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Autore: FireMC    25/01/2013    3 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction, la protagonista è Lydia che notando uno strano comportamento di Derek nei suoi confronti, cercherà di scoprire che cosa può aver irritato così tanto l'Alpha. Si tratta di una Sterek e spero vi piaccia, saranno presenti tutti i personaggi delle due stagioni, tranne Erica e Boyd.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'About a Sourwolf and a hyper kid'
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Ciao a tutti quanti, dall'ultimo capitolo è passato un sacco di tempo e mi dispiace tantissimo, ma sono stata presa dallo sconforto quando ho dovuto dire definitivamente addio al mio vecchio computer, sono stata in lutto per settimane. Ora ho un nuovo piccolo (mica tanto visto che è il doppio di quello di prima) mostrino, ma non mi ci sono ancora abituata. Comunque per farmi perdonare il ritardo ho una sorpresa che rivelerò nelle note a fine capitolo.
Intanto ne approfitto per fare i soliti ringraziamenti e augurare un buon inizio per il 2013 in ritardo.
Buona lettura!!!

 

Fear or rage?

 

Dei deliri mentali di un confuso Stiles Stilinski,

la rabbia cieca dell'Alpha di Beacon Hills

e la sua più profonda paura.

 

Quella giornata non era cominciata affatto nel migliore dei modi.

Per prima cosa le prime parole che aveva pronunciato erano state colorite imprecazioni a causa del lancinante dolore all'alluce quando era per sbaglio inciampato sullo zaino a terra, andando a sbattere così il piede contro la struttura del letto.

Secondo, aveva scoperto con orrore di non sapere più dove aveva lasciato la ricerca di chimica che avrebbe dovuto consegnare proprio quella mattina. Perfetto, aveva pensato, per quel pomeriggio lo attendevano due estenuanti ore di punizione da trascorrere in “piacevole” compagnia di quel simpaticone di Harris.

In cucina, un'altra terribile sorpresa lo aveva lasciato senza parole. Non solo sua padre aveva mangiato ben due ciambelle -che lui gli aveva severamente proibito- ma aveva anche finito tutto il caffè. C'è da dire che non è mai buona cosa iniziare la giornata senza una buona dose di caffè, soprattutto, come nel suo caso, dopo aver passato tutta la notte a rimuginare su un ipotetico intrallazzo amoroso tra una bambolina dai capelli fulvi e un noto lupacchiotto perennemente affetto da sindrome premestruale.

Sostanzialmente si poteva perciò dire che la giornata di Stiles fosse cominciata proprio male.

Che poi lui nemmeno lo aveva capito perchè si era sentito così turbato quando aveva trovato Lydia e Derek davanti a casa sua e li aveva visti andarsene insieme, ma per quanto lui provasse a scacciare quella domanda impertinente dalla sua testa, quella era sempre lì e non aveva nemmeno l'intenzione di andarsene tanto presto a quanto sembrava.

Inutile dire che non era stato in grado di seguire nessuna lezione.

Ancora più importante: Scott e Isaac non c'erano.

E loro due di solito erano i suoi confidenti.

Quando aveva qualche problema era con loro che ne parlava, ma ora non poteva proprio farlo perchè loro non c'erano e lui non aveva la benchè minima idea di dove diavolo fossero andati a cacciarsi quei due idioti, che in teoria sarebbero dovuti essere i suoi migliori amici, ma i migliori amici sono sempre con te quando hai bisogno di sfogare e dare un senso a quella grande confusione che hai nel cervello, o almeno ti avvisano se non hanno intenzione di venire a scuola e soprattutto ti dicono dove si trovano e magari ti invitano pure a raggiungerli. Ma no, in quel caso rifiuteresti perchè, andiamo, Isaac e Scott insieme? Non vuoi certamente fare da terzo incomodo, hai un cuore anche tu e per i tuoi migliori amici vuoi solo il meglio e speri davvero che tra loro le cose funzionino, perchè tu a loro vuoi davvero bene, tu sei un bravo migliore amico, il migliore dei migliori amici che una persona potrebbe mai desiderare, se loro fossero in crisi tu non li abbandoneresti mai vero? Vero! Ma a quanto sembrava quello era solo un suo pensiero.

Stava iperventilando.

Doveva a qualsiasi costo darsi una bella calmata, altrimenti la crisi di panico non avrebbe potuto evitargliela nessuno...o forse una persona c'era. Stupido Stiles. Aveva scacciato a forza il pensiero di due occhi verdi e ad ogni modo perchè proprio il verde? Lui preferiva il rosso...no,no, in realtà era il nero o forse era l'azzurro? Meglio lasciar perdere.

Poi in corridoio aveva visto la sopracitata bambolina dai lunghi boccoli ramati, una dei due responsabili di tutte le sue disgrazie. Si era diretto verso di lei a passo di carica e si era sentito un po' in colpa per averla fatta saltare per la paura sbucando così dal nulla, ma era stata questione solo di un secondo e aveva relegato quel sentimento nel profondo del suo cuore, mentre decideva che per una volta poteva anche permettersi di essere egoista ed infischiarsene altamente di essere carino, gentile e sempre accondiscendente con gli altri, perchè lui non doveva sentirsi assolutamente in colpa, anzi aveva tutto il sacrosanto diritto di sentirsi offeso, imbronciarsi e pestare i piedi per terra facendo i capricci...ok forse questo poteva anche evitarlo. In fin dei conti anche lui aveva ancora una piccola briciola di orgoglio.

