The Little Mermaid.
Parte 3.
Niall
ha selezionato un paio di
locali in centro, per festeggiare; Louis è eccitato come non
mai all'idea di
poter gustare quella nuova libertà che ha rubato, e non fa
altro che sorridere
e straparlare mentre guida verso il primo locale, Liam che lo guarda
con
un'espressione divertita dai sedili posteriori mentre Niall gli
dà le
indicazioni per arrivare: ha detto che gli è stato
consigliato da un ragazzo
che conosce e studia con lui al Conservatorio, e ha assicurato che
questo
fantomatico Josh è una persona di parola, ridendo dei
continui commenti
maliziosi di Louis e delle espressioni vagamente imbarazzate che di
tanto in
tanto facevano capolino sul viso di Liam.
Louis
in realtà non è molto
interessato a come il suo amico abbia scoperto quel locale, l'unica
cosa che
gli preme è di arrivarci e potersi finalmente godere la sua
prima serata da persona
libera. Ride di se stesso non appena il pensiero gli
attraversa la mente,
spiegando poi con un'esaltazione fuori luogo che non ha mai avuto un
ragazzo
fisso, escludendo la sua breve relazione con Niall; non ne ha mai avuto
la
possibilità, e per un attimo l'idea lo fa rabbuiare, ma la
consapevolezza di
non dover più dare conto a suo padre del suo comportamento
gli fa tornare in un
baleno il sorriso. Non deve più nascondersi, non ha
più nessun obbligo, potrà
camminare per strada tenendo la mano del ragazzo di cui si
innamorerà senza
pensare alle conseguenze che i suoi gesti avranno; sarà
tutto perfetto, ne è
sicuro, e non riesce proprio a smettere di sognare ad occhi aperti, con
un
sorriso ancora più radioso sulle labbra, di quando
porterà il suo ragazzo a
casa per farlo conoscere alla madre e alle sorelle.
È
tutto perfetto, la musica
assordante, le luci accecanti, Louis non riesce a smettere di
sorridere; il
locale è affollato, decine e decine di ragazzi e ragazze
stanno ballando
intorno a lui, e tutto quello che riesce a fare è muoversi
al ritmo martellante
della canzone gridando di tanto in tanto qualcosa a Liam e Niall,
vicino a lui,
per sovrastare il volume.
–
Andiamo a bere qualcosa, –
propone Niall quando la musica cambia, afferrando le mani dei due e
trascinandoli con sé verso il bancone del bar; si getta su
uno sgabello
miracolosamente vuoto ridendo di gusto per la sua fortuna, e gli altri
due non
possono far altro che ridere con lui, prima di ordinare alla barista i
loro
cocktail. Louis è su di giri, si sente vicino a toccare il
cielo con un dito, e
sorride esaltato al brindisi che propone il suo migliore amico.
–
Alla libertà, – gli fa eco,
facendo tintinnare i loro bicchieri e bevendo metà del suo
drink in un colpo
solo; l'alcol gli brucia la gola, il sapore dolciastro della fragola
gli riempe
la bocca, e si appoggia di schiena al bancone per poter osservare la
folla che
ancora balla pochi a metri da loro. Per la prima volta, sorprendendo i
suoi
amici e se stesso, ha rifiutato le avances di alcuni ragazzi in pista:
per la
prima volta sente di poter essere lui a dettare le regole del gioco, a
decidere
con chi trascorrere la serata, non ha più il fiato di suo
padre sul collo, non
ha più il bisogno di accettare tutto quello che il caso gli
offre; sorride
ancora, perso nei suoi pensieri, e ad un tratto incrocia lo sguardo di
un
ragazzo che lo sta fissando dalla calca. La prima cosa che pensa,
ridendo da
solo, è che dev'essere altissimo per poter sovrastare in
quel modo la folla di
persone intorno a lui; la seconda, quando quel ragazzo sorride
continuando a
guardarlo, è che è bellissimo.
–
Oh oh, Tommo ha puntato qualcuno,
– ridacchia Niall, al suo fianco, mentre sorseggia quello che
resta del suo
cocktail, intercettando gli sguardi interessati che il suo amico
riserva a quel
ragazzo sconosciuto, – perché non vai da lui?
–
Non credo che sia necessario, –
ribatte Louis, ancora sorridendo, senza rompere il contatto con gli
occhi del
ragazzo che adesso si sta districando dalla folla per avvicinarsi a
loro; è
davvero altissimo, realizza con un pizzico d'invidia quando
è ad un passo da
lui, ed è anche uno dei ragazzi più belli che
abbia mai visto.
–
Una bionda media, – ordina
sedendosi sullo sgabello proprio accanto a lui; era così
preso a fissarlo,
Louis, da non accorgersi che si era liberato: ride di se stesso ancora
una
volta, perché si sente incredibilmente stupido, e gli occhi
- verdi,
ora riesce a vederli bene - del ragazzo sono di nuovo nei suoi. Non
è un tipo
da intimidirsi facilmente, ma l'occhiata che lo sconosciuto gli rivolge
lo fa
sentire stranamente vulnerabile; si zittisce subito, e spera che Niall
sia
abbastanza distratto da non accorgersi del rossore che gli colora le
guance:
non è da lui arrossire per uno sguardo, anzi, e sa bene che
l'amico potrebbe
prenderlo in giro fino alla fine dei suoi giorni se lo notasse.
– Non ti ho mai visto, – esordisce il ragazzo dopo aver distolto un attimo lo sguardo per ringraziare la barista con un sorriso, voltandosi di nuovo verso di lui e portandosi lentamente la birra alle labbra piegate in un accenno di sorriso, – è la prima volta che vieni qui?
Una
voce nel suo cervello gli sta
gridando di fregarsene di tutto e trascinare Harry - Harