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Autore: KillerQueen86    21/01/2013    3 recensioni
SERIE:Quarta stagione con Rose
"Non riesco a crederci" disse Donna felicissima, mentre manovrava con attenzione, la macchina, il Dottore un po’ più distante la osservava.
"No, nemmeno io" aggiunse lui mordicchiando il labro nervosamente.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Martha Jones, Rose Tyler
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
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Note dell'autore: Lo so, dovrei aggiornare molto più spesso, ma perdonatemi purtroppo ho avuto degli imprevisti e una specie di crisi d'ispirazione che mi ha impedito di andare avanti, ho scritto questo secondo capitolo con pochissime idee, infatti concluderò qui la prima parte, sperando di dividere meglio la seconda parte della storia e soprattutto di avere molte più idee.

Buona Lettura, spero tanto che questo capitolo non vi faccia scappare.

 

Capitolo II

Luke e i Sontaran

 

Rose e il Dottore dopo aver lasciato Donna a casa, arrivarono all'Accademia Rattigan, Rose si guardò in giro, la casa era enorme, ed era circondata da un bel giardino. Davanti all'ingresso dei ragazzi in tuta rossa stavano correndo in circolo, mentre con le mani dietro la schiena Luke Rattigan tranquillamente guardare davanti a sé pensoso.

"E' ginnastica?" chiese il Dottore avvicinandosi, il ragazzo si voltò a guardarli, squadrò Rose dalla testa ai piedi con un'aria di superiorità, per poi passare a osservare con attenzione il Dottore, già il modo in cui li guardava non le piaceva.

"Non mi dispiacerebbe muovermi un po’" continuò il Dottore fermandosi sempre con il sorriso sulle labbra, Luke rimase fermo nella sua posizione a guardarlo.

"Immagino sia il Dottore", disse infine avvicinandosi.

"Il suo ufficiale di commando mi ha avvertito" continuò camminando ancora verso di loro, si voltò a guardare Rose.

"Io non ho un ufficiale di commando, e tu?" chiese il Dottore a trabocchetto.

"Non sapevo che l'Unit forniva ai suoi esperti anche un'accompagnatrice" disse guardando ancora Rose, la biondina si fece avanti per rispondere, ma il Dottore cambiò in fretta argomento, tenendola per un braccio.

"Lei è la mia amica Rose, e lui è Ross, ci pensi Rose e Ross" disse divertito il Dottore indicando i due, Luke alzò gli occhi al cielo infastidito.

"Salve signore" salutò il giovane soldato accanto a Rose.

"Vieni Rose, diamo un occhiata, sento odore di genio" le disse trascinandola con la mano, e voltandosi nuovamente verso Luke entusiasta.

"E' sempre un buon segno" disse ancora per poi entrare.

Attraversarono un'ampia entrata, arrancava dietro il Dottore cercando di tenere il passo del suo entusiasmo, amava vederlo così, sapeva che la sua brama di curiosità lo spingeva sempre a domandare e osservare tutto, e lei non poteva fare altro che assorbire quanto poteva.

Infine entrarono in una delle grandi stanze, alcuni ragazzi stavano trafficando strani oggetti facendo esperimenti, tutto attorno a loro era un gran movimento.

"Oh accidenti" disse entrando e lasciando la mano di Rose che curiosa andò a guardare altri ragazzi che lavoravano, erano oggetti famigliari a lei, forse un po’ troppo.

"Dottore" tentò di chiamarlo, ma era troppo preso da quello che lo circondava.

"E' ingegnoso, guardate" disse mettendosi gli occhiali e avvicinando il viso a qualcosa che c'era sul tavolo.

"Tessuto monomolecolare, quant'è sottile? Una tende in un centimetro" spiegò, per poi spostare l'attenzione su qualcos'altro.

"Dottore queste non sono sfere … no, aspetta simulatori gravitazionali?" chiese Rose indicando dell'enormi sfere.

"Ottima osservazione" disse con gli occhi che gli brillavano di orgoglio, le prese la mano e la tirò in un altro punto della stanza che aveva attirato la sua attenzione.

"Guarda qui, terra formazione, biosfere, costruzioni nano tecnologiche" spiegò ancora mentre i ragazzi confusi li guardavano.

"E' tutto così geniale, brillante" commentò guardandosi attorno.

"Sai Rose cosa potresti fare con queste meraviglie?" chiese il Dottore quasi con sfida, sapeva che era una mossa per fare parlare il ragazzo.

"Ehm, non so" disse guardandosi attorno riordinando le idee con calma.

"Si che lo sai, avanti Rose" la incoraggiò ancora.

"Oh ci sono, mi potrei trasferire su un altro pianeta" disse soddisfatta di aver saputo indovinare.

"Esattamente, non è vero Luke?" chiese il Dottore voltandosi verso il ragazzo.

"Se solo era possibile", rispose il ragazzo senza abbandonare la sua arroganza.

"Se solo FOSSE possibile, modo congiuntivo" lo corresse il Dottore togliendosi gli occhiali. Rose vide il ragazzo irrigidirsi e guardarlo in modo torvo.

"E' meglio se viene con me" disse facendo strada infastidito.

"Hai fatto davvero arrabbiare il nostro piccolo genio" scherzò Rose.

"Andiamo a vedere cosa nasconde" rispose seguendo il ragazzo e prendendo Rose per mano.

Arrivarono in un'enorme stanza con una piccola piscina al centro e un enorme cubo in un angolo, era senza dubbio lo studio di Luke.

"E'sicuramente più intelligenti degli altri dell'Unit, glielo concedo" disse il ragazzo fermandosi accanto alla sua scrivania.

"Ti ha dato dello stupido, non dare a Ross dello stupido, ci piace Ross" lo difese il Dottore per ricominciare a guardarsi attorno sempre con maggiore curiosità.

"Guarda che posto" disse alzando la testa e spostandosi ancora, Rose ne approfittò per avvicinarsi al cubo che c'era nell'angolo era enorme e ancora piuttosto sospetto, non sembrava una scultura di arte moderna o roba simile.

"Cosa vuole esattamente?" chiese esasperato.

"Che senso di responsabilità per essere un diciottenne, inventare automobili a zero missioni, salvare il mondo" continuò attraversando la stanza.

"Solo lungimiranza" rispose

"Non è una cosa un po’ stupida, cioè così sempre più persone useranno la macchina e prima o poi anche il petrolio finirà" intervenne Rose avvicinandosi a Luke

"Esatto Rose, il sistema Atmos peggiora solo la situazione" continuò il Dottore avvicinandosi nuovamente a loro.

"Vede non può dire sistema Atmos" scattò in avanti con grinta.

"Atmos significa Sistema di Omissione Atmosferica, e come dire Sistema del Sistema di atmosfera capito signor Congiuntivo" spiegò con rabbia verso il Dottore, che rimase fermo e tranquillo.

"Deve essere molto tempo che qualcuno non ti contraddice, vero?" chiese sempre con calma, guardandolo.

"Comunque ho ragione" continuò a insistere, Rose alzò gli occhi al cielo quasi esasperata e tornò a studiare lo strano cubo, era un qualcosa che attirava la sua attenzione pizzicando la sua curiosità.

"Non deve essere facile essere intelligente" disse il Dottore.

"Tu guardi il mondo e associ delle cose, cose a caso, pensi perché nessun altro le vede, il resto del mondo è così ottuso" disse avvicinandosi a lui.

"Già" rispose il ragazzo senza scomporsi tanto.

"Sei così solo" continuò con calma fissandolo negli occhi.

"Lo so" ammise il ragazzo.

"Ma non con questo, perché non è possibile che tu l'abbia fatto da solo" disse il Dottore, tirando fuori uno di quegli aggeggi Atmos.

"Tecnologia terrestre senza dubbio, ma è come trovare un cellulare nel medioevo" disse lanciando l'Atmos a Ross che dovette prenderlo prima che cadesse.

