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Autore: afterhour    24/01/2013    7 recensioni
E' possibile convincere Sasuke Uchiha a tornare a casa?
Perchè la guerra è finita da pochi mesi, e lui, ovviamente, non è tornato.
Intanto Sakura si arrabatta tra lavoro, genitori, nonna impicciona, e un grosso...grosso problema frutto del loro ultimo incontro, ormai convinta che a lei il lieto fine sia precluso...
Ma non bisogna mai perdere la speranza!
Sasusaku
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Allora...
Non ho riscritto tutto daccapo come volevo inizialmente, ho solo sistemato qua e là, sperando che sia almeno decente...in compenso nel frattempo, ispirata da una recensione, ho scritto un altro capitolo, per cui questo non è l'ultimo.  
Il prossimo è ambientato diversi anni più avanti, con loro più adulti e maturi (e la loro prole), e dato che è pressochè pronto lo farò uscire sicuramente lunedì.




TUTTI


Erano passati venti giorni ed era tutto deciso.
Era da un po’ che Sakura considerava la possibilità di andare a vivere da sola, e questo era il momento adatto per affrettare le cose, dato che non intendeva rimanere a casa ora.
Di conseguenza loro due sarebbero andati a vivere insieme. Lei e Sasuke. Lei. E. Sasuke.

Non si sarebbero sposati al momento, era stata irremovibile su questo, lo avrebbero fatto un giorno, tra qualche anno, se lui glielo avesse chiesto ancora.
Se lo volevano ancora tutti e due, e se lui lo voleva davvero.

Nel frattempo, subito dopo quella notte in cui lui le aveva detto che sarebbe rimasto, aveva finalmente raccontato ogni cosa ai suoi.
Era stata dura, sapeva di deludere profondamente sua madre, e papà, il suo papà sempre così buono e allegro: suo padre aveva incurvato le spalle, sua madre si era irrigidita, ma in fondo avevano incassato meglio di quello che aveva creduto.

 - Possiamo vederlo questo ragazzo? – aveva chiesto papà, la mamma era momentaneamente a corto di parole.

E così, per accontentarli, avevano organizzato un pranzo dalla nonna, visto che Sasuke si trovava ancora lì (la nonna continuava a trattenerlo con le scuse più improbabili e i lavori più ridicoli).
Per poco, perché avevano già trovato un alloggio in cui andare a vivere, insieme, e lei…lei in realtà non se ne rendeva nemmeno bene conto, le pareva di essere sospesa, galleggiante in un sogno improbabile, e temeva solo di svegliarsi e scoprire di avere immaginato tutto.

Sasuke era lì, deciso a rimanere, ad aiutarla, a stare con lei, a provarci.
Troppo bello per crederci.
Troppo perfetto.

Una settimana prima aveva raccontato tutto anche alla nonna, un giorno in cui mangiava lì (era più lì che a casa), e pazienza se Sasuke nel frattempo se ne stava teso e immobilizzato al suo fianco.
La nonna aveva brontolato, e brontolato, sostenendo che avevano fatto tutte le cose al rovescio, che un figlio doveva essere l’ultima, non la prima cosa da fare, ed aveva aggiunto che era quello che succedeva con i bei ragazzi, che ti incantavano, come se fosse tutta colpa di Sasuke e lei non fosse in grado di intendere e di volere quando c’era di mezzo lui, che a pensarci bene non era una cosa così distante dalla realtà.  

L’aveva anche redarguita per non averlo detto prima, sostenendo che i pesi non condivisi facevano male al cuore e al fegato (e come esempio aveva tirato fuori uno dei suoi aneddoti), ed aveva avvisato Sasuke che lo teneva d’occhio, ma a dire la verità non sembrava né contrariata, né preoccupata, anzi, pareva stranamente compiaciuta.

 - Bene – aveva concluso – almeno posso vedere un nipotino prima di morire, e speriamo sia una bella bambina –

Dopodiché era andata a farsi un riposino, provata da tutte quelle novità, e loro due si erano chiusi nella camera in cui dormiva Sasuke, a fare l’amore, come ogni volta che Sakura aveva un minuto libero.
Fortunatamente la nonna era anche un po’ sorda.

