Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Cinnamon Nya    24/01/2013    10 recensioni
Urania sospirò.
Era partita il giorno precedente dall'aeroporto di Yangon, in Birmania, per raggiungere la capitale greca. Nella sua mente ormai galoppavano pensieri di ogni tipo, misti ad un profondo senso di inquietudine che le stava attanagliando la bocca dello stomaco... Non tornava ad Atene da dieci lunghi anni, e la cosa la stava agitando non poco. Chissà quante cose erano cambiate, in tutto quel periodo. Chissà se avrebbe rivisto i suoi amici d'un tempo, se erano tornati anche loro dagli allenamenti... chissà se erano ancora vivi.
Accenni a Episode G e Lost Canvas - Non tiene conto di gran parte dell'anime (salvo alcune eccezioni), di Saint Seiya Omega, di Saint Seiya Next Dimension e dell'Ipermito.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap.5

Love will keep us alive. ~ 

Oggi la connessione fa i capricci, dal pc non vuole decidersi a funzionare per bene... Pazienza, motivo in più per scribacchiare un po'.
Anche perchè non so quando aggiornerò di nuovo, dato che avrò due settimane super impegnative...
Va bene, passiamo ai ringraziamenti di rito: prima di tutte voglio citare June di Dolphin, poichè mi ha lasciato delle recensioni veramente bellissime e che mi hanno fatto toccare il cielo con un dito! Poi, di dovere, Mr_Mumu, sperando di aver risolto i tuoi dubbi in merito al discorso "Enio" e Personificazioni varie, Light upon us, che abbiamo capito ama il Deathy siculo (ahahahaha!), Gemini_No_Sabriel che mi sta sempre accanto e mi sostiene in ogni svarionata che scrivo, _Sherry_, che mi ha tirato molto su il morale sulla riuscita del precedente capitolo e Shuratheavenger, sempre fra i primi a commentare, e sempre coi commenti più divertenti.
Ringraziamento doppio va di dovuto nuovamente a June di Dolphin, che ha segnalato la mia storia fra le "Scelte", con un commento che mi ha fatto venire i brividi.
Grazie di cuore.
E ancora, un grazie speciale a chi l'ha inserita fra le seguite / preferite.
Arigatou Gozaimasu! (al solito!)
Ah! Visto che ci sono, ci tengo tanto a ringraziare anche il libro che mi sta aiutando in questa avventura, "Dizionario dei miti greci e romani".
Senza di te nulla sarebbe possibile! <3

Cap.5
Sogni e ricordi.

Peina tremava dal terrore.
La sua era una paura mista ad angoscia, un tormento che gli rodeva l'anima come l'aquila del mito rodeva il fegato dell'incatenato Prometeo.
Fissava con sguardo vacuo il portone davanti a sé, pregando che non si aprisse mai.
<< Vieni avanti, Peina! >> tuonò una voce al di là della soglia blindata.
La Personificazione della fame deglutì, mentre già assaporava in bocca il gusto metallico del sangue. Dischiuse lentamente il cigolante portone, entrando a testa bassa in un'enorme sala dall'arredamento spartano: non vi erano finestre alle pareti, e l'unica fonte di luce era data da alcuni mozziconi di candele dall'aria vissuta, sistemati in qua e là in candelabri d'ottone. Al centro, stava un enorme trono, così grande che incuteva timore solo a guardarlo, e su di esso vi era seduto un essere che perfino quella bestia di Peina trovò mostruoso.
Era alto almeno tre metri, con la pelle verde e squamosa. Completamente privo di capelli, in testa aveva una serie di violacei corni ricurvi e appuntiti che sarebbero forse stati l'elemento più spaventoso del suo corpo, non fosse stato per i piccoli occhi gialli simili a quelli d'un rettile e la fila di denti acuminati che sporgeva dal suo labbro inferiore. Quando apriva la bocca per parlare, schizzava fuori una viscida lingua biforcuta, in tutto e per tutto identica a quella dei serpenti.
La divinità s'affrettò ad inchinarsi, ossequiosa, trasudando sgomento da tutti i pori.
<< Mio Signore >> sussurrò abbassando lo sguardo << Quale vergogna mostrarmi così a voi, oggi, senza il dono dell'involucro mortale che mi avevate fatto... >>
La risata fredda del mostro gelò il sangue nelle vene alla Fame, che trasalì.
