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Autore: Winry4ever    09/08/2007    2 recensioni
“Tutto quello che inizia… ha una fine… Tutto quello che nasce, prima o poi muore… ma le mie speranze, e quelle del mio fratello, sono sopravvissute sopra ogni difficoltà, ed adesso siamo qui… “
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!!!!^^ Scusate se sono così in ritardo, ma adesso ho un po da fare. Motivi personali. Vi avviso che non sono sicura di poter conludere questa FF perchè tra non molto devo trasloccare, e mi sa che i prossimi capitoli gli metterò non prima che alla fine di settembre. Comunque...
Grazie a tutti!!! Baci !!! ^_^



“Molte volte desideri che vada tutto bene, invece quasi sempre va tutto storto.”

- Daiii… basta lamentarsi sottotenente Havoc! Vedrà che alla fine andrà tutto bene!- disse convinto Edward, guardando il suo tenente.
- Colonnello… andiamo dentro. Deve vedere la scena del crimine.- disse la ragazza freddamente.
Lui annuì senza protestare. La seguì, entrando dentro la casa semibuia. Attraversato il corridoio, c’era una grande stanza, la sala da pranzo.
- Era proprio ricca la proprietaria!- disse Ed all’orecchio della collega.
- Colonnello, per favore…-
Nella stanza, sulla scena del crimine, erano già presenti Havoc e Falman.
- Buona not…no… buona mattina… Colonnello!- disse assonnato l’uomo.
- Salve! E’ questa la vittima?- chiese lui abbassando gli occhi sul telo sporco di sangue.
Era una scena abbastanza brutta a quell’ora del mattino. Il cadavere era una giovane donna di soli venti tre anni. Un telo nero copriva il corpo, mentre in torno il sangue era ancora fresco, ma soprattutto era ovunque.
Edward, con una freddezza impossibile per lui, afferrò il tessuto, mostrando il corpo massacrato. Era orribile. La faccia era completamente sfigurata. Sulle guance si estendevano profonde ferite da taglio. I capelli, che dovevano essere del colore marrone, erano interamente ricoperti dal sangue della vittima. Si notava anche, intorno alla vittima, i capelli sparsi, dai segni erano stati strappati. Il resto del corpo non era meglio. Falman fece notare immediatamente ad Elric, che la vittima era stata privata dei diti.
- Cosa? Gli ha tagliati?- chiese lui stupito guardando le mani della donna morta.
Il ventre e la pancia erano ridotti al peggio. Dalle profonde ferite uscivano gli organi interni della ragazza.
- Falman… lei era…- disse piano il biondo.
- …incinta…- completò l’altro.
Edward, infatti, notò la piccola testolina del feto spuntare dal corpo massacrato.
“Chi è così crudele! Solo un pazzo! Infatti, lui è un pazzo…”
Esaminò il resto del corpo. Sembrava un pezzo di carne tagliato a fatte incomplete.
- Co..Colonnello?!- lo chiamò con un filo di voce la sottoposta.
Edward ributtò la stoffa sul cadavere, dando una veloce occhiata sui muri. Le pareti erano piene d’orrendi schizzi rossi.
- Falman, voglio la coppia dei documenti tra un’ora nel mio ufficio e manda due militari a casa mia da Winry. Non voglio rischiare.- ordinò andandosene con il tenente assai schioccato e bianco in faccia.

- Si sente bene Ginako?- chiese uscendo insieme a lei dalla villa. La ragazza si fermò nel giardino appoggiandosi al muretto, rimettendo tutto quello che aveva mangiato per cena. Ed la guardò preoccupato. Non voleva rischiare la sicurezza e la salute dei suoi sottoposti.
- Se non si sente, può lasciare il caso, Ginako.- disse sorreggendola.
- Non si preoccupi signore. Io la seguirò ovunque.- la ragazza assomigliava molto a Hawkeye.
- Va tutto bene?- chiese Havoc uscendo dall’edificio.
Elric lo guardò dall’alto, facendo un cenno di sì, poi se n’andò via con la ragazza.