"Dottore, cos'è questo? Non è terrestre vero?" chiese Rose indicando il cubo.

"Poi ci sono persone brillanti come Rose Tyler, che notano ciò che nessun altro nota" disse indicandola, Luke si irrigidì.

"Non toccare" le intimò quasi preoccupato.

"In genere le persone non notano certe cose, anche se questo credo sia impossibile non farlo" disse il Dottore con una smorfia nel guardare il cubo.

"Passano oltre pensando che sia una cosa di abbellimento un po’ eccentrica" continuò avvicinandosi.

"Ho ragione vero, è qualcosa di non terrestre?" chiese Rose soddisfatta di aver nuovamente indovinato.

"Io e Rose invece le notiamo, io ci ragiono su" continuò il Dottore entrando nel cubo.

"E' questo a me sembra un teletrasporto" disse pigiando un tasto e scomparendo.

"Dottore" gridò preoccupata Rose con gli occhi spalancati.

"Dov'è andato?" chiese a Luke.

"Io … Io" tentò di rispondere

"Non provare a dirmi che non lo sai, perché non ci crede nessuno" disse avvicinandosi a lui pericolosamente.

"Ross scappa" la voce del Dottore lo anticipò apparendo nuovamente correndo, prendendo Rose e portandola lontana.

"Luke sta lontano" disse al ragazzo che non sembrava affatto preoccupato, Ross prese la pistola preparandosi ad affrontare il nemico.

Uno strano essere in un'armatura apparve, e il Dottore tirò fuori il cacciavite sonico usandolo contro il cubo.

"Sontaran" urlò facendo fermare lo strano essere.

"E' il tuo nome vero? Sei un Sontaran" continuò, Luke era sbalordito e guardava il Dottore.

"Come lo so, affascinante non è così, può bastare a tenermi in vita" disse il Dottore rilassandosi e mettendo le mani dietro la schiena.

"Ti ordino di arrendersi nel nome dell'Unit" ordinò Ross cercandosi di mostrarsi coraggioso.

"Non funzionerà, è un campo cordoliano, giusto?" chiese rivolto verso l'alieno davanti a loro.

"Dilata gli oggetti di rame, non riuscirai a sparare" spiegò a Ross che abbassò la pistola incredulo.

"Come sai tutte queste cose, chi è?" chiese a Luke.

"Non mia ha detto il suo nome" si giustificò il ragazzo.

"Questo non è il tipico atteggiamento dei Sontaran" disse il Dottore tranquillamente appoggiato al bordo della scrivania.

"Nascondersi? Sfruttare adolescenti? Fermare i proiettili?" continuò con provocazione, ed ecco che la sua parte scortese tornava nuovamente fuori.

"Un Sontaran dovrebbe affrontare i proiettili con dignità, vergognati"

"Mi sta disonorando, signore" disse offeso l'alieno."

"Davvero? Allora mostrati" disse ancora il Dottore.

"Io guarderò il mio nemico negli occhi" sputò ancora offeso l'altro. Ross accanto a lei si preparava a usare nuovamente la pistola, stringendola tra le sue mani.

"Stai calmo" gli sussurrò dolcemente sorridendo.

"Il Dottore sa cosa deve fare" disse sperando che fosse davvero così e che non stesse improvvisando al suo solito.

L'alieno si tolse il casco mostrando il suo vero aspetto, lasciando sia Ross che Rose senza parole, sembrava un enorme patata lessa.

"Oh mio Dio!" esclamò Ross sconvolto.

"E ti chiami?" chiese il Dottore per nulla sorpreso.

"Generale Staal, della Decima Flotta Sontaran, mi chiamo Staal l'Imbattibile" disse con orgoglio.

"Ahh non è un bel nome, e se venissi sconfitto, Stall non più imbattibile ma non fa niente" continuò il Dottore.

"Sembra una patata, una patata lessa parlante" disse Ross incredulo.

"Ross non essere scortese per lui sei un fagiolino rosa" disse il Dottore prendendo una racchetta e un pallina da tennis.

