Love will keep us alive. ~
Avrei voluto dare spazio anche alle altre fic... ma no, un po' la voglia di scrivere questa, un po' le idee pazze che mi son venute, un po' i millemila commenti postivi ricevuti, mi hanno spinto a iniziare questo quarto capitolo. Non mi aspettavo così tanto successo! Grazie a tutti quanti, sono commossa (seriamente!).Come si concluderà la pazza missione in Sicilia del nostro atipico e sfortunato gruppetto di eroi (eroi... DeathMask... eroe... pffffff *non ci crede manco lei*)?
Lo scopriremo in questo capitolozzo!
Chiedo perdono in anticipo ad Aldo (Mr_Mumu) perchè so già che anche questo capitolo sarà chilometrico. Ma non posso dividerlo in due ç_ç dal prossimo cercherò di accorciarli.
Un dolcissimo ringraziamento a: Ishy_Sama, che si è posta mille domande (eheh bene! Mi fa piacere suscitare la curiosità!), Mr_Mumu, la cui recensione ho apprezzato in maniera particolare (e spero di non essere la causa della perdita della tua vista T_T), Light upon us, la quale si è divertita con il mio DM Siculo DOC (mi fa piacere XD), JaneJ, che coi suoi complimenti m'ha mandata seriamente nel pallone (perchè so che sono sinceri, e per me valgono tanto!), Shuratheavenger, che vede porn anche in Urania e Retsu che cascano (pervertito XD), Luana Degel Chan, che mi rompe le scatole per farsi Deathmask (abbi pazienzaaaaa! XD), _Sherry_, dolcissima come sempre, che mi fa andare in brodo di giuggiole (non mi fare così tanti complimenti che poi ci credo davvero! XD) e Gemini_No_Sabriel che mi appoggia sempre in tutto ciò che faccio!
E, come sempre, grazie a chi l'ha messa fra le preferite / seguite.
Arigatou Gozaimasu!
Cap.4
Aphrodite
sbatté
le palpebre ripetutamente, cercando di togliersi la sabbia e il
terriccio che
gli erano entrati negli occhi.
<< Oh cielo! >> esclamò
guardandosi le mani impiastricciate di
terra << Che orrore! Il mio povero viso! >>
Si pulì disgustato il volto, ancora incredulo per quello che
era successo.
Aveva battuto la testa, ma ricordava bene il terribile terremoto che
aveva
squarciato il suolo e li aveva fatti precipitare in quella rovinosa
caduta nel
vuoto.
Si guardò attorno, mentre i suoi occhi lentamente si
abituavano al buio: era
piombato in quella che, a prima vista, aveva tutta l'aria d'essere una
grotta.
Alzò gli occhi verso l'alto, per capire quanto fosse caduto
in profondità: non
si vedeva nemmeno il cielo, ma solo le pareti rocciose che si
stagliavano verso
l'infinito. Sospirò, rassegnato, e si alzò in
piedi. Un dolore acuto lo fece
ricadere in ginocchio, mentre le sue mani scattavano verso la caviglia
sinistra.
Accidenti... devo aver preso una storta cadendo... pensò,
socchiudendo
gli occhi sofferente.
Tentò nuovamente di alzarsi, questa volta con più
cautela, spostando il peso
sulla gamba sana e reggendosi saldamente a una delle pareti di roccia
della
grotta.
<< Deathmask? Urania? Retsu! >>
provò a chiamare, ma l'unica
risposta che udì fu l'eco della sua voce.
Si rese allora conto che si trovavano davvero nei guai: non solo si
erano
divisi, ma aveva anche avvertito un Cosmo minaccioso nelle immediate
vicinanze.
Che fosse lo Spectre che erano andati a cercare?
Poteva essere plausibile; effettivamente l'oscurità presente
in quella forza
misteriosa era seriamente molto elevata. Ma qualcosa non gli quadrava:
perché
mai il Gran Sacerdote avrebbe dovuto mandare ben sei persone per un
solo e
unico Spectre?
Aveva davvero così scarsa fiducia in loro?
Aphrodite si mordicchiò il labbro inferiore, pensieroso. No,
non aveva senso:
quando ancora erano dei ragazzini avevano affrontato i Titani e Chrono,
sconfiggendoli con ardore e immenso coraggio; non li avrebbe mai
sottovalutati
così.
Ci doveva essere qualcos'altro sotto, qualcosa di cui erano ancora
all'oscuro.
Non ha senso rimuginare così adesso. Cerchiamo
Deathmask e gli altri... e
vediamo come uscire di qui... pensò Se...
se sono ancora vivi,
ovviamente.
<< Nobile Urania?! Nobile Urania vi prego...
aprite gli occhi!
>>
<< Retsu, non la scuotere così! Stai
tranquillo, è viva... respira
>>
Urania sentì delle voci che la chiamavano... cercando di
farsi forza, si mise a
sedere per terra, toccandosi la testa con aria dolorante.
<< Oh accidenti... che... che è successo?
>> borbottò
massaggiandosi una tempia.
<< Nobile Urania! State bene! Mi ero spaventato
tantissimo! >>
esclamò Retsu saltandole al collo, mentre la ragazza
arrossiva per l'imbarazzo.
Sentì delle risatine alle sue spalle e si voltò:
dietro di lei c'era Mei,
sporco di terra fino alle punte dei capelli, ma lo stesso sorridente.
<< Dove... dove sono gli altri? >> chiese
Urania guardandosi
attorno.
<< Non lo sappiamo. Noi tre siamo caduti vicini; quando
mi sono svegliato
ero accanto a Retsu che stava ricominciando a riprendere i sensi, e
poco
lontano da noi stavi tu svenuta. Ma del maestro, di mia sorella e del
Sommo
Aphrodite... nessuna traccia >> spiegò Mei
stringendosi nelle spalle.
In quel momento, Urania si rese conto di essere in un luogo del tutto
sconosciuto, con un possibile Spectre nei paraggi, e che lei, in quanto
Silver
Saint, era attualmente la persona di rango più elevato del
suo gruppo. Era
rimasta sola con un Bronze Saint e una recluta che ancora non aveva
terminato
il suo addestramento... insomma, erano seriamente nei guai.