Comunque era tutta colpa di Lydia e di quel lupo da strapazzo con manie di grandezza, era solo a causa loro se ora stava passando le pene dell'inferno e non riusciva nemmeno a capire perchè tutto ad un tratto si stesse preoccupando per Jackson, perchè ammettiamolo, lui odiava Jackson, il suo era un odio profondamente profondo scaturito delle profondità più profonde della sua anima...oltre che della sua mente malata...quante volte aveva pensato la parola “profondo”?

Più tardi avrebbe fatto un giro dalla Morrell, giusto un salto, tanto per rendere qualcuno partecipe dei suoi pensieri contorti e dei suoi progetti per uccidere nel modo più doloroso possibile i suoi migliori amici.

Lydia gli aveva chiesto di fidarsi di loro, quindi c'era un loro, lei e Derek insomma e la cosa gli aveva fatto contorcere le viscere, anche se non c'era nulla di compromettente. Gli stava dando una mano a fare una cosa, aveva detto lei. Ma il senso di fastidio non voleva proprio andarsene, perchè di solito era a lui che il lupo chiedeva aiuto ed anche se si lamentava di continuo lo aveva sempre fatto e gli piaceva lo sguardo soddisfatto di Derek, perchè anche se non lo ringraziava mai, quegli occhi puntati su di lui valevano più di qualsiasi “Grazie Stiles, ottimo lavoro”. E gli occhi di Lydia erano dello stesso colore di quelli di Derek, ma se ne accorgeva solo adesso, e lei lo spaventava, o meglio, le sue idee malefiche lo spaventavano, ma lui di Derek si era sempre fidato, sebbene il licantropo fosse sicuro del contrario, perciò poteva anche permettersi di fidarsi di Lydia, perchè aveva gli occhi verdi, anche se la sera prima avrebbe davvero voluto staccarle a morsi la mano con cui stringeva quella del suo Alpha. Suo? Aveva davvero pensato a Derek come il suo Alpha?

La domanda di Lydia poi lo aveva spiazzato, geloso? Lui non era affatto geloso, non di lei almeno...e quella piccola strega doveva averlo capito.

Sì, doveva assolutamente parlarne con la Morrell.

E alla fine aveva concluso che no, lui non odiava affatto Jackson, ma gli piaceva che tutti la pensassero così pur di non ammettere che gli era affezionato e che le loro piccole scaramucce lo divertivano terribilmente.

Poi il biondino li aveva raggiunti, pallido e con in viso un'espressione così tesa che Stiles aveva davvero provato il desiderio di abbracciarlo forte e rassicurarlo dicendogli che sarebbe andato tutto bene, proprio come faceva sua madre con lui quando da piccolo aveva spaventosi incubi.

Ma si trovavano tutti dentro ad un incubo e Stiles si ritrovò a pensare che se Scott ed Isaac non fossero morti dopo l'attacco degli Alpha, ci avrebbe pensato lui a spedirli nell'oltretomba.

Voleva vederli, subito, doveva accertarsi che stessero bene, che tutti loro stessero bene, che anche Peter e Derek non fossero stati attaccati...specialmente Derek. E gli veniva da piangere, mentre strattonava la maglia di Peter, le mani gli tremavano e non era sicuro che le gambe lo avrebbero retto ancora per molto.

Poi Derek gli aveva detto di calmarsi ed incrociando i suoi occhi lui aveva ripreso a respirare regolarmente, perchè lui non era ferito ed era lì davanti, con quei dannati occhi verdi, più verdi di quelli di Lydia.

Dire che i suoi due migliori amici erano ridotti male era poco, ma lui li aveva abbracciati lo stesso, anche se tutto quel sangue, le ossa rotte e la carne viva gli davano il voltastomaco. Ma li avrebbe uccisi comunque, perchè potevano morire, e lui non sarebbe arrivato ai trent'anni, se avessero continuato a farlo spaventare in quel modo.

Era tutta colpa di Derek, non poteva mettere due adolescenti a fiutare le tracce dei loro nemici.

Loro erano ragazzi, tutti loro erano solo ragazzi e a diciassette anni nessuno deve avere a che fare con la morte ogni singolo giorno della propria vita a causa delle lotte per il potere tra cani rabbiosi.

Per questo avrebbe volentieri dato un pugno sul naso a Derek a costo di rompersi la mano, mentre gli diceva di essere solo un impiccio per loro, perchè faceva male, terribilmente male. Aveva passato notti insonni per aiutarlo, cercando di non essergli mai di peso e intanto pensava “Coglione, sei proprio un fottutissimo coglione Derek e uno stronzo insensibile.” Ma mentre pronunciava tutte quelle cattiverie, gli occhi di Derek erano troppo tristi.

Le braccia di Jackson erano state la sua ancora, mentre lo scortava fuori.

