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Autore: Polveredigente    24/01/2013    1 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Love is everything.






“Jake, Jake!” Urla radiosa Danielle, con gli occhi che brillano ed i capelli che sembrano dotati di vita propria. “Guardami, devo farti una foto!” Ne scatta alcune e nel frattempo continua a ridere, squillante e sincera, guardandolo fissare incerto l’obbiettivo con tutta la barbetta corta sporca di sugo e un alone da clown intorno alla bocca.
Alla fine cedo anche io e gli scoppio a ridere in faccia, ed il suono che aleggia in questa casa, in questo momento, probabilmente è uno dei pochi suoni che possa collegare alla felicità.
“Vieni qui, vuoi fare una foto con l’uomo più bello del mondo?”
Ammicca verso di me ed io velocemente sono vicino a lui circondandogli le spalle con un braccio.
“E’ un onore per me, ho sempre aspettato questo momento.” Esclamo con un finto tono devoto.
“Avvicinati ragazza, avvicinati.” Ed è lui a far quasi toccare i nostri volti, ed io lo scanso repentina.
“Ti faccio schifo?” Domanda con una finta espressione di stupore dipinta in viso.
“Si.” Rispondo disinvolta allontanandolo con tutte le forze possibili, cercando di non farmi sporcare.
“Vieni qua piccola e insignificante ragazza.” Dice con un tono imponente ed un’espressione seria.
“Insignificante a chi? Uomo dai pochi valori!” Lo interrompo spintonandolo leggermente con la faccia più minacciosa che possa permettermi.
“Ho talmente tanti valori che mi escono dal..”
“Dite cheese!” Sbraita Danielle ormai al nostro fianco, e con un gesto rapido e indolore unisce i nostri tre visi, che si scontrano e si confondono rimanendo sempre uguali.
Cosi con il tavolo ancora pieno di cibo, i capelli in disordine e l’umore altalenante, mi lascio andare ad una serie di fotografie in cui mi diverto con i miei amici, in cui diamo libero sfogo alla nostra fantasia, e dove Danielle non si stanca mai di fare avanti e dietro per azionare il flash.
Ci sono foto belle, alcune un po’ meno, una dove abbiamo le dita nel naso, altre in cui ridiamo sinceri, una dove i nostri visi potrebbero benissimo raccontare una vita intera.
E poi ce n’è una dove semplicemente siamo vicini, abbracciati, con la teste che quasi si scontrano ed espressioni assolutamente naturali dipinte in volto.
Danielle subito decide che non le piace, ed invece io me ne innamoro follemente.
Perché è come se l’attimo rubato poco prima fosse ancora davanti ai miei occhi, mi si presenta davanti ed rimango interdetta, Dan, Jake ed io siamo tutti e tre sporchi di sugo, stravolti e praticamente struccati, non ci sono grandi maschere, abiti o situazioni dietro alle quali possiamo nasconderci, siamo semplicemente noi, e siamo meravigliosi.
I nostri visi combaciano, e se si parte del mio colorito pallido, si finisce con quello dorato di Danielle, ma tutti e tre brilliamo di quella luce particolare e vitale, se invece a parlare sono i nostri occhi non c’è distinzione più assurda da fare se quella dei colori, il mio grigio, il verde della ragazza ed il nocciola del ragazzo sono accesi dalla stessa particolare magia, e per favore, non soffermiamoci nemmeno sui sorrisi meravigliosi che brillano sui visi dei miei amici, sarebbe quasi inutile, scontato, non c’è qualcosa di incredibilmente speciale in questa foto?
E se tutto questo mi fa sorridere e credere fermamente che in questo momento la mia vita possa essere considerata quasi perfetta, c’è qualcosa ben più forte di tre amici che si vogliono bene e che trascorrono del tempo insieme, c’è qualcosa che penzola sulla mia testa e che fra poco, molto poco mi dividerà da loro, e dal mio Adrian, e non riesco a frenare le lacrime, che cadono dai miei occhi silenziose e solitarie.
“Hope, tesoro?” Jake mi alza il mento con un dito ed io tiro forte con il naso, mi guarda aspettandosi una risposta, risposta che non posso concedergli, non questa volta. “Cosa succede? Perché piangi?”