Lucy guardava il ragazzo, immersa nei suoi pensieri, non accorgendosi che lui si accorse.
- Che succede Tenente?-
- Oh…no… niente.- abbassò la testa - Pensavo soltanto…-
- Cosa?- la incitò distratto dai documenti che leggeva.
- E’ se rifiutassimo il caso. Mi sembra troppo pericoloso per noi Colonnello.-
- Ginako… se si vuole ritirare, prego, ma io resto. Vede, quest’assassino mi ha provato uccidere due anni fa… così pensavo che sarei un’ottima presa.- disse sorridendole dolcemente.
“Sa mantenere una tranquillità pazzesca questo ragazzo!” pensò lei sorseggiando il caffè preso dalla macchinetta.
- Colonnello… cosa vuole fare di preciso?-
- Non lo so ancora… adesso vorrei tornare a casa e farmi qualche ora di dormita per ragionare di più.- disse appoggiandosi stanco sulla scrivania zeppa di fogli. - Lei Tenente abita da sola o ha compagnia?-
La ragazza arrossì violentemente.
- Che domande fa! E cosa cetra questa cosa?!- disse lei abbassando lo sguardo.
- Voglio sapere ciò, perché se abita da sola, verrà a stare a casa mia finché non acciufferemo il colpevole.
Tanto abbiamo molto posto e non vedere il vostro volto sotto quelle coperte nere quando saprò del prossimo attacco.- disse convincente.
La ragazza riflette un momento e accetto. In effetti, aveva paura di rimanere da sola a casa dopo tutti questi crimini. Pensandoci bene adesso, l’assassino uccideva solo le persone che erano sole.
- Adesso chiamo Fury e gli chiedo se va a prendere alcune cose nel vostro appartamento.- disse prendendo la cornetta del telefono.fu una chiamata breve e semplice, infatti, dopo mezz’ora il ragazzo si presentò nell’ufficio con una valigia piena di vestiti.
- Bene…adesso andiamo a casa!- disse contento Elric, raccogliendo tutti i documenti del caso nella cartellina.
Nel corridoio incontrarono Falman con, in mano, una coppia della relazione della morte della donna.
- Grazie Falman, sei unico.- detto questo, incominciò a sfogliare il fascicolo.
Nome e Cognome: Amelia Hakuro;
Anni: 23;
……
……
………
Motivo della morte…. …..il colpo alla gola…...

Cosa? Non ho visto nessuna ferita in quel punto!”
- Falman, fermo! Non capisco una cosa. Qui c’è scritto che è morta…-
- Sì lo so signore. Infatti, le è stato infilzato un oggetto nella gola, anzi un pezzo di vetro. Non si è visto perché era abbastanza sottile e ha bloccato il sangue. È stato abbastanza diff…- si bloccò vedendo andarsene Edward. - …ma Colonnello! Non vuole ascoltare?-
- Forse domani pomeriggio! Voglio riposare un po’.- disse salutandolo con una mano senza girarsi.

La ragazza si lasciò scappare un sorriso divertito, uscendo dal grande portone dell’edificio.
- Che ha da ridere!-
- Lei, signore, è incorreggibile! Lavora come un pazzo durante il giorno, ma nella notte non la riconosco! È diverso!-
- Sono stanco, Ginako.- disse sbadigliando come un bambino. Edward in questo momento assomigliava tanto a Mustang, ma lui non si rendeva conto, forse crescendo e lavorando si cambia.
- Andiamo a piedi? È vicino.- la convinse il biondo.

