solo l’assenza di Santana a cambiare tutto, ma anche l’assenza della Dannata trinità.
La ricerca febbrile di Quinn si interruppe di colpo. - L’ho trovata – annunciò solennemente, alzando vittoriosa il foglio. Lo passò alla latina, che lesse il titolo della canzone. Le bastò solo quello.
- E’ lei -

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Commento
Eccomi qui, ancora, con il mio inutilissimo commento LOOOOL Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a me onestamente non mi convince molto.. l'avevo immaginato in modo diverso! Cosa ne pensate del modo in cui sono cambiate le cose? Eheh fatemi sapere U.U Brittany incinta.. ha sconvolto anche me!! Non so neanche io come mi sia venuto in mente, onestamente! Ho la mente fusa, per cui se leggendolo trovate qualche errore o qualche ripetizione, avvisatemi e capitemi LOL Cooomunque, vi comunico che aggiornerò una volta a settimana, nel weekend, a meno che non abbia proprio tanti tanti compiti (in quel caso si parla di 1 sett e mezzo o 2). Ringrazio le sedici persone che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate ;) è sicuramente un incentivo a scrivere, e mi piacerebbe leggere qualche recensione (non vi sto pregando, eh T____T ). Alla prossimaaa!!

  
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