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Autore: arty98    22/01/2013    0 recensioni
questa storia, nata da una role, è stata scritta a quattro mani (da arty98n e nial98)
il RATING è arancione, ma forse più avanti diventa ROSSO... ditemi se secondo voi dovrei cambiarlo...
la storia: demoni esiliati, angeli, bianchi, cacciatori di demoni, passati tragici e nuovi amori impossibili
che altro posso dire? Leggete se volete sapere e recensite per favore
ciao
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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faye sentì delle onde entrarle fin nel corpo. "jess" pensò voltandosi verso la parte da cui erano arrivate, si concentrò e provò ad inviargliele a sua volta. sperando che le avrebbe ricevute.
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 “perfetto ora so dov’è…no, è ancora ferita…” mentre cercava la ragazza si fermò e procurò le erbe mediche selvatiche…sarebbero servite, anche perché il morso era di un mezzo demone…e il veleno poteva fare effetto…
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faye rimase ferma sentendo il polso pulsare, sciolse la faciatura e guardò, stava facendo infezzione un poco alla volta.
sperò che il ragazzo arrivasse il prima possibile o non aveva proprio idea di cosa fare. fasciò di nuovo la ferita e strinse con più forza.
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Corse, lo fece per lei, per impedire al tempo di far fare il corso al veleno e di trasformare la ragazza in un demone…vide il suo sangue per terra e alzò rapidamente lo sguardo, faye era là, a pochi metri da lui appoggiata ad un albero.
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alzò lo sguardo e lo vide, gli corse incontro e lo abbracciò "amore! stai bene?" chiese preoccupata cercando le ferite che aveva il ragazzo sul corpo.
 
Sorrise amaramente “non preoccuparti per le mie ferite faye” disse sciogliendosi dall’abbraccio
Fece stendere la ragazza e le tolse la benda, la ferita pulsava del colore del suo sangue e tutt’intorno la pelle era piena di vene viola “non andiamo bene… posso curarti?” le chiese guardandola negli occhi
 
Faye annuì "fai quello che devi fare" disse sorridendogli, era così carino quando si preoccupava. non sentiva neppure più il dolore al polso, sembrava passato.
 
Jess la guardò con tenerezza, perdendosi in quegli occhi così dannatamente belli… ma se non avesse fatto in fretta quegli occhi non sarebbero più stati così
“prendimi una mano faye, e quando ti faccio male stringila con la tua, quella del braccio ferito…” gli prese la mano e con l’altra ripulì il coltello che teneva la ragazza
 
lei fece come aveva detto, anche se non capiva tutta quella fretta, di cosa stava preoccupando? erano insieme, cosa c'era di così importante da fare?
 
 “lo faccio per te Faye…” disse lentamente jess
Strinse il coltello tra le dita… avrebbe preferito non farlo, ma sapeva che era necessario
Affondò il coltello nel braccio di faye, dove aveva la ferita e recise la vena che portava più sangue, soprattutto quello contaminato
 
faye urlò di dolore, ansimò e gli strinse la mano. era un dolore tremendo.
Ma lo sentiva via via attenuarsi, il respiro era irregolare.
si sentiva come scivolare via, guardò il viso di jess, era così bello ed angelico.
chiuse lentamente le palpebre mentre sentiva urlare dentro di sè la sua anima di non chiuderli, perchè se lo avesse fatto non li avrebbe più riaperti.
 
Jess vide il sangue violaceo della ragazza uscire dalla ferita… “non chiudere gli occhi, ti prego” troppo tardi, faye era svenuta e dalla vena recisa il suo sangue usciva a fiotti
“no, non riuscirei a aiutarla senza perdere il controllo” si disse e poi prese in braccio Faye dopo averla fasciata, corse fuori dalla foresta e salì in moto con lei semi-cosciente
 
 
 
 
 
 
faye sentiva delle voci, ma non comprendeva ciò che dicevano, coglieva solo dei frammenti di frasi "...aumentate la dose..." "...fate una trasfusione..." "...non è coscente..." "...potrebbe non superare..." e altre voci che riconobbe "...si riprenderà?" "...vai a prenderti un caffè..." "...se si sveglia ti faccio sapere..."
Era come camminare nella notte, non vedeva niente, coglieva frasi.
"ma dove sono?" si chiese e provò più volte a aprire gli occhi. ma l'impresa non era facile.
"jess dove sei?" chiese al nulla.
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 “lasciatemi entrare! Ho il diritto di stare con lei! L’ho portata qui io!”
“no, non hai nessun diritto su quella ragazza, demone. Ora vattene, non farti più rivedere in giro…” disse l’uomo di fronte a lui
“prima voglio vederla e sapere come sta…” cominciò a dire Jess
“sì, karl, jess può vederla e stare con lei se Faye acconsentirà a ciò” disse la madre di faye a suo marito
Il padre di faye represse la rabbia “non sei nemmeno sua madre, non puoi decidere per lei”
“la madre l’ha affidata a me e io l’ho cresciuta come una figlia, ho il diritto di fare ciò che è bene per lei; tu invece te ne sei andato dopo che è morta… non sei più suo padre…” detto questo karl si spostò e mise le spalle al muro, lasciando che jess entrasse nella stanza della ragazza
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"ma che diamine sta succedendo li fuori?" si chiese.
Per un istante soltanto fu come se l'anima fosse uscita dal corpo, vide chiaramente un uomo, sua madre e jess discutere fuori da una stanza. ma fu tutto molto veloce.
le parve come di sentire una voce chiamarla, ma non ne era certa. aveva l'udito che era diventato estremamente sensibile e di fatti si domandò se non fosse stata solo una sua impressione.
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Jess abbassò la maniglia della porta e la spinse verso l’interno, per poter andare a trovare faye
Si mise di fronte al letto d’ospedale e la guardò con occhi tristi
Non era mai stato in un ospedale…si era sempre curato da solo, diffidava dell’altra gente, ma per lei era venuto e l’unica cosa che voleva era tornare a casa
“come stai faye?” chiese con tono di voce molto basso e dolce, per non darle fastidio
 
faye ascoltò quella voce e non potendo arrivare al corpo usò la mente "sono stata meglio" commentò e avrebbe riso, era certa che avrebbe riso. "tu piuttosto? potresti gentilmente spiegarmi come si fare ad uscire da qui?" chiese un po’ annoiata.
 
 “non ti piace qua, vero? beh nemmeno a me, ma sai, non volevo farti riprendere dopo che eri svenuta per chiedertelo, mi sembrava scortese…” rise con lei “ma tranquilla, tra poco ti lasceranno uscire…ma non so dove andrai…tua madre ha acconsentito a farti tornare da me, sa tutto e non ne è contraria, ma tuo padre beh…lui non so, non sembra avere buone intenzioni” smise di parlare, scrutando il volto dell’amata
“inoltre ho avvisato Mia e…steph…”
 
"hem amore... io intendevo uscire da questo kunikolo senza luce. magari prima di uscire dal resto devo riprendere conoscenza no?" chiese lei con la mente. Evidentemente l'aveva fraintesa.
 
 “sì, scusa, non ci avevo neanche fatto caso…” rise e si avvicinò a lei
“ok, ora focalizza il mio essere nella tua mente, poi continua a inseguirlo mentre si allontana e sarai sveglia, ti sveglierei più personalmente ma sarebbe pericoloso…”
Le accarezzò lievemente una mano…”dai…” pensò dentro di sé
 
faye si concentrò sull'immagine di jess, seguì la sua voce e piano piano sentì riaffiorare tutto. sentì il cuscino sotto di sè, l'odore di disinfettante, la mano del ragazzo che stringeva ala sua.
Aprì gli occhi e vide il suo viso, provò ad alzarsi ma fu difficile con i tubicini che aveva nelle braccia e nel naso. "jess" disse piangendo.
 
 “no, amore non piangere…” disse asciugando le lacrime della ragazza e guardandola intensamente negli occhi, quegli occhi che temeva di non rivedere più, il motivo per cui aveva fatto ciò che aveva fatto “non è successo niente, si sistemerà tutto faye…” la baciò dolcemente temendo di farle male “mi spiace di averti fatto male, ma non potevo lasciarti diventare come me…non te lo meriti..”
 
Lei gli sorrise e lo abbracciò stringendolo forte "ora però sono tornata qui" disse guardandolo negli occhi.
lo baciò, aveva temuto di non poterlo più fare. dio come era bello sentire le sue mani toccarla e poterlo stringere ancora!
"non mollo facilmente!" disse guardandolo negli occhi.
 
