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Autore: drawandwrite    27/01/2013    2 recensioni
Protagoniste di questa storia saranno Nagisa e Honoka, una buona parte sarà assegnata a Shogo Fujimura e farà la sua apparizione anche Hikari.
Dopo un lungo tempo di pace, le amiche sono ormai convinte di aver chiuso con l'esercito del male. Ma un avvenimento inaspettato le costringerà a sfoderare le loro armi migliori per contrastare l'ormai imminente ritorno del male. Per una sfortunata coincidenza Shogo verrà coinvolto e spetterà alle Pretty Cure trarlo in salvo senza farsi smascherare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Honoka scivolò sul ghiaccio con eleganza, emettendo un aspro sibilo che strisciò per tutto il capannone. Sfiorò volutamente Hikari, la quale sembrava avere momentaneamente una serissima storia d’amore con la balaustra della pista da ghiaccio.
La bionda le urlò in protesta qualcosa che Honoka non capì, ma non doveva essere un’espressione molto dolce. La ragazza fece una giravolta e scomparve in un turbinio di capelli scuri, ridendo allegramente.
Una moltitudine di persone approfittavano della giornata serena e festiva per pattinare, così i movimenti di Honoka e Hikari erano relativamente limitati, e non poche volte le due si erano ritrovate a chiedere scusa per eventuali sgomitate o per aver urtato qualcuno.
Avevano deciso di rimanere maggiormente sulla pista perché si erano accorte dell’improvvisa assenza di Nagisa e Shogo. Forse quei due si erano finalmente decisi a parlarsi.
 Hikari ci stava giusto pensando quando, tra il muro di folla creatasi, scorse Shogo che correva verso di loro: Non aveva affatto un’espressione allegra.
-Honoka!- chiamò.
La ragazza si fermò nel bel mezzo di una giravolta e, perso improvvisamente l’orientamento, scivolò ruzzolando a terra.
Hikari frenò uno scoppio d’ilarità per non offendere l’amica a terra. Prese fiato per chiamarla nuovamente, ma Shogo l’aveva ormai raggiunta e la stava scuotendo per una spalla con fare inquieto.
Si voltò: Il ragazzo aveva un’aria allarmata, la quale non prometteva nulla di buono.
-Che è successo? Dov’è Nagisa?- Chiese agitata.
Honoka li raggiunse massaggiandosi la nuca e gemendo. Vide l’angoscia di Shogo manifestarsi nei lineamenti del suo viso, e cominciò a preoccuparsi seriamente.
-Che cosa…?-  esordì, confusa e spaventata.
-Nagisa!- La interruppe il ragazzo fra i profondi ansimi senza tregua –è in pericolo! Quelle donne …-
Una morsa gelata cinse lo stomaco di Honoka, ed ebbe l’impressione che il sangue le si fosse congelato nelle vene.
-Dannazione!- imprecò, per poi precipitarsi a slacciare i pattini frettolosamente, come colta da un’improvvisa frenesia.
Hikari la seguì come meglio poté e, quando riuscirono a liberarsi, seguirono Shogo al parco.
 
Quando giunsero sul luogo dello sventurato evento, trovarono Nagisa giacente a terra in una posa scomposta. Sopra il suo corpo troneggiava possente Regine, minacciandola con un fascio di luco opaca, che ricordava decisamente i colori amari del sangue
-Ferma!- Urlò Honoka, in preda al panico.
-Non la toccare!- Hikari si tramutò immediatamente in Shiny Luminous e allontanò Regine dall’amica a terra.
Nel frattempo Shogo era corso a trarre in salvo Nagisa, la quale pareva aver completamente perso i sensi. Mentre cercava di trascinarla lontana da Viblis e Regine, la chiamava ininterrottamente, sperando in una reazione.
-Nagisa, rispondimi! Svegliati, ti prego!- Ripeteva disperato.
Ma nonostante i suoi sforzi, non riusciva a strapparla dal suo torpore.
Honoka sopraggiunse e, dopo aver frugato nelle tasche dell’amica, estrasse Mepple chiuso nel suo contenitore bizzarro.
Strinse la mano dell’amica, e con suo grande sollievo percepì una leggerissima nonché inattesa reazione di Nagisa. Le sue dita ebbero un fremito, come se l’azione di stringere la mano di Honoka l’avesse improvvisamente riportata alla realtà.
Honoka però non perse tempo: congiunse Mipple e Mepple e sperò che riuscisse a trasformarsi in Cure White malgrado le condizioni improponibili della compagna di battaglie.
Sotto gli occhi grandi di stupore di Shogo, un alone di luce candida e calda abbracciò il corpo di Honoka e quello di Nagisa. Un secondo dopo di fronte a lui si ergeva fiera Cure White, e tra le sue braccia giaceva esanime Cure Black.
-Allontanati con lei. Assicurati che stia bene; non appena sarà in grado di combattere conducila qui: Abbiamo un disperato bisogno del suo aiuto- Gli spiegò Cure White –e fa’ attenzione: nello stato in cui è ora potrebbe avere delle reazioni imprevedibili, al momento del risveglio-
Poi si drizzò e con risolutezza balzò in soccorso di Shiny Luminous .
Shogò ubbidì e, presa Cure Black in braccio, si dileguò velocemente.
 