“No…” Ansimo cercando di placare i singhiozzi. “Mi è entrata una cosa nell’occhio.”
“Si, ed io sono la sorella diretta della regina Elisabetta.” Mi interrompe Danielle con la solita delicatezza. “Abbraccio di gruppo, gente di merda!”
“No, aspetta.” Interviene Jake, confuso. “Perché?”
“Zitto. Abbracciaci e basta.” La decisione che prende Danielle è inconfutabile ma è senza alcun dubbio la migliore scelta che potesse fare.
Sono stretta in uno di quegli abbracci soffocanti, come se ci fosse una marea di gente intorno a noi, mentre siamo solo noi tre, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, persi uno nel profumo dell’altro, ma non potrei chiedere di meglio al mondo.
Perché a cosa servono quelle amicizie fatte di cuori sparsi ovunque e di nomignoli affettivi detti solo per abitudine, o per esibizionismo?
A cosa servono quelle amicizie dove, quando ti ritrovi faccia a faccia, senza niente da fare, regna il silenzio?
A cosa servono quelle amicizie dove, quando ti guardi dietro non c’è nessuno pronto a prenderti?
Desideravo quelle amicizie di cui puoi fidarti, quelle in cui non servono tante parole, quelle che considerano l’amico casa.
E ho trovato loro.
Loro che sono l’apice della sicurezza, del caos, della vita.
Loro che mi sostengono quando tutto il mondo trema, e che delle volte invece lo fanno tremare solo per me.
Loro che stringono la nostra amicizia in un abbraccio stretto stretto, quelli da cui non puoi scappare, quelli in cui ti senti al sicuro, quelli che per molti, come per me oggi, rappresentano un addio.
Il migliore degli addii.



 
“Dove andiamo?” Domando io al vento mentre chiudo la porta di casa, e prendendo un respiro profondo sento il profumo inconfondibile del mio ragazzo, ed infatti quando mi giro c’è un Adrian sorridente e quasi iperattivo che mi fissa con fare sicuro e amorevole.
“Ricordi il faro? Il canale di Bristol?” A questa richiesta mi scappa un risolino isterico che fa cambiare improvvisamente la sua espressione. “Cosa c’è da ridere, biondina?”
“Come posso dimenticare gli attimi insieme a te? Sono tutti marchiati a fuoco. Almeno per un altro anno, dico.” E mi sembra cosi scontato ricordare ogni cosa, che ogni parola, ogni abbraccio, ogni risata, mi sfila davanti come un film in bianco e nero, quelli in cui non contavano tanto le luci, gli effetti grafici o magari una colonna sonora da paura, sono dentro ad un film degli anni 50, dove era tutta questione di sguardi, di emozioni e di sorrisi rubati. E l’unica cosa che contava davvero era trasmettere amore.
“Bene.” Risponde scuotendo leggermente la testa e prendendomi per mano, mentre io lo guardo rispendere sotto i raggi del sole. “Aggiungiamo un altro marchio, ti va?”
“Assolutamente.” Rispondo fulminea, fermandomi di  scatto. “Ma questa volta mi dici dove si va.”
“Devo proprio?” Con uno scatto del braccio mi avvicina facendo scontrare i nostri petti, e improvvisamente i nostri cuori battono all’unisono e i nostri respiri si fondano in un’unica fragranza.
“Certo.” Esclamo poco convinta da tutta quella vicinanza.
“Sennò?” Chiede sarcastico alzando solo un lato della bocca e mostrandomi solo una piccola fossetta, ed il solito e incredibile sorriso.
“Baciami Melek, baciami come se non ci fosse domani.” Sussurro sulle sue labbra, mentre lentamente perdo coscienza di tutto e mi affido a lui.
Ed Adrian si china su di me e posa la sua bocca sulla mia, mi cinge i fianchi con le mani e mi avvicina maggiormente, come se potessimo confonderci, come se potessimo perderci uno nell’anima dell’altra, perché per noi i corpi sono quasi superflui, ad amarsi sono le nostre anime che solo quando si sfiorano riescono a brillare della giusta luce.