Se lo Spectre li avesse attaccati, probabilmente per loro non ci
sarebbe stata
alcuna possibilità.
Rabbrividì a quel pensiero, stringendosi le braccia con le
mani.
<< Dai, alzati... non è il caso di stare qua a
non far niente. Io conosco
alla perfezione il Cosmo del mio maestro e di mia sorella, posso
provare a
percepirli e guidarvi da loro >> mormorò Mei
porgendole la mano per
aiutarla.
Urania rimase sbigottita a guardarlo: mentre lei si stava
già scoraggiando
dandoli per spacciati, Mei aveva mantenuto la calma e aveva ragionato a
mente
lucida su come tirarsi fuori da quell'impiccio. Si vergognò
immensamente di se
stessa: infondo lei era una Sacerdotessa Guerriero d'argento e avrebbe
dovuto
dare il buon esempio, non abbattersi alla prima difficoltà.
Accettò l'aiuto di Mei a rialzarsi, e quando furono in piedi
mormorò:
<< Riesci a sentire la presenza di tua sorella o del
Sommo Deathmask?
>>
Mei chiuse gli occhi, assumendo un'espressione di profonda
concentrazione.
Rimase così per qualche interminabile minuto, poi
sbatté le palpebre
ripetutamente e sospirò.
<< Credo di aver avvertito il Cosmo del maestro. Ma
è molto lontano. Non
capisco... non so perché non riesco a percepire quello di
Soul Eco... >>
Oh Athena, ti prego... fa che non le sia successo niente... pensò
abbassando lo sguardo, mentre una fitta al cuore gli mozzò
il respiro.
<< Ci fai da guida, Mei? >> chiese Retsu,
sgranando i suoi grandi
occhioni rossicci e puntandoli sull'interpellato, il quale
annuì con
convinzione.
<< Seguitemi... per di qua... >> fece loro
un gesto con la mano,
mentre si inoltrava nell'oscurità di quella caverna.
<< Non riesco a credere che sia successa una catastrofe
naturale del
genere... >> singhiozzò Retsu <<
Insomma, è assurdo che per un
terremoto siamo sprofondati in questo modo sotto terra...
>>
<< Bravo, hai detto una cosa sensata... >>
mormorò Mei senza
smettere di camminare << Un fenomeno naturale non avrebbe
mai arrecato
tali danni al paesaggio... da farci addirittura crollare sotto terra!
Qua sotto
c'è qualcosa che si sta muovendo... probabilmente
sarà opera degli Spectre, e
noi dobbiamo scoprire cosa stanno macchinando >>
I due Saint annuirono, convinti, mentre si inoltravano sempre di
più in quella
caverna buia e umida.
Dopo aver imboccato uno stretto cunicolo che li vide costretti ad
abbassarsi
(malgrado nessuno dei tre fosse particolarmente alto), sbucarono in una
specie
di grotta circolare dal soffitto molto elevato, dalla quale si poteva
uscire
solo imboccando un'altra serie di cunicoli sempre più
stretti.
<< Ma bene... e adesso? Da che parte andiamo?!
>> esclamò Urania
con un sospiro.
Le scelte sembravano infinite, e la percezione che Mei aveva del Cosmo
del suo
maestro era così fievole che non avrebbe mai trovato la
direzione precisa da
seguire. Rimasero per un po' spiazzati, a guardarsi fra loro, senza
sapere cosa
fare.
Poi, d'un tratto, furono scossi da un brivido che li percorse lungo la
schiena,
ghiacciando loro il sangue nelle vene.
<< Q... Questa sensazione... >>
balbettò Retsu << E'... così
opprimente! >>
Le ginocchia di Mei, il quale non era protetto da nessun Cloth,
cedettero,
facendo letteralmente crollare il ragazzo a terra. Urania gli corse
incontro
per aiutarlo a rialzarsi, quando una voce alle loro spalle li fece
sobbalzare.
<< Una Silver Saint, un Bronze Saint e un... ragazzino?
Stiamo forse
scherzando?! >>
Si voltarono, e nell'istante in cui i loro occhi si posarono sulla
persona che
aveva parlato, i loro sguardi si riempirono di terrore.
<< Credevo d'esser stata mandata qui per adempiere ad un
compito
onorevole... e invece mi trovo davanti un branco di insulsi Saint... e
nemmeno
del rango più elevato. Questo è un insulto alla
mia persona... >>
La donna che si ergeva di fronte a loro aveva un aspetto a dir poco
spaventoso.
Indossava un'armatura nera come una notte senza stelle, che la
avviluppava in
tutto il corpo come una seconda pelle, lasciando scoperto solo il volto
e le
punte delle dita. La corazza aveva una linea semplice, fatta di enormi
squame
sovrapposte; l'unico dettaglio che la rendeva anomala era lo spallaccio
sinistro, che prendeva la forma della testa d'una bestia cornuta e
dagli occhi
fiammeggianti.
Assottigliò lo sguardo, fissando i tre ragazzi con aria
truce.
<< Non parlate? Siete forse terrorizzati?
>> ghignò.
<< Q... Quello è... >>
balbettò Retsu.
<< Uno Spectre... sì, abbiamo trovato la
ragione della nostra missione...
>> sussurrò Urania senza staccarle gli occhi
di dosso.
<< Uno Spectre? >> rise la donna
<< No miei cari, io non sono
uno Spectre qualunque. Il mio nome è Violate di Behemoth,
stella della
Solitudine Celeste, comandante in seconda dell'armata infernale del
grande
Aiacos di Garuda! >>
I piccoli occhi neri di Violate si posarono su quelli inespressivi della maschera Urania,
facendola
sussultare.
<< Oh... >> rise, come se avesse potuto vedere il terrore negli
occhi della ragazza
<< Ti faccio così tanta paura, vero, povera
piccola? >>
Si mise ad avanzare verso di loro, con passo lento e deciso. Ogni volta
che
poggiava il piede per terra, accorciando le distanze, i tre percepivano
il suo
soverchiante Cosmo farsi sempre più oscuro. Non riuscirono a
fuggire, ne' a
muovere un singolo muscolo: erano come schiacciati da quella forza
opprimente e
così nera da far impallidire perfino il pozzo più
profondo.