Era arrabbiato, deluso, preoccupato e l'unica cosa che voleva in quel momento era tornare dentro e picchiare Derek e poi dirgli che non doveva più mentirgli, perchè lo sapeva che gli stava mentendo e quelle cose non le pensava davvero, ma lo faceva solo per tenerlo alla larga dai guai. La voce nervosa di Jackson che gli offriva un passaggio a casa non lo convinceva però.

Era sfuggito alla sua presa ed era rientrato giusto in tempo per sentire quelle parole pronunciate da Lydia. Dopo di che, fu come se il suo cervello avesse staccato la spina, mentre gli occhi sofferenti di Derek bruciavano.

Non era stato più in grado di pensare coerentemente, aveva solo agito di impulso correndo al campo di lacrosse. Non c'era una spiegazione sul perchè andasse a rifugiarsi lì ogni volta che voleva nascondersi e chiudere per qualche ora le porte al mondo esterno. Lo faceva e basta.

Perchè davvero non sapeva più cosa fare, tutta quella faccenda non aveva alcun senso.

E ancor meno senso aveva il fatto che Lydia fosse lì a rimproverarlo per aver reagito a quel modo di fronte ad una verità che forse aveva iniziato a sospettare già da tempo. Avrebbe voluto urlarle “Sì, cazzo. Lo avevo già notato per conto mio.” No, in realtà non l'aveva affatto notato, ci aveva solo fantasticato sopra, forse fin dalla prima volta che lui e Scott avevano incontrato Derek alla riserva, mentre cercavano l'inalatore perso tra le foglie. Andiamo, quale persona, sana di mente, non avrebbe fatto pensieri poco casti vedendo quel gran pezzo di lupo di Derek-sguardo-che-uccide-Hale? A lui erano sempre piaciute solo le ragazze. Prendiamo come esempio Danny. Nessuno poteva dire che Danny non fosse bellissimo e incredibilmente sexy, ma lui non aveva comunque mai fatto sogni erotici sul suo compagno di squadra, mentre con Derek...Derek era diverso, con lui c'era chimica e...cazzo, si era appena ricordato dove aveva lasciato la ricerca per Harris.

Poi aveva notato quei due cerchi rossi oltre gli alberi e si era notevolmente sorpreso quando Lydia aveva così sbadatamente confuso quegli occhi di brace con quelli di Derek.

E tu come fai a sapere che non è lui?”aveva chiesto una voce maligna nella sua testa.

Lo so e basta...lo sento.”

 

 

Correre verso la scuola era stato il primo pensiero di Lydia. Era sicura che l'Alpha non si sarebbe mai azzardato ad attaccarli in un luogo pubblico, con il rischio di essere visto dagli umani, ma evidentemente Stiles la pensava in tutt'altra maniera.

Il ragazzo infatti la stava trascinando verso il parcheggio, quasi di peso e lei continuava ad invocare tutti i santi che conosceva perchè le gambe la reggessero. “Maledetti tacchi!! Ti prego Lydia non inciampare, non inciampare.”pensò mentre si avvicinavano in fretta e furia alla Porsche di Jackson.

Senza guardarsi indietro nemmeno una volta, la ragazza si fiondò con ben poca grazia nell'abitacolo, aspettandosi di vedere Stiles prendere posto al suo fianco, ma inaspettatamente non fu così.

-Che diavolo fai? Sali!-gli disse con voce tremante a causa della paura.

-Noi siamo in due, lui è solo, se ci separiamo non potrà seguirci entrambi. Io corro verso la riserva, tu vai a chiamare gli altri.-spiegò frettolosamente guardandosi intorno.

Presa dal panico Lydia gli afferrò la felpa. -Ti prego Stiles, vieni con me, per favore, andiamo tutti e due a casa di Derek.-si mise a piagnucolare, mentre il ragazzo tentava di sfuggire alla sua presa.

-Non possiamo portarlo dritto là, non con Scott e Isaac feriti ok?- cercò di farla ragionare.

-Come fai ad essere sicuro che seguirà proprio te?-domandò la rossa asciugandosi con la manica del cappotto i grossi lacrimoni che le si erano formati ai lati degli occhi.

-Sono il compagno di un Alpha ricordi?-mormorò Stilinski stirando le labbra in una sorta di ghigno.

-Ma Stiles...- tentò di protestare per l'ennesima volta l'amica senza troppo successo.

-Fai come ti dico! Adesso vai!- le ordinò il ragazzo prima di ricominciare a correre.

Lydia respirò a fondo un paio di volte per calmarsi e riprendere il controllo della situazione, Stiles aveva ragione e lei doveva sbrigarsi a chiamare Derek.

Prese il telefono e compose il numero del suo ragazzo, che rispose dopo solo qualche squillo.

-L'hai trovato?-si sentì chiedere immediatamente.

-Jackson...-la voce le tremava ancora.

-Lydia?-la chiamò il licantropo biondo preoccupato.

-Ho trovato Stiles, sta correndo verso la riserva e uno degli Alpha lo sta inseguendo.- disse tutto d'un fiato.

-Cosa? Ma che...-si sentì chiedere dal ragazzo mentre avvertiva il ringhio in sottofondo di Scott e l'esclamazione sorpresa di Peter.

-Dì a Derek di fare in fretta!-

 

Stiles cercava di guadagnare più tempo possibile camminando a passo sostenuto sul marciapiede.

