Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: leedskiss    24/01/2013    7 recensioni
Io non gli avevo chiesto nulla, figurati di amarmi.
E poi una come me? Forse adesso sono più forte e sono io a prendermi cura di lui.
Vuoi sapere la verità? Siamo due casi persi, davvero.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

A lui, che ogni giorno mi fa rivivere quei ricordi,
grazie.

 

Adesso vi starete chiedendo come ho conosciuto la mia salvezza.
Cioè come siamo riusciti a trovarci in una città, in un mondo così
dannatamente grande, per trovarlo, per incontrarci.
Non riesco nemmeno a ricordare, forse perché i ricordi non sono
essenzialmente per me ricordi, sono cose che stanno
succedendo ancora, lui adesso è qui con me, sta dormendo, io
sto scrivendo come un’idiota.
Il tempo non è dei migliori, sapete? Ma che diamine vi importa
del tempo londinese?
**
Ero lì, su una panchina, di notte, alle quattro e trenta del mattino.
Ero da sola, come sempre, mi stavo stropicciando gli occhi
 che stavano pizzicando e bruciando.
Lì, appoggiato vicino a me c’era ancora quel caffè, che intanto
si era fatto piuttosto freddo, direi gelido.
Lo bevvi avidamente, capendo che per me non mi aspettava di certo una
colazione migliore il mattino seguente.
Avevo bisogno di pace, cosa che essenzialmente avevo trovato
uscendo da sola, nel bel mezzo della notte, ci ero riuscita.
Non aspettatevi nulla di che, perché ci siamo incontrate come due
persone normali, solo che eravamo due anime sole, e bisognose
l’una dell’altra.
Mi appisolai sulla panchina verde smeraldo, che poi sarebbe diventata la
nostra panchina, e anche il luogo dove sarei andata quando avrei avuto
bisogno di pensare, e delle volte di allontanarmi da tutti e anche da lui.
«Ehi. » disse.
Stavo dormendo, mi posai la mano sul viso, e poi guardai l’orologio,
erano le sei e trenta del mattino.
«Lasciami dormire straniero. » dissi senza guardarlo in faccia.
«Lo farei con piacere, ma questa è la mia panchina. »
Mi ero imbattuta in un barbone o cosa? Scattai e mi sedetti dritta, e individuai
bene il ragazzo, sulla ventina come me.
«La panchina è del comune, e di sicuro poi io avrei il diritto di precedenza. »
Il ragazzo ridacchiò, uhm, un buon risveglio, ma che c’era da ridere?
«Sai da quanto tempo vengo qui alle sei e trenta del mattino? » mi chiese.
«Che ne posso sapere, non so nemmeno come ti chiami. »
Il ragazzo sorrise di nuovo, e si scompigliò i capelli rossi.
«Bhé è un anno e mezzo, quindi la panchina è mia, ah, e sono Ed. »
Che ci faceva un ragazzo alle sei e trenta del mattino su una normale panchina
verde, in una di quelle stradine di Londra?
«Ah, uhhhm, allora vuol dire che per oggi sarà mia, non è giornata Ed.
Ah, e che ci fai ogni giorno, qui? »
«Per te non è giornata, per me non è la vita giusta, epoca giusta, nulla è giusto, solo questa banale panchina, forse.
E poi non ti conosco, perché dovrei dirti che ci faccio? Fatti miei. »
«Ma se oggi dobbiamo condividere la panchina allora devi dirmelo, non vorrei
che fossi uno di quei pazzi maniaci, comunque sono Harriett. »
Il ragazzo mi guardò strano e poi iniziò a ridere.
«Bhé Herriett, buona notizia, non sono un maniaco, cioè almeno per ora no.
Comunque scrivo, scrivo canzoni, non se possono avere un senso, ma scrivo, perché è l’unica cosa che mi fa andare avanti, mi fa sentire vivo. »
Gli sorrisi, capii che almeno non era un maniaco, e che forse non era come gli
altri ragazzi, idioti e che pensano solo a quello.
«Bene, allora scrivi, io dormo, però non te ne andare, non mi lasciare sola.
Dopo voglio leggere, okay? Se poi diventassi famoso, non vorrei che poi
dicessi qualcosa su di me, sai qualcosa di strano. »
Il rosso sbuffò, prese un pezzetto di carta e una penna, e scarabocchiò qualcosa.
E me lo mostrò, la canzone era chiamata ‘’the strange girl.’’
Gli diedi un colpetto sul braccio, poi mi appoggiai alla sua spalla,
e lentamente mi addormentai di nuovo, non se ne sarebbe andato,
lui no, non se ne sarebbe mai andato, non mi avrebbe mai lasciato sola.
Me lo aveva promesso guardandomi negli occhi, e sorridendomi.
**


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Spazio autrice.

Lo so, lo so, sono strana, ma chi è che non lo è almeno un po'?
Questo è solo l'inizio, come sapete non so cosa far succedere *spreme le meningi*
comunque mi sento piuttosto idiota lol, cioè si incontrano tramite una panchina? Ma uatta fuck? #lasciatemi in pace.
Fatemi credere che possa essere così, che un amore possa nascere così, in questo modo così banale.
Aspettate ho detto 'amore'? Mhm, ci sarà da divertirsi, o da piangere.
on twittah: xniallersguitar

 

  
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