Note dell'autore: Lo so,
dovrei aggiornare molto più spesso, ma perdonatemi purtroppo ho avuto degli
imprevisti e una specie di crisi d'ispirazione che mi ha impedito di andare avanti,
ho scritto questo secondo capitolo con pochissime idee, infatti
concluderò qui la prima parte, sperando di dividere meglio la seconda parte
della storia e soprattutto di avere molte più idee.
Buona
Lettura, spero tanto che questo capitolo non vi faccia scappare.
Capitolo II
Luke e i Sontaran
Rose e il Dottore dopo aver lasciato Donna a casa, arrivarono all'Accademia Rattigan, Rose si guardò in giro,
la casa era enorme, ed era circondata da un bel giardino. Davanti all'ingresso
dei ragazzi in tuta rossa stavano correndo in circolo, mentre con le mani
dietro la schiena Luke Rattigan tranquillamente guardare davanti a sé pensoso.
"E' ginnastica?" chiese il Dottore
avvicinandosi, il ragazzo si voltò a guardarli, squadrò Rose dalla testa ai piedi con un'aria di
superiorità, per poi passare a osservare con attenzione il Dottore, già il modo
in cui li guardava non le piaceva.
"Non mi dispiacerebbe muovermi un po’" continuò
il Dottore fermandosi sempre con il sorriso sulle labbra, Luke rimase fermo
nella sua posizione a guardarlo.
"Immagino sia il Dottore", disse infine
avvicinandosi.
"Il suo ufficiale di commando mi ha avvertito"
continuò camminando ancora verso di loro, si voltò a guardare Rose.
"Io non ho un ufficiale di commando, e tu?"
chiese il Dottore a trabocchetto.
"Non sapevo che l'Unit forniva ai suoi esperti anche
un'accompagnatrice" disse guardando ancora Rose, la biondina si fece
avanti per rispondere, ma il Dottore cambiò in fretta argomento, tenendola per
un braccio.
"Lei è la mia amica Rose, e lui è Ross, ci pensi
Rose e Ross" disse divertito il Dottore indicando i due, Luke alzò gli
occhi al cielo infastidito.
"Salve signore" salutò
il giovane soldato accanto a Rose.
"Vieni Rose, diamo un
occhiata, sento odore di genio" le disse trascinandola con la mano, e
voltandosi nuovamente verso Luke entusiasta.
"E' sempre un buon segno" disse ancora per poi
entrare.
Attraversarono un'ampia entrata, arrancava dietro il
Dottore cercando di tenere il passo del suo entusiasmo, amava vederlo così,
sapeva che la sua brama di curiosità lo spingeva sempre a domandare e osservare
tutto, e lei non poteva fare altro che assorbire quanto poteva.
Infine entrarono in una delle grandi stanze, alcuni
ragazzi stavano trafficando strani oggetti facendo esperimenti, tutto attorno a
loro era un gran movimento.
"Oh accidenti" disse entrando e lasciando la
mano di Rose che curiosa andò a guardare altri ragazzi che lavoravano, erano
oggetti famigliari a lei, forse un po’ troppo.
"Dottore" tentò di chiamarlo, ma era troppo
preso da quello che lo circondava.
"E' ingegnoso, guardate" disse
mettendosi gli occhiali e avvicinando il viso a qualcosa che c'era sul tavolo.
"Tessuto monomolecolare, quant'è sottile? Una tende in un centimetro" spiegò, per poi spostare
l'attenzione su qualcos'altro.
"Dottore queste non sono sfere … no, aspetta
simulatori gravitazionali?" chiese Rose indicando dell'enormi
sfere.
"Ottima osservazione" disse con gli occhi che
gli brillavano di orgoglio, le prese la mano e la tirò in un altro punto della
stanza che aveva attirato la sua attenzione.
"Guarda qui, terra formazione, biosfere, costruzioni nano tecnologiche" spiegò ancora mentre i
ragazzi confusi li guardavano.
"E' tutto così geniale, brillante" commentò
guardandosi attorno.