Fortunatamente c'erano ancora parecchie persone per strada a quell'ora e lui poteva sperare di riuscire a sventare un possibile attacco dell'Alpha almeno per il tempo necessario che sarebbe servito a Lydia per avvertire Derek e Peter.

L'improvviso squillo del cellulare lo fece saltare come una molla, ma tirò un sospiro di sollievo non appena vide sul display il nome della persona che lo stava chiamando.

-Ehy Der...-

-Dove diavolo sei?-ringhiò il lupo.

-Su una strada molto affollata, sono quasi arrivato al confine con la riserva, non credo attac...-

-Non muoverti da lì, non fare stronzate. Sto arrivando.-si sentì dire prima che la chiamata venisse bruscamente interrotta.

Stiles rimase per qualche minuto a fissare ad occhi sgranati il telefono. Quel lupo misantropo era davvero incredibile e per fortuna che solo poche ore prima aveva silenziosamente confermato di amarlo.

Un basso ringhio dietro le sue spalle gli fece improvvisamente venire la pelle d'oca. Girandosi molto lentamente potè senza difficoltà intravedere la sagoma scura dell'Alpha in fondo al vicolo.

-Fanculo!-sbottò ricominciando a correre.

Se restava dov'era il licantropo lo ammazzava, se si fosse allontanato veniva ammazzato comunque, nel caso fosse sopravvissuto Derek lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani per avergli disubbidito. Era ufficialmente un uomo morto, ma certamente non poteva restarsene lì con le mani in mano con il rischio che altri umani innocenti venissero coinvolti.

Si allontanò velocemente dalle case per inoltrarsi tra gli alberi a lato della strada e si rimise a correre, guardandosi alle spalle di tanto in tanto.

 

Derek si guardò attorno febbrilmente alla ricerca delle testolina castana di Stiles.

Ringhiò frustrato quando si rese conto che del ragazzo non vi era alcuna traccia e non ci mise molto a capire che il suo ordine non era stato rispettato.

Fece un passo in direzione degli alberi, ma la mano dello zio andò a trattenerlo con forza.

-Derek, non abbiamo un piano.-lo ammonì il più grande, guadagnandosi solo una rabbiosa occhiata cremisi.

-Trovo l'Alpha e lo uccido, è questo il piano.-ringhiò scrollandosi di dosso il lupo, riprendendo a seguire la scia del suo umano.

-Dannazione!-imprecò Peter prima di seguire il nipote.

 

Stiles sentiva i polmoni bruciare, come se avessero voluto esplodergli nel petto, ma non rallentò la sua corsa, anzi accelerò l'andatura appena intravide con la coda dell'occhio dei movimenti tra gli alberi alla sua sinistra.

Si sentì un vero idiota, non poteva aver davvero creduto di poter sfuggire ad un licantropo.

Solo un'altra volta gli era capitata una cosa simile, ma Peter aveva solo giocato con loro come il gatto con i topi, non aveva avuto davvero intenzione di ucciderli, per questo si era ormai convito del fatto che non sarebbe sicuramente uscito vivo da quella situazione.

Improvvisamente un'enorme ombra nera balzò verso di lui uscendo dagli alberi. Istintivamente Stiles si arrestò spostandosi velocemente indietro, giusto il tempo di vedere una zampa artigliata passargli davanti a pochi centimetri dal naso.

L'Alpha atterrò poco lontano dall'umano, ma questo non perse tempo e riprese a fuggire nella direzione opposta.

 

Peter seguiva senza sosta il nipote che sembrava aver messo le ali ai piedi, ma si distrasse non appena avvertì l'inconfondibile ringhio di un'Alpha nemico, al quale seguì immediatamente quello di Derek che non impiegò molto a seminare lo zio.

 

Stiles non seppe dire se la sua fosse fortuna sfacciata o meno, ma riuscì ad evitare un nuovo assalto da parte del licantropo proprio inciampando su una radice. Vide l'Alpha finire a terra ad una decina di metri di distanza, ma stavolta non ebbe la prontezza di rialzarsi subito. Rimase accucciato a fissare sbalordito la figura che si stava raddrizzando per ergersi spaventosa davanti a lui.

La forma di quel licantropo ricordava molto quella di Peter, quando ancora era il sanguinario Alpha della cittadina, ma a differenza sua l'essere che era difronte a lui era alto e grosso il doppio e non aveva più alcun tratto umano. Era una bestia feroce dotata di artigli e zanne spaventosi.

L'umano deglutì rumorosamente, mentre il mostro lo squadrava famelico, perfettamente immobile. Poi un luccichio argenteo attirò la sua attenzione, facendogli individuare e riconoscere subito l'oggetto che era probabilmente sfuggito dalla tasca della felpa quando era caduto e ora si trovava a pochi centimetri dalle sue dita.

Ricordava bene il momento in cui gli era stato regalato la sera in cui il Kanima era stato sconfitto.

 

Se ne stava rintanato dentro l'armadio da ore, con ancora davanti agli occhi le immagini di Derek e Peter che affondavano gli artigli nel corpo di Jackson e di questo che cadeva a terra privo di vita per poi riprendersi tra lo stupore di tutti mettendo in bella mostra tutta la sua nuova dotazione da neo-licantropo. Si era sentito sollevato. Era finito tutto per il meglio. Jackson era di nuovo se stesso, Lydia poteva riabbracciare il suo ragazzo e Gerard Argent era fuggito, probabilmente in fin di vita a causa degli effetti collaterali del morso e del sorbo.