Ripenso cosi a tutte le volte in cui mi sono detta che l’amore non serve, che bisogna fuggire, che porta solo del male.
Ma a cosa serve correre se l’amore va più veloce?
A cosa serve scappare dall’amore se quando tu chiudi ogni porta a chiave lui trova sempre quella giusta?
A cosa serve difendersi se davanti ad un muro di domande l’amore è in grado di trovare mille risposte?
Non serve, non serve a nulla, perché non c’è nulla di male.
Perché non c’è nulla da fare, lo farai.
Ti innamorerai.
In questo bacio si riserva ogni nostro tormento, ogni nostro problema, ogni nostra paura, e non c’è scelta mi giusta da fare che abbandonarci completamente al nostro amore.
Perché è semplicemente uno di quei baci in cui  vedo un mare in cui poter immergermi e poter nuotare per ore, dove andare sott’acqua, con il cuore che batte forte e gli occhi che cercano furiosi una sirena, e cosi persa nella ricerca di un’utopia, io su queste labbra, come in quel mare, sarei pronta a dimenticare irrimediabilmente di riprender fiato.
Mi allontano di pochi centimetri per guardarlo negli occhi, per capire se lo stesso sapore di perfezione che aleggia sulle mie labbra lo hanno anche le sue, ed il fuoco che prima bruciava attraverso le nostre labbra adesso arde nel ghiaccio delle sue iridi. E di quello sguardo capisco di non potermi stancare mai. Perché delle volte non lo sopporto, delle volte vorrei schiaffeggiarlo, ci sono momenti in cui mi irrita ed altri in cui vengo ossessionata da ogni suo gesto, ma com’è che ognuno di questi sentimenti non scalfisce nemmeno lontanamente l’amore che provo per lui?
Perché semplicemente di questi occhi necessito per vivere.
“Ti amo.” Esclamo e poi mi mordo il labbro inferiore, istintivamente.
“Hope Evans dirti che sei il regalo migliore che la vita mi abbia mai concesso, sarebbe troppo smielato?” Mi sfiora il labbro con il dito lungo e flessuoso e lo libera dalla presa dei denti e cosi mi vedo davanti due occhi belli come il cielo che mi guardano colmi di promesse, e fra le tante, ne colgo una, colgo la tacita promessa di un amore duraturo, eterno, inscalfibile.
Perché comunque vadano le cose, ovunque i nostri corpi siano, nonostante a decidere non siamo più noi da tempo, in quegli occhi c’è il sigillo di un amore, che vivrà.
Perché non c’è nulla di più duraturo di un momento che diventa ricordo e che si imprime nella tua anima con il miglior degni inchiostri.
E lo bacio io, faccio combaciare le nostre labbra, ed intorno si ferma tutto, rimane solo il frusciare delle nostre bocche che si accarezzano, lo schiocco di due lingue che si rincorrono ed il ticchettare costante di un paio di cuori che si attraggono irrimediabilmente e che battono insieme, bruciando la stessa passione.


 
“Non farlo mai più.” Dico catapultandomi giù dalle sue spalle e finendo quasi per terra se non fosse per le sue mani che mi prendono da sotto le ascelle.
“Ma se sei stata tu a dirmi di voler provare.” Ghigna divertito. “Avevo detto che era meglio non farlo.”
“Bugiardo!” Urlo con il fiato corto e la testa che gira. “Potevi avvisarmi.”
Mi sento praticamente come se mi avessero ficcato in una lavatrice e mi avessero fatto fare un bel lavaggio con centrifuga.
“Diamine, come sei delicata, biondina.” Mi schernisce divertito accarezzandomi i capelli.
“Mi stai per caso prendendo in giro? Brutto pezzo di..” Apro gli occhi per la prima volta e siamo al faro di Falitaj, e oggi siamo ancora più fortunati, perché il sole rende la giornata perfetta per andare al mare. “Come abbiamo fatto ad arrivare cosi velocemente?”
“Eh…”Mi guarda scrollando le spalle. “Conta che sei venuta volando, quindi zero traffico, zero semafori, zero incidenti.”