"Sai Rose cosa potresti fare con queste
meraviglie?" chiese il Dottore quasi con sfida, sapeva che era una mossa
per fare parlare il ragazzo.
"Ehm, non so" disse guardandosi attorno
riordinando le idee con calma.
"Si che lo sai, avanti Rose" la incoraggiò
ancora.
"Oh ci sono, mi potrei trasferire su un altro
pianeta" disse soddisfatta di aver saputo indovinare.
"Esattamente, non è vero Luke?" chiese il
Dottore voltandosi verso il ragazzo.
"Se solo era possibile", rispose il ragazzo
senza abbandonare la sua arroganza.
"Se solo FOSSE possibile, modo congiuntivo" lo corresse
il Dottore togliendosi gli occhiali. Rose vide il
ragazzo irrigidirsi e guardarlo in modo torvo.
"E' meglio se viene con me" disse facendo strada infastidito.
"Hai fatto davvero arrabbiare il nostro piccolo
genio" scherzò Rose.
"Andiamo a vedere cosa nasconde" rispose
seguendo il ragazzo e prendendo Rose per mano.
Arrivarono in un'enorme stanza con una piccola piscina al
centro e un enorme cubo in un angolo, era senza dubbio lo studio di Luke.
"E'sicuramente più
intelligenti degli altri dell'Unit, glielo concedo" disse il ragazzo
fermandosi accanto alla sua scrivania.
"Ti ha dato dello stupido, non dare
a Ross dello stupido, ci piace Ross" lo difese il Dottore per ricominciare
a guardarsi attorno sempre con maggiore curiosità.
"Guarda che posto" disse alzando la testa e
spostandosi ancora, Rose ne approfittò per avvicinarsi al cubo che c'era nell'angolo era enorme e ancora piuttosto sospetto, non sembrava
una scultura di arte moderna o roba simile.
"Cosa vuole
esattamente?" chiese esasperato.
"Che senso di responsabilità per essere un
diciottenne, inventare automobili a zero missioni, salvare il mondo"
continuò attraversando la stanza.
"Solo lungimiranza"
rispose
"Non è una cosa un po’ stupida, cioè così sempre più
persone useranno la macchina e prima o poi anche il
petrolio finirà" intervenne Rose avvicinandosi a Luke
"Esatto Rose, il sistema Atmos peggiora solo la
situazione" continuò il Dottore avvicinandosi nuovamente a loro.
"Vede non può dire sistema Atmos" scattò in
avanti con grinta.
"Atmos significa Sistema di Omissione Atmosferica, e
come dire Sistema del Sistema di atmosfera capito signor Congiuntivo" spiegò
con rabbia verso il Dottore, che rimase fermo e tranquillo.
"Deve essere molto tempo che qualcuno non ti contraddice,
vero?" chiese sempre con calma, guardandolo.
"Comunque ho ragione" continuò a insistere,
Rose alzò gli occhi al cielo quasi esasperata e tornò a studiare lo strano
cubo, era un qualcosa che attirava la sua attenzione pizzicando la sua
curiosità.
"Non deve essere facile essere intelligente"
disse il Dottore.
"Tu guardi il mondo e associ delle cose, cose a caso, pensi perché nessun altro le vede, il resto del
mondo è così ottuso" disse avvicinandosi a lui.
"Già" rispose il ragazzo senza scomporsi tanto.
"Sei così solo" continuò con calma fissandolo
negli occhi.
"Lo so" ammise il ragazzo.
"Ma non con questo, perché
non è possibile che tu l'abbia fatto da solo" disse il Dottore, tirando
fuori uno di quegli aggeggi Atmos.
"Tecnologia terrestre senza dubbio, ma è come
trovare un cellulare nel medioevo" disse lanciando l'Atmos a Ross che
dovette prenderlo prima che cadesse.
"Dottore, cos'è questo? Non è terrestre vero?" chiese Rose indicando il cubo.
"Poi ci sono persone brillanti come Rose Tyler, che
notano ciò che nessun altro nota" disse
indicandola, Luke si irrigidì.