Eppure appena tornato a casa non aveva potuto fare nulla contro l'improvviso attacco di panico che gli aveva mozzato il fiato. Con fatica si era portato sotto il getto di acqua gelida della doccia e solo quando aveva intravisto nello specchio le sue labbra diventare bluastre, si era deciso che così poteva bastare.

In camera aveva indossato una semplice tuta e poi si era nascosto nell'armadio, senza un valido motivo.

Si sentiva come un bambino indifeso, non di certo come l'eroe che quella notte aveva voluto dimostrare di essere. Perchè le ferite sul suo viso bruciavano più che mai ed era terrorizzato a morte al pensiero che ci fosse ancora là fuori qualcosa di mostruoso e sovrannaturale che lui non sarebbe mai riuscito ad affrontare così fragile ed umano com'era.

L'improvviso suono ovattato di passi nella sua camera lo fecero tremare senza alcun controllo.

Trattenne il fiato quando l'anta dell'armadio venne aperta e nemmeno quando il volto preoccupato di Derek entrò nel suo campo visivo riuscì a calmarsi.

-Stiles? Che ti prende?-

L'umano chiuse gli occhi e strinse i denti, odiando mostrarsi così debole proprio davanti a lui.

Passò qualche secondo di terribile agonia, poi si sentì avvolgere da un inconsueto calore, mentre il lupo se lo stringeva al petto.

Rimasero in quella posizione per chissà quanto tempo finchè fu proprio il ragazzino a spezzare il silenzio.

-Puoi anche lasciarmi andare ora, sto bene...credo...-disse, sentendo però la propria voce spezzarsi sulle ultime tre parole.

-Sei ancora sotto shock piccolo idiota.-sbottò seccato il licantropo.

-La tua dolcezza mi commuove ogni volta Derek!-scherzò il ragazzo.

Si sentì scostare leggermente dal petto dell'altro, che lo osservò attentamente prima di lasciarsi sfuggire uno sbuffo.

-Fai battute stupide...sì, stai decisamente bene.-

Stiles ridacchiò, ma il sorriso andò pian piano morendo sulle sue labbra.

Derek si era rialzato ed ora lo fissava dall'alto, le sopracciglia aggrottate e le braccia incrociate davanti al petto.

-Come mai sei qui?-chiese l'umano.

-Ero preoccupato.-rispose l'Alpha a bassa voce.

Lo sguardo sorpreso di Stiles si posò su di lui.

-Perchè?-

Derek non rispose, ma allungò una mano, sfiorando delicatamente con le dita il livido sotto l'occhio del ragazzo.

-Oh...per quello.-sussurrò il giovane Stilinski rabbuiandosi.

-Gerard Argent la pagherà cara, te lo prometto.-disse il licantropo voltandosi verso la finestra, pronto per andarsene.

-Non farlo.-lo fermò la voce di Stiles.

Il più grande lo guardò in cerca di spiegazioni, mentre lui si alzava da terra, passandosi nervosamente le mani tra i capelli.

-Non trattarmi come se fossi la principessa in pericolo...non farmi sentire ancora più inutile...per favore.-lo supplicò abbassando lo sguardo sul pavimento, incapace di sostenere l'intensità degli occhi verdi dell'altro.

Ci fu una pausa interminabile, in cui l'unico rumore che Stiles riusciva a sentire era il battito impazzito del suo povero cuore.

-Ok.-disse semplicemente Derek.

-Davvero?-domandò sbalordito il ragazzino.

-Sì, ma tu impara a difenderti come si deve.- detto questo il lupo gli lanciò un piccolo oggetto avvolto da una strana stoffa blu scuro.

Scostando gli strati di tessuto, il contenuto si rivelò essere un pugnale. Sull'impugnatura erano incisi arzigogolati ghirigori e Stiles potè specchiarsi nella lama lucida, lunga poco più di una decina di centimetri.

-La lama è stata intrisa nell'aconito, ho chiesto al dottore di farlo per te.-gli spiegò Derek.

-Grazie.-riuscì a dire solamente l'umano.

Il licantropo liquidò tutto con un'alzata di spalle prima di scavalcare il bordo della finestra.

-Usalo in caso di bisogno.-fu l'ultima cosa che Stiles udì prima di vederlo andare via.”

 

Senza esitare un solo istante, Stiles impugnò l'arma, mentre il lupo mannaro spiccava l'ennesimo balzo verso di lui e scartando di lato riuscì a ferire di striscio una delle zampe anteriori delle bestia che emise un uggiolio sofferente, mentre il ragazzo notava come la ferita, seppur così piccola, non si rimarginasse. Da dove si trovava, anche senza super vista, l'umano poteva vedere la pelle lacerata sfrigolare come se fosse venuta a contatto con dell'acido. Deaton e Derek dovevano esserci andati davvero pesanti con l'aconito.