 “non te lo lascerei fare, non dopo ciò che è successo… ehi tra poco arriveranno Mia e steph…” disse carezzandole un fianco “vogliono sapere come stai, inoltre mia mi ha sgridato per ciò che è successo… steph invece non ha detto niente… tra non molto poi potremo tornare a casa”
 
Faye annuì "resti qui con me fino a che non mi dimettono?" chiese prendendogli la mano e stringendola. non voleva che se andasse e la lasciava sola.
 
 “certo che resto qua, non vado da nessuna parte senza di te… anche perché è colpa mia se sei qua dentro ora…” disse con sguardo triste il ragazzo, si sentiva così in colpa per ciò che era successo…
 
faye lo stinse a sé per quanto le permettevano i tubicini "non essere triste, ora sto bene e in fin dei conti è questo ciò che conta no?" chiese baciandolo dolcemente, voleva fargli intuire i suoi sentimenti.
 
 “sì, ora conta solo questo… non volare più quando ti trovi nel mio territorio Faye… non è bello ciò che succederebbe…e non voglio perderti…” aggiunse prima di baciarla dolcemente per ricordarle che lui era lì e ci sarebbe sempre stato
 
lei annuì "non lo farò più" disse prima che Mia spalancasse la porta "allora come sta la moribonda?" domandò entrando con al suo seguito Steph che era evidentemente in imbarazzo.
faye sorrise "bene, ma sono stata meglio" rispose guardando l'amica.
 
Jess vide la ragazza entrare dalla porta e sperò che si dimenticasse di lui e parlasse solo con faye… invece… “jess, io e te non abbiamo ancora finito di fare i conti! Ti pare di farla finire qua dentro???!?! Cosa le hai fatto?!!??!” jess ascoltò con un po’ di sbalordità la ragazza, nessuno gli aveva mai parlato così, ma temeva ciò che poteva fare Mia “beh io…ecco…non ho fatto apposta…ho solo…insomma…” si voltò verso faye con aria di supplica
Steph tossì nervosamente
 
faye annuì "è stato un'incidente, non ha fatto apposta. mi ha portata nel bosco e sono stata attaccata da... un cervo? e per impedire di trasformarmi ha reciso la vena" spiegò stringendo la mano del ragazzo "mi ha salvata, se non ci fosse stato lui chissà cosa mi sarebbe successo!" disse guardando Mia negli occhi.
 
Mia annuì, ma solo perché non era il momento né il luogo dove affrontare l’argomento
Jess si scusò ancora e prese la mano a Faye
“io starò qui con lei e poi, quando uscirà, risolveremo tutto ok?” chiese a tutti
 
sia Mia che steph annuirono.
"allora come è andata a scuola?" chiese lei per rendere la conversazione più leggera.
si finse interessata a ciò che le raccontò mia ma guardava di continuo jess stringendogli la mano affettuosamente.
 
Jess cercò di interessarsi a ciò che diceva Mia, ma preferiva perdersi negli occhi di faye e stringere la mano della ragazza sdraiata nel letto con un braccio fasciato “non sarebbe mai successo niente se non l’avessi portata là…” pensò
 
lei lo guardava di conseguenza, era così bello, tenero e incredibilmente vulnerabile.
"a casa vieni a trovarmi di sera?" chiese mentalmente a jess. aveva voglia di passare tempo con lui.
 
 “certo che vengo… voglio passare tutto il tempo che posso con te… e poi puoi venire anche tu da me…sai, la casa è libera…” le rispose trasmettendole anche tutta la voglia che aveva di passare del tempo con lei…
“ok, va bene, so che non mi state ascoltando…” disse Mia con una punta di nervosismo
“steph, non hai niente da dire tu?” disse Mia, scambiandosi un’occhiata un po’ complice con il ragazzo
 
steph alzò le spalle "cosa dovrei dire in fin dei conti? non ho potere su nessuno dei due, ma la cosa certa è che d'ora in poi dovreste stare attenti a qualsiasi cosa facciate." disse guardandolo, ma nessuno dei due lo stava ascoltando.
"ma mia mamma non mi lascia venire a casa tua..." gli rispose faye scuotendo il capo.
 
 “no, è a tuo padre che non va bene, tua madre dice che tutto ciò che le ha detto la tua vera madre è che vuole che tu sia felice con la persona che ami, chiunque essa sia…” le carezzò il collo dolcemente e lasciò poi che la sua mano disegnasse il profilo di tutto il suo corpo prima di posarsi delicatamente sulla sua gamba
Si sentiva un po’ in colpa per non ascoltare gli altri ma… avrebbero capito
 
faye piegò il capo "mio padre? da quando ne ho uno scusa?" chiese allibita, non aveva mia avuto un padre, era sempre cresciuta con sua madre adottiva e non le era mai capitato di pensare all'esistenza di un padre. la cosa la turbò alquanto.
"amore però se ti scambio ancora per mia mamma non prendermi in giro" disse sorridendo al ricordo.
 