"Non toccare" le intimò quasi preoccupato.
"In genere le persone non notano certe cose, anche
se questo credo sia impossibile non farlo" disse il Dottore con una
smorfia nel guardare il cubo.
"Passano oltre pensando che sia una cosa di
abbellimento un po’ eccentrica" continuò avvicinandosi.
"Ho ragione vero, è qualcosa di non terrestre?"
chiese Rose soddisfatta di aver nuovamente indovinato.
"Io e Rose invece le notiamo, io ci ragiono su"
continuò il Dottore entrando nel cubo.
"E' questo a me sembra un teletrasporto" disse pigiando
un tasto e scomparendo.
"Dottore" gridò preoccupata Rose con gli occhi
spalancati.
"Dov'è andato?" chiese a Luke.
"Io … Io" tentò di rispondere
"Non provare a dirmi che non lo sai, perché non ci
crede nessuno" disse avvicinandosi a lui pericolosamente.
"Ross scappa" la voce del Dottore lo anticipò
apparendo nuovamente correndo, prendendo Rose e portandola lontana.
"Luke sta lontano" disse al ragazzo che non sembrava affatto preoccupato, Ross prese la pistola
preparandosi ad affrontare il nemico.
Uno strano essere in un'armatura apparve, e il Dottore
tirò fuori il cacciavite sonico usandolo contro il cubo.
"Sontaran" urlò facendo fermare lo strano
essere.
"E' il tuo nome vero? Sei un Sontaran" continuò, Luke era sbalordito e guardava il
Dottore.
"Come lo so, affascinante non è così, può bastare a
tenermi in vita" disse il Dottore rilassandosi e mettendo le mani dietro
la schiena.
"Ti ordino di arrendersi nel nome dell'Unit"
ordinò Ross cercandosi di mostrarsi coraggioso.
"Non funzionerà, è un campo cordoliano,
giusto?" chiese rivolto verso l'alieno davanti a loro.
"Dilata gli oggetti di rame, non riuscirai a
sparare" spiegò a Ross che abbassò la pistola incredulo.
"Come sai tutte queste cose, chi è?"
chiese a Luke.
"Non mia ha detto il suo nome" si giustificò il
ragazzo.
"Questo non è il tipico atteggiamento dei
Sontaran" disse il Dottore tranquillamente appoggiato al bordo della
scrivania.
"Nascondersi? Sfruttare adolescenti? Fermare i proiettili?" continuò con provocazione, ed ecco che
la sua parte scortese tornava nuovamente fuori.
"Un Sontaran dovrebbe affrontare i proiettili con
dignità, vergognati"
"Mi sta disonorando, signore" disse offeso l'alieno."
"Davvero? Allora mostrati" disse ancora il
Dottore.
"Io guarderò il mio nemico negli occhi" sputò
ancora offeso l'altro. Ross accanto a lei si preparava a usare nuovamente la
pistola, stringendola tra le sue mani.
"Stai calmo" gli sussurrò dolcemente
sorridendo.
"Il Dottore sa cosa deve fare" disse sperando
che fosse davvero così e che non stesse improvvisando al suo solito.
L'alieno si tolse il casco mostrando il suo vero aspetto,
lasciando sia Ross che Rose senza parole, sembrava un
enorme patata lessa.
"Oh mio Dio!" esclamò Ross sconvolto.
"E ti chiami?" chiese il Dottore per nulla
sorpreso.
"Generale Staal, della Decima Flotta Sontaran, mi
chiamo Staal l'Imbattibile" disse con orgoglio.
"Ahh non è un bel nome, e se venissi
sconfitto, Stall non più imbattibile ma non fa niente" continuò il
Dottore.
"Sembra una patata, una patata
lessa parlante" disse Ross incredulo.
"Ross non essere scortese per lui sei un fagiolino
rosa" disse il Dottore prendendo una racchetta e un
pallina da tennis.
"Ok, Dottore chi sono i
Sontarans?" chiese invece Rose.
"Ecco un'ottima domanda" disse sorridendole.
