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Autore: Robene    27/01/2013    1 recensioni
– E poi? (...) Dovrei fare quello che vuole mio padre, cercarmi una ragazza di buona famiglia, portarmela all'altare, fare tanti figli ed essere infelice per tutta la vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney's and Tales.'
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The Little Mermaid.

 

 

 Parte 3.

 

Niall ha selezionato un paio di locali in centro, per festeggiare; Louis è eccitato come non mai all'idea di poter gustare quella nuova libertà che ha rubato, e non fa altro che sorridere e straparlare mentre guida verso il primo locale, Liam che lo guarda con un'espressione divertita dai sedili posteriori mentre Niall gli dà le indicazioni per arrivare: ha detto che gli è stato consigliato da un ragazzo che conosce e studia con lui al Conservatorio, e ha assicurato che questo fantomatico Josh è una persona di parola, ridendo dei continui commenti maliziosi di Louis e delle espressioni vagamente imbarazzate che di tanto in tanto facevano capolino sul viso di Liam.

Louis in realtà non è molto interessato a come il suo amico abbia scoperto quel locale, l'unica cosa che gli preme è di arrivarci e potersi finalmente godere la sua prima serata da persona libera. Ride di se stesso non appena il pensiero gli attraversa la mente, spiegando poi con un'esaltazione fuori luogo che non ha mai avuto un ragazzo fisso, escludendo la sua breve relazione con Niall; non ne ha mai avuto la possibilità, e per un attimo l'idea lo fa rabbuiare, ma la consapevolezza di non dover più dare conto a suo padre del suo comportamento gli fa tornare in un baleno il sorriso. Non deve più nascondersi, non ha più nessun obbligo, potrà camminare per strada tenendo la mano del ragazzo di cui si innamorerà senza pensare alle conseguenze che i suoi gesti avranno; sarà tutto perfetto, ne è sicuro, e non riesce proprio a smettere di sognare ad occhi aperti, con un sorriso ancora più radioso sulle labbra, di quando porterà il suo ragazzo a casa per farlo conoscere alla madre e alle sorelle.

 

È tutto perfetto, la musica assordante, le luci accecanti, Louis non riesce a smettere di sorridere; il locale è affollato, decine e decine di ragazzi e ragazze stanno ballando intorno a lui, e tutto quello che riesce a fare è muoversi al ritmo martellante della canzone gridando di tanto in tanto qualcosa a Liam e Niall, vicino a lui, per sovrastare il volume.

– Andiamo a bere qualcosa, – propone Niall quando la musica cambia, afferrando le mani dei due e trascinandoli con sé verso il bancone del bar; si getta su uno sgabello miracolosamente vuoto ridendo di gusto per la sua fortuna, e gli altri due non possono far altro che ridere con lui, prima di ordinare alla barista i loro cocktail. Louis è su di giri, si sente vicino a toccare il cielo con un dito, e sorride esaltato al brindisi che propone il suo migliore amico.

– Alla libertà, – gli fa eco, facendo tintinnare i loro bicchieri e bevendo metà del suo drink in un colpo solo; l'alcol gli brucia la gola, il sapore dolciastro della fragola gli riempe la bocca, e si appoggia di schiena al bancone per poter osservare la folla che ancora balla pochi a metri da loro. Per la prima volta, sorprendendo i suoi amici e se stesso, ha rifiutato le avances di alcuni ragazzi in pista: per la prima volta sente di poter essere lui a dettare le regole del gioco, a decidere con chi trascorrere la serata, non ha più il fiato di suo padre sul collo, non ha più il bisogno di accettare tutto quello che il caso gli offre; sorride ancora, perso nei suoi pensieri, e ad un tratto incrocia lo sguardo di un ragazzo che lo sta fissando dalla calca. La prima cosa che pensa, ridendo da solo, è che dev'essere altissimo per poter sovrastare in quel modo la folla di persone intorno a lui; la seconda, quando quel ragazzo sorride continuando a guardarlo, è che è bellissimo.

– Oh oh, Tommo ha puntato qualcuno, – ridacchia Niall, al suo fianco, mentre sorseggia quello che resta del suo cocktail, intercettando gli sguardi interessati che il suo amico riserva a quel ragazzo sconosciuto, – perché non vai da lui?

– Non credo che sia necessario, – ribatte Louis, ancora sorridendo, senza rompere il contatto con gli occhi del ragazzo che adesso si sta districando dalla folla per avvicinarsi a loro; è davvero altissimo, realizza con un pizzico d'invidia quando è ad un passo da lui, ed è anche uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto.

– Una bionda media, – ordina sedendosi sullo sgabello proprio accanto a lui; era così preso a fissarlo, Louis, da non accorgersi che si era liberato: ride di se stesso ancora una volta, perché si sente incredibilmente stupido, e gli occhi - verdi, ora riesce a vederli bene - del ragazzo sono di nuovo nei suoi. Non è un tipo da intimidirsi facilmente, ma l'occhiata che lo sconosciuto gli rivolge lo fa sentire stranamente vulnerabile; si zittisce subito, e spera che Niall sia abbastanza distratto da non accorgersi del rossore che gli colora le guance: non è da lui arrossire per uno sguardo, anzi, e sa bene che l'amico potrebbe prenderlo in giro fino alla fine dei suoi giorni se lo notasse.