“Non ricordarmelo.” Scrollo la testa e sento una leggera ondata di nausea scendere lasciandomi però in bocca un amore sgradevole.
“E’ stata un’idea tua.” Continua lui, ed ha ragione. L’ho praticamente ricattato, ho detto che sarei andata ovunque avesse voluto solo se mi ci avesse portato volando.
“Potevi proibirmelo, erano tue le spalle a cui era aggrappata.” Dico stizzita, spintonandolo leggermente e respirando finalmente a pieni polmoni. Questo posto sembra lontano dall’intero mondo. Sembra una bolla fatta solo per noi.
“Guarda che mettersi contro di te corrisponde ad un suicidio.” Ribatte divertito pizzicandomi un pezzo di pancia lasciato scoperto dalla camicia.
“Troppa confidenza Melek, troppa.” Ringhio trattenendo un sorriso fra i denti con gli occhi fissi nei suoi.
“Non me la merito?” Domanda mentre io lentamente mi lascio rubare dalla sinfonia che il mare riesce a suonare solo per me.
“Non meriti nulla.”
“Si dice cosi al tuo fidanzato?” Il mio fidanzato. Perché ho le farfalle che mi volano nello stomaco? Questo non dovrebbe essere un sintomo delle prime volte?
“Perché sei il mio fidanzato?” Chiedo voltandomi verso di lui con una faccia sorpresa e gli occhi spalancati.
“Cosi dicono in giro.” Ribatte alzando le spalle e sistemando la bocca in una strana smorfia.
“Quante malelingue.” Sussurro girata verso il mare calmo, solo qualche piccola onda si infrange contro gli scogli solitari.
“Infatti.” Mi abbraccia da dietro facendo combaciare la mia schiena con il suo petto. “Ma tu poi non sei già fidanzata?”
“Si.” Rispondo trattenendo a stento una piccola risata. “Con Danielle.”
“Ottima scelta.” Dice cercando di non scoppiare a ridere e appoggiando la testa sulla mia spalla. “Molto coraggiosa però.”
“Sai che vorrei solo invecchiare insieme a te?”
Il mio è un sussurro che non doveva uscire, uno di quei pensieri che fai, ma che devono rimanere muti, ma in sua presenza molti filtri cadono e adesso non posso farci più nulla.
Ma cosa posso farci se è vero?
E’ il mio sogno più grande, non chiederei altro che passare una vita lunga e normale al suo fianco.
Perché io ci vedo già al nostro matrimonio, mentre ci scambiamo le fedi nuziali e lui mi guarda con uno di quelli sguardi che mettono tutto al posto giusto, io ci vedo un giorno in sala parto, io che urlo isterica e lui che mi tiene la mano mentre mi prende in giro, ci vedo le notti svegli a cullare la nostra bambina, e vedo lei innamorata persa del papà, e Adrian che continua a chiamarla principessa mentre cresce. Ci vedo piangere davanti alla prima parola e urlare per i primi passi. Ci vedo a scattare decine di foto come per lasciare un segno indelebile del nostro passaggio.
E soprattutto ci vedo in veranda, io con i capelli grigi sistemati in una treccia, e lui con i capelli sale e pepe tirati all’indietro, con ancora qualche riccio che è sopravvissuto al tempo. Vedo lo sguardo che gli riservo ancora, l’adorazione che scatta nei miei occhi appena il suo viso entra nel mio campo visivo, perché nulla è cambiato, è sempre amore.
Vedo la sua espressione mentre guarda nostro nipote giocare e sento il sorriso nascermi in volto perché cerca la mia mano e se la porta lentamente al viso, e poi ci lascia un bacio.
E mi vedo mentre il bambino fra le mie braccia, con gli occhi di quell’incredibile sfumatura di turchese,  mi chiederà come mi sono innamorata del nonno, ed io risponderò semplicemente che i suoi occhi hanno bussato al mio cuore, ed a un paio di occhi come ai loro non si può mai dire di no.





 
“Va tutto bene.” Entrambe le mani finiscono sotto gli occhi cercando di cancellare le tracce di lacrime.
