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Autore: Belarus    24/01/2013    2 recensioni
« Allô? » domandò garbatamente la cornetta.
« Francis! Disturbo? » gongolò mentre Gilbird svolazzava sopra la sua testa.
« Oui! » cinguettò lezioso.
« Maledetto depravato levati da sopra di me! »
Pour Hope *-*
{PruIta-GerIta-Spamano-FrUk}.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bad Friends Trio, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#02. Occorrenti: Meeting&Sugo – Needed: Meeting&Gravy



Era lì, seduto con quei suoi occhialini dalla dubbia utilità cercando di mantenere quella sua aria da bravo ragazzo, di cui tutti avevano scoperto il doppio fine. Era opinione comune fra tutte le Nazioni ormai, che la sua collezione di giornaletti porno – nascosti idiotamente sotto il letto – fosse seconda solo a quella di yaoi di Elizabeta. Eppure lui incrollabile, continuava a recitare la sua parte incurante della meravigliosa collezione di photo hot che di lì a poche ore, Gilbert avrebbe messo su grazie a Feliciano e alla sua pasta. Sghignazzò bramoso gettando il capo indietro, Ludwig smise per un istante di lavorare lo fissò sospettoso. Gilbert dalla sua magnifica poltroncina rialzata in salone, gli gettò un’occhiataccia.
« Che hai da guardare?! » domandò.
Suo fratello non rispose, abbassò il capo senza il minimo mugugno e riprese a scarabocchiare baggianate. Strofinò subdolo le mani, oh sì, già se lo vedeva l’italiano nudo sdraiato sullo stesso tavolo su cui il suo presunto salvatore stava lavorando, con due spaghetti a coprirgli le regioni vitali e un po’ di sugo a imbrattargli il petto. Benedetto Antonio e i suoi pomodori!
Un certo languorino gli scosse le magnifiche membra, rise eccitato mentre Gilbird svolazzava cinguettando. Ludwig staccò la penna dal foglio, gli gettò l’ennesima occhiata insistente. Gilbert si fermò con la bocca spalancata.
« Allora? » chiese indispettito da quell’interruzione.
Suo fratello non rispose, mugugnò un versetto ringhioso e tornò a concentrare la sua attenzione sul flaccido foglio che continuava a rigirarsi tra le mani da ore. Noioso, assolutamente noioso! C’era da chiedersi come facesse Feliciano a scodinzolargli dietro, lui che era un esserino così adorabile. Si leccò le labbra lussurioso, oh sì, insieme si sarebbero divertiti molto di più e lui finalmente, avrebbe assaporato l’inebriante godimento di sentire urlare il proprio nome dalla bocca di Feliciano Vargas. Esplose smanioso rischiando di ribaltare persino la poltrona, Ludwig scattò in piedi.
« Che intenzioni hai?! Rispondi! » tonò, smorzando la risata del fratello.
Gilbert schiacciò il suo magnifico posteriore sulla poltroncina, sarebbe stato divertente vedere la faccia di suo fratello mentre scopriva lui e Feliciano intenti ad amoreggiare sul divano del salone, ma non era il caso. Ludwig non doveva sapere di quel suo magnifico, meraviglioso, stupefacente piano. Il telefono squillò, bloccando l’ennesima incipiente richiesta del suo fratellino.
« Si?! » domandò mentre continuava a fissarlo irato.
« Mi stupisco di te, credevo fossi una Nazione seria! » borbottò la cornetta.
« Tu che parli di serietà, questa è bella… »
« Francis, cosa vuoi?! » annoiato, tamburellò le dita sul tavolo.
« Hai anche il coraggio di rivolgerti a moi con questo tono, dopo avermi mancato di rispetto! »
« Rispetto a te?! Quanto vino hai bevuto questa volta? »
« Non sono io quello che si ubriaca nei pub e balla nudo sui tavoli Angleterre… »
« What?! Tu sei sempre nudo! E non darmi dell’ubriacone stupid frog! »
Gilbert ghignò, suo fratello aveva assunto la sua tipica colorazione bluastra da ramanzina mondiale.
« Posso sapere perché sono stato coinvolto in tutto questo? » domandò a denti stretti, trattenendo le urla.
« La conferenza! L’hai dimenticata ovviamente… »
« La conferenza… » ed ecco che spariva il blu e diventava paonazzo « sono desolato Francis, arrivo immediatamente. »
« Conferenza?! Quale confer- ah! What are you doing?! »
« Il fratellone Francis ti perdona, Angleterre smettila di agitarti dieu! »
« A dopo. »
Lo vide poggiare il telefono sul tavolo con aria smorta, oh la conferenza, l’aveva dimenticata proprio la conferenza, il suo fratellino. Quella che non si sarebbe mai tenuta, che non era nei programmi di nessuno e che avevano ben pensato di inventare per tenerlo lontano dall’italiano per qualche giorno. Oh sì, la conferenza! Quella conferenza, cui si sarebbe unita la sua magnifica riunione privata con Feliciano.
Sghignazzò compiaciuto insieme a Gilbird, mentre Ludwig afferrava ogni genere d’inutile scartoffia con cui di lì a qualche tempo, sarebbe stato costretto a sopravvivere e si avvia alla porta.
« Io vado, vedi di non fare casini mentre sono via, gentilmente. »
Dio quanto amava i suoi piani! Erano così magnificamente magnifici!