– Non ti ho mai visto, – esordisce il ragazzo dopo aver distolto un attimo lo sguardo per ringraziare la barista con un sorriso, voltandosi di nuovo verso di lui e portandosi lentamente la birra alle labbra piegate in un accenno di sorriso, – è la prima volta che vieni qui?

 

Una voce nel suo cervello gli sta gridando di fregarsene di tutto e trascinare Harry - Harry, poi, un nome così comune per un ragazzo così dannatamente bello non è sensato - nei bagni o in un angolo buio del locale per una sveltina, ma c'è qualcos'altro che gli impedisce di farlo, anche se non riesce ad identificare cosa; stanno ballando insieme da più di un'ora, in mezzo alla folla, gli occhi sempre incatenati e le mani che accarezzano piano, quasi con timore, il busto dell'altro; sembra che non ci sia più nessun altro, le gomitate che di tanto in tanto ricevono non le sentono nemmeno.

La canzone finisce e ne comincia un'altra, per l'ennesima volta, e Louis vede una scintilla diversa nello sguardo di Harry, malizia forse, che lo spinge ad osare un po' di più: colma la breve distanza che c'era tra di loro con un passo, portando poi le braccia sulle spalle dell'altro ragazzo e incrociando i polsi dietro la sua nuca, e il suo sorriso radioso riflette quello che nasce sul volto di Harry; le sue mani si posano sui suoi fianchi, tirandolo ancora più vicino, e le dita di Louis si infilano quasi involontariamente tra i suoi capelli, ricci e morbidi, spingendolo ad abbassare il viso quel tanto che basta per far scontrare per la prima volta le loro labbra.

Forse per il sapore della libertà che ha finalmente guadagnato, o forse no, ma per Louis quel bacio non ha niente a che vedere con quelli che ha dato ad altri ragazzi, in altri locali, in altre notti, quasi in un'altra vita: è sensuale, le labbra e le lingue di entrambi che si muovono in sincrono, ma è anche di una dolcezza inedita; gli sembra di avere tutto il tempo del mondo, quando chiude gli occhi senza pensare a nulla e sente le mani ridicolmente grandi di Harry scivolare alla base della sua schiena per avvicinarlo ancora a sé, i loro corpi adesso completamente a contatto. Non si è mai sentito così bene per un bacio, un semplice bacio, ed è tutto così assurdo e nuovo e bello che Louis non riesce proprio a capire come sia possibile una cosa del genere.

 