<< Peina... mio caro compagno... non mi stupisce davvero ciò che i miei occhi vedono >>
<< Non... non vi stupisce? >>
balbettò questi, sorpreso.
<< Esattamente. Non è un caso, se ho mandato proprio tu e Alastor, per quella missione sull'Etna >>
<< M... Mio signore, mi dispiace. Non vi seguo... >>
L'essere mostruoso s'alzò, ergendosi in tutta la sua imponente statura, e sovrastò il, in confronto a lui, microscopico Screamer, con la sua mole spaventosa. Peina impallidì, vittima della soggezione che quel demone dalle fattezze di un rettile gli metteva.
<< Tu e Alastor >> ghignò poi questi << Siete fra i miei Screamer più deboli. Vi ho mandato là come pedine sacrificabili, per sondare il terreno che i Saint di Athena ci stanno preparando... >>
Fu colto da alcune risa sommesse, probabilmente pregustando nella sua mente l'esito finale del suo piano. Si chinò poi su Peina, arrivando ad alitargli quasi sul volto, e proseguì:
<< Come capo dell'esercito degli Screamer della grande Enio, io, Agathodaimon, demone delle Personificazioni, ti mostrerò la mia grande magnanimità donandoti un involucro nuovo, affinché tu possa discendere nuovamente sulla Terra >>
<< La vostra grandezza d'animo è immensa, mio Signore >>
sussurrò Peina, scostandosi una ciocca di capelli bianchi dal viso.
Sapeva bene che lui, come tutte le altre Personificazioni, sprovvisto di un corpo mortale era un semplice spirito inerme, incapace di agire sul mondo degli umani e di danneggiarli in alcun modo. L'unico modo per andarsene dal Misos Planitis, il mondo in cui le Personificazioni si trovavano relegate, era appunto quello di possedere un involucro, un corpo da utilizzare come contenitore per l'anima divina.
<< La divina Enio si è reincarnata per noi in corpo mortale, e presto ci guiderà alla conquista della Terra... tutto ciò non è esaltante? Rivendicheremo il nostro ruolo, finalmente... >> ghignò Agathodaimon, tornando a sedersi al suo trono << Ti farò avere il tuo corpo il prima possibile. Adesso va', sei congedato >>
Peina stentava a credere alle sue orecchie. Era certo che sarebbe stato punito, per il fallimento della sua missione: invece Agathodaimon gli era parso quasi contento della loro disdicevole disfatta.
Sapeva di non essere il più forte fra gli Screamer, ma confidava particolarmente nella sua abilità The Infinite Hunger. Aveva solo avuto la sfortuna di trovarsi davanti qualcuno capace di separarlo dal suo involucro e di distruggerlo, altrimenti non sarebbe stato tanto facile sfuggire alla sua tecnica.
Maledetti Saint... pensò fremendo dalla rabbia La prossima volta, non la passerete liscia...

<< Bentornato, Cavaliere del Cancro... >>
Deathmask entrò nella Tredicesima Casa, fingendo un fugace inchino, e sbadigliò con aria annoiata.
<< Direi... missione più che compiuta >> borbottò stiracchiandosi.
<< Ti ascolto. Fai pure rapporto >> mormorò Saga sistemandosi le nere vesti sacerdotali all'altezza delle spalle.
<< Beh... Forse sei tu che mi devi delle spiegazioni, Saga... >>
Deathmask alzò un sopracciglio, fissando il Gran Sacerdote con aria di sfida.
<< In che senso? >> domandò l'uomo con voce calma.
<< Siamo andati in Italia con l'intenzione di cercare una Stella Malefica... e ci siamo ritrovati ad affrontare non solo uno Spectre, ma anche due entità divine a noi del tutto sconosciute >> Deathmask si strinse nelle spalle, sospirando << Pare che siano degli... Screamer... al servizio di una certa Enio. Le Personificazioni di non so cosa... >>
Spiegò rapidamente a Saga l'accaduto, sia dell'incontro di Aphrodite, Mei, Retsu e Urania con lo Spectre sia di quello avvenuto fra lui e Soul Eco con Alastor e Peina.
Al termine del suo racconto, Deathmask gli puntò addosso due occhi inquisitori, aspettandosi una risposta quanto più sensata.
Il Gran Sacerdote si alzò dal suo seggio, avvicinandosi alla finestra.