*-*-*-*-*

Quella era una ricetta antichissima che richiedeva amore, pazienza e tanta passione. Certo lavorare con gli occhi di Romano piantati addosso era alquanto difficoltoso, ma Antonio lo aveva cresciuto e con il tempo aveva imparato a sorridere agli insulti, alle lamentele e persino ai pugni. Fischiettò contento mentre l’aura impaziente dell’italiano lo perforava da parte a parte, ripetutamente, tanto per essere sicuri che soffrisse.
« Mescola, mescola! Che cosa bolle nel pentolone? » canticchiò rigirando il mestolo.
« La tua testa bastardo, se tra poco non mangio! »
Si voltò indignato. No, il cannibalismo assolutamente no, era vietato! Nei suoi lunghi anni da Nazione, nelle sue svariate avventure da pirata aveva assistito a episodi di cannibalismo e anche adesso, che aveva nostalgia di quei giorni, quegli episodi gli mettevano ancora il voltastomaco. Anche se al tempo aveva pensato di sfruttarli per far fuori Kirkland, cosa che comunque non aveva fatto. Aveva un gran cuore lui…
Assaggiò per l’ultima volta il miscuglio rossastro e profumatissimo che sobbolliva in quella vecchia pentola ormai da secoli, entusiasta ne versò abbondantemente in un piatto e con un passo da ballerino di flamenco lo piantò sul tavolo innanzi a Romano. Non c’erano dubbi che gli sarebbe piaciuto, da bambino ci si faceva persino il bagno! A pensarci Antonio ancora perdeva sangue dal naso quando se ne ricordava. Il suo piccolo tomatino che con il sederino al vento si tuffava dentro il sugo, tenero!
« Sugo? » Romano lo fissò sconcertato.
« Sugo! » Antonio annuì entusiasta del proprio lavoro.
L’italiano sgranò gli occhi mentre il cucchiaio volteggiava innanzi al suo viso come fosse un aeroplano, con un sottofondo di rumori che assomigliavano più alla sua caffettiera la mattina piuttosto che a un aereo. Seguì accigliato la traiettoria di quel presunto velivolo, prima che un dito dello spagnolo lo costringesse ad aprire la bocca e il sugo gli finisse in gola.
« Atterrato! Com’è?! » domandò brandendone un altro cucchiaio.
Romano ingoiò tossicchiando, la lingua gli bruciò come se avesse mangiato un’intera piantagione di peperoncini, non si rese neanche conto nell’ennesimo “ aereo che atterrava “ nuovamente dentro la sua bocca.
« Ti è sempre piaciuto! » affermò entusiasta l’altro, rigirando il sugo nel piatto.
Non gli era mai piaciuta quella roba, la mangiava solo perché c’erano dentro tanti pomodori e quello stupido bastardo era contento di cucinare per lui. Il sugo che cucinavano a casa sua era tutta un’altra storia, era buono, quello invece era utile solo per farci il bagno cosa per cui aveva ancora gli incubi ogni notte.
Avvistò l’ennesimo aereo quando ormai era in dirittura d’atterraggio, si premurò di abbatterlo contro la faccia dello stupido spagnolo.
« Smettila con questi aerei! Non ho più cinque anni! » afferrò il cucchiaio da se, mentre Antonio s’intristiva.
Sapeva mangiare anche da solo lui, sapeva fare tutto da solo! Era stato quell’inutile bellimbusto a insegnargli come fare d’altronde.
« Stai… migliorando… » borbottò mandandone giù un altro cucchiaio.
« Gracias! »



  
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