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Autore: Shodaime    19/01/2013    2 recensioni
Dopo il grande successo (?) dei Promessi Tonni, torno a distruggere quel poco che resta della storia della letteratura italiana. Come se la caveranno Dantonno e Virgidera negli inferi? Buona lettura!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'anime triste di coloro/che vissersanza 'nfamia e sanza lodo…

Dantonno guardò Virgidera interrogativo, mentre avanzavano tra le losche e temibili tenebre della hall dell’inferno.

“Che cosa vuol dire, maestro?” Il ragazzo sperava di poter finalmente cominciare ad apprendere qualcosa.

Virgidera chiuse la brochure,  guardando per aria con l’espressione della triglia che vede calare la rete.

“Beh…Mi pare ovvio! Qui sono confinati i personaggi degli anime strappalacrime! Non vedi? Laggiù c’è un bambino che stringe un barattolo con dentro le ceneri della sorella! E guarda da quell’altra parte! Noti quella bambina coi capelli rossi? Scommetto che non ha due grammi di felicità!” Disse, indicando un po’ a caso nel buio, avendo cura di rimanere il più vicino possibile al suo compagno di viaggio per puntualizzare meglio.

“Io veramente non vedo nessuno.” Dantonno era alquanto scettico. “Non dovevano esserci gli ignavi da queste parti?” Domandò, ripassando l’articolo di Wikipedia sull’inferno dal cellulare.

“Gli ignavi?” Virgidera rise imbarazzato. “Si vede che li hanno spostati, si sa, se chi sta lassù cambia gusti in fatto di anime, alla fine a rimetterci siamo noi!” Spiegò, spingendo il ragazzo avanti.

Era un palese bluff, e costruito anche male. Dantonno scosse la testa, domandandosi se non fosse stato meglio invocare Pollon come guida negli inferi. Sospirò, superando l’ennesimo corridoio che si snodava nel palazzo.

“Dove andiamo adesso?” Chiese, tirando fuori il taccuino per gli appunti.

Virgidera si illuminò di immenso. “In un posto magnifico!” Rispose, aprendo una porta che, inaspettatamente, dava sull’esterno.

“Narnia?” Domandò il ragazzo, sgranando gli occhi.

“EEEEELENAAAA!” Gli fece eco una voce da oltre la soglia.

“Ma che razza di posto è questo?” Varcata la porta e abituati gli occhi alla luce del sole, i due si ritrovarono in quella che aveva tutta l’aria di essere una spiaggia della Polinesia, sentore confermato da due donzelle vestite di paglia e noci di cocco che, al suono di un ukulele invisibile, arrivarono a porgere ai due viaggiatori una corona di fiori.

Dantonno non potè non notare che erano soltanto crisantemi.

Virgidera inforcò un paio degli occhiali da sole che andavano tanto di moda durante la Repubblica a Roma. "Vedi quella magnifica costruzione oltre il noleggio dei pedalò?" Domandò, indicando un resort ultralusso poco distante.

"Quello è il Castello degli Spiriti Magni, caro mio! Ci troverai tanti personaggi illustri e un cocktail di benvenuto che è la fine del mondo!" Spiegò, avviandosi.

Dantonno si tolse le orride babbucce quattrocentesche che gli erano state sadicamente affibbiate, per camminare meglio sulla sabbia finissima. "Sarà..." Mormorò, alquanto interdetto. "Ma questo non mi sembra affatto l'inferno!"

"Mio caro, ricorda! L'Inferno non lo fanno i luoghi, ma chi vi si trova!" Declamò Virgidera, assumendo una posa a mezza via tra il vate decadente e la ragazzina che posta frasi a caso su Tumblr.

In effetti, però, aveva ragione. E la conferma arrivò di li a poco, guindando un quad a velocità folle.

"EEEEEELENA!!!" Alla guida del mezzo, uno strano tizio con i capelli pettinati in modo a dir poco esotico si fermò davanti a loro.

"Avete visto Elena? Una bella donna bionda, alta più o meno così!" Fece, gesticolando.