<< Vedi Deathmask... >> sussurrò togliendosi l'elmo e guardando la luna alta nel cielo << Io avevo il terrore... avevo il presentimento che ci fosse qualcosa di più, oltre agli Spectre, laggiù... E' per questo che non ti ho voluto mandare da solo, capisci? >>
Il Cavaliere del Cancro non rispose, fissando Saga con aria sbigottita. Una lunga chioma di capelli biondi gli ornava la schiena, ora che il pesante copricapo rosso era stato tolto, ed erano così soffici e luminosi che parevano fili d'oro zecchino.
<< S... Saga? >> domandò sorpreso.
Ma la sua espressione di stupore si trasformò in vera e propria incredulità quando l'uomo si tolse anche la maschera: davanti a lui stava una creatura bellissima, con profondi occhi blu come l'oceano infinito e dei lineamenti del volto così dolci che pareva quasi essere un angelo.
<< Cavaliere... >> mormorò il Gran Sacerdote con un sospiro << Sta per iniziare una dura battaglia, come quando affrontammo quattro anni fa i Titani di Chrono e di Ponto. Sarete pronti, voi Saint, a schierarvi di nuovo dalla parte di Athena? >>
Colto alla sprovvista, Deathmask non rispose. Non si sarebbe mai aspettato tali discorsi da chi, dieci anni prima, aveva tentato di uccidere Athena ancora neonata e mandato al patibolo il suo salvatore, Aiolos del Sagittario. C'era qualcosa in lui, qualcosa di inspiegabilmente diverso dal Saga che ricordava, a partire da quegli occhi puri e limpidi come una sorgente che prima lo avevano guardato privi di ogni malizia e malvagità.
<< Sarà una dura lotta, lontani da Athena... >> sussurrò nuovamente Saga, tornando a guardare fuori dalla finestra << Temo colei che c'ingannerà... >>
<< Colei che c'ingannerà? Di che diavolo stai parlando?! >> domandò Deathmask senza capire.
Ma il Gran Sacerdote scosse lentamente la testa, facendo oscillare la chioma dorata, e gli rivolse uno sguardo di profonda tristezza, prima di tornare ad indossare la nera e fredda maschera sul bianco volto.
<< Arriverà il momento... >> sussurrò voltandosi e sparendo nelle stanze Sacerdotali.
<< Aspetta! Parla! Dimmi che diavolo sta succedendo! >> gli gridò dietro il Saint, ma invano.
Non avendo ottenuto alcuna risposta, Deathmask batté un pugno per terra, alterato. Lo infastidiva sapere di essere tenuto all'oscuro di qualcosa, ed era più che palese che il Gran Sacerdote era in possesso di alcune informazioni importanti che ancora non gli erano state rivelate.
Sospirò, cercando di ricomporsi, e si voltò per tornare alla Quarta Casa. Mentre attraversava il passaggio per raggiungere la Dodicesima Casa, un ghigno gli si dipinse sul volto.
Sono proprio curioso di vedere come ti comporterai ora, caro Saga... o meglio ancora, caro Gran Sacerdote...

Urania non poteva credere ai suoi occhi.
Davanti a lei c'era un ragazzo, biondo come un campo di grano d'estate, e con due occhi così blu che parevano due zaffiri lucenti. La sua armatura dorata era una delle cose più belle che avesse mai visto in tutta la sua vita: splendeva come se brillasse di luce propria, ma ancor di più ciò che le mozzò il fiato furono le sue ali, che luccicavano come stelle in una notte limpida. Il suo aspetto aveva un che di sovrannaturale, e la sua innata bellezza annebbiava i sensi e lasciava che lo stupore sovrastasse ogni altro sentimento.
Sedeva accanto a lei, e la guardava sorridendo amabilmente, con le labbra sottili leggermente arricciate e gli occhi socchiusi.
Se non lo avesse conosciuto alla perfezione, avrebbe sicuramente pensato che fosse un angelo sceso dal paradiso. O, forse, lo era per davvero.
<< Nobile... Nobile Aiolos! >> gridò gettandosi fra le sue braccia e scoppiando a piangere << Che gioia vedervi qui... vi credevo morto! Aiolia mi aveva detto che... >>
Ma il ragazzo la zittì, posandole delicatamente due dita sulle labbra. La strinse forte a sé, come faceva quando era bambina, e iniziò ad accarezzarle con delicatezza i lunghi capelli castani. Urania si beò di quel contatto inatteso, chiudendo gli occhi e lasciando che le calde lacrime le scivolassero lungo le guance. Era così felice di saperlo vivo, che non le importava neppure di non avere indosso la sua maschera.