<< Vi dirò... >>
mormorò la donna scostandosi una ciocca di capelli
dal viso << Voi non eravate davvero l'obiettivo della mia
missione. Sono
stata spedita qui con l'ordine di uccidere... ma non di certo dei Saint
>>
Ma di che diavolo sta parlando?! pensò
Urania, turbata.
<< Ma visto che ci sono... al Sommo Aiacos non
dispiacerà se porterò al
suo cospetto la testa di qualche microbo! >>
Così dicendo, batté i pugni insieme, generando
un'onda d'urto pazzesca che
quasi li sbalzò via.
<< Siete pronti... a morire? >>
ghignò balzando in avanti per
attaccare.
<< D... Dannazione! >>
La voce di Deathmask riecheggiò fra le pareti di roccia.
L'uomo si stava frugando sotto l'armatura, in evidente stato di
allarme. Alla
fine, quando le sue ricerche si furono dimostrate del tutto vane, si
lasciò
cadere a terra con un tonfo, ringhiando.
<< Non posso crederci... durante la caduta, ho perduto le
sigarette!
Quando sono nervoso, io ho bisogno di fumare... E ora sono molto
nervoso! >>
Inspirò profondamente, cercando di recuperare la calma e di
studiare la
situazione, anche senza l'ausilio delle sue sigarette che lo aiutavano
a
distendere i nervi. Si trovava solo, in un'area imprecisata della
caverna
sotterranea in cui erano sprofondati a seguito del tremendo terremoto
che aveva
squarciato la terra a metà, e non aveva la più
pallida idea di dove si
trovassero i suoi compagni.
Per un attimo, gli sembrò di aver avvertito in lontananza il
Cosmo di Mei e
quello di Soul Eco. Si alzò di scatto, deciso a seguire
quella pista, ma qualcosa
di inaspettato catturò la sua attenzione.
Q... Questa energia spaventosa... si tratta forse di... un
Cosmo?
Qualcosa, intriso di una straordinaria potenza, si
stava avvicinando a
gran velocità verso di lui, e l'avrebbe raggiunto nel giro
di pochi secondi.
Che sia lo Spectre che stavamo cercando?
Deathmask ghignò, voltandosi verso quella sorgente
smisurata di potere.
<< Vieni avanti, lurido verme! Vieni a giocare con
Deathmask del Cancro!
>>
Non appena ebbe finito di pronunciare quella frase, ci fu un boato
assordante,
così fragoroso che costrinse il Saint a coprirsi le orecchie
con le mani.
<< Come osi... tu, sporco essere
umano, chiamare me, una divinità,
con una nomea simile? Hai idea del peccato che hai commesso? >>
Una voce potente ed innaturale riecheggiò nella grotta.
Deathmask si guardò
intorno, cercando di capire da dove provenisse.
<< Una divinità? Ma che diavolo stai
farneticando? Fatti vedere, se ne
hai il coraggio! >> gridò.
<< I tuoi modi di fare sono quanto di
più sgarbato io abbia mai
udito. E sia, mi mostrerò a te, ma non per gentilezza,
perché creanza tu non
conosci e creanza quindi non meriti, ma per punirti io stesso della tua
blasfema boriosità! >>
All'improvviso, una parete della caverna esplose,
inondando l'area con
un'accecante luce rossa, come se qualcuno avesse posto davanti ad un
faro un
gigantesco rubino sanguigno. Facendosi schermo agli occhi con una mano,
Deathmask
cercò di capire cosa diamine gli si fosse parato davanti.
Vide un uomo... o forse era una donna? Non riuscì a capirlo:
l'essere di fronte
a lui aveva fattezze androgine sia nei tratti del viso che del corpo,
lunghi
capelli neri che gli avvolgevano le spalle come un mantello di pece e
profondi
occhi bianchi, privi d'iride e di pupilla, che avrebbero gelato il
sangue nelle
vene anche al più coraggioso dei guerrieri. Il suo corpo era
ricoperto da
un'armatura cremisi, le cui trasparenze lasciavano in bella mostra il
fisico di
quell'essere, completamente privo di disformismo sessuale, e la
delicata pelle
bianca come la luna.
<< C... Cosa diavolo sei?! Non sei uno Spectre...
>> esclamò Deathmask
spalancando gli occhi per la sorpresa.
Non aveva mai visto nulla di più raccapricciante in vita sua.
<< Uno Spectre? Vuoi scherzare, spero.
Mi paragoni a quegli esseri
privi di grazia e nobiltà? Davvero stolto da parte tua...
hai forse intenzione
di provocare la mia ira? Ci tieni davvero, a morire così in
fretta? >> sibilò
l'essere con la sua voce mostruosa.
Un rivolo di sudore colò lungo la fronte del Cavaliere del
Cancro che, malgrado
tentasse di mantenere la sua aria spavalda e sicura, aveva cominciato a
tentennare. Non immaginava davvero di imbattersi in una
entità a loro del tutto
sconosciuta, in quella missione.
<< Mi sembra di essere anche troppo cortese, con un
pusillanime come
te... Io mi sono presentato, mentre tu ti ostini a non volermi dire chi
diavolo
sei >>
L'essere socchiuse le palpebre, indignato.
<< E sia >>
disse infine << Ti rivelerò
il mio nome. Mi chiamo Alastor, e sono uno dei grandi Screamer del
cielo
>>
Deathmask fissò il suo interlocutore con
aria sorpresa. Aveva capito
bene? Alastor... uno Screamer?
Ma che diamine sta farneticando questo esaltato?!
Soul Eco era seduta per terra, con le gambe incrociate, e se
ne stava
immobile e in silenzio.
Aveva avvertito un Cosmo spaventoso avvicinarsi sempre di
più, e ormai si era
rassegnata a quell'inevitabile incontro.
Vieni avanti, Spectre maledetto, non ho paura di te...
Socchiuse gli occhi, concentrandosi per raccogliere le ultime energie.