E infine l’aveva raccontato anche a Naruto (ormai non le importava più di mantenere il segreto, anzi, voleva che lo sapessero tutti), il quale subito si era mostrato contentissimo, perché significava che Sasuke sarebbe rimasto e che adesso erano tutti felici come piaceva a lui, però poi ci aveva pensato e aveva improvvisamente deciso di picchiarlo, “quel bastardo”, e le ci era voluta tutta la sua forza di persuasione accompagnata da una buona dose di minacce (e un cazzotto) per convincerlo a lasciare perdere.
Le veniva ancora da sorridere al ricordo, buon, vecchio Naruto.

Intanto oggi c’era il fatidico pranzo, in cui l’aspettava una specie di resa dei conti, dato che dopo avergli dato la notizia non aveva più avuto l’occasione di discutere molto della cosa con i suoi, e sapeva che erano ancora scossi.
Ma al momento non riusciva a preoccuparsi.

 Entrò dalla nonna per aiutarla ad apparecchiare, e sorrise a Sasuke che stava maneggiando con il tavolo tentando di aprirlo per far posto a tutti, il gatto seduto sulla sedia che lo guardava con un solo occhio aperto.
Conosceva quel tavolo e sapeva che era difettoso, per cui corse ad aiutarlo prima che spaccasse tutto, esasperato.

Amava alla follia vederlo cimentarsi in queste incombenze domestiche.
Lo amava alla follia.
E si rendeva conto che il suo amore per lui finora era stato monco, un amore a metà, per quello le aveva procurato solo sofferenze, o meglio, anche per quello, perché un amore a senso unico non è completo, in un certo senso non è neppure reale, non come quello che la faceva ridere di felicità, ora, con lui.

Mentre sistemavano la tovaglia, pensò che c’erano ancora tanti tipi d’amore che doveva sperimentare con lui, come quello fatto di cose quotidiane, di riti, magari anche di noia, o come quello di essere due genitori.
Sperava di sperimentare sempre con lui ogni tipo d’amore, perché, e su questo non aveva dubbi anche se sembrava troppo presto per dirlo, anche se erano appena agli inizi, lui era il suo grande amore, l’amore della vita.
 
Apparecchiarono per sei, era invitato anche il nuovo hokage che ormai capitava spesso da quelle parti, nonostante la nonna preferisse spudoratamente Sasuke ed avesse sempre da ridire su di lui.
La nonna aveva anche voluto preparare da mangiare personalmente, quella testarda, e Sakura era un po’ in pensiero (una volta era un’ottima cuoca, ora…chissà che pasticci poteva combinare), ma alla fine avevano dovuto lasciarla fare, appena tentavano di entrare in cucina venivano cacciati in malo modo, tacciati di ‘intrigare’.

Naruto era arrivato in anticipo e si era messo a mangiucchiare, spaparanzato sulla sedia, a capotavola.
Nel frattempo parlava con Sasuke.

 - Potrei metterti a capo degli AMBU, saresti perfetto, oppure preferisci fare qualcos’altro, tipo l’‘anziano’? Ma non sei anziano, scordatelo…anche se sarai padre…no…se ci penso che hai messo incinta Sakura  ti spaccherei la faccia… sei un bastardo di merda che… -

 - Non si dicono queste parolacce in casa mia! – lo redarguì la nonna che era emersa dalla piccola cucina separata, spaventandolo a morte – e non piluccare che dopo non hai più fame! –

 - Ha sempre fame – l’aveva rassicurata Sasuke.

E nel sentirlo parlare così, come se fosse a casa, come se si sentisse a casa, lei aveva provato uno sproporzionato senso d’euforia.
Sasuke era a casa, era finalmente a casa, non era un sogno.

Quando erano arrivati i suoi il gatto era scappato di là (non sopportava la mamma, lui e la nonna avevano gli stessi gusti), e si erano sistemati tutti in tavola, lei di fianco al suo amore, che se ne stava seduto sulla sedia come se non gliene fregasse niente (mentre aveva il fondato sospetto che non fosse così, che fosse più nervoso di quel che mostrava), la mamma davanti a lei, rigida rigida, che guardava Sasuke di sottecchi, il papà di fianco alla mamma, proprio di fronte a Sasuke, che faceva qualche battuta, un po’ imbarazzato.