"Ok, Dottore chi sono i Sontarans?" chiese invece Rose.

"Ecco un'ottima domanda" disse sorridendole.

"I Sontaran sono i migliori soldati della galassia" disse iniziando a giocare con la pallina e la racchetta.

"Dedicano la loro vita alla guerra, sono dei cloni nati da coltivazioni con un'unica debolezza" spiegò con calma.

"Non abbiamo debolezze" aggiunse offeso il Sontaran.

"Ma è una buona debolezza" continuò il Dottore con calma.

"Non è molto intelligente, solo un idiota lo provocherebbe" aggiunse Luke

"Credimi è capace anche di peggio" aggiunse Rose.

"Sopravvivono solo grazie ad una ventola dietro al collo, quello è il loro punto debole, quindi devono sempre avere di fronte i nemici, non è astuto? Non possono girarsi" disse quasi entusiasta.

"Fissiamo finalmente la morte in faccia" si difese il Sontaran.

"Ah beh fissa questo" disse lanciando la pallina e riuscendo a colpire la ventola dietro al suo collo, prese Rose per la mano.

"Correte" disse uscendo di corsa dalla stanza, seguito da Ross e trascinandosi Rose con sé.

"Ottimo piano Dottore, la prossima volta avverti" disse la biondina dietro.

"Ho improvvisato tutto" si giustificò sorridendo.

"Lo sapevo" aggiunse lei ricambiando quel sorriso.

 

 

Il Dottore, Rose e Ross grazie al passaggio di una gentile cittadina, erano arrivati nel punto dove avevano lasciato Donna qualche ora prima. Appena scesi per prima cosa Rose prese il telefono per avvertire sua madre di quello che sarebbe potuto accadere.

"Ti sto solo chiedendo di rimanere in casa" le disse quasi esasperata per la terza volta, mentre Jackie continuava a parlare, il Dottore fece un sorrisetto riusciva a sentire la voce di Jackie anche da lontano e per una volta non era costretto a subirla.

"Si, mamma …. D'accordo, tu resta in casa e non uscire ok, ci sentiamo dopo, ciao" chiuse la chiamata di fretta prima che Jackie la fermasse.

"Non fare quel sorrisino soddisfatto, sai cosa ci tocca fare appena finito qui" ricordò sorridendo, il Dottore rabbrividì e smise di sorridere, Ross accanto a lui sorrise divertito dalla scenetta.

"Bene, adesso, ricordi dove sta Donna?" chiese guardando la schiera di villette super giù identiche.

"Beh … ecco …" balbettò grattandosi la nuca e guardandosi attorno confuso.

"Bene, ci toccherà chiedere a qualcuno" disse la biondina guardandosi attorno.

"Faremo prima a dividerci" propose Ross dietro ai due.

"No, meglio rimanere compatti" spiegò Rose guardandosi, e non si accorse che il Dottore era scomparso, allarmata diede un occhiata in giro e quasi come se lo sapeva lo ha trovato due case più avanti a loro mentre si stava facendo insultare da una signora.

"Ecco lo sapevo" disse correndogli incontro, seguita da Ross.

"Ehi ho solo fatto una costatazione non se la prenda così" si difese il Dottore indietreggiando dalla donna che lo minacciava.

"Che sta succedendo?" chiese invece Rose avvicinandosi.

"Nulla, le ho solo detto che avrei cambiato le tende perché sono di un colore orribile" si difese ancora lui.

"Ma come si permette, maleducato" continuò la donna infuriata.

"Volevi rubare, vero?" si rivolse al Dottore con lo sguardo furioso.

"Deve scusarlo, ha preso una brutta botta in testa anni fa e molto spesso si dimentica le buone maniere" intervenne Rose con calma e con un sorriso dolce.

"Ohi" rispose il Dottore un po’ offeso, ma lei gli diede una gomitata al fianco zittendolo.

"Stavamo cercando Donna Noble" continua la ragazza con gentilezza.

