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Autore: Hebony    26/01/2013    6 recensioni
Da quell'evento non ho più il coraggio di spegnere le luci...
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ho sempre voluto condividere questa esperienza, che potrebbe essere successa a qualcuno, e da quando ho visto il mio terapeuta in seguito a questo avvenimento, non riuscii più a dormire serenamente. Avevo circa 7-8 anni, vivevo con i miei nonni in South Carolina. Loro avevano una grande casa che fungeva da fermata alla metropolitana, e a me piaceva scoprire tutte le sue ramificazioni, passanti sotto la città. Mio nonno, un giorno, mentre non ero alla metro, mi portò a pescare mentre mia nonna mi avrebbe insegnato a cucire e a cucinare. Cose da ragazzina, quelle di mia nonna, e non per un ragazzo, ma quelle abilità mi avrebbero aiutato nella vita. I miei genitori erano militari, così, invece di traumatizzarmi con troppi trasferimenti, preferirono lasciarmi con i miei nonni. La mia camera era posta al centro della casa. Era circondata da tutti i lati con spesse mura, spesse perchè un tempo al loro posto c'erano dei corridoi, oggi chiusi. Ho appeso al muro di camera mia quadri e cose carine che si addicono ad un bambino di otto anni. Ho amato quella casa, ma dopo un po' di tempo ho inziato a sentirmi osservato. Ho notato che i miei oggetti hanno iniziato a scomparire. Nulla di valore, solo banalità, come il mio spazzolino da denti e il mio pettine. No, non sono mai riapparsi da nessuna parte, e non li rividi più. I miei nonni spesero una fortuna nei miei prodotti da bagno, penso. Sono state le mie cose a farmi andare in confusione. I miei nonni mi dicevano che un fantasma aveva preso simpatia per me. Scherzavano, ovviamente, ma cominciai a pensare che fosse veramente reale quello che mi dissero. Cominciai a prestare molta attenzione ad ogni minimo rumore e dettaglio, e ogni volta che accadeva qualcosa di strano mi venivano brividi dappertutto. Ricordo che la mia maglia preferita era nell'asciugatrice, dopo alcuni minuti decisi di andare a prenderla ma trovai la porta dell'asciugatrice aperta e la maglia era sparita. Molto di tutto ciò che avevo sparì. Quadri raffiguranti me stesso, appesi sui muri della casa, svanirono. La cosa più importante era la presenza di piccoli buchi sui muri della casa. Si sono manifestati, prima, nella mia camera, poi si sono diffusi in tutta la casa. La cucina, i bagni, il salotto. Dappertutto, tranne nella camera dei miei nonni. Tutto questo mi fece rabbrividire, così, una notte decisi di andare a dormire nella loro stanza da letto. Dormii in un comodo e caldo sacco a pelo per terra, e per la prima volta mi sentii al sicuro. Alle due di notte, circa, mi svegliai sentendo dei colpetti. Sembrava che qualcuno stesse picchiettando qualcosa per uscire fuori. Eravamo al centro del paese, quindi, le persone facevano lavori a tutte le ore, così decisi di stare sveglio. Quando cominciai a togliermi le coperte di dosso mi misi a guardare la parete di fronte a me. Fui appena in tempo a vedere che un piccolo pezzo della parete cadde, creando un altro piccolo buco. Urlai svegliando i miei nonni. Loro si arrabbiarono con me, allora impacchettammo un po' delle nostre cose e stemmo fuori casa per il weekend. Quando tornammo a casa la prima cosa che notai fu che tutte le cose che riguardavano me erano scomparse o danneggiate. La mia camera era ormai ''popolata'' da trenta buchi, in varie forme e dimensioni. Ero molto stanco e tutto quello che volevo fare era andare a letto. La mia nuova camera era quella degli ospiti. Io e i miei nonni eravamo nella mia vecchia camera e ordinammo a qualunque cosa ci fosse in quella casa di lasciarmi in pace. Non ci fu nessun cambiamente, nessuno sfogo di rabbia, nessuna risata di alcun fantasma. Solo silenzio che mi fece una gran paura e che mi fece sentire un po' stupido. Presi coraggio e decisi di dormire in camera mia quella notte. Mi svegliai attorno alla mezzanotte sentendo un rumore. Quello che sentii sembrava un "bussare" proveniente dal muro. Scesi dal letto e mi avvicinai ad esso solo per sentire un altro suono strano. Ancora un altro. Presero un ritmo costante. Ero completamente terrorizzato. Saltai subito in piedi controllando ogni millimetro di quella stanza. Presi la torcia che tenevo sempre al mio fianco e illuminai tutta la camera. Il pavimento, i muri, i buchi. Il bussare si fermò, ma io continuavo, freneticamente, a guardarmi attorno. Notai un qualcosa brillare e cominciai a fissarlo. Quando realizzai cos'era, gridai ed iniziai a piangere come una ragazzina. Quello era un occhio umano. I miei nonni entrarono nella mia camera e lo videro, l'occhio, l'occhio umano che non batteva ciglio. Chiamarono all'istante la polizia che arrivò immediatamente. Tolsero le spesse pareti che coprivano i corridoi per trovarlo. Infine arrivarono alla parete dietro alla mia stanza, dove avevo visto l'occhio. Non mi spiegarono nulla di quella faccenda, dicendo che ero troppo piccolo per venirne a conoscenza, ma affermarono che quando sarei stato più grande mi avrebbero detto tutto. La polizia uscì da quel piccolo corridoio, che poteva contenere a malapena solo una persona. Ci riferirono che sparso per terra c'era un mucchio di immondizia. Erano le mie cose, precedentemente scomparse. Il mio pettine, i miei spazzolini, le mie calze, le mie scarpe, i miei asciugamani. La mia maglia preferita. Al muro, circondato da tutti i quadri raffiguranti me, c'era un uomo. Era completamente nudo, l'unica cosa che lo teneva in piedi era una cintura attorno al collo attaccata ad una trave del muro. La causa della sua morte era per asfissia autoerotica. Morì guardandomi, concedendo piacere a se stesso, circondato dal suo malato interesse che aveva per me. Non credo di superare questo evento. Non sopporto il buio ora, e quando vado a dormire tutto ciò a cui riesco a pensare sono i buchi...
  
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