<< Chi osa profanare questo luogo
sacro?! >>
Una voce mostruosa squarciò l'aria:
sembrava appartenere ad un altro
mondo, tanto era profonda e greve.
<< C... Chi sei?! >> domandò
guardandosi attorno.
Avvertì una presenza alle sue spalle e, quando si
voltò, rimase completamente
senza fiato. Davanti a lei stava un essere, ne' uomo ne' donna,
ricoperto da
una pesante armatura rossa come un rubino. I lunghi capelli bianchi gli
avvolgevano le esili spalle e creavano un macabro contrasto con gli
occhi, che
parevano due placche gialle, poiché privi di pupilla e di
iride, ma il cui
bulbo aveva assunto un innaturale colore paglierino.
<< C... Che individuo abominevole! >>
esclamò disgustata <<
Chi diavolo... anzi no... cosa diavolo sei?!
>>
<< Modera il linguaggio, essere
inferiore >> l'ammonì
la belva, perentoria << Cosa ci fai
qua? Che sei venuta a fare?
>>
<< Ma certo >>
sbottò Soul Eco incrociando le braccia al
petto << Io ti faccio una domanda e non ottengo nessuna
risposta... e poi
dovrei rispondere ai tuoi, di quesiti? Ma non hai capito proprio un
accidente!
>>
Si sistemò in posizione d'attacco, rimanendo però
vigile e con gli occhi
puntati sull'essere.
<< Dovrò insegnarti le buone
maniere a quanto pare. Mi presento a
te: il mio nome è Peina, e sono uno degli Screamer del
cielo... abbi la
cortesia di fare altrettanto >>
Soul Eco inspirò profondamente, poi
esclamò:
<< Chi sono io? Il
mio nome è Soul Eco, Silver Saint del
Camelopardalis... dici di provenire dal cielo? Bene... vorrà
dire che sarà lì
che ti rispedirò, ma a suon di calci! >>
Violate schizzò in avanti, tentando di colpire Retsu al viso
con un pugno.
Il Saint della Lince, agile e scattante come un vero felino,
riuscì a schivare
quell'attacco proprio pochi secondi prima che il colpo della donna lo
investisse in pieno volto.
<< Nobile Urania! State attenta! >>
gridò il ragazzo.
Cambiando completamente bersaglio, Violate sferrò un calcio
diretto nella
pancia del Saint della Gru, colpendola di sorpresa e facendola rotolare
per
alcuni metri addietro, finché non andò a
schiantarsi contro la parete rocciosa
dietro di lei.
<< Urania! >> esclamò Mei
correndo ad aiutarla.
<< Dove credi di andare, tu?! >>
La velocità dello Spectre era impressionante. In un
battibaleno, si parò fra
Mei e Urania, colpendo il ragazzo allo stomaco con una ginocchiata.
<< Sarà più facile del previsto...
>> esclamò ridendo di gusto
<< Siete così patetici... ma davvero la
ragazza è un Silver Saint? Mi
sembra così incapace... >>
Urania si mise in ginocchio, tremando. Quelle parole le avevano colpito
l'anima, trapassandola da parte a parte: lo Spectre aveva ragione, non
si stava
dimostrando assolutamente degna della sua armatura. Che ne era stato
del suo
orgoglio? Che ne era stato degli insegnamenti del suo maestro?
Strinse forte gli occhi per resistere al dolore lancinante alla schiena
e si
rialzò in piedi.
<< Mei... >> mormorò
avvicinandosi al ragazzo << Ti prego,
stai da parte... >>
<< Ma cosa... >> balbettò lui,
tentando di rialzarsi a sua volta.
<< Io... sono un Silver Saint. E' mio compito e ruolo
proteggere chi mi è
inferiore di rango, e soprattutto i civili come te >>
spiegò. Tentò di
rivolgergli un sorriso triste, ma sapeva bene che tutto ciò
che Mei avrebbe
visto era solo la fredda espressione della sua maschera.
<< Oh, ma che nobiltà d'animo >>
la derise Violate << Peccato
che i tuoi poteri siano così... insignificanti...
>>
Urania si morse il labbro inferiore, tesa come una corda di
violino.
<< Vuoi vedertela con me? Ti accontento subito... Brutal
real!
>>
Lo Spectre batté violentemente un piede al suolo, mandando
in frantumi l'intera
pavimentazione. Rocce di dimensioni gigantesche si staccarono dal
terreno,
andando a schiantarsi addosso ai due Saint, fino a sommergerli
completamente.
<< Patetici... >> sussurrò
Violate storcendo la bocca << Voi
Saint di Atena... siete così patetici! Senza le vostre Cloth
sareste veramente
inutili >>
Urania e Retsu riuscirono ad uscire da sotto la catasta di massi che li
aveva
ricoperti, ansimando. Entrambi erano feriti e sporchi di sangue, e
tremavano
come foglie per l'orrore.
Q... Questa donna... è forse un mostro?! pensò
Urania scioccata.
<< Tsk. Tremate per così poco? La mia forza vi
ha sbalorditi, non è così?
Beh, siate onorati di morire per mano mia... >>
La donna si lanciò verso Retsu, il quale stavolta non
riuscì a muoversi per il
terrore. Con la mano guantata, afferrò il volto del
ragazzino, trascinandolo
con se e portandolo fino a schiantarsi nel muro dietro le sue spalle.
Le urla
di dolore del Saint della Lince riempirono la grotta, mentre un rivolo
di
sangue gli colava giù lungo la fronte.
<< R... Retsu... >> sussurrò
Urania sconvolta, senza riuscire a
staccare gli occhi da quella terribile scena.
Violate lo staccò violentemente dal muro, gettandolo poi via
come se fosse
stato un rifiuto.
<< Non è morto... merito del Cloth che
indossa, probabilmente... >>
mormorò Violate leccandosi via il sangue dalle mani
<< Beh, almeno è
svenuto. Non mi darà fastidio per un po' mentre
farò a pezzi i due rimanenti...
>>
Urania osservò il corpo di Retsu che giaceva a terra,
inerme, mentre una rabbia
improvvisa le annebbiava i sensi.