Il ragazzo optò per un luogo non troppo lontano dalla battaglia in svolgimento, ma abbastanza nascosto perché il nemico non li trovasse. Si nascosero nello stretto spazio buio offerto dai muri di due case differenti. La zona non era, naturalmente, ampia e alta, ma stringendosi ci si poteva stare tranquillamente.
Shogo, col respiro reso affannoso dalla corsa impetuosa, si sedette sostenendo Cure Black, in modo che il suo corpo privo di sensi non vacillasse e quindi cadesse.
Si accorse che del terriccio le imbrattava il viso, dalla tempia destra fino al mento. Frugando nelle tasche dei jeans, trovò un fazzoletto che usò per rimuovere la macchia con delicatezza.
Quando il viso di Cure Black fu nuovamente pulito, sebbene avesse acquisito un pallore quasi mortale, pareva avere un aspetto migliore.
Shogo sospirò: essere costretto ad avere una parte marginale in quella storia si era rivelato frustrante e decisamente arduo. Più volte aveva subìto l’impulso di spalleggiare le amiche in battaglia, ma ogni volta si era visto costretto a togliersi di mezzo; essendo sprovvisto di mezzi efficaci per combattere il nemico, non sarebbe stato altro che d’intralcio.
Ma trovarsi lì, seduto al fianco di Nagisa, occultata dalle vesti di Cure Black, senza poter agire in suo aiuto, era di gran lunga più frustrante.
 
Cure White sbatté violentemente la schiena contro una panchina del parco, sradicandola di netto. Gemendo di dolore, si rialzò sui piedi tremanti, mentre Shiny Luminous veniva scaraventata a terra con ferocia. Si alzò quasi subito anche lei, e l’affiancò ansimando.
Viblis e Regine fluttuavano sopra di loro, guardandole con spietatezza e schernendole con sorrisetti provocatori.
Cure White strinse denti e pugni con forza, poi balzò nuovamente all’attacco.
 
Era ormai da più di un’ora che i due sedevano nel nascondiglio. Eppure Cure Black non aveva accennato minimamente ad una reazione.
D’un tratto Shogo percepì un leggerissimo sussulto da parte della ragazza. Immediatamente le fu più vicino, verificandone lo stato.
Non era cambiato nulla, eccezione fatta per una timida lacrima che sgorgava da uno degli occhi della ragazza.
Lo prese per un buon segno; probabilmente stava per risvegliarsi.
Per la seconda volta usò il fazzoletto, asciugandole la pelle cerea.
Ma nel momento in cui lo avvicinò al suo occhio, la palpebra si sollevò lentamente, come se fosse di piombo.
 
Cure black aprì gli occhi. Non conosceva il luogo circostante. Aveva la mente stretta in una morsa che le impediva di ragionare.
Era semicosciente.
La consapevolezza del suo corpo vacillava, la vista era frammentaria e il suo cervello funzionava a sprazzi.
Si alternavano momenti di piena coscienza e momenti in cui perdeva ogni capacità di comprensione.
In un momento di consapevolezza del presente si sforzò di rimettere in sesto i suoi sensi: Aveva lo sguardo fisso verso l’alto, vedeva un muro scuro. L’aria era inodore e insapore. Udiva il respiro lento e controllato di qualcuno al suo fianco e ne percepiva la presenza con la spalla e il fianco destro.
Con un lieve movimento del collo si voltò, e si ritrovò davanti ad un viso familiare, dai tratti traboccanti di bellezza.
Strinse gli occhi, focalizzò l’immagine:
 -Shogo?- sussurrò, e nella sua gola ci fu un’esplosione di bruciore.
Il ragazzo sorrise e annuì.
Con un debole sospiro cercò di muoversi, ma una fitta lancinante le perforò il petto. D’istino si portò una mano allo sterno, stringendo convulsamente i vestiti e la carne sottostante. Sentì il sapore metallico del sangue pungerle la lingua e infuocarle la gola.
S’alzò di scatto, nonostante la testa accolse il gesto con un crudele capogiro, si sostenne al muro e una convulsione la piegò in due con vigore. Aprì la bocca a vuoto, ebbe l’impressione di cadere vittima di un conato di vomito, ma dalle sue labbra non fuoriuscì nulla. Un’altra convulsione la costrinse in ginocchio, strappandole un lamento strozzato.
La sua mente si ritrasse al dolore, e di nuovo la morsa strinse la testa di Cure Black, che precipitò in un momento privo di coscienza.
La vista sfumò, i contorni si confusero in macchie imprecise. Qualcuno le mise le mani sulle spalle, nel suo capo visivo entrò un’ombra.
La ragazza si sentì minacciata, e reagì di conseguenza.
 
Shiny Luminous Giaceva a terra, respirando a fatica. Il petto le pareva troppo pesante perché i suoi deboli polmoni lo gonfiassero.
Cure White la raggiunse e la prese per un braccio, rimettendola in piedi a forza.
Ma la sua determinazione era ormai al limite, era sul baratro della resa.
Si sentì schiaffeggiare.
Cure White la guardò con severità –Muoviti- le disse –Dobbiamo combattere-
Shiny Luminous si sorprese ad annuire. 
  
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