 “no, non m’importa, mi interessa di più il fatto che tu sia a letto con me che il nome che mi dai…” disse guardandole con affetto
Teneva davvero molto a quella ragazza e non era sicuro che si sarebbe perdonato per ciò che le aveva fatto
 
 "amore.... non starci male per ciò che è successo.... ti prego... io sono qui, non me ne voglio andare... amore... non mi importa quello che hai fatto. perché ti amo" disse lei sorridendogli.
"beh noi vi lasciamo soli piccioncini!" disse Mia salutandoli e uscendo con steph.
 
 “ragazzi, ci vediamo dopo…?” disse jess, ma non ottenne risposta, visto che i due avevano già sbattuto la porta alle loro spalle
“non se la prenderanno, sanno che ci piace stare soli…” disse poi, rivolto a Faye
La guardò negli occhi e si avvicinò leggermente al suo volto
 
Faye rise e lo abbracciò "che progetti hai allora per la serata?" chiese guardandolo negli occhi. gli andò vicino con il naso e li fece scontare. il bacio all’eschimese era il caso dato che sapeva bene che se si fossero iniziati a baciare non avrebbero più smesso e quello non era il posto adatto per limonare.
 
Jess rise e le diede un veloce bacio, allontanandosi in fretta per non rischiare di essere visti dall’infermiera che di lì a poco sarebbe entrata per visitare faye e dirle a che ora potevano uscire
“beh io ho voglia di averti un po’ con me…non so tu cosa hai in mente amore…” disse carezzandole un fianco con nostalgia
 
Faye annuì "quello che va bene a te amore... l'importante è che non si tratti di boschi o animali. Ne ho avute abbastanza per oggi" spiegò ridendo e poi aggiunse "magari limitiamoci a stare in camera... scegli tu quale" disse con un po’ di malizia.
 
 “opterei per casa mia…sai, nella tua c’è tua madre…non so se è il caso…magari poi non riesce a dormire…o ha il sonno pesante…” le schiacciò un occhio sorridendo leggermente
“se per te va bene, ovvio…”
 
Faye rise "come vuoi tu... devo portare qualche gioco da tavolo?" chiese ridendo, era davvero comico essere li con lui e decidere su cosa fare anche se aveva una vaga idea su ciò a cui avrebbero giocato... ma non voleva dare l'idea definitiva. magari preferiva qualcosa come il monopoli....
 
 “no, troveremo da soli qualcosa per intrattenerci, che ne dici? Solo tu e io…” disse avvicinandosi lentamente a lei…
In quell’istante entrò dalla porta una giovane infermiera “scusate, ho interrotto qualcosa?” chiese con un sorriso sulle labbra
 
faye scosse il capo arrossendo lievemente "n-no... venga pure" disse sorridendole. La donna la guardò sorridente "ti dimettiamo oggi stesso, sei stabile e come vedo hai recuperato ben presto tutti i sensi. Puoi andare" disse uscendo dalla stanza.
Faye sorrise a jess.
 
 “ok, perfetto…ora dobbiamo solo aspettare che ti tolgano la flebo e i tubicini vari, poi schizziamo verso casa ok? Così ti rilassi un po’…” disse jess guardando la dolce ragazza “beh prima di andare credo che tuo padre ti voglia vedere…” gli disse guardando la porta socchiusa
 
faye annuì e mentre le toglievano le flebo fecero uscire jess. quando fu di nuovo rivestita e sistemata la fecero uscire dalla stanza.
fuori di essa trovò il suo ragazzo, sua madre e un uomo dai tratti nordici, i capelli biondi, la pelle candida e gli occhi chiarissimi. era alto e muscoloso. doveva avere su per giù 35 anni.
 
 “ehi amore…”disse jess andando in contro alla ragazza “lui è tuo padre…”
L’uomo, Karl, si avvicinò lentamente alla figlia…somigliava molto a sua madre, i suoi occhi erano un incrocio tra loro, azzurri e verdi, anche il fisico era quello di evangeline, la madre; la sua amata che morì per mano del padre di quel mezzo demone che adesso teneva per mano la figlia…
 
 
  
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