<< Non... Non osare mai più toccare i miei
compagni! >> gridò
lanciandosi in avanti per attaccare. Cercò di colpire lo
Spectre con un calcio,
ma questi fermò tranquillamente il suo attacco utilizzando
l'avambraccio come
scudo.
<< Patetica! >> urlò poi,
investendola con una spallata nel petto.
Non... non posso crederci... non ho davvero speranze, contro
di lei? pensò
Urania, cadendo in ginocchio per terra.
Violate le si avvicinò lentamente, ghignando divertita.
<< Questa stupida maschera mi impedisce di vedere il tuo
bel volto
intriso di terrore... perché non la togliamo?
>> ridacchiò chinandosi di
fronte a lei.
L... La maschera! No... così Mei e Retsu...
vedrebbero il mio viso...
Lo Spectre afferrò saldamente l'ovale di metallo
che copriva il volto della
ragazza.
Non... riesco a muovere un muscolo... che umiliazione...
<< Vediamo un po' la tua splendida espressione
sgomenta... >>
sibilò Violate.
<< Piranhan Rose!
>>
Una rosa nera colpì la mano della donna,
facendogliela ritrarre di scatto
per il dolore allucinante.
<< C... Chi è stato?! >>
gridò lei, guardandosi attorno.
Una cascata di petali di rose rosse danzò nell'aria, mentre
il loro avvolgente
profumo inebriava le narici dei presenti.
<< Che essere ripugnante... >>
sussurrò un uomo dall'armatura
dorata facendosi lentamente avanti << La sgradevolezza
dei tuoi movimenti
e dei tuoi modi di fare mi disgusta, Spectre... >>
Non potevano credere ai loro occhi: Aphrodite si avvicinava lentamente
verso di
loro, portando con sé un Cosmo di proporzioni gigantesche.
La sua bellezza poteva essere comparata solo a quella del purpureo
fiore che
stringeva fra le dita, mentre le sue labbra rosee si incurvavano in un
languido
sorriso. Il cuore di Urania si riempì di gioia, rendendosi
conto che non tutto
era perduto: era sbocciata la speranza, ed era armata di spine.
<< S... Sommo Aphrodite... >>
sussurrò con gli occhi pieni di
lacrime << State bene per fortuna! >>
<< Urania... chi è questo essere immondo?
>> il suo sguardo si posò
poi su Retsu, a terra esanime << E' morto?
>> chiese poi,
indicandolo.
<< No, è solo svenuto... >>
mormorò Urania mentre gli sollevava
teneramente la testa da terra.
Aphrodite annuì.
<< Essere immondo? A me? Hai idea di chi hai di fronte?!
>> urlò Violate,
riprendendosi dallo stupore iniziale.
<< Sì, ho di fronte uno sporco Spectre che non
merita neppure d'esser
ferito dalle mie splendide rose... ahimè, spero che le mie
bambine mi
perdonino, ma dovrò usarle per sconfiggerti...
>>
Violate scoppiò a ridere, gettando la testa all'indietro.
<< Sei pazzo, Saint di Athena! >> gli
urlò << Non ti sarà
così semplice sconfiggere me, Violate di Behemoth, Stella
della Solitudine
Celeste! Ti ridurrò quel bel faccino in poltiglia!
>>
La donna si lanciò all'attacco nel tentativo di sferrare un
pugno al viso di
Aphrodite, ma questi sollevò la sua rosa nera e con essa si
fece scudo,
bloccandola. Sconvolta, Violate balzò all'indietro, fissando
incredula i petali
del cianotico fiore.
<< Piranhan Rose... >> sussurrò
Aphrodite << La Rosa Nera che
uccide fra indicibili sofferenze... le sue spine sono come denti d'un
piranha,
e divoreranno te e la tua armatura, distruggendoti! Avrei potuto
regalarti una
morte dolce, con le mie Royal Demon Rose... ma non è
ciò che merita un essere
come te! >>
<< Distruggere la mia Surplice?! >>
ringhiò Violate << Ti
sfido a farlo, dannato! >>
<< E sia! Piranhan Rose!
>>
<< Brutal Real! >>
Il colpo della donna si scontrò con la Rosa Nera di
Aphrodite, distruggendola e
spargendo i suoi petali per terra. Aphrodite cercò di
balzare di lato per
evitare di essere travolto dalla furia dello Spectre, ma il dolore alla
caviglia gli bloccò i movimenti e lo tenne inchiodato sul
posto. Chiuse gli
occhi, preparandosi a ricevere il colpo... ma l'impatto non
arrivò.
<< Che diavoleria è mai questa?!
>> ringhiò Violate, colta di
sorpresa.
Aphrodite guardò la scena che gli si parava davanti,
sbigottito: lo Spectre era
completamente avvolto in una stola rossa, che gli aveva impedito ogni
movimento. Dietro di lei stava inginocchiata Urania, con le braccia
tese in
avanti e i muscoli contratti per lo sforzo. Fu allora che la riconobbe:
era la
stola che il Saint della Gru portava sulle sue spalle! Credeva che
fosse un
semplice ornamento, ma Urania la stava utilizzando come una vera e
propria
arma... che fosse una parte integrante della sua armatura, allora?
<< C... Come diavolo fa questa sciarpa insulsa a
stringermi in questo
modo? Non posso muovermi! E'... è rigida! >>
gridò Violate <<
Possibile che abbia vita propria? Si... si è mossa da sola!
>>
<< Il tessuto non ha niente di speciale...
>> mormorò Urania
ansimando per l'evidente fatica << Ma posso muoverla a
mio piacimento
grazie alla psicocinesi... ed essa riproduce vento o calore a seconda
di come
brucio il mio Cosmo! >>
Violate gettò un urlo di dolore, mentre la stola gli si
stringeva ancora di più
attorno al corpo.
<< Sto... sto andando a fuoco! >>
ululò gettandosi in ginocchio per
terra << Devo liberarmi da questa robaccia, dannazione!
>>
Le braccia di Urania vacillarono, mentre lo Spectre iniziava la sua
controffensiva: la sua forza era devastante, non avrebbe retto
per molto.
Malgrado Nikol, suo maestro e discendente dell'antica etnia Mu, le
avesse
insegnato i segreti della psicocinesi, non era ancora abbastanza forte
per contrastare
uno Spectre di tale potenza come lo era quella donna del Behemoth.
