Poesie;
in una notte di luna oscura, dove gl’angeli decaduti
decantano il loro eterno tormento e lì; seduta fra di essi sta immobile
l’eterea fata della notte. Ascolta e tace, poco le importa dei tormenti che le
giungono alle appuntite orecchie, perché già ella ha
un tormento proprio da raccontare. Tumultuoso le dilania il cuore, facendole
lacrimare rosse gocce di sangue, che imperterrite le macchiano il diafano viso.
Neri i capelli che lo sferzano ad ogni folata di vento e di
tenebra è fatta la sinuosa veste che indossa. Nessuno sa quale sia il profondo e celato dolore che l’accompagna fra i
dannati… ella non ne vuole parlare… perché ben sa, che anche se sfogo venisse
dato, quelle anime martoriate non lo capirebbero e così vaga l’evanescente
figura battendo le nere ali di farfalla. Nessuno le ha mai visto fare un
sorriso, perché in quel luogo dannato, dove ella è
relegata, nessuno ricorda il colore ed il calore di uno sbuffo di gioia. E così
batte le ali la giovane fata allontanandosi dalla radura e proseguendo nel
fitto fogliame… ad un tratto un raggio di luna la colpisce con il proprio
chiarore spettrale ed un canto doloroso le sale alla
gola facendola fremere. Vorrebbe evitare di farlo ascoltare, ma ormai non può
più tenerlo per se e così dinnanzi ad i muti alberi della foresta maledetta, ella esprime con voce sommessa il dolore che l’amore verso
quel mortale le ha procurato…
Canta
e canta la propria dannazione, a tratti lieta ed a
tratti dolorosa.
Decanta
quanto è triste amare e non riceverne altrettanto…
Decanta
il rinnegamento dei propri sentimenti…
E
così fino all’alba, quando i primi raggi di sole la faranno diventare parte del
nulla a cui ella è relegata.