D'un tratto però, si rese conto che la pelle di Aiolos era gelida: gli toccò un braccio, meravigliata, e alzò lo sguardo verso di lui.
Un grido le si strozzò in gola quando, al posto del dolce volto sorridente di Aiolos, si trovò davanti il ghigno feroce di Violate, lo Spectre di Behemoth.
Tentò di urlare e di scappare via, ma la sua gola era diventata inspiegabilmente secca e il suo corpo si era fatto così pesante che non rispondeva più ai suoi comandi.
Violate la agguantò per le braccia, stringendola forte e respirandole pesantemente sul collo.
Non aveva vie di fuga. Non aveva il suo Cloth, non poteva urlare ne' scappare: si trovava alla totale mercé dello Spectre.
Che fosse davvero la sua fine, quella?
<< Basta! Lasciami! Ti ho detto di lasciarmi! >>
Urania urlò, alzandosi di scatto a sedere. Si guardò in giro, confusa: si trovava nella sua stanza, nella casetta della Via dei Pesci.
Era stato tutto un incubo, un terribile e spaventoso incubo.
Si portò la mano al cuore, che ancora batteva all'impazzata, un po' per lo spavento e un po' per la gioia d'aver rivisto Aiolos, anche se quell'incontro era stato solo frutto di una effimera illusione, e sospirò.
<< Nobile Urania? >>
La vocetta acuta di Retsu la riportò alla realtà. Le sue mani scattarono istintivamente al volto, e il contatto di esse col freddo metallo della maschera le fece tirare un sospiro di sollievo. Si era dimenticata che, dalla sera precedente, aveva deciso di dormire indossandola per evitare spiacevoli inconvenienti in caso Retsu si fosse svegliato prima di lei al mattino. Il ragazzino la fissava con aria perplessa e preoccupata; probabilmente era stato svegliato dall'urlo che aveva cacciato poco prima.
<< Va tutto bene, Retsu... solo un brutto sogno >> mormorò, cercando di risultate il più incoraggiante possibile.
L'insistente luce che filtrava fra le tende annunciò loro l'inizio di una nuova giornata, la prima, da quando erano tornati al Santuario.
Toc toc toc.
Qualcuno stava bussando energicamente alla loro porta...
Stiracchiandosi, Retsu scivolò fuori dal suo giaciglio di fortuna situato sul pavimento e si affrettò ad aprire. Non appena lo fece però, fu letteralmente travolto da Aiolia, che entrò prepotentemente dentro la stanza seguito poco dopo da una timida Lythos.
<< Urania?! >> esclamò cercandola con lo sguardo.
Lei, ancora seduta sul letto, lo fissò con aria sbigottita e riuscì solamente ad alzare una mano in segno di saluto.
Aiolia la scrutò per qualche secondo, poi, vedendo che stava bene e che non era gravemente ferita, cacciò un sospiro di sollievo.
<< Eravate preoccupato per la Nobile Urania? >> domandò Retsu sorridendo, mettendosi seduto al tavolino di fronte al cucinotto.
<< A... Assolutamente no! >> esclamò Aiolia mentre le guance gli si tingevano di un leggero colore rosato << Io ero solo... >>
<< Nobile Aiolia, non dite sciocchezze! >> lo ammonì Lythos, incrociando le braccia al petto << Non vi vedevo correre così per il Santuario da quando avete salvato Marin dal gigante Lava Rossa... Potete dirlo tranquillamente alla Nobile Urania che vi siete impensierito per lei, mentre era in missione in Italia. Credo che le farebbe solo piacere... >>
Così dicendo, l'ancella si voltò verso la Silver Saint, cercando approvazione con lo sguardo.
<< Ly... Lythos! >> balbettò il Leone dorato, sempre più rosso.
<< Aspettate... Marin? Chi sarebbe questa Marin? >> domandò Urania, che intanto era scesa dal letto e li aveva raggiunti.
Le guance di Aiolia si fecero così rosse che parevano due pomodori maturi, mentre volgeva gli occhi fuori dalla finestra, imbarazzato, cercando un espediente che lo togliesse da quell'impiccio.