Dantonno si illuminò, prendendo il quadernetto per gli autografi. "Elena...di Troia?" Domandò, emozionato.

Virgidera si beccò un colpo di casco in piena faccia nel far scudo a Dantonno.

"Ma come ti permetti?? La mia Elena è una donna dabbene!"Rispose l'altro, furibondo.

Stava per aggiungere altro, quando il suo sesto senso da segugio gli rivelò la presenza della sua preda poco distante. "Nfufufufu! Amore mio!" Disse, cambiando repentinamente tono di voce.

Virgidera e Dantonno videro una donna al chiosco della spiaggia sbattere il bicchiere col suo mohito sul bancone e girarsi con l'espressione di un camionista a cui abbiano bucato tutte le ruote.
"Adesso basta!" Urlò, avvicinandosi.

"Elena! Amore mio!" Il tizio scese dal quad come un principe dal suo bianco destriero, e porse le labbra in attesa del bacio della sua bella.


Un colpo di sfollagente elettrificato più tardi.


 
Elena faceva loro strada all’interno del resort, sorridente e raggiante come un angelo caduto dal cielo.

Era lo sfollagente che ancora si passava da una mano all’altra, e l’uomo in preda alle convulsioni che si erano lasciati alle spalle, a ricordare a Dantonno che si trovavano all’inferno.

Nella sua visita, il ragazzo ebbe modo di incontrare una combriccola di gente a dir poco inquietante, tra cui un uomo dallo sguardo truce e le manette in mano che gli ricordava tanto la versione patinata del guardaboschi che aveva incontrato nella Selva, col quale ebbe modo di scambiare due parole mentre Virgidera si lamentava con la receptionsit perché, a quanto pareva, non c’erano stanze disponibili.

No, nemmeno la suite matrimoniale.

“Noi siamo confinati qui perché a quanto pare siamo troppo fashion per entrare in Paradiso, troppo buoni secondo il copione del manga per entrare all’inferno e troppo provinciali per entrare all’Antagonista’s…” Spiegò il biondino, con un moto di disprezzo.

Dantonno non era sicuro che essere fashion fosse un requisito per accedere alla gloria eterna, ma preferì soprassedere.

“Antagonista’s…E che cos’è?” Domandò invece.

“E’ un luogo leggendario, un club iperesclusivo dove sono riuniti tutti i più grandi cattivi della storia, nonché un luogo citato in un’altra fanfiction di quest’autrice, che sta usandolo spudoratamente per farsi della pubblicità gratuita…”

Dantonno sgranò gli occhi. “Non sarà mica…Il luogo più basso ed oscuro dell’Inferno?” Fece.

Il tizio biondo annuì, smettendola per un attimo di roteare le sue dannatissime manette.

“Oh ma è proprio lì che siamo diretti! Sarà interessantissimo incontrare gente tanto famos…” Dantonno non potè finire di parlare, dal momento che si accorse di essere stato afferrato per il bavero della palandrana e sollevato da terra.

“Ci stai andando? Davvero??” Il biondino aveva assunto un inquietante tic all’occhio. “La leggenda dice che il nostro capo, San Primo Invongolato, ogni tanto abbia il permesso celeste di scendere laggiù! Se lo vedi, digli che anche noi vogliamo andarci! E’ vero che siamo i buoni del manga, ma che cavolo, in fondo siamo mafiosi!” La voce dell’uomo virava pericolosamente all’isterico.  Per fortuna, Virgidera arrivò provvidenzialmente a trascinare via di peso Dantonno.

“Ricordati! Diglielo!!” La voce sparì ben presto in lontananza mentre Virgidera continuava a correre, finchè non fu solo un ricordo nelle tenebre che di nuovo li attanagliavano.

Dantonno era un tantino scosso. “E adesso che facciamo?” Domandò a Virgidera.

“Quello che facciamo tutte le sere, mio adorato.” Rispose il poeta, accendendosi una sigaretta e storpiando citazioni di vecchi cartoni animati. “Scendiamo nel profondo!”.

 
   
 
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