"I Sontaran sono i migliori soldati della
galassia" disse iniziando a giocare con la pallina e la racchetta.
"Dedicano la loro vita alla guerra, sono dei cloni
nati da coltivazioni con un'unica debolezza" spiegò con calma.
"Non abbiamo debolezze" aggiunse offeso il Sontaran.
"Ma è una buona
debolezza" continuò il Dottore con calma.
"Non è molto intelligente, solo un idiota lo
provocherebbe" aggiunse Luke
"Credimi è capace anche di peggio" aggiunse
Rose.
"Sopravvivono solo grazie ad una ventola dietro al
collo, quello è il loro punto debole, quindi devono sempre avere di fronte i
nemici, non è astuto? Non possono girarsi" disse quasi
entusiasta.
"Fissiamo finalmente la morte in faccia" si
difese il Sontaran.
"Ah beh fissa questo" disse lanciando la
pallina e riuscendo a colpire la ventola dietro al suo collo, prese Rose per la
mano.
"Correte" disse uscendo di
corsa dalla stanza, seguito da Ross e trascinandosi Rose con sé.
"Ottimo piano Dottore, la prossima volta avverti" disse la biondina dietro.
"Ho improvvisato tutto" si giustificò
sorridendo.
"Lo sapevo" aggiunse lei ricambiando quel
sorriso.
Il Dottore, Rose e Ross grazie al passaggio di una
gentile cittadina, erano arrivati nel punto dove
avevano lasciato Donna qualche ora prima. Appena scesi per prima cosa Rose prese
il telefono per avvertire sua madre di quello che sarebbe potuto accadere.
"Ti sto solo chiedendo di rimanere in casa" le
disse quasi esasperata per la terza volta, mentre Jackie continuava a parlare,
il Dottore fece un sorrisetto riusciva a sentire la voce di Jackie anche da
lontano e per una volta non era costretto a subirla.
"Si, mamma …. D'accordo, tu resta in casa e non uscire ok, ci sentiamo dopo,
ciao" chiuse la chiamata di fretta prima che Jackie la fermasse.
"Non fare quel sorrisino soddisfatto, sai cosa ci
tocca fare appena finito qui" ricordò sorridendo,
il Dottore rabbrividì e smise di sorridere, Ross accanto a lui sorrise
divertito dalla scenetta.
"Bene, adesso, ricordi dove sta Donna?" chiese
guardando la schiera di villette super giù identiche.
"Beh … ecco …" balbettò grattandosi la nuca e
guardandosi attorno confuso.
"Bene, ci toccherà chiedere a qualcuno" disse
la biondina guardandosi attorno.
"Faremo prima a dividerci" propose Ross dietro
ai due.
"No, meglio rimanere compatti" spiegò Rose
guardandosi, e non si accorse che il Dottore era scomparso, allarmata
diede un occhiata in giro e quasi come se lo sapeva lo ha trovato due case più
avanti a loro mentre si stava facendo insultare da una signora.
"Ecco lo sapevo" disse correndogli incontro,
seguita da Ross.
"Ehi ho solo fatto una costatazione non se la prenda
così" si difese il Dottore indietreggiando dalla donna che lo minacciava.
"Che sta succedendo?" chiese invece Rose
avvicinandosi.
"Nulla, le ho solo detto che avrei cambiato le tende
perché sono di un colore orribile" si difese ancora lui.
"Ma come si permette,
maleducato" continuò la donna infuriata.
"Volevi rubare, vero?" si rivolse al Dottore
con lo sguardo furioso.
"Deve scusarlo, ha preso una brutta botta in testa
anni fa e molto spesso si dimentica le buone maniere" intervenne Rose con
calma e con un sorriso dolce.
"Ohi" rispose il Dottore un po’ offeso, ma lei
gli diede una gomitata al fianco zittendolo.
"Stavamo cercando Donna Noble" continua la
ragazza con gentilezza.
"Oh sì, la conosco, tutti conoscono
Donna" aggiunse senza nascondere un po’ di acidità nel pronunciare il nome
di Donna.