<< Marin dell'Aquila >> spiegò Lythos tranquillamente << E' una Silver Saint che difende la Via del Leone. La conoscerete sicuramente, in questi giorni: la si vede sempre in giro assieme al suo giovane pupillo.... Seiya, mi sembra si chiami >>
Urania scrutò di sottecchi il volto del giovane Leone: a giudicare dalla sua reazione, questa Marin dell'Aquila non doveva essergli del tutto indifferente. Ridacchiò fra sé e sé, pensando a quanto Aiolia fosse cambiato da come lo ricordava.
Si sedette al tavolino, poggiando il mento fra le mani e sorridendo beatamente, mentre la sua mente vagava nei suoi più dolci ricordi d'infanzia.

<< Buongiorno Urania. Sei già sveglia? >>
La piccola Urania alzò il volto, incrociando lo sguardo di Aiolos del Sagittario. Il ragazzo le sorrise amabilmente, poggiandole una mano sulla testa e arruffandole i capelli castani.
<< Sì, Nobile Aiolos >> mormorò lei, mentre le paffute guanciotte le si tingevano di rosso << Mi sono svegliata un po' prima oggi, perché... >>
Ma non riuscì a terminare la frase, vergognandosene tremendamente.
Quel giorno si era alzata un'ora prima del solito ed era sgattaiolata fuori dalla Tredicesima Casa per andare a spiare Aiolia: si era seduta sulle gradinate della Casa del Sagittario, e sospirando osservava il suo amico giocare a nascondino con le altre reclute del Santuario. In particolare, non riusciva a staccare lo sguardo da una cascata di ricci biondi come l'oro e da due occhi luminosi come due lapislazzuli...
<< Perché non vai a giocare con loro? >>
La voce di Aiolos la riportò alla realtà.
<< Oh... no io... io non posso! >> esclamò << Sono tutti ragazzi, io mi... mi vergogno. E poi fra poco devo tornare alla Tredicesima Casa, per pulire le stanze del Sommo Shion  >> balbettò abbassando lo sguardo.
Aiolos la fissò sorpreso, poi scoppiò a ridere, sedendosi accanto a lei sul gradino.
<< Sei una bambina tanto graziosa, Urania >> le disse amabilmente << Tieni, mangia qualcosa, devi fare colazione... se vuoi crescere forte e sana come loro >>
Le poggiò in grembo una mela rossa, guardandola con aria incoraggiante.
<< Io... io vi ringrazio, Nobile Aiolos... siete sempre così buono, con me...>> sussurrò lei, poggiando le rosate labbra sulla superficie liscia della mela per addentarla.
<< Urania! Ciao Urania! >>
Aiolia la stava chiamando, salutandola agitando una manina paffutella. Rispose divertita a quel saluto, ma il suo cuore sobbalzò quando vide che anche l'attenzione degli altri bambini si era rivolta verso di lei, probabilmente incuriositi dal vederla in compagnia del Saint del Sagittario. Il suo sguardo si incrociò con quello limpido di Milo: anche lui la stava guardando, e per un attimo le sembrò che le avesse quasi sorriso. Sentì il volto andarle a fuoco per l'imbarazzo e abbassò subito la testa, nascondendosi sotto la frangetta castana.
Non desiderava niente di più al mondo che rivolgergli la parola: anelava ardentemente un singolo mero contatto con lui da quando l'aveva visto per la prima volta al Santuario, e quel fugace scambio di sguardi l'aveva travolta in un turbine di emozioni che le aveva quasi spezzato il respiro.
<< Va tutto bene? >> rise Aiolos, vedendola in difficoltà.
<< I... Io... >> balbettò la bambina, ancora preda della confusione << Stavo solo pensando a quanto li invidio >>
<< Eh? >> mormorò Aiolos sorpreso << Invidiarli? E perché mai? >>
Urania gli rivolse un sorriso dolce e triste al tempo stesso, e spiegò:
<< Perché anche io vorrei essere come loro. Un giorno, diventeranno Saint, e lotteranno per il volere della nostra Dea... Vorrei essere utile a qualcosa, poter mettere tutta me stessa al servizio di Athena... invece sono solo un'ancella, incapace di fare qualsiasi cosa... se non si conta il rassettare le stanze del Gran Sacerdote >>
Aiolos si chinò su di lei, stampandole un bacio sulla fronte: quel gesto inaspettato la lasciò senza parole, facendole sgranare gli occhioni turchesi.