Il licantropo ripartì nuovamente all'attacco, ma stavolta non fu il solo. Sentendo l'adrenalina scorrergli nelle vene, Stiles partì alla carica, brandendo il coltello come se fosse stato una spada, dandosi la giusta carica con un grido di battaglia che lo fece sentire tanto Xena la Principessa guerriera. Evitò agilmente un colpo di artigli diretto al petto e contrattaccò fendendo l'aria con il pugnale, notando come il licantropo si ritraeva innervosito ogni volta che la lama passava ad un soffio dalla sua pelle.

In fin dei conti aveva qualche speranza di cavarsela, era sufficiente stare lontano dagli artigli e dalle zanne, un gioco da ragazzi insomma.

Rotolò a terra su un fianco mentre il lupo si protendeva in avanti per afferrarlo e assestandogli un calcio ben mirato dietro al ginocchio, riuscì a farlo cadere a terra il tempo necessario da permettergli di rialzarsi e piantargli il pugnale in mezzo alla schiena.

Il mostro ululò per il dolore e voltandosi colpì il ragazzino spedendolo con violenza contro un albero. Stiles mugolò sofferente accasciandosi al suolo, mentre la bestia, contorcendosi, riusciva ad estrarre la lama dalla schiena gettandola poi lontano.

Ok...adesso sono fottuto.”

Si guardò attorno, cercando una qualsiasi arma di fortuna, mentre il nemico si avvicinava sempre di più snudando le zanne. Quando il muso del mannaro fu ad appena una spanna dal suo viso, Stiles chiuse forte gli occhi, ormai rassegnato alla triste consapevolezza di essere ad un passo dalla morte.

-Stiles!!-un urlo lontano lo fece voltare, appena in tempo per vedere una grossa figura nera muoversi alla velocità della luce verso di loro e travolgere l'Alpha che ancora lo teneva bloccato a terra.

Ciò che vide l'umano, raddrizzandosi, fu un enorme lupo nero, anche se dalle dimensioni sembrava un orso, forse anche più grande. L'animale era posto davanti a lui, in posizione di attacco ringhiando rabbiosamente in direzione del licantropo e nascondendo quasi del tutto Stiles alla sua vista. Il nuovo lupo lanciò una breve occhiata al ragazzino dietro di sé e a quest'ultimo mancò il respiro per qualche istante. Quelle iridi rosse le avrebbe riconosciute ovunque. Bruciavano furenti come non mai.

-Derek...-sussurrò il ragazzo incapace di togliere gli occhi di dosso al licantropo e quello mosse il capo impercettibilmente, prima di ergersi in tutta la sua spaventosa bellezza ed ululare al cielo.

Era uno spettacolo terrificante, ma Stiles ne rimase indiscutibilmente affascinato, mai aveva visto in tutta la sua vita qualcosa di più magnifico di Derek, che in quel momento aveva ripreso a ringhiare contro l'altro Alpha, come a volergli intimare di stare lontano dal suo umano.

Fu questione di un secondo prima che i due lupi si scagliassero con ferocia l'uno contro l'altro, Derek con le grandi fauci spalancate e le zampe artigliate bene in vista.

Stiles era così intento a seguire i movimenti del suo Alpha che nemmeno si rese conto dell'arrivo di Peter, almeno finchè quello non gli mise una mano sulla spalla facendolo sussultare.

Il nuovo arrivato gli rivolse uno sguardo dispiaciuto.

-Stai bene?-gli chiese il più grande, mentre controllava con rapide occhiate che il ragazzo non fosse stato ferito. Quando questo annuì debolmente, gli si posizionò davanti pronto ad intervenire in aiuto del nipote. In quel momento Derek venne scagliato lontano dal nemico, rimase per qualche istante a terra, mentre l'altro gli si avvicinava, ma non aveva fatto i conti con Peter che gli saltò sulle spalle affondandogli i denti nel collo, mentre Stiles correva in soccorso dell'altro licantropo.

-Derek!-chiamò con voce tremante, mentre il lupo si alzava barcollando leggermente, scuotendo la testa intontito a causa del colpo. Senza perdere tempo, spinse l'umano dietro di sé con il muso e si avventò contro l'Alpha, che nel frattempo si era liberato di Peter, che ora giaceva ai piedi di un albero stringendosi un braccio rotto al petto.

Derek saltò sulla schiena dell'avversario facendolo ruzzolare tra le foglie e salendogli sopra immediatamente, schiacciandolo con tutto il suo peso. Stiles rimase immobile a guardare l'esatto momento in cui Derek chiuse le zanne attorno alla spalla del licantropo, stringendo sempre più forte, finchè con un terribile schiocco l'arto venne brutalmente staccato dal resto del corpo. L'Alpha a terra ringhiò, colpendo con gli artigli il muso dell'altro, creando profondi squarci. Per un attimo Derek vide solo rosso, la vista momentaneamente appannata dal suo stesso sangue, ma non si lasciò distrarre e ancora una volta si apprestò a mordere, stavolta mirando dritto alla giugulare con un'energia che non credeva di avere.

Stiles rabbrividì, ma non distolse lo sguardo mentre Derek sbranava il loro nemico. Sentiva la bile risalirgli la gola, ma si concentrò con tutto se stesso per non vomitare la misera colazione che aveva fatto quella mattina. Di alzarsi in piedi non se ne parlava nemmeno, era più che sicuro che le gambe non lo avrebbero retto, perciò se ne rimase lì rannicchiato vicino a Peter, di nuovo in piedi, mentre un gorgoglio soffocato, lo avvisava che sì, Derek ce l'aveva fatta, aveva appena ucciso uno degli Alpha.

