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Autore: cassiana    09/08/2007    0 recensioni
Un ignaro mercante, una bella avventuriera, una guerra alle porte...Una missione da compiere tra fughe e intrighi.
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.



PARTE I.

I.

L’estate, quell’anno, era particolarmente calda. Molti ruscelli erano in secca e perfino il grande Selin scorreva con meno brio del solito, come un grosso serpente argentato che si trascina le lunghe spire torpide. La terra era arida e polverosa e la produzione di frutta era stata pericolosamente scarsa. Il tutto era aggravato da  quella maledetta guerra. Certo, per ora non aveva ancora raggiunto il centro del paese e si combatteva ai confini, ma erano tutti dell’idea che l’esercito nemico non avrebbe tardato molto a dilagare nel paese. A questo stava pensando un giovane mercante appollaiato su suo carro. Era accompagnato nel suo viaggio dal suo fedele servitore e dal miglior venditore che aveva. Il padre aveva fatto bene a farlo partire subito, per lo meno avrebbe potuto trovare un buon guadagno nelle città più interne. Certo gli dispiaceva lasciare la sua famiglia a Fals’in, ma i suoi genitori erano vecchi e pieni di esperienza e avrebbero saputo come cavarsela. Engalil, invece aveva tutta la vita davanti ed era ora che uscisse dal guscio famigliare. E così si dirigeva, di città in città, verso la capitale dove i guadagni sarebbero stati notevoli.
“Signore, ti vedo sudare, vuoi andare sotto la tenda?” le parole del servitore interruppero i pensieri di Engalil che rispose spazientito”No, Murlo, non sono una ragazzina!” asciugandosi il sudore dalla fronte. Intanto Parmio, il venditore, cercava un po’ di sollievo dal calore con una pezza bagnata dall’acqua della ghirba.
“Ehi Parmio, vacci piano con l’acqua – esclamò esasperato Engalil – Mancano ancora due giorni a Valia e non mi va di allontanarmi dalla strada per fare rifornimento. Comunque troverai un po’ di sollievo fra pochi minuti: ci stiamo avvicinando alla foresta di Mandra”
Parmio sospirò “Ti sembra prudente? Potrebbero esserci dei ladri o qualche soldato nemico!” Murlo annuì “Si signore, credo che abbia ragione Parmio!” ma Engalil scosse con ostinazione il capo “Non abbiate paura di un po’ d’ombra! Sono sicuro che non corriamo alcun pericolo: siamo troppo all’interno per imbatterci nei soldati di Torasil e i ladri sono troppo impegnati a derubare i profughi. Comunque, se proprio non ce la fate a superare la paura di quattro alberi, posso sempre fare una deviazione e potrete continuare a soffrire il caldo per altri due giorni” concluse sorridendo di sbieco, al che Parmio e Murlo sospirarono sconsolati. Sapevano che se il padrone si metteva in testa qualcosa sarebbe riuscito ad ottenerla, non per niente era il miglior mercante di Fals’in! Finalmente il carro lasciò la campagna rovente e s’inoltrò sotto la frescura della foresta di Mandra. C’era una comoda e larga strada carreggiabile che premetteva al carro di proseguire con facilità ed anche i cavalli procedevano con più speditezza sotto l’ombra. La foresta era quanto di più vivo si potesse immaginare, piena di trilli, cinguettii, schiocchi, fruscii, tanto che i tre non si accorsero di rumori sospetti provenienti dalla boscaglia. Ma, all’improvviso, dai cespugli sbucarono alcune ombre. Engalil non si rese subito conto della situazione e fermò il carro. Questo diede modo ai ladri di assaltarlo. I cavalli nitrirono terrorizzati e sia Murlo che Parmio cominciarono ad urlare. Finalmente Engalil capì la situazione e cercò invano di far correre via i cavalli ormai indomabili. Il ragazzo si sentì trascinare giù dalla cassetta e mentre cadeva a terra gli sembrò che il tempo scorresse più lentamente. Vide soldati dalle armature sconosciute avventarsi sui suoi amici ed ucciderli, cercò d urlare ma un dolore lancinante alla testa lo bloccò e lo fece scivolare nella tenebra dell’oblio.
   
 
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