<< Ti ridurrò in briciole... maledetta
sgualdrina! >>
Arrivata al culmine dello sforzo, Urania perse la concentrazione, e la
stola si
accasciò ai piedi dello Spectre, inanimata.
<< Ebbene, cos'hai risolto con questa tua geniale
trovata? >>
sibilò Violate << Morirete lo stesso tutti
adesso! >>
<< Ha risolto che ti sei distratta! E adesso... ne
subirai le
conseguenze... Bloody Rose! >>
La donna si voltò di scatto, in tempo per vedere una rosa
bianca correre nella
sua direzione... l'avrebbe colpita, se non fosse stato per una potente
energia
oscura che la avvolse, distruggendo il fiore e salvandole la vita.
Un nuovo Cosmo, ancora più opprimente di quello di Violate,
li investì in
pieno, come se una freccia li avesse trapassati da parte a parte.
Alzarono lo
sguardo, e videro sopra le loro teste un secondo Spectre, anche lui
vestito con
una spaventosa Surplice nera.
<< Dei Saint? Qui dentro? Mi chiedo davvero che cosa ci
facciano qua...
>> sussurrò l'uomo scrutandoli con i piccoli
occhi blu che facevano
capolino da sotto l'enorme elmo che indossava << Violate,
che sta
succedendo? >>
La donna impallidì, guardando l'uomo che l'aveva salvata con
orrore.
<< S... Sommo Aiacos... io... >>
balbettò.
<< Va bene, ho capito. Per adesso... ci ritiriamo.
Seguimi. >> le
disse, allontanandosi in uno dei cunicoli.
Violate si alzò, grugnendo, e gettò un'occhiata
di sbieco verso Urania.
<< Non è ancora finita... >>
sibilò prima di fuggire via.
<< Allora, devo spedirti veramente giù
negl'Inferi o vuoi finalmente
parlare? >>
Alastor era terrorizzato. Lui, una divinità, si era
ritrovato inerme davanti ad
un uomo qualunque? No, non poteva crederci. Non poteva essere vero.
Eppure...
Eppure quel Gold Saint lo aveva costretto in ginocchio, a terra,
incapace di
contrastare il suo potere.
<< Non parli? Vorrà dire che metteremo fine a
questa storia, allora... >>
ghignò Deathmask alzando un braccio.
<< A... Aspetta! E va bene...
parlerò... >>
<< Ma bene... sono tutto orecchie!
>>
Alastor deglutì, puntando i bianchi bulbi oculari negli
occhi cerulei del
Saint.
<< Come ti avevo detto... >>
iniziò << Il
mio nome è Alastor... e sono uno Screamer. Sono una
divinità minore, e faccio
parte delle Personificazioni. Per la precisione, sono la
Personificazione delle
lotte familiari... >>
<< L... Le Personificazioni?!
>> balbettò Deathmask,
stupito. Alastor annuì.
<< Esattamente... noi Screamer siamo
tutte Personificazioni, in
realtà. Siamo diventati Screamer quando lei ci ha assoldati,
portandoci via dal
nostro eterno anonimato, e ci ha conferito queste armature, le Sacre
Polemos
>>
<< Ehi, ehi, ehi. Frena. Assoldati?
Lei? Chi sarebbe questa lei?
>> lo interruppe il Saint.
<< La nostra signora... colei che ci
ha promesso di farci diventare
i reali dominatori della Terra, una volta conquistata! La nostra amata
Dea...
Enio, l'Urlo della Guerra! >>
Deathmask spalancò gli occhi per lo
stupore. Quindi, quella divinità
minore non aveva nulla a che fare con Hades e la sua armata di Spectre?
Questo
significava che non vi sarebbe stata un'unica minaccia, ma ben due, a
gravare
sulla Terra?
<< Sai... non so davvero chi sia questa Enio, ma deve
essere proprio una
Dea infima per essere così sconosciuta >>
ghignò << In ogni caso,
ti ringrazio, adesso so cosa riferire al Gran Sacerdote. Ora puoi anche
morire... >>
<< M... Ma... avevi detto che mi
avresti risparmiato, se avessi
parlato! >>
Deathmask scoppiò a ridere
sguaiatamente, scuotendo la testa.
<< E tu ci hai pure creduto? Per essere una
divinità, non sei per niente
sveglio... Preparati a sprofondare nello Yomotsu Hirasaka! Sekishiki
Meikai
Ha! >>
Deathmask puntò un dito verso il suo avversario, dal quale
scaturì un'onda a
spirale che ben presto lo avvolse immobilizzandolo.
<< C... Cos'è questa roba?
Non riesco più a muovermi!
>>
<< Che divinità deludente... >>
sbuffò Deathmask annoiato <<
Presto ci sarà un'altra testa nella Casa di Cancer...
>>
In quel momento però, con grande sorpresa del Gold Saint,
Alastor scoppiò a
ridere sguaiatamente.
<< Cosa ti diverte tanto, folle?! >>
<< E' vero, mi hai sconfitto, ma io sto
per prendermi qualcosa di
più prezioso per te della tua stessa vita...>>
ghignò la
divinità.
<< Di che diavolo stai... >>
<< Proprio adesso, uno dei miei
compagni sta affrontando la tua
cara allieva... da soli. Sono troppo lontani perché tu possa
arrivare in tempo,
non potrai mai salvarla >>
Lo sguardo di Deathmask lampeggiò d'ira, mentre abbassava
lentamente il dito
puntato contro Alastor verso il terreno. La divinità prese
ad urlare, mentre il
suo corpo iniziava a sprofondare sotto terra. Poco prima che sparisse
del
tutto, Deathmask gli si avvicinò e gli posò un
piede sulla testa, spingendolo
verso il basso.
<< Il tuo compagno è solo? Con Soul Eco?
>> mormorò scoppiando a
ridere << Poverino, non vorrei essere nei suoi panni. Tu
forse ignori una
cosa importante... quella non è una donna, è un demonio...
>>
In un altro punto imprecisato della grotta, Soul Eco e Peina si
apprestavano a
iniziare il loro scontro.