Il tempo sembrò arrestarsi, nessuno di loro mosse un muscolo per qualche secondo, o forse passarono minuti interi. Poi il grosso lupo nero alzò il muso dal cadavere martoriato del licantropo nemico per puntare le iridi scarlatte nella direzione in cui si trovavano gli altri due. Mosse qualche passo verso di loro e Stiles potè sentire Peter fremere, ma non seppe dire se per paura o che altro. Lo vide alzare le mani difronte a sé cautamente, spostandosi leggermente davanti a lui, quasi temendo una reazione aggressiva da parte del nipote.

-Derek...è finita, calmati. Siamo noi.-bisbigliò lo zio, avvicinandosi con piccoli passi al lupo. Questo si ritrasse ringhiando appena, poi sembrò completamente dimenticarsi della presenza del più grande e si concentrò su Stiles ancora a terra iniziando a muoversi verso di lui.

Il ragazzino vide Peter prepararsi a scattare per fermare il nipote.

-No.-lo bloccò.-Non mi farà del male.-

In realtà non sapeva da dove gli venisse fuori quella convinzione, ma ne era sicurissimo, infatti, giunto dinnanzi a lui, Derek abbassò il capo emettendo un sommesso uggiolio. A Stiles risultò più che naturale avvicinare la mano al muso dell'altro e depositarvi una leggera carezza. Il lupo sembrò apprezzare e dopo poco si accucciò, posando la testa sulle gambe dell'umano, mentre la folta pelliccia scura si ritirava. E in un attimo era di nuovo lui, Derek. E Stiles non badò affatto a inutili dettagli come l'assenza totale di vestiti, i tagli che gli disseminavano il corpo e la bocca insanguinata, era felice, perchè Derek era di nuovo con lui e gli aveva salvato la vita, anche se ora se ne stava rannicchiato addosso a lui ferito e febbricitante.

-Stai bene?-si sentì chiedere con voce flebile dal licantropo. A quella domanda inarcò sarcasticamente un sopracciglio.

-Davvero tu stai chiedendo a me come sto? Hai seri problemi lasciatelo dire.-gli disse rivolgendogli un sorrisino divertito, mentre notava anche Peter sorridere scuotendo il capo.

Derek si lasciò sfuggire uno sbuffo che alle orecchie dell'umano sembrò tanto un accenno di risata.

-Forse hai ragione.-commentò, prima di svenire.

Peter si avvicinò ai due, sollevando il nipote e caricandoselo in spalla, aiutato da Stiles.

-Portiamolo a casa.-disse il più grande.

L'umano annuì e per tutto il tragitto fino alla villa, la sua mano non abbandonò nemmeno per un secondo quella del suo Alpha.

 

Appena varcata la soglia di villa Hale, Stiles si era visto investire da quella piccola furia di Lydia Martin, che prima gli aveva fatto un bell'occhio nero e poi gli era scoppiata a piangere tra le braccia, mentre lo stramalediceva ordinandogli infine di non farle mai più prendere una simile paura.

Fatta calmare la ragazza, aveva seguito Peter in camera di Derek, dove Deaton si stava già occupando di lui, ma non prima di aver ricevuto una pacca sulla spalla e un sorriso per la prima volta amichevole da parte di Jackson. Proprio quest'ultimo aveva tempestivamente informato il veterinario, che si era subito precipitato da loro per potersi prendere cura dei feriti, anche se Scott e Isaac stavano già notevolmente bene rispetto a qualche ora prima.

Era stato accanto a Derek, finchè Deaton non lo aveva rassicurato che sarebbe andato tutto bene.

Avrebbe voluto dirgli “Ehy, certo che andrà tutto bene, stiamo parlando di Derek Hale, se la caverà come sempre.” Ma non lo aveva detto, si era limitato ad annuire e lasciare la stanza, uscendo per prendere una boccata d'aria.

Era stato sedendosi sui gradini che si era lasciato andare. Era crollato e Peter lo aveva trovato a piangere mordendosi le labbra a sangue per non permettere a singhiozzi incontrollati di lasciare la sua bocca. Non gli aveva detto niente, si era solo seduto al suo fianco stringendolo in quello che sembrava un goffo tentativo di abbraccio, anche se sapeva che non ce n'era alcun bisogno. Perchè Stiles aveva davvero avuto paura, ma non se ne era accorto fino a quando Derek non gli era crollato addosso svenuto e in quel momento erano le sue braccia che bramava, non di certo quelle dello zio, o di Lydia, o chiunque altro.

 

La prima cosa che Derek vide riprendendo conoscenza fu l'espressione sollevata di suo zio.

Notò le sue labbra tremare impercettibilmente, mentre gli passava una mano tra i capelli, in un insolito gesto tenero che gli riscaldò il petto, facendolo ripensare con nostalgia a quando erano una famiglia. Non era mai stato un fan delle situazioni sdolcinate e strappalacrime, ma in quel momento qualche dimostrazione d'affetto da parte dell'ultimo parente rimastogli in vita poteva anche digerirla.