I due militari stavano camminando per le vie deserte di Central City. Ad un certo punto, imboccarono una strada completamente buia, senza alcun lampione. Si sentiva soffiare il vento, che con il suo alito, trascinava le foglie sette di qua e di là. Le persiane delle finestre, erano chiuse a quest’ora del mattino e quella notte, su nel cielo, le nuvole coprivano la luna e le stelle.
- Signore…- sussurrò lei sentendo un brivido correrle lungo la schiena.
- Sì lo so… stai tranquilla. Tieniti sempre vicino a me e lui non ti farà nulla.- disse Ed assumendo un comportamento gelido.
- Hehehehehe…- risuonò una risata assai maligna e piena di peccato in lontananza.
- Colonnello…- supplicò il tenente aggrappandosi al braccio del ragazzo. Lui la guardò semplicemente sfacendole un debole sorriso. Ed ormai sapeva che l’assassino era vicino a loro, forse troppo vicino.
- SONO QUI! DIETRO DI VOI!- urlò con una voce diabolica. I due si girarono di scatto, provando a trovarlo nell’oscurità.
- Alla fine, vedo…- fece una piccola pausa -…ci rivediamo di nuovo, l’Affettatore… o semplicemente Barry.- disse Ed, trasmutando il suo automail in una lama.
- Be’ vediamo… non lo so. L’Affettatore o Barry The Chopper?- disse l’assassino tra se e se, pensando com’era veramente meglio. I due soldati rimasero stupiti davanti a questa scena abbastanza folle.
- Fai come vuoi, per me va bene lo stesso.- disse alla fine Barry.
Ed spalancò gli occhi incredulo.
“Da uno a dieci… quanto sarà stupido?”
- Che cosa vuoi da noi?- chiese il Colonnello cercando con gli occhi la postazione dell’assassino, siccome era molto buio.
- Voglio fare ciò che non ci sono riuscito a fare due anni fa… UCCIDERTI!- fece una piccola pausa -…ma… hai cambiato ragazza?- chiese Barry tirando la ragazza per una mano per avvicinarla a lui. La osservò da più vicino, mentre lei, pietrificata dalla paura rimase ferma.
- LASCIALA! E…lei non…NON E’ MIA RAGAZZA!- incominciò ad urlare il biondo arrabbiato. Un’altra caratteristica di Mustang si risvegliò in lui: aveva terribilmente paura di perdere i suoi sottoposti.
- Va bene, va bene… stai calmo piccoletto!- disse lui lasciando stare il Tenente, che subito si allontanò da Barry e si accucciò dietro un muretto, vicino all’entrata di una casa.
- CHI AVRETI CHIAMATO PICCOLETTO! TI SEI GUARDATO ALLO SPECCHIO!!!! M’ARRIVI A MALAPENA FINO AL GOMITO!!!-
Edward aveva pienamente ragione. Negli ultimi tempi, il biondo è cresciuto moltissimo, ed era finalmente più alto di un metro e ……., vale a dire un metro e ottanta cinque. Il biondo non perdette il tempo, sferrò un pungo con la mano sinistra, stendendo l’uomo sulla strada.
- Figlio di una…-
Non perse tempo e lo colpì sullo stomaco, facendoli inghiottire le parole.
- Lo sai che non si dicono le parolacce!-
L’assassino si rialzò velocemente e con il suo grande coltello, provò a colpire il ragazzo, ma egli con una grand’abilità schivò tutti i colpi-
- VUOI LASCIARTI AFFETTARE?!- urlò Barry colpendolo di nuovo, facendoli un profondo taglio sulla gamba destra. Edward toccò la ferita, bagnandosi del suo stesso sangue.
- Gh… DAI NON TI FAR’ MALE!- urlò di nuovo Barry lanciandosi sul militare.
- Scordatelo…- disse a denti stretti, rialzandosi e contrattaccando.
Lucy in quel momento non seppe cosa fare. Vedeva suo Colonnello guadagnare le ferite e perdere molto sangue, mentre lei stava lì inutile. Si alzò e corse lontano, arrivando poco dopo ad una cabina telefonica. La mano tremante buttò qualche soldo, digitando velocemente il numero.
- Riza? Abbiamo un problema! Siamo stati attaccati dal nostro ricercato… siamo in una via vicino la casa del Colonnello. È buia e stretta…non so proprio…-
- Non ti preoccupare, ho capito. Arriviamo prima possibile.- disse la donna dall’altra parte, buttando giù la cornetta.
Lucy ritornò velocemente nella via oscura.

Ed non riusciva più a tenersi in piedi. La vista si offuscava e la forza diminuiva per colpa dei colpi subiti. Si mise una mano sul fianco cercando di bloccare il sangue. Niente. Il liquido caldo gli scorreva tra le dita, fregandosene di tutto.
- E’ FINITA PER TE!- urlò Barry sferrandoli il colpo finale, che non giunse mai al biondo, che lo schivò colpendo l’assassinò uccidendolo.
Il ragazzo rimase in piedi, con il fiato pesante e stanco di tutto ciò. Fece ritornare il suo automail come prima, appoggiandosi al muro e tenendo la ferita sul fianco. Ultime cose che vide, erano dei fari provenienti dalle macchine. Ed ultima cosa che sentì erano le voci dei suoi sottoposti che urlavano il suo nome. Ed barcollò per terra, lasciando una striscia di sangue sul muro.
"E' finita..."

Lucy corse verso di lui, seguita dagli altri.
- Colonnello! Colonnello! COLONNELLO!!!- le lacrime bagnarono il suo viso, sentendo che il battito del ragazzo non c’era.
  
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