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Autore: RedFeather1301    27/01/2013    4 recensioni
Le foglie cadono e il vento giace. Un blocco note, una penna e una cioccolata calda. Una macchia d'inchiostro e il bagliore di uno schermo che diffonde la luce fioca nella stanza. Una ragazza che sorseggia la sua cioccolata è intenta a scrivere quando si accorge che la bevanda è troppo calda, le dita per un secondo si staccano dalla tastiera, andandosi a tastare le labbra indolenzite.
Dall'altra parte un ragazzo, dai capelli chiari come la luna, fissa i puntini che marciano silenziosi, in attesa di una risposta che tarderà ad arrivare.
"Allora? Ti vuoi dare una mossa?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The seasons to love'
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Capitolo 16
La prova
 
Il giorno dopo si svegliò confusa, triste e più stanca di prima, ringraziando i cieli non doveva lavorare oggi, la domenica era un giorno prezioso e sapeva che non doveva sprecarlo solo ad oziare, aprì leggermente gli occhi investita da delle tenere luci che si affacciavano da serrande semichiuse. Non sapeva che ore fossero, ma sembrava che non le importasse.
"Per una volta voglio riposare."
Inspirò l'aria viziata della stanza continuando a rimanere sdraiata ed intorpidita, sembrava che da un momento all'altro avrebbe ricominciato a dormire. Prese a guardare l'orologio elettronico sul comodino e il foglietto subito sotto. Allora, come un lampo, si ricordò tutto.
Si alzò velocemente che il capo le doleva e subito andò a fare colazione, mangiò in fretta e si maledì che nell'unica domenica dove doveva svegliarsi presto, non aveva messo la sveglia. Corse velocemente verso il bagno poi, lavandosi, pettinandosi e mettendosi a punto. Si vestì e guardò l'orario. Aveva fatto tutto come un razzo e ci aveva meno un quarto d'ora.
"Buono a sapersi."
Prese il fogliettino, aprendolo e vedendone il contenuto facendo un bel respiro. L'indirizzo si leggeva a caratteri aspri e sillabati nella maniera più corretta, tutto faceva pensare che quel Friedrich era un perfettino, ma allo stesso momento preso dalla noia, la scrittura diventava trasandata ed illeggibile.
"Tipo questo numero...è un cinque o un due?"
Sospirò, poi lo mise in tasca stanca. Se ne sarebbe accorta dopo quale fosse il numero giusto. Inaspettatamente ribussò nella mente una cosa: cosa doveva dire una volta arrivata lì?
Le prese un'enorme confusione, non era da lei non risolverle prima queste cose, era così metodica e pensierosa, oggi si era persa in un bicchier d'acqua, non lo dava a vedere ma era tesa come una corda di violino, e ora anche la confusione si impossessava dei suoi pensieri. Cosa doveva dire? Sembrerebbe una stupida se si presentasse così? Perché non ci ha pensato prima? E via discorrendo che neanche se ne accorse era già sul bus.
"Si insomma...allora...salve signor Vergil? Si va bene, non so nemmeno il suo nome!"
Abbassò lo sguardo giocando con i piedi mantenendosi alle maniglie del mezzo, si sentiva come una ragazza al primo appuntamento anche se questo incontro di romantico non aveva niente, ma proprio nulla.
"Sembri una di quelle stupide ragazzine che rincorrono sogni impossibili, Lauren."
Rise leggermente, eccola la voce autoritaria del buon senso che le si era risvegliata, le era mancata tanto, ma proprio tanto. Iniziava a dire che non era una buona idea, che non aveva senso e che quel giorno lo doveva sprecare per persone che le volevano bene, non per stupidi amori immaginari. Poi la controparte del cuore, che batteva impazzito felice ed impaurito dalla scelta.
Insomma stava lentamente implodendo.

Scese dopo un tragitto che le sembrava infinito, una palazzina né troppo alta né troppo bassa le si presentava avanti, doveva essere questo l'indirizzo. Si avvicinò con passo titubante e con il foglietto ancora stretto in mano guardando fisso il numero civico. Dopo tutto il tempo che ci prese per arrivare fin lì notò i dodici citofoni tutti con nomi che non le dicevano veramente nulla.
"Ma che diamine, ora quale sarà?"
Prese una decisione, doveva andare dietro ogni porta e chiedere ad uno ad uno, fece un respiro profondo, poi iniziò il suo lungo viaggio. Si presentò a tutti con il nome di Lauren ma sembrava nessuno la conoscesse veramente, oltre una vecchia signora che pensava fosse sua figlia defunta e dovette faticare per innumerevoli minuti prima di convincerla del contrario.
"Trama della favola: non è più qui."
Triste scese lentamente le scale uscendo dal portone, girandosi e guardandolo nuovamente, ci aveva sperato tanto e adesso era tutto sparito. Riguardò quel maledetto fogliettino maledicendolo per averle dato quella falsa speranza. Poi nella rabbia del momento scrutò meglio il numero scritto sopra. Le venne subito un impulso di gioia. Come una stupida aveva sbagliato a leggere, scambiando quel sei per un cinque, diamine se l'aveva scritto male. La speranza le si accese e subito intraprese la corsa verso quel palazzo, questa volta non era un condominio, sembrava più una casetta a sé stante, un pian terreno con una propria palazzina, non troppo di lusso ma nemmeno granché povero.
Decisa e pronta iniziò a camminare verso la porta quando ad un certo punto notò che in quella casa non c'era nessuno, il campanello sembrava non portare un cognome e apparentemente era disabitata. Ricontrollò nuovamente il biglietto visibilmente irritata se avesse sbagliato di nuovo, ma no, era quello giusto. Sospirò allontanandosi, oggi non le era andata una dritta, mentre fu al passo per girare l'angolo tornò a voltare la testa verso l'entrata e lì accadde l'impensabile.
Lo stesso identico ragazzo della festa, anche di quella volta al bar, quegli incredibili capelli bianchi...era uscito da quella porta dove poco fa sostava lei.
"Non può essere..."
Indossava quell'indispensabile cappotto blu, che ora aveva scoperto a doppio petto con grandi bottoni neri, una sciarpa cobalto il tutto fasciato da dei pantaloni in un tessuto che dava di pelle, neri, e come tocco finale degli stivali alti fino al ginocchio di quel marrone senape che davano nell'occhio dannatamente tanto: di certo era messo male a gusti stilistici. Si sorprese a vederlo così, a pochi passi con una scatola in mano, l'unica cosa che andava in pendant con quegli "allegri" stivali.
"Coraggio Lauren..."
Tutto quel coraggio che aveva osato fino ad ora le iniziò a mancare, le mani le sudavano, lo stomaco le sembrava un semaforo impazzito e negli occhi le pupille tremavano di timore. Sentiva in tutti i modi che non ce l'avrebbe fatta, ed infatti...
Il ticchettio dell'andatura di lui riecheggiava nella via, erano molto sonori quei passi o era lei che li ingigantiva nella sua mente, facendole ripetere che la sua occasione le stava sfuggendo di mano?
No, aveva bisogno di altro tempo per pensare, non voleva perderlo ma nemmeno andare così dinamicamente da lui. Allora decise di seguirlo.
"Si, perché con la tua grazia da elefante ce la farai."
Sospirò. Almeno ci doveva tentare.