<< Piccola Urania >> le disse poi, alzandosi << Non vi è un'unica via per far splendere il proprio amore per la giustizia. Rammentalo sempre, vivere con la forza e la gentilezza di difendere i più deboli, anche senza essere cavalieri e senza combattere, è una delle più nobili virtù... >>
Le sue ali lucenti, colpite dal sole di quella calda mattina d'estate, la costrinsero a socchiudere le palpebre e a schermarsi il viso con una mano.
<< Adesso devo andare... Aiolia deve continuare il suo addestramento >> mormorò, facendole una strizzatina d'occhio.
Quel giorno, Urania tornò alla Tredicesima Casa con un sorriso sereno stampato sul volto e una gioia che le pervadeva il cuore, riscaldandola nel profondo nell'anima.

<< Urania? Va tutto bene? >>
La voce di Aiolia interruppe il corso dei suoi pensieri. Sbatté ripetutamente le palpebre, quasi non si rendesse conto della realtà che la circondava, poi mormorò:
<< Sì, scusatemi... >>
Si alzò, avvicinandosi al suo Pandora Box adagiato accanto al letto << Vorrei recarmi alla Quarta Casa, questa mattina >> annunciò poi.
Retsu la guardò con aria meravigliata, senza capire.
<< Quarta Casa? E perché mai? >>
La ragazza iniziò ad indossare il suo Silver Cloth pezzo per pezzo, e spiegò:
<< Vorrei andare a trovare Mei e Soul Eco, per sapere come stanno. Soprattutto Soul Eco, l'ho vista particolarmente spossata durante il viaggio di ritorno ad Atene >>
<< C... Cosa?! >> gridò Retsu balzando in piedi e afferrandola per le spalle << Vuoi andare da quella pazza?! Ma... sei seria?! >>
Urania scoppiò a ridere e annuì.
<< Sì, non preoccuparti. Tornerò per pranzo, ok? >>
Il Bronze Saint sospirò, scuotendo la testa.
<< E va bene, ti farò trovare qualcosa di pronto allora. Non fare tardi... >>
La ragazza gli schioccò un delicato buffetto sulla guancia, mormorando:
<< Sei proprio un tesoro. Come farei senza di te? >>
Le guance della Lince s'imporporarono per la vergogna, mentre correva verso il cucinotto nel tentativo di non farsi vedere in viso. Urania ridacchiò nel vederlo così imbarazzato, poi, rivolgendosi ad Aiolia, gli chiese di poter fare la strada con loro fino alla Quinta Casa.
<< Per me non ci sono problemi >> rispose il Leone dorato, stringendosi nelle spalle.
Salutato dunque Retsu, i tre percorsero il pezzo finale della Via dei Pesci, entrando così nell'Undicesima Casa, la Casa dell'Acquario.
Non appena misero piede al suo interno, Urania si sentì morire.
Davanti a lei, in piedi di fianco ad un altro Cavaliere d'Oro che non aveva mai visto e a Maiko, stava Milo dello Scorpione. Sembrava che lui e l'altro Saint (che evidentemente doveva essere quello dell'Acquario, vista la sua attuale ubicazione) stessero avendo un'accesa discussione...
<< Camus, non puoi essere serio! >> gridò Milo afferrandolo per le spalle e scuotendolo << Non puoi avere intenzione di andartene! >>
<< Milo, di grazia, smettila di strattonarmi... >> gli chiese Camus sospirando, poggiando le mani sulle sue.
<< Come puoi partire? Con che coraggio la lasci nuovamente sola, dopo averla portata fin qua dalla Russia? >> così dicendo, lo Scorpione indicò con un gesto della mano Maiko, la quale arrossì vistosamente.
Camus si voltò a guardarla, posando per un attimo i profondi occhi castani su di lei, e abbassò lo sguardo.
<< Era il volere di suo padre... >> sussurrò.
<< Non era di certo il volere di suo padre che tu la abbandonassi così al suo destino, però! >> lo ammonì il biondo.
Camus tremò appena, mentre le sue dita bianche ed affusolate si stringevano su quelle di Milo, ancora posate sulla sua spalla, nel tentativo di liberarsi.