Il cibo non era eccelso ma neppure così male, la nonna aveva cucinato se non altro decentemente, a parte le patate bruciacchiate e il pollo così stopposo che nessuno l’aveva mangiato, tranne Naruto che spazzolava tutto.

 - Allora Sasuke – si decise ad iniziare suo padre dopo essersi schiarito la voce, pungolato dalla mamma, ovviamente – penso che capirai che siamo un po’ preoccupati per la nostra bambina –

 - Non sono una bambina – sbuffò lei ( in realtà questo era un goffo tentativo di distogliere l’attenzione da lui, non si sapeva mai come poteva reagire sotto pressione).

 - E invece sì! – sbottò mamma – se fossi matura e responsabile non saresti incinta, così giovane! –
 
 - Sciocchezze, se è abbastanza grande per uccidere è abbastanza grande anche per procreare – minimizzò la nonna, forse solo per contraddire la mamma - durante la guerra si concepiscono sempre tanti bambini, mi ricordo che… –

 - Non ci interessa! – la interruppe stizzita l’altra.

Si erano guardate in cagnesco per alcuni secondi, e poi, quasi all’unisono, i suoi avevano fissato Sakura (lei sospettava che di Sasuke avessero un po’ di paura, non che non li capisse, al momento aveva un’aria un po’ minacciosa), ed era tutto precipitato.

 - Ed ora andate a vivere da soli? Non potete aspettare? – aveva attaccato suo padre di punto in bianco.

 - Come sappiamo che non se ne andrà via di nuovo? – questa era la mamma.

 - Non ti stai comportando con leggerezza? – la spalleggiò il papà, cui sicuramente la mamma aveva fatto il lavaggio del cervello in quei giorni – non abbiamo neanche avuto modo di discutere le cose con calma! –

 - Non ce l’aspettavamo proprio, questo, da te, e dicci come possiamo fidarci ora…ti sei dimostrata così immatura e irresponsabile! –

 - Mi sono accorta del viavai notturno, non sono mica così rimbambita! – tirò fuori del tutto a sproposito la nonna.

 - Anche questo Sakura? Non ti basta esserti fatta mettere incinta? Ecco perché tornavi sempre così tardi! –

 - Be’ – si era intromesso Naruto – più incinta di così mica può finire! –

 - A proposito giovanotto, avrei delle rimostranze pubbliche sul tuo operato di hokage, ci sarà un modulo per questo, no?! Perché va punita questa cosa di presentarsi a casa di una povera vecchietta e tentare di arrestare un suo ospite, e poi minacciare ripetutamente di ucciderlo, un giovanotto così ammodo poi! –

Che era davvero il colmo, tutto si poteva dire si Sasuke, ma che fosse ammodo proprio no, e anche ora se ne stava seduto svogliatamente nella sedia con l’aria seccata, per niente composto, come uno cui…cui la mamma non aveva urlato per anni di stare composto, ecco…

 - Non cambiamo argomento! – si intromise ancora la mamma – il punto è che Sakura si è comportata da incosciente e non posso fidarmi di lei, e tantomeno del ragazzo! –

 - Non intendo andarmene se è di questo che vi preoccupate, e Sakura non è un’incosciente, la colpa è mia – aveva chiuso il discorso l’interessato, con un tono di sfida che non ammetteva repliche.

Per qualche secondo c’era stato un silenzio di tomba mentre lei se lo guardava un po’ commossa, e poi tutti avevano iniziato a parlare tra di loro, ignorandoli.

Lei guardò la mamma che replicava stizzita alla nonna e poi si sfogava come sempre con papà, la nonna che contestava a gran voce, spesso a sproposito, e ogni tanto le piazzava ancora un po’ di cibo nel piatto e le faceva segno di darne anche a Sasuke, che avevano bisogno di energie, Naruto che si serviva ancora quel pollo immangiabile, non molto scombussolato dal trambusto.
E lei non riusciva neppure ad arrabbiarsi come faceva di solito, le veniva da ridere.