-Te la sei cavata alla grande.-sussurrò Peter con quella che Derek potè riconoscere come una punta d'orgoglio nella voce.-C'è qualcun altro che vuole vederti.-lo informò, alzandosi dalla sedia posta vicino al suo letto.

Derek lo seguì con lo sguardo finchè non lo vide uscire dalla stanza, per lasciare il posto a Stiles.

Il ragazzo si fece avanti titubante, grattandosi la punta del naso imbarazzato e sedendosi dove fino a poco prima c'era lo zio.

-Ehy...sei vivo.-ruppe il silenzio l'umano, schiaffeggiandosi subito dopo per l'assurdità appena detta.

Il licantropo trattenne a malapena un sorriso divertito, che fece colorare le guance dell'altro di un rosso acceso.

-Sono vivo.-confermò a bassa voce.

-Bè...gran bella trasformazione, davvero. Sei diventato un lupo a tutti gli effetti...grandi zampe, grandi artigli, grandi...denti...insomma eri tutto grande, enorme, immenso...quasi esplodevi...-iniziò a blaterare il ragazzino, guardando ovunque per non incrociare lo sguardo dell'Alpha.

-Ero spaventoso?-domandò a bruciapelo Derek.

Stiles fermò di colpo il suo confuso gesticolare e per la prima volta da quando era entrato in camera, lo guardò negli occhi. Si prese un po' di tempo per pensare, poi sospirò pesantemente.

-Giusto un pochino.-ammise facendo una smorfia.

Derek annuì lentamente e il silenzio tornò a regnare nella stanza.

Rimasero a fissarsi, entrambi in attesa che l'altro dicesse qualcosa. Sicuramente la situazione tra loro due non era delle migliori, ma quella distanza causata dall'imbarazzo pesava a tutti e due.

Fu il licantropo a schiarirsi la voce e deglutire vistosamente, attirando su di sé lo sguardo curioso del ragazzo.

Stiles non lo aveva mai visto così, sembrava quasi a disagio, diverso dal solito sourwolf aggressivo e musone a cui era abituato.

-Scusa.-bisbigliò il lupo.

-Per cosa?-domandò confuso l'umano.

Derek mosse le labbra un paio di volte, borbottò anche qualcosa che Stiles non riuscì a capire, ma alla fine puntò gli occhi smeraldini dritti nei suoi con decisione.

-Per tutto.-disse semplicemente.

E quel tutto nascondeva mille significati.

Scusa per non essere arrivato prima in tuo aiuto.

Scusa per non esserti venuto subito a cercare.

Scusa per tutto quello che ti ho detto.

Scusa per essere sempre così scontroso.

Scusa per metterti costantemente in pericolo.

Scusa per essermi innamorato di te.

Ma non disse nulla di tutto questo, lasciò che il ragazzo interpretasse quella parola come meglio credeva, non voleva imporgli nulla, c'aveva già provato parecchie volte in altre circostanze e si erano tutte concluse catastroficamente con tentati omicidi da parte di creature sovrannaturali, proprio come il giorno prima. Di una cosa si era convinto, doveva smettere di cercare di estromettere Stiles. Il ragazzo aveva dimostrato più che egregiamente di saper difendersi e lui era dannatamente fiero del suo piccolo umano, anche se si era sentito morire quando aveva visto l'Alpha incombere su di lui. Da quel punto i ricordi erano sfocati ed imprecisi, aveva ripreso lucidità solo quando aveva incrociato le iridi nocciola di Stiles oltre le spalle di suo zio. Ricordava il calore della sua mano e le braccia che lo stringevano rassicuranti mentre perdeva i sensi.

Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro.

-Avevo solo...-la voce gli si incrinò e strinse forte i denti prima di riprendere con voce debole.

-Avevo paura di perdere anche te.-ammise.

Il tocco delicato di dita che si intrecciavano a quelle della sua mano gli fece aprire di nuovo gli occhi.

Stiles era lì, serio, forte, sincero, umano.

-Io sono qui Derek.-

 

 

 

Piccole note:

 

Finito anche questo capitolo.

Intanto spero che vi sia piaciuto, la prima parte è stata un po' un esperimento in cui ho cercato di rendere al meglio il caos che governa i pensieri di Stiles.

La scena dell'inseguimento me l'ero immaginata piuttosto diversa, ma devo dire di essere soddisfatta del risultato.

La trasformazione di Derek forse a qualcuno farà storcere il naso, ma il vero licantropo che c'è in lui io me lo immagino in questo modo, un lupo vero e proprio, come lo era Laura, perchè a mio parere è la sua essenza, ciò che lo rappresenta al meglio.

Ed infine veniamo alla sorpresa!!

Questo doveva essere a tutti gli effetti l'ultimo capitolo, ma...causa computer fulminato e giramento prototonico di balle da parte mia...ho deciso di aggiungere un epilogo degno di questo nome come collegamento alla one-shot che ho già pronta ( il famoso progetto su papà Stilinski ricordate?)

Bene, ringrazio come al solito tutti quanti e mi scuso per eventuali errori, in caso vi pregherei di segnalarmeli, così potrò adoperarmi per correggerli.

Ciao, a presto!

  
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