"Oh sì, la conosco, tutti conoscono Donna" aggiunse senza nascondere un po’ di acidità nel pronunciare il nome di Donna.

"Si trova due case avanti dall'altra parte della strada" aggiunse indicando la direzione.

"La ringrazio molto, e scusi ancora" disse Rose trascinando il Dottore con lei.

"Molto discreti" aggiunse Ross una volta allontanati dalla casa.

"Si, il Dottore è sempre molto discreto" scherzò Rose

"Ohi, so essere molto discreto lo sai" aggiunse lui, camminando davanti ai due.

 

Seguendo il Dottore, Rose, Donna e Ross si avvicinarono alla macchina di Donna parcheggiata sul vialetto di casa.

"Non hai intenzione di smontarla vero?" chiese preoccupata Donna mentre telefonava a qualcuno, il Dottore non rispose, si piegò a terra per guardare sotto la macchina e controllare dove fosse inserito l'Atmos, si rialzò spostandosi davanti alla macchina aprendo il cofano davanti.

"Procuro un mezzo per tornare all'Unit" disse Ross iniziando ad allontanarsi.

"Basta che sia senza Atmos!" gli ricordò Rose.

"E non puntare la pistola contro nessuno" urlò il Dottore mentre il ragazzo si allontanava.

"Non essere duro con lui, si sta comportando molto bene" lo difese Rose, il Dottore sorrise scuotendo la testa, tornando a esaminare il motore e il dispositivo.

"E' lui?" chiese una voce maschile anziana, Rose alzò lo sguardo vedendo un simpatico anziano che si avvicinava a loro.

"E' lui? E' il Dottore?" chiese di fretta a Donna mentre si avvicinava.

"Ah ma sei tu" indicò il Dottore come se lo riconosceva, Rose li guardò divertita.

"Chi?" chiese confuso il Dottore rialzando lo sguardo verso l'anziano.

"Oh, sei tu" disse come riconoscendolo, Rose era confusa, perché lei non riconosceva l'anziano se invece il Dottore lo conosceva?

"Aspettate un attimo, vi siete già incontrati?" chiese Donna guardando tra i due.

"Si, la vigilia di Natale, è scomparso davanti a me" spiegò l'uomo, Rose li guardò confusa.

"Scusa, quando è successo se noi eravamo sul Titanic?" chiese.

"Giusto tu non c'eri, ero con Astrid" le rispose grattandosi la nuca.

"Scusa nonno, non hai mai pensato di dirmelo?" chiese la rossa furiosa.

"Neanche tu" la richiamò dolcemente

"Wilfred, signore, Wilfred Mott" si presentò seriamente, si vedeva che era ansioso di poter parlare con il Dottore.

"Lei deve essere uno degli alieni" disse  osservandolo con attenzione.

"Beh sì, ma non dirlo in giro" rispose il Dottore sorridendo.

"Piacere di conoscerti" disse stringendogli la mano con le sue.

"Oh una mano aliena" esclamò l'anziano guardando le mani del Dottore stringere le sue.

"Lei è la mia amica Rose" continuò il Dottore indicando la ragazza che si apprestò a stringergli la mano.

"Donna ha parlato molto di lei, è un piacere conoscerla" disse sorridendo.

"Donna allora?" chiese il Dottore voltandosi verso la rossa che non aveva posato neanche per un attimo il telefono.

"Niente" rispose.

"Pensi che sia successo qualcosa?" si preoccupò Rose.

"Spero di no" rispose il Dottore.

"Cosa sono i Sonteren?"c chiese donna storpiando il nome.

"E' Sontaran il nome" la corresse Rose.

"Deve esserci sotto dell'altro non è il loro modo di agire" continuò il Dottore.

"Forse hanno in mente qualcosa come gli Slitheen?" chiese Rose al Dottore.

"Nah non credo, se i Sontaran volevano semplicemente distruggerci, lo avrebbero già fatto" le spiegò il Dottore

"Ancora niente?" chiese verso Donna.