Sasuke invece fissava un punto indistinto davanti a sé e pareva corrucciato, sicuramente infastidito, non si sarebbe per niente sorpresa di vederlo alzarsi e andare via, e non sapeva se preoccuparsi; ma poi si era voltato e l’aveva vista trattenere la risata, ed era scappato una specie di sorriso anche a lui.

 - Sono pazzi – gli bisbigliò.

  - Allora, sentiamo, perché non vi sposate a questo punto? – li interpellò subito dopo suo padre, con quell’espressione bonaria che gli apparteneva più di quella arcigna di prima.

 - Sono io che non voglio, è troppo presto – spiegò lei allungando una mano ad afferrare quella di Sasuke sotto il tavolo.

Lui gliel’aveva stretta un momento tra le dita prima di scostarla, e a lei bastava quello.

 - Vedo che avete deciso tutto ormai – sospirò la mamma, ma pareva più rassegnata che arrabbiata – speriamo vada tutto bene, se non altro mi sembri felice – concluse con una specie di riluttante benedizione.
 
- E’ proprio una sciocchezza questa di non sposarsi – aveva borbottato invece la nonna, quella traditrice – intanto fatti sposare, poi c’è sempre il divorzio –

 - Nonna! –

 - Meglio accaparrarsi subito i migliori – ribadì l’altra imperterrita - dopo restano solo le scartine e bisogna accontentarsi. Tuo padre si è sposato tardi e… - Sakura aveva trattenuto il fiato - …e tutto sommato non gli è andata così male – la sorprese invece la nonna – guarda che meraviglia di nipotina ha tirato su…be’, assieme a tua madre anche…ma è meglio non sfidare la sorte –

 - E’ per questo che sono così felice di essermi accaparrato la mia Hinata! – quasi urlò Naruto, nonostante stesse ancora masticando il pollo.

E su questo non c’era proprio niente da dire.

E poi, finalmente, la mamma si era alzata per andare a prendere il dolce che aveva portato, e in qualche modo quel pranzo era giunto ad una conclusione.
Grazie al cielo.

I suoi se ne erano andati ancora un po’ agitati, decisi a discutere ancora della cosa in futuro, e lei rimase sola con Sasuke e Naruto, dato che la nonna aveva detto che si sdraiava un momento, e che dovevano rassettare tutto loro.
Probabilmente per questo Naruto si era congedato poco dopo.

 - Il mitico team sette è ancora insieme! – fece loro con un ghigno, puntando il pugno in aria, prima di sparire nel nulla.

E lei si accorse solo allora che nonostante tutto quel trambusto stava sorridendo da un po’, di un sorriso beato, vero, sincero.

 - Scusa per i miei, sono figlia unica e sono un po’ troppo protettivi – mormorò poi, mentre lavavano i piatti, e intanto pensava che presto avrebbero lavato spesso i piatti assieme.
Chissà perché la prospettiva le pareva così esaltante.

 - Hanno ragione – minimizzò lui – sono un pessimo partito –

 - Ed io che credevo avessi ereditato tutti i beni degli Uchiha! – scherzò lei.

Lui aveva sorriso appena ed era rimasto un momento pensieroso.

 - Sei un medico – iniziò poi – non hai mai pensato di abortire? –

 - Un figlio tuo? Non ti avrei mai fatto questo! – esclamò senza pensare –…cioè, ho considerato molte cose – tentò malamente di correggersi – …non è che pensassi che…–

 - Non mi avresti mai fatto questo? Cosa? – la interruppe lui, e sembrava così tranquillo ora, così ben disposto, che non poteva rispondere evasivamente.

 - E’ un Uchiha – spiegò semplicemente – un giorno, quando nascerà, avrai ancora la tua famiglia -

Lui si era voltato a guardarla con uno strano sorriso e le aveva dato un colpetto sulla fronte con l’indice, zittendola.

 - Stupida – le mormorò con tenerezza – hai pensato più a me che a te stessa –

 - Come sempre – minimizzò lei.

 - Sì, come sempre – sorrise lui, lo sguardo per un momento pieno di calore, colmo di qualcosa che assomigliava tremendamente all’amore.

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