Lo seguì con un'impensabile discrezione, era sorpresa anche lei da quelle capacità eppure non del tutto, forse era la tensione a farla essere invisibile come un fantasma.
Aveva appreso solo alcune cose da quello strano inseguimento: quella scatola non la lasciava un secondo, forse c'era qualcosa di importante dentro, ancora, non era molto loquace anche perché i passanti sembravano quasi intimiditi dalla sua presenza, e stava girando per dei locali che sembravano poco adatti a lui e soprattutto chiusi di mattina. Sentiva di essersi infilata in un bel guaio, perché sembrava non facesse una cosa propriamente...legale.
"Diamine, ma tutte io le prendo?"
Era a sbirciare da un angolino, vedendo come con una mano riusciva a mantenere la scatola e con l'altra metteva indietro i ciuffi sfuggiti alla morsa del gel. Lauren si ritrovò ad arrossire vivamente vedendo quei movimenti tanto semplici quanto eleganti, di certo aveva modi di fare che ben pochi in questa epoca avevano.
Scosse la testa veloce riprendendosi ed arrossendo sul rosso, rendendosi conto di ciò che stava pensando. Da dietro era carino ma tutto qui...non lo aveva ancora pienamente visto! Tornò a sbirciare che era sempre di spalle a camminare con passo costante, lei fece capolino seguendolo e mimetizzandosi.
Intraprese un calcolo e dedusse un'altra conclusione, da quando lo seguiva sembrava non si voltasse mai dalla sua parte, infatti la sua faccia era ancora ignota agli occhi di Lauren.
"Sembra quasi lo faccia di proposito."
Era così frustrante, ma che si fosse accorto che lo seguiva? Si, ma che c'era di male vedergli il volto? Solo una sbirciatina...
Si ritrovò a pregare addirittura di riuscirci, sembrava che il volerlo affrontare a viso aperto fosse magicamente sparita come opzione. Oltre a tutte quelle piccole informazioni che iniziavano a completare lentamente quel suo carattere enigmatico ne fruì un'altra, come quasi un fiore in un deserto.
Adorava guardarlo, se ne accorgeva a poco a poco.
Ogni sua piccola mossa, anche il solo infilare un passo dietro l'altro, sembrava lo facesse in una maniera che i comuni esseri mortali non potevano nemmeno provare ad imitare. Se lo era immaginato carino, forse anche bruttino alle volte, ma non divino.
Si distrasse un attimo e subito lo perse di vista guardandosi attorno, prima fu cauta cercando di visualizzare quella chioma albina, poi notò che era svanito magicamente come le tante volte e subito si tuffò fuori dal suo nascondiglio a cercarlo, ma niente, ormai era andato.
Sbuffò la ragazza, poi guardò il cielo dipingersi di un lieve arancione, aveva perso metà domenica ad inseguire un suo sogno, proprio come le aveva detto la mente.
Inspirò una certa quantità d'aria cercando di ricavare il suo profumo, ma ovviamente non riuscì, immaginandoselo. Rise.
"Complimenti Lauren, sei ufficialmente diventata una stalker."



Angolo dell'autrice

Ok, qui si capisce che la nostra audace eroina è praticamente cotta alla visuale del nostro altro protagonista. Sono sicura che questo, come altri, è uno dei capitoli più incentrati su loro due e quindi sarà notevolmente più piacente a mia supposizione!
Per il resto basti aspettare il vostro resoconto nelle recensioni <3 che davvero adoro, perché ricordate che mi fate andare avanti e migliorare sempre più! Soprattutto non sapete che mi fate venire dei grandi spunti per la continua, quindi attenti a ciò che dite C: vi ringrazio e ve ne sono infinitamente grata!
Ma veniamo a noi, Lauren è una ragazza indecisa quanto imbranata, non riesce proprio a realizzarlo questo incontro uh? Chissà come finirà? Che dite lo incontrerà almeno una volta, si parleranno?
A voi la parola!

RedFeather

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