<< Suo padre desiderava che la proteggessi. Qua al Santuario è al sicuro, in Siberia no >> spiegò, chiudendo gli occhi con un sospiro.
<< Ma infatti io non ti chiedo di portarla in Siberia, ma di restare qua! E' quello che vuole anche lei! Non è vero, Maiko?! >>  esclamò Milo voltandosi verso la ragazza in cerca di approvazione. Sentendosi addosso sia gli occhi di Camus che quelli di Milo, l'ancella non riuscì a spiccicare parola, e si mise a balbettare cose incomprensibili sotto voce, in preda all'imbarazzo.
<< Capisci Camus? Non puoi abbandonarla così >> mormorò Milo tornando a guardarlo negli occhi. Gli prese il mento fra indice e pollice, obbligandolo a guardarlo a sua volta << Sei così ligio alla tua promessa, a costo di farla soffrire? A costo... di far soffrire... me? >>
A quelle parole, un silenzio paradossale calò sulla stanza.
Camus si schiarì la voce; dischiuse lentamente le labbra sottili e sussurrò:
<< Abbiamo ospiti. >>
Finalmente anche Milo si accorse della presenza di Urania, Aiolia e Lythos, che nel frattempo erano rimasti sull'entrata a fissare la scena con aria sbigottita.
<< Oh! >> esclamò Milo sorpreso << Aiolia, Urania... non vi avevo notato! >>
Ti pareva... pensò Urania sospirando Beh, almeno finalmente si ricorda il mio nome...
<< Con chi ho il piacere di parlare? >> domandò Camus, posando il suo sguardo freddo e distaccato su di lei.
La ragazza si affrettò a chinare il capo in una piccola riverenza, morando:
<< Urania, Silver Saint della Gru. Immensamente onorata... Sommo... Camus? >> azzardò, avendo sentito Milo chiamarlo così.
Sentendosi chiamare per nome, il Gold Saint piegò leggermente la testa di lato, facendosi oscillare una ciocca di capelli scarlatti davanti al viso.
<< Così mi chiamo, sì >> mormorò senza staccarle gli occhi di dosso << Se dovete attraversare la mia Casa, avete il mio permesso >>
Urania annuì, avanzando seguita da Aiolia e Lythos. Quando si trovò a dover passare accanto a Milo, i suoi muscoli si irrigidirono e il suo cuore sembrò smettere di battere per qualche secondo. Si sforzò in ogni modo di non guardarlo, anche se avrebbe davvero tanto voluto farlo: era così bello, con indosso l'armatura dorata dello Scorpione...
Quando finalmente il Saint uscì dal suo campo visivo, sospirò per il sollievo, pensando di essere finalmente "al sicuro". Si sbagliava.
<< Urania? >>
Il sangue le si gelò nelle vene. Era la voce di Milo, e la stava chiamando. Si voltò con una lentezza disarmante, felice che la maschera le nascondesse l'espressione di profondo disagio e imbarazzo che aveva ora dipinta sul volto.
<< S... Sì? >> domandò, titubante.
Milo spalancò i grandi occhi blu per la sorpresa, indicandola.
<< Cosa... Cosa diamine hai, qua dietro?! >> balbettò.
Urania si portò istintivamente le mani alla schiena, poi capì.
<< Stai parlando... del mio tatuaggio? >>
Milo annuì.
<< Non l'avevo notato la prima volta che ci siamo visti... >> disse.
La Silver Saint si girò, poggiandosi le mani sui fianchi. Poco sopra i pantaloncini, sulla sua schiena campeggiava una specie di ampio tribale, dalla forma simmetrica e geometrica. Milo aggrottò la fronte per guardarlo meglio, cercando di capire cosa rappresentasse.
<< E' il mio orgoglio... >> sussurrò Urania dolcemente << L'ho fatto in Birmania. Ha diversi significati: vedi, a seconda di come lo si guarda può sembrare una farfalla, un uccello in volo o gli occhi d'un felino... >>
<< Ah... sì, adesso che me lo fai notare, li vedo! >> esclamò il ragazzo sorpreso.