La ragazza scattò in avanti, tentando di colpire con un
calcio il suo
avversario che però fu più veloce e scomparve
della sua vista, riapparendo
dietro di lei e sferrandole una gomitata nella schiena.
Rotolò per qualche
metro atterrando poi in ginocchio; si rialzò subito dopo
partendo con un nuovo
attacco, che fu però schivato nuovamente della
divinità.
<< Povera illusa, non potrai farmi
neppure un graffio!
>> le gridò Peina sogghignando
<< Preparati ad una morte
lenta e dolorosa... >>
<< L'unico ad illudersi qui sei tu! >>
gridò la donna puntandogli
un dito contro << Io mi sto solo scaldando! Il bello deve
ancora venire!
>>
Soul Eco si inginocchiò per terra, poggiando entrambi i
palmi delle mani al
suolo e ghignando.
<< Preparati... questo è uno dei colpi
più potenti del Saint del
Camelopardalis! >>
La terra fu come scossa da un sussulto, mentre intorno a loro diventava
tutto
nero. Peina si guardò i piedi inorridendo: non aveva
più la roccia sotto di sé,
ma solo... il vuoto. Era come se stesse fluttuando nel nulla...
<< Vacuum Stars... >> mormorò
Soul Eco ghignando << Devi
sapere che il Camelopardalis è una costellazione maledetta.
L'area di cielo che
occupa appare come un grande spazio vuoto privo di stelle, a causa dei
bassi
livelli di magnitudine presenti nelle aree urbane. Preparati a subire
tutta
l'energia di queste stelle dannate! Vacuum Stars!
>>
Improvvisamente, nello spazio vuoto s'accesero una
moltitudine di astri
lucenti: ad uno ad uno, gli astri si schiantarono contro il corpo di
Peina,
esplodendo all'impatto con un boato fragoroso e alzando una
quantità smisurata
di polvere.
Soul Eco si rialzò in piedi, ansimando.
L'ho... l'ho sconfitto? pensò speranzosa.
<< Piccola insolente! >>
La tenebrosa voce di Peina scosse l'aria circostante. Fu un attimo, e
la
divinità balzò fuori dal polverone, afferrando la
ragazza per la gola e
portandola a schiantarsi nel muro dietro lei. L'essere era fuori di
sé dalla
rabbia, e gocciolava copiosamente sangue.
<< Sciocca ragazzina!
>> tuonò << Tutto
ciò che i tuoi miseri poteri possono fare è
scalfire il mio corpo... Vedi mia
cara, assieme alle nostre Sacre Armature Polemos, la nostra amata Dea
ci ha
conferito anche degli involucri umani con cui discendere sul vostro
mondo... Ma
anche se il mio corpo è umano, sono comunque una
divinità e non puoi sperare di
sconfiggermi così facilmente! Tuttavia...
>> Peina la lasciò
andare, facendola rovinare al suolo, e si leccò il sangue
che dalla tempia gli
cadeva sulle labbra << Tuttavia mi hai
ferito, e questo non posso
perdonartelo. Morirai fra atroci sofferenze... Io, Peina, sono la
Personificazione della Fame. E questo... è il mio colpo
più potente! The
Infinite Hunger! >>
Posò un dito sulla laringe della donna e un raggio di luce
rossa la passò da
parte a parte. Soul Eco si sentì mancare il fiato e si
portò istintivamente le
mani alla gola, colta alla sprovvista: non avvertì
però alcun dolore, il che la
lasciò completamente esterrefatta.
Poco dopo però, il suo stomaco si contorse come se fosse
stato colpito da un
violentissimo calcio. Si accasciò a terra, gridando per il
dolore, mentre Peina
scoppiava a ridere sguaiatamente.
<< The Infinite Hunger >>
ripeté << E' la
tecnica per la quale la persona che la riceve si ritrova a patire i
morsi della
fame come se il tuo corpo non assumesse cibo da sei mesi. Hai capito
bene...
non è possibile che un corpo umano possa resistere a tale
supplizio, quindi
morirai fra pochi istanti, divorata da questo dolore insopportabile!
>>
Soul Eco urlò, tenendosi lo stomaco con le mani nel vano
tentativo di arrestare
quel dolore incredibile. Non aveva mai provato niente del genere: era
come se
il suo corpo fosse divorato dall'interno da un mostro, come se un
veleno la
stesse distruggendo progressivamente. Lo Screamer aveva ragione: non
avrebbe
resistito ancora a lungo; sarebbe impazzita per il dolore e morta per
gli
stenti, se non si inventava subito qualcosa.
Con uno sforzo immane, il Saint del Camelopardalis si alzò
in piedi,
barcollando: si portò una mano al viso e si tolse la
maschera, gettandola via.
<< Cosa diavolo pensi di fare?
>> le domandò Peina,
sorpreso.
<< Vedi... >> spiegò Soul Eco
<< Per noi Sacerdotesse
Guerriero è una grave onta che qualcuno veda il nostro
volto. Solo due cose
possiamo fare, dopo che ciò è avvenuto: amare la
persona che ci ha viste... o
ucciderla. Questa è la mia personale dichiarazione di
guerra, Peina >>
Sul suo viso, fra le smorfie di dolore, si dipinse un sorriso convinto
che fece
sussultare lo Screamer.
<< Io sono Soul Eco, allieva del grande Deathmask del
Cancro! Ti farò
pentire di aver scelto me come avversaria... >>
puntò un dito di fronte a
sé, chiudendo gli occhi per concentrarsi << Sekishiki
Meikai Ha!
>>
Lo stesso raggio a spirale usato precedentemente da Deathmask per
sconfiggere
Alastor avvolse anche il corpo di Peina, immobilizzandolo. Accadde
però
qualcosa di strano: l'anima della divinità iniziò
a staccarsi dal suo
contenitore, apparendo alle spalle di quello che ormai, privato della
sua
essenza, sembrava un fantoccio con delle fattezze umane.
<< Questo è il colpo segreto del mio maestro
>> sorrise Soul Eco
<< Io non sono ancora in grado di usarlo al meglio e di
mandare le anime
nello Yomotsu Hirasaka... ma non importa... >>
Poggiò i palmi delle mani a terra, come quando aveva usato
l'attacco del
Camelopardalis.