Hanno continuato a baciarsi per un tempo indefinibile, separandosi di tanto in tanto per riprendere fiato e guardarsi negli occhi sorridendo, finché un ragazzo moro non si è avvicinato a loro e ha dato una pacca sulla spalla di Harry; Louis non l'aveva visto prima, e non si è potuto trattenere dal regalargli un'occhiata diffidente e stringersi di più al corpo dell'altro perché... perché dal suo sguardo sembrava che volesse rubargli Harry.
– Dobbiamo tornare, – grida lo sconosciuto per sovrastare la musica, gli occhi fissi in quelli verdi dell'altro ragazzo, ignorando palesemente lo sguardo assassino che Louis gli ha riservato; l'espressione di Harry diventa piatta, illeggibile, e l'allegria che fino a pochi secondi prima colorava le sue iridi sparisce all'istante.
– Dammi ancora dieci minuti, Zayn, – risponde, e sembra davvero seccato dalla sua interruzione; l'altro lo scruta in silenzio per qualche secondo, poi annuisce con un sorriso che fa involontariamente rabbrividire Louis; è ancora appiccicato all'altro ragazzo, le braccia incrociate dietro la sua nuca e la fronte premuta contro il suo collo, e sente le mani di Harry salire appena per abbracciarlo più stretto.
– Dieci minuti, dolcezza, poi ti lascio qui, – acconsente Zayn, scoccando un'occhiata maliziosa a Louis, poi si volta e si fa spazio tra la folla a gomitate per uscire dal locale.
L'espressione di Harry si rilassa appena, e le sue dita ricominciano a massaggiare piano la schiena del ragazzo, come stavano facendo prima dell'intromissione dell'altro; Louis è teso, non può negarlo, e sapere che potrà avere Harry solo per altri dieci minuti lo ha innervosito. Ha la strana consapevolezza che non lo rivedrà più, e no, non è una bella cosa; senza pensarci, afferra la nuca dell'altro ragazzo, spingendolo ad abbassare il viso, e lo bacia ancora una volta, in un modo completamente diverso da prima. Insinua la lingua tra le sue labbra con un'insana voglia di dominarlo, e le sue dita tirano i capelli sulla sua nuca; vuole avere Harry, lo vuole come non ha mai voluto nessuno, e la dolcezza che poco prima c'era nei loro gesti scompare. Le mani di Harry si spostano sul suo sedere, stringendolo con forza e per la prima volta Louis si rende conto di quanto l'altro sia eccitato; si lascia sfuggire un gemito, catturato subito dalla bocca di Harry, e comincia a strusciare il bacino contro il suo.
Non hanno abbastanza tempo per giocare in quel modo, però, e Louis non si stupisce quando Harry si stacca da lui per afferrargli un polso e trascinarlo con sé tra la massa di persone che ballano intorno a loro; si fermano davanti ad una porta nera, sorvegliata da un tizio tutto muscoli che Louis non aveva notato, e vengono subito lasciati passare. Chissà quante persone ci ha portato prima di lui, Louis non può fare a meno di chiederselo, ma scaccia subito il pensiero fastidioso quando la porta si chiude dietro di loro e Harry lo spinge contro di essa riprendendo a baciarlo come sulla pista; le sue mani tornano a palpargli il sedere, Louis ansima di nuovo, involontariamente, e questa volta Harry si allontana con un sorriso soddisfatto e vagamente divertito, prima di inginocchiarsi davanti a lui per slacciargli in fretta i pantaloni ed abbassarglieli insieme ai boxer che indossa.
Louis non si era davvero reso conto di quanto fosse eccitato, e quando la bocca di Harry avvolge il suo sesso non riesce a trattenere un gemito acuto, le dita che si infilano istintivamente tra i suoi ricci; non è il primo pompino che riceve, anzi, è successo parecchie altre volte, ma, maledizione, nessuno si è mai lasciato scopare la bocca come sta facendo il ragazzo di fronte a lui: Louis muove il bacino senza riuscire a trattenersi, spingendosi sempre più a fondo nella sua gola, e quando Harry mugola qualcosa, chiudendo gli occhi lucidi che fino a quel momento erano puntati nei suoi, arriva all'orgasmo senza sorpresa. Ha sempre avuto una buona resistenza, tutto sommato, ma questa volta non aveva nessuna possibilità di trattenersi: hanno poco tempo, e onestamente era troppo eccitato dagli stimoli della bocca di Harry per poterlo fare.
Il ragazzo ingoia il suo seme con gli occhi adesso socchiusi, due lacrime incastrate tra le ciglia nere, e rialzandosi gli tira su boxer e pantaloni insieme; ha un sorriso stampato sulle labbra abusate, mentre gli sistema i vestiti, e Louis lo bacia subito, il cervello che galleggia ancora nel piacere, e non si ritrae quando sente il proprio sapore sulla sua lingua: gli ha sempre fatto schifo, a dire il vero, ma in qualche modo sa che da Harry accetterebbe qualsiasi cosa perché, be', è Harry, e anche se l'ha incontrato solo un paio d'ore prima sente di provare qualcosa nei suoi confronti, per quanto sia assurdo.
Porta una mano al cavallo dei suoi pantaloni, deciso come non mai a ricambiare il favore, ma Harry lo ferma stringendo con delicatezza le dita sul suo polso; scuote piano il capo, tornando a baciarlo dolcemente, e tutta la fretta sembra essere scomparsa. Louis si sente mancare il respiro quando l'altro si preme di nuovo contro il suo corpo, sollevandogli le braccia e inchiodandole sulla porta dietro di lui, e maledizione, non pensava di poter trovare così dolorosamente eccitante l'essere sovrastato; il petto di Harry è schiacciato contro il suo, il bacino è appena più in alto del suo, e sente la sua erezione premere contro il ventre. Ansima qualcosa di indefinito, maledicendo il proprio corpo per essere così lento a riprendersi dopo l'orgasmo, e Harry ridacchia piano, quasi come se gli avesse letto nel pensiero; libera i suoi polsi portando le mani a chiudersi a coppa sulle sue guance, e lo bacia ancora, con tutta la dolcezza del mondo, prima di allontanarsi.
– Devo andare, – mormora semplicemente, accarezzando i suoi zigomi con i pollici, e Louis in qualche modo sa che non vorrebbe davvero farlo; è lui a stringergli i polsi con le dita, adesso, allontanando le sue mani dalle proprie guance per potersi avvicinare e baciarlo.
– È stato tutto splendido, Harry, – sussurra con sincerità contro la sua bocca, gli occhi fissi nei suoi, prima di regalargli ancora un ultimo bacio.  

 

 

 

 

 

 

 

Salve ragazzi, come promesso ecco a voi la terza parte della long sulla Sirenetta. :)

Dal momento che oggi non è una bella giornata (in tutta sincerità, è una giornata di merda e non mi sento per niente bene), le note finiscono qui. Grazie per le tre recensioni dello scorso capitolo, spero che anche questo vi sia piaciuto. :)

Un bacio!

   
 
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