“Non va tutto bene, piccola.” Si alza dal letto con un movimento veloce e allo stesso tempo fluido e mi guarda con fare protettivo. “Cosa succede?”
E me lo chiede anche cosa succede.
E no, amore, non piango perché sono triste.
Piango perché sono felice, troppo felice, e non ne sono abituata.
Piango perché ho amato sentire le tue mani addosso per tutto il tempo oggi, piango perché fuori il sole sta tramontando e la luce che entra dentro è qualcosa di estremamente magico, piango perché il punto sulla spalla in cui mi hai baciato poco prima scotta ancora.
Possibile che senta nascermi dentro una felicità tale da poter scoppiare? Come se per contenerla tutta servirebbero almeno altre due o tre persone.
“Va tutto bene, mi rendo solo conto che in qualche modo assurdo mi ami.”
“Potrebbe essere altrimenti?”
“Si, si che potrebbe essere altrimenti. Io sono normale Adrian. Io sono una comune ragazza, potresti benissimo scegliere chiunque invece che restare incatenato con me in questa maledetta relazione a tempo.”
“Hope io per te sarei pronto a lasciare tutto, a perdere tutto.” I suoi occhi si velano di un qualcosa di scuro e le occhiaie sotto i suoi occhi sembrano più marcate “E sai quante cose vorrei fare ancora con te? E non parlo di grandi cose. Parlo di stare abbracciati sotto la pioggia. Parlo di vedere centinaia di film e di farti accucciare contro il mio petto. Parlo di mangiare per ore mentre fuori il mondo è in silenzio, e poi buttarci su di un letto troppo pieni anche solo per respirare. Parlo di vederti sorridente il giorno del tuo diploma ed essere fiero di te. Parlo di partire domani per New York, e vederti ammirare tutti i palazzi come una bambina di tre anni. Parlo di tutto quello che forse non sarà mai davvero nostro, ma parlo di tutto quello che farei per l’amore.”
Rimango inebetita davanti alla meravigliosa prospettiva che il mio cervello ha iniziato inconsciamente ad elaborare ma che purtroppo non diverrà mai realtà, e capisco che anche lui custodisce tutti i sogni che ho io.
“Basta adesso.” Le mani intorno al mio viso sono di pura brace, ma nonostante brucino non riesco a staccarmene, anzi le bramo con ancora più intensità. “Andiamo fuori.”
“No, no…” Lo interrompo piazzandogli un dito sulle labbra. “Ascoltami per un secondo. Promettimi che ovunque io sia, ovunque tu vada, avrai un piccolo ricordo di me. Ricordati delle mie risate, dei miei strani vizi, della mia paura del silenzio e del mio continuo parlare.” I suoi occhi mi guardano colmi di tutto quello che chiunque cerca per una vita intera, e per cui io sono condannata. “Ricordati di me, di noi.”
“Ricorderò sempre le lentiggini che mi incanto a guardare nelle notti in cui dormire è sprecato.”  E le sue parole sono accompagnate da un gesto lieve e quasi stupido che però mi fa sussultare. Un suo dito si ferma sulla pelle della mia guancia destra ed inizia ad unire con lentezza e dolcezza la manciata di lentiggini che ho sul viso, scrivendo parole magari d’amore o disegnando opere d’arti che mai si sveleranno. “Ricorderò sempre il rosso delle tue labbra come se fosse l’unico colore mai esistito. E ricorderò più di ogni altra cosa, per ogni altro giorno della mia insulsa vita, le tue mani che cercano la mia pelle, e che la prima volta che mi hanno toccato hanno saputo mettere a posto i cocci di mille vasi rotti.”
“Posso crederci?” Le lacrime incombono ed il cuore batte praticamente in ogni brandello di pelle. “E’ una cosa da pazzi.”
