Hola! Eccomi di nuovo qui a far danni… e va beh, capita… Casualmente mi sono ritrovata fra le mani una fanfic scritta moooolto tempo fa (oddio non proprio tanto, però…) e mi è venuta voglia di riprenderla. Ovviamente non sta a me decidere se è stata una buona idea o se è meglio che la ributti lì dov’era. Ok, bando alle ciance e buona lettura!
Baci baci Prue
Tengo a precisare che,
nonostante li abbia presi, strapazzati e rimandati indietro (anche questa
volta), i personaggi di Captain Tsubasa
non sono miei ma del grande Yoichi Takahashi !
Grazie
in anticipo per l’attenzione!
Sulle
orme dei padri
CAPITOLO 1- Voglio giocare anch’io!
È una limpida
giornata primaverile, gli uccelli cinguettano allegramente, la gente esce fuori
a godere del tepore del sole e ovunque si respira
tranquillità… tutti sembrano allegri… tutti tranne una ragazzina mora che, con
il volto imbronciato, continua a sbuffare e a sospirare mentre i suoi occhi
sono fissi su un gruppo di ragazzi che, approfittando di quella giornata così
calda, si sono ritrovati in un piccolo campo da calcio e da più di un quarto
d’ora giocano e si divertono.
La giovane è in
piedi e con un dito continua a torturare una ciocca dei capelli castani,
arrotolandola e srotolandola mentre brevi movimenti della testa cercano di
allontanare dalla fronte la lunga frangia che la proprietaria non si è degnata
di far accorciare e che, sempre più spesso, infastidisce la visuale. Ha l’aria
triste e sconsolata e, dopo l’ennesimo sospiro, esclama, con aria imbronciata:“Uffa, però non è giusto! Perché
non fanno giocare anche me? Mi annoio a morte mentre
loro si divertono giocando a calcio! Uffi e arciuffi! È un’ingiustizia bella e buona… non mi fanno
giocare solo perché sono una ragazza, chi l’ha detto
che il calcio non è uno sport per femmine? Sono tutti degli sporchi
maschilisti, e basta!”
Gli occhi neri lampeggiano di
sdegno ad una caduta buffa di un giocatore che viene accolta con uno scoppio di
risa. La ragazza sferra un calcio al vuoto e si siede sugli spalti, sorreggendo
il mento con le mani e continuando a fissare l’evolversi del gioco.
Un tiro maldestro
le fa arricciare il naso mentre la palla schizza fuori
dal campo, minacciando di finirle addosso. La sfera atterra qualche gradino più
su rispetto a dove è seduta lei e comincia a rimbalzare sul posto per poi
prendere a cadere.
Dal campo giunge
un ululato di disapprovazione.
La giovane si
alza sospirando ed afferra l’oggetto, fissandolo con malcelato interesse.
“Palla!”
La ragazza alza lo sguardo e vede un giocatore
dai capelli neri come la pece che si sta sbracciando a poca distanza dalle
tribune; a quella distanza riesce a vedergli in faccia
quell’odioso sorriso canzonatorio che la fa andare in
bestia.
Una smorfia le compare sul viso e non accenna a muoversi.
“Dai, lanciala,
non possiamo stare qui tutto il giorno!”
All’esclamazione,
il ragazzo viene fulminato da un’occhiataccia della
giovane, che sbuffa rumorosamente. L’altro, al gesto, non proprio carino, sorride e aprendo le braccia esclama: “Mi dispiace Miky, ma non puoi entrare in campo, lo sai che le ragazze
non giocano a calcio!”
“Già, Robby ha ragione, non puoi giocare con noi… e poi credo che
se il mister fosse qui, approverebbe in pieno le nostre ragioni!” Incalza
subito un altro componente della squadra.
“È inutile che
resti qui…
perché non vai a casa a giocare con le
bambole?!”
A quella frase
tutti scoppiano in una sonora risata mentre Miky,
offesa ed umiliata, fissa la palla con aria furiosa e urlando:“Io
non gioco con le bambole!” la lascia cadere a terra e mentre rimbalza, cerca di
colpirla con quanta più forza può.
Un fischio di ammirazione le giunge dal campo, mentre la sfera prende a
scendere con aria quasi inoffensiva verso Robby. Il
giovane è ancora intento a ridere, tenendosi la pancia con entrambe le mani,
leggermente curvato all’indietro, e non si accorge dell’arrivo della sfera, che,
colpendo in pieno, lo fa sbilanciare e cadere a terra.
Gli altri
compagni si zittiscono, vedendo il ragazzo seduto sull’erba, ma qualcuno si
lascia sfuggire una risatina, seguito a ruota da tutti
i componenti della squadra… nessuno si accorge della giovane che, scura in
volto, si allontana…