"Aspetta un attimo, Martha aspetta te lo passo" il Dottore prese il telefono e parlò alla loro amica.

"Di cosa parlavate prima?" chiese nel frattempo Donna.

"Oh lunga storia, un'avventura che abbiamo avuto anni fa, quella volta abbiamo distrutto Downing Street" ricordò quasi con nostalgia.

"Non prendermi in giro" la richiamò un po’ seccata.

"Non lo faccio" le rispose sorridendo.

Il Dottore riprese il cacciavite sonico dopo aver chiuso la chiamata e si avvicinò nuovamente al dispositivo.

"Ci hai già provato prima, ma non ha funzionato" gli ricordò Donna.

"Si, ma ora so che sono Sontaran, quindi so che cosa cercare" rispose puntando il cacciavite sul dispositivo.

"Credi davvero che sia un'ottima idea" chiese Rose sapendo che con una piccolezza poteva scatenare la qualsiasi cosa.

"Il fatto, Dottore, e che Donna è la mia unica nipote, deve promettermi che si deve prendere cura di lei" Wilfred gli strappò la promessa e a Rose venne da sorridere ripensando a sua madre.

"Oh Wilfred, in realtà è lei che si occupa di noi" rispose lei per entrambi.

"Tipico di Donna, comanda tutti a bacchetta anche quando era bambina, il Piccolo Generale la chiamavano" aggiunse simpaticamente.

"Non è difficile crederlo" borbottò il Dottore, mentre continuava a lavorare.

"Persino alcuni ragazzi avevano paura di lei, ogni settimana uno diverso" continuò ancora a parlare.

"Ti prego nonno" lo scongiurò la rossa imbarazzata.

All'improvviso nel dispositivo qualcosa scattò, facendo uscire delle piccole puntine.

"Ohhh è una tasca temporale, lo sapevo che c'era dell'altro" disse osservandolo.

"Ma cosa nasconde?" chiese Donna

"Soprattutto a cosa serve realmente?" chiese Rose, ma il Dottore le ignorò continuando a lavorare, finché all'improvviso ne fuoriuscì un denso fumo bianco.

"State indietro, tutti" urlò tirando Rose per un braccio.

"Prova a fermarlo" gli suggerì. Il Dottore puntò da lontano il cacciavite, causando un po’ di scintille, ma alla fine il fumo smise di uscire.

"Che diavolo è successo?" chiese Rose mentre si avvicinavano nuovamente, il Dottore annusò l'aria ancora piena di fumo.

"Quelli non sono vapori di scarico, è una specie di gas artificiale" aggiunse.

"Ed è alieno, vero?" chiese confuso Wilfred

"Aspetta, se è artificiale, può essere tossico per noi umani" disse Rose.

"S'è tossico, vuol dire che è presente in ogni veicolo sulla Terra" aggiunse Donna, questo fece scattare il Dottore che guardò attorno a sé verso tutte le macchine che si trovavano lì vicino.

"E' come dicevi tu, stanno usando le macchine come armi, contro di noi" gli fece presente Rose.

"Non è sicura qui, bisogna toglierla dalla strada" disse il nonno di Donna mettendosi al volante dell'auto.

"No, fermo" si affrettò la rossa, ma non fece in tempo, la macchina si mese in moto da sola chiudendo il povero Wilfred dentro.

"Nonno devi uscire di lì" urlò preoccupata Donna cercando di aprire lo sportello, l'anziano le fece vedere le chiavi che aveva in mano.

"Dottore" Rose lo chiamò.

"Lo hanno sigillato, non riesco ad aprirlo" disse il Dottore cercando di usare il cacciavite contro il dispositivo, intanto il denso fumo bianco aveva ripreso a uscire dalla macchina di Donna e anche dalle altre, coprendo ogni cosa attorno a loro, e riempiendo i loro polmoni.

 

Fine

 

Note finali: Allora che ve ne pare, siete riuscite a leggerlo tutto o siete scappate a metà? Fatemi sapere che ne pensate, aspetto le vostre recensioni.

 

 

   
 
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