"Si trova due case avanti
dall'altra parte della strada" aggiunse indicando la direzione.
"La ringrazio molto, e scusi ancora" disse Rose
trascinando il Dottore con lei.
"Molto discreti" aggiunse Ross una volta allontanati
dalla casa.
"Si, il Dottore è sempre
molto discreto" scherzò Rose
"Ohi, so essere molto discreto lo sai"
aggiunse lui, camminando davanti ai due.
Seguendo il Dottore, Rose, Donna e Ross si avvicinarono
alla macchina di Donna parcheggiata sul vialetto di casa.
"Non hai intenzione di smontarla vero?" chiese preoccupata Donna mentre telefonava a qualcuno, il
Dottore non rispose, si piegò a terra per guardare sotto la macchina e controllare
dove fosse inserito l'Atmos, si rialzò spostandosi davanti alla macchina
aprendo il cofano davanti.
"Procuro un mezzo per tornare all'Unit" disse
Ross iniziando ad allontanarsi.
"Basta che sia senza Atmos!" gli ricordò Rose.
"E non puntare la pistola contro nessuno" urlò
il Dottore mentre il ragazzo si allontanava.
"Non essere duro con lui, si sta comportando molto
bene" lo difese Rose, il Dottore sorrise scuotendo la testa, tornando a
esaminare il motore e il dispositivo.
"E' lui?" chiese una voce maschile anziana,
Rose alzò lo sguardo vedendo un simpatico anziano che si avvicinava a loro.
"E' lui? E' il Dottore?" chiese di fretta
a Donna mentre si avvicinava.
"Ah ma sei tu" indicò il Dottore come se lo
riconosceva, Rose li guardò divertita.
"Chi?" chiese confuso
il Dottore rialzando lo sguardo verso l'anziano.
"Oh, sei tu" disse come riconoscendolo, Rose
era confusa, perché lei non riconosceva l'anziano se invece il Dottore lo
conosceva?
"Aspettate un attimo, vi siete già incontrati?"
chiese Donna guardando tra i due.
"Si, la vigilia di Natale,
è scomparso davanti a me" spiegò l'uomo, Rose li guardò confusa.
"Scusa, quando è successo se noi eravamo sul
Titanic?" chiese.
"Giusto tu non c'eri, ero con Astrid" le
rispose grattandosi la nuca.
"Scusa nonno, non hai mai pensato di dirmelo?" chiese
la rossa furiosa.
"Neanche tu" la richiamò dolcemente
"Wilfred, signore, Wilfred Mott" si presentò seriamente, si vedeva che era ansioso di poter
parlare con il Dottore.
"Lei deve essere uno degli alieni" disse osservandolo con
attenzione.
"Beh sì, ma non dirlo in giro" rispose il
Dottore sorridendo.
"Piacere di conoscerti" disse stringendogli la
mano con le sue.
"Oh una mano aliena" esclamò l'anziano
guardando le mani del Dottore stringere le sue.
"Lei è la mia amica Rose" continuò il Dottore
indicando la ragazza che si apprestò a stringergli la mano.
"Donna ha parlato molto di lei, è un piacere
conoscerla" disse sorridendo.
"Donna allora?" chiese il Dottore voltandosi
verso la rossa che non aveva posato neanche per un attimo il telefono.
"Niente" rispose.
"Pensi che sia successo qualcosa?" si preoccupò
Rose.
"Spero di no" rispose il Dottore.
"Cosa sono i
Sonteren?"c chiese donna storpiando il nome.
"E' Sontaran il nome" la corresse Rose.
"Deve esserci sotto dell'altro non è il loro modo di
agire" continuò il Dottore.
"Forse hanno in mente qualcosa come gli
Slitheen?" chiese Rose al Dottore.
"Nah non credo, se i Sontaran volevano
semplicemente distruggerci, lo avrebbero già fatto" le spiegò il
Dottore
"Ancora niente?" chiese verso Donna.
"Aspetta un attimo, Martha aspetta te lo passo" il Dottore prese il telefono e parlò alla
loro amica.