“Proprio per questo devi crederci.”  Mi abbraccia come solo due persone innamorate potrebbero fare, quegli abbracci in cui ti perdi, in cui vorresti affogare per quanto meravigliosi. Quegli abbracci che annullano tutti gli abbracci dati prima, dati agli altri, come se fossero state solo le prove per farlo nel modo giusto con te.  Cosi mentre lentamente mi stringe al petto e ci stendiamo sul letto, con il suo respiro che mi scompiglia i capelli e i brividi che mi mangiano la pelle, capisco che mi sarei comunque innamorata di lui, perché ha il viso di uno di quei cattivi ragazzi, perché bacia anche come uno di quei cattivi ragazzi, estrae tutto e ti lascia vuota, e magari parla anche come uno di quei cattivi ragazzi. Ma dio, ti abbraccia solo come un ragazzo giusto saprebbe fare, ti abbraccia e ti fa dimenticare i problemi, ti da dimenticare i tormenti, ti fa dimenticare tutto.
Ed è il ragazzo giusto, perché per amore è capace di rinunciare a tutto, e con me lo ha sempre fatto, lo ha fatto quando mi guardava fra la gente e rimaneva muto, ma soprattutto quando per la prima volta ha preso la mia mano fra la sua e ha imparato a tenermi al sicuro.
E cosi è pronto a farlo questa volta.
Avrei potuto dirgli del mondo, avrei potuto raccontargli di tutte le sensazioni che mi attanagliano lo stomaco giorno e notte pensando a lui, avrei potuto raccontargli tante cose, ed invece semplicemente mi sono aggrappata a lui, perché alle cose belle ci si aggrappa sempre, e con lo stomaco sottosopra ed i pensieri in subbuglio lascio che quella notte porti nuove esperienze, tanti sospiri ed un momento in più da ricordare in eterno.
Lascio che tutto intorno scivoli mentre mi lascio completare.
Perché mentre guardo i suoi occhi infiammarsi ed il ghiaccio sciogliersi il stelle filanti, con il leggero ma intenso odore di liquirizia che culla i nostri cuori che ancora hanno voglia di ballare, mi rendo conto che è tardi, che bisogna dormire, che il mondo incombe ma che la notte non mi fa paura.
“Ti amo Hope. Non sarai mai davvero sola.” Perché quando la tempesta sarà finita chi sarà al mio fianco? Chi mi toglierà i capelli dal viso e mi dirà che sono bella? Chi riuscirà a rendere vano ogni mio tentativo di risposta?
Aspetterò ancora lui, perché di uomini come lui non ce ne sono più.
Perché lui non è semplicemente un uomo, lui è la mia anima gemella.
“Addio Adrian. Non ti dimenticherò mai davvero.”
E per una volta il buio si insinua dentro di me con dolcezza, scavalcando le mie ciglia e lasciandomi beata fra le braccia del mio unico amore, nell’unico posto in cui dovrei essere sempre.
Accoglie tutto, ma non cancella nulla.
Sta accadendo ancora, stanno vincendo ancora.
Ma questa volta è diverso, questa volta l’amore ha superato tutto, perfino le leggi superiori.
Questa volta l’amore ha deciso di smetterla di prenderci in giro, e ha semplicemente fatto la scelta più difficile, ma che in fin dei conti, è sempre stata l’unica da prendere.
Perché ci troviamo in un posto dove ogni cosa va per il verso sbagliato, dove si perdono i treni, dove cadono lacrime, dove si fingono sorrisi.
Siamo in un posto in cui la vita gira troppo frenetica, e gli attimi passano, non vengono assaporati, si dimenticano.
Siamo in un posto dove non si ha tempo per leggere una buona storia, per guardare un bel film, per semplicemente uscire in strada e veder due ragazzini innamorati.
Siamo in un posto in cui l’unico motivo per cui continuo a respirare non c’è più.
Ma almeno abbiamo capito che l’amore basta.
L’amore aggiusta tutto.
L’amore è tutto. 









Salve persone!
Sono in una valle di lacrime perchè la fine si avvicina ed io non ne sono pronta.
Quindi sarò breve e voglio solo dire grazie a chi è arrivato fin qui, a chi mi ha sempre detto la sua, o a chi lo ha fatto ogni tanto, a chi ha letto silenziosamente e a chi ho fatto scappare anche solo un sorriso o una lacrima.
Grazie.
Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso.
Come al solito vorrei sapere la vostra opinione.

Un bacio.

-Allen

  
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