<< Anche se la mia tecnica è incompleta, ho
diviso la tua anima divina
dal tuo corpo mortale... senza quello sei vulnerabile, giusto? Mi
basterà
distruggerlo per renderti completamente innocuo! Vacuum Stars!
>>
Il colpo del Camelopardalis si schiantò contro il corpo
ormai vuoto della
divinità, disintegrandolo.
Soul Eco gettò un sospiro di sollievo mentre avvertiva il
suo stomaco
distendersi e tornare alla normalità: aveva annullato gli
effetti del The
Infinite Hunger di Peina, sconfiggendolo. Dell'anima della
divinità, non vi era
più alcuna traccia.
I...Io... ce l'ho fatta! pensò, raggiante.
<< Ben ti sta, stupido Screamer! Mai mettersi contro di
me! Questa è la
fine che meritano quelli che... >>
Ma non finì la frase, perché qualcosa la
colpì alla testa e la fece stramazzare
al suolo per il dolore. Alzò lentamente lo sguardo e si
trovò davanti un essere
viscido e ripugnante che la guardava ghignando soddisfatto.
<< Ma bene! >> rise questi <<
La battaglia è finalmente
finita! Sono stato proprio furbo a restarmene nascosto
finché non si fosse
conclusa. Certo, chi si aspettava che avrebbe vinto proprio la
ragazzina? Oh
beh, non importa! Io, Zelos di Frog, Stella della Terra Sinistra,
prenderò la
tua testa e la porterò a sua Eccellenza Pandora come trofeo!
>>
Non riesco... a muovermi... pensò Soul
Eco La battaglia contro Peina
mi ha debilitata troppo...
<< Sparisci, verme! >>
Un lampo di luce colpì lo Spectre, incenerendolo. La donna
alzò lentamente lo
sguardo e vide Deathmask, il suo maestro, correrle incontro.
<< Soul Eco... >> mormorò
prendendola in braccio.
<< M... Maestro... >> balbettò
lei socchiudendo gli occhi per la
vergogna << Sono riuscita a battere uno di quei mostri...
ma sono ancora
tanto ingenua. Mi sono lasciata cogliere alla sprovvista da quello
Spectre,
e... >>
<< Luana... >> la interruppe Deathmask con
voce perentoria <<
Ti prego, non parlare. E' tutto finito... >>
<< No, maestro... non mi chiamate più
così! Il mio nome è Soul Eco,
adesso... >> sussurrò lei.
<< Se le cose stanno così... >>
mormorò il Saint stringendola al
petto << Prova ad ascoltare l'eco della mia, di anima. La
senti? Questa è
l'anima di un maestro fiero della sua allieva. Torniamo a casa...
>>
La strinse forte a sé, mentre si avviava nella direzione in
cui avvertiva il flebile
Cosmo di Mei.
<< Però... >> mormorò
d'un tratto << Sei veramente una
cretina. Si accussì cretina ca ti pigliassi a
pagnittuna a dui a dui finu ca
diventanu dispari! >>
Cap.4 - The End.
To Be Continued...
Perdonatemi in anticipo... questo capitolo è chilometrico. E l'ho pure scorciato! Chiedo umilmente perdono, ma non volevo proprio dividerlo... prometto che i prossimi saranno un pochetto più brevi, lo giuro >.< (ci proverò almeno...) Ok, premetto che sono ancora scettica sul risultato: è un capitolo difficile, ci sono svariati combattimenti e c'è una piccola presentazione dei nemici (anche se molto confusa, ma non mi va di svelarvi tutto subito!). Ecco le solite spiegazioncine di rito...
Avendo letto Lost Canvas, ho notato che il personaggio di Violate di Behemoth non appariva nella serie classica: l'idea di questa Spectre dalla forza paurosa mi era piaciuta troppo e ho voluto riproporla. Arriviamo quindi ai poteri di Urania che, come il suo predecessore Yuzuriha, è capace di utilizzare la Psicocinesi, tipica del popolo Mu. E' stato infatti Nikol ad insegnarle a controllare tali poteri, essendo lui un discendente di tale etnia (e questo viene spiegato da Urania stessa). Ed eccoci ai "cattivi alternativi", Alastor e Peina. Ho scelto le Personificazioni perchè sono divinità minori e dimenticate, e ho pensato che sarebbe stato plausibile vederle riunirsi per cercare di conquistare prestigio fra gli altri Dei. Chi le comanda è un'altra divinità minore, Enio, l'Urlo della Guerra... scopriremo qualcosa di lei più avanti. Come Hades ha i suoi Spectre, Poseidon i Mariners e Athena i Saints, Enio ha gli Screamer (chiamti così visto che Enio è "l'urlo" della guerra...) e le sue armature invece di chiamarsi Cloth o Surplici sono le Polemos ( traduzione di "guerra" in greco). Chiarita questa cosa, mi spiace di aver saltato lo scontro fra Alastor e DM, ma non ce l'avrei mai fatta a finire questo capitolo altrimenti... spero che non mi lincerete per questa scelta stilistica! Per quanto riguarda Peina invece, è la personificazione della fame: il nome Peina l'ho inventato (invece Alastor è il nome originale) perchè si chiamava semplicemente Fame e non mi piaceva. In ogni caso, Peina significa appunto fame, in greco. Per quanto riguarda l'attacco del Camelopardalis invece, ne vado tremendamente fiera! Ho studiato a fondo la Costellazione e non è stato facile. Insomma, voi che attacco avreste messo alla Costellazione della giraffa? Mi aveva mandata un po' in crisi... dopo varie ricerche ho scoperto questa particolarità del "cielo senza stelle" (spiegato da Soul Eco, ma se non avete capito date una sbirciata a Wikipedia e vi sarà tutto più chiaro!).
Bene, direi che per stavolta ho scritto anche troppo, ma ci tenevo a precisare alcune cose! Non vi ho voluto svelare tutto, perchè volevo lasciare qualche alone di mistero... e non mi resta che dirvi: alla prossima!