<< La farfalla è la mia fragilità. E' il mio essere donna, oltre che Saint... Ho dovuto rinnegare la mia femminilità con questa maschera, ma non dimenticherò mai cosa sono. L'uccello in volo è la libertà a cui ho sempre anelato da quando sono partita per l'Isola di Ramree... e per finire, gli occhi del felino sono la mia forza d'animo, la grinta che ho messo ogni giorno di questi dieci anni passati ad allenarmi per conquistare un Cloth e difendere i miei ideali di pace e giustizia... >>
Mentre raccontava quel suo intimo segreto, la voce quasi le tremava per l'emozione. Non sapeva perché aveva rivelato con così tanta semplicità il significato del suo tatuaggio a tutta quella gente: però Milo era stato l'unico a notarlo e a chiederle qualcosa, il che l'aveva riempita di gioia.
<< Accidenti... >> mormorò lo Scorpione, pensieroso << Per avere un tatuaggio in un posto del genere, devi essere un tipetto niente male... >>
In quel momento, Urania si sentì sprofondare. Diventò così rossa che la pelle del viso iniziò a scottarle sotto la maschera, mentre la gola le si seccava e le rendeva impossibile spiccicare alcuna parola.
<< Milo... >> sussurrò Camus poggiandosi il palmo della mano sulla fronte e scuotendo la testa << Sei... imbarazzante... >>
<< Perché? Che ho detto di male? Stavo solo scherzando! >> si giustificò quest'ultimo, stringendosi nelle spalle.
<< Urania... andiamocene... >> grugnì Aiolia afferrandola per un braccio e trascinandola via.
<< Che... Che diavolo gli è preso a Milo?! >> balbettò Urania quando si furono allontanati.
<< Lascialo perdere, quello >> borbottò il Saint incrociando le braccia al petto << E' solo uno stupido artropode... >>
Attraversarono così le varie Case, arrivando fino alla Quinta, dove Aiolia e Lythos si fermarono.
<< Sei sicura di voler proseguire da sola? >> le chiese Aiolia, gettando uno sguardo verso la Casa del Cancro.
<< Certo. Perché mai dovrei essere preoccupata? >> mormorò Urania mentre si apprestava a percorrere la Via del Leone.
<< A me quel tizio non piace affatto. E nemmeno i suoi allievi >> borbottò lui grattandosi una guancia.
Urania rise, scuotendo la testa divertita.
<< Tranquillo. Ricordi che sono stata in missione con loro? Non c'è niente di cui aver paura! >>
Lo salutò con un gesto della mano, avviandosi verso la dimora di Deathmask.
Per un attimo, le sembrò di avvertire in lontananza delle grida spaventose, provenienti proprio dalla Quarta Casa.
Impossibile... pensò, deglutendo e proseguendo il suo cammino.


Cap.5 - The End.
To Be Continued...


Ammetto che questo capitolo doveva essere mooolto, mooooooolto più lungo. Però mi sono ricordata dei consigli di Mr_Mumu e ho voluto scorciarlo un po'. Fatemi sapere se li preferivate chilometrici, tornerò a farli così lunghi... Eheh. Che dire, allora... il capitolo si apre con uno scorcio su Peina e un'altra personificazione, che scopriamo avere il nome di Agathodaimon. Agathodaimon (o Agatodemone, ma mi piaceva di più il nome greco) è la personificazione dei campi e delle vigne, ma viene disegnata nelle rappresentazioni sotto forma di un serpente... è stato per questo motivo che ho deciso di farlo apparire come un gigantesco mostro mezzo rettile mezzo uomo. Il mondo dove sarebbero invece rinchiuse le Personificazioni, il Misos Planitis, è una mia invenzione.
Poi abbiamo una scena che vede protagonisti Saga e Deathmask: come avrete capito, Saga era in un momento di "lucidità"... Per quanto riguarda Aiolos, adoro parlare di lui. Ci saranno sicuramente tantissimi flash back che lo riguardano (oltre ai vari sogni/incubi di Urania). Credo di non avere specifiche precisazioni da fare, questo è un capitolo tranquillo e non accade nulla di particolare. Insomma, Urania e gli altri sono appena tornati, facciamoli riprendere!
Si comincia a scoprire qualcosa di più sul passato dell'ancella di Camus, Maiko, che ancora però ci è quasi del tutto oscuro... non temete, presto ne sapremo di più!
E ne approfitto così per salutarvi, visto che me ne andrò via per il week end u_u ricomincerò a scrivere appena tornata, promesso XD
Grazie per aver letto! Alla prossima.




   
 
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