"Di cosa parlavate prima?" chiese nel frattempo
Donna.
"Oh lunga storia, un'avventura che abbiamo avuto
anni fa, quella volta abbiamo distrutto Downing Street"
ricordò quasi con nostalgia.
"Non prendermi in giro" la richiamò un po’
seccata.
"Non lo faccio" le rispose sorridendo.
Il Dottore riprese il cacciavite sonico dopo aver chiuso
la chiamata e si avvicinò nuovamente al dispositivo.
"Ci hai già provato prima, ma non ha
funzionato" gli ricordò Donna.
"Si, ma ora so che sono
Sontaran, quindi so che cosa cercare" rispose puntando il cacciavite sul
dispositivo.
"Credi davvero che sia un'ottima idea" chiese
Rose sapendo che con una piccolezza poteva scatenare la qualsiasi cosa.
"Il fatto, Dottore, e che Donna è la mia unica
nipote, deve promettermi che si deve prendere cura di
lei" Wilfred gli strappò la promessa e a Rose venne da sorridere
ripensando a sua madre.
"Oh Wilfred, in realtà è lei che si occupa di
noi" rispose lei per entrambi.
"Tipico di Donna, comanda tutti a bacchetta anche
quando era bambina, il Piccolo Generale la chiamavano"
aggiunse simpaticamente.
"Non è difficile crederlo" borbottò il Dottore,
mentre continuava a lavorare.
"Persino alcuni ragazzi avevano paura di lei, ogni
settimana uno diverso" continuò ancora a parlare.
"Ti prego nonno" lo scongiurò
la rossa imbarazzata.
All'improvviso nel dispositivo qualcosa scattò, facendo
uscire delle piccole puntine.
"Ohhh è una tasca temporale, lo sapevo che c'era
dell'altro" disse osservandolo.
"Ma cosa nasconde?"
chiese Donna
"Soprattutto a cosa serve realmente?" chiese
Rose, ma il Dottore le ignorò continuando a lavorare, finché all'improvviso ne
fuoriuscì un denso fumo bianco.
"State indietro, tutti" urlò tirando Rose per
un braccio.
"Prova a fermarlo" gli suggerì. Il Dottore
puntò da lontano il cacciavite, causando un po’ di scintille, ma alla fine il
fumo smise di uscire.
"Che diavolo è successo?" chiese Rose mentre si
avvicinavano nuovamente, il Dottore annusò l'aria ancora piena di fumo.
"Quelli non sono vapori di scarico, è una specie di
gas artificiale" aggiunse.
"Ed è alieno, vero?" chiese
confuso Wilfred
"Aspetta, se è artificiale, può essere tossico per
noi umani" disse Rose.
"S'è tossico, vuol dire che è presente in ogni
veicolo sulla Terra" aggiunse Donna, questo fece scattare il Dottore che
guardò attorno a sé verso tutte le macchine che si trovavano lì vicino.
"E' come dicevi tu, stanno usando le macchine come armi,
contro di noi" gli fece presente Rose.
"Non è sicura qui, bisogna toglierla dalla
strada" disse il nonno di Donna mettendosi al volante dell'auto.
"No, fermo" si affrettò la rossa, ma non fece
in tempo, la macchina si mese in moto da sola chiudendo il povero Wilfred
dentro.
"Nonno devi uscire di
lì" urlò preoccupata Donna cercando di aprire lo sportello, l'anziano le
fece vedere le chiavi che aveva in mano.
"Dottore" Rose lo chiamò.
"Lo hanno sigillato, non
riesco ad aprirlo" disse il Dottore cercando di usare il cacciavite contro
il dispositivo, intanto il denso fumo bianco aveva ripreso a uscire dalla
macchina di Donna e anche dalle altre, coprendo ogni cosa attorno a loro, e riempiendo
i loro polmoni.
Fine
Note finali: Allora che ve ne
pare, siete riuscite a leggerlo tutto o siete scappate a metà? Fatemi sapere
che ne pensate, aspetto le vostre recensioni.