D'un edera nera fiorisce il giardino dei passati costumi,
sì mondani e fiacchi d'essenza.
Imputridisce il buonsenso, muore l'illuminata ragione:
delle tenebre è ora l'avvento, alle ombre l'ardua sentenza.
Rose sfiorite, senza nome, giacciono abbandonate in mezzo al nulla:
di cruda realtà esse si nutrono, morenti e malate. Ode alla malattia, stato abnorme d'anormale vivenza: chiara, lucida comprensione d'ogni cosa sussistente.
Ode all'aroma ed al piacere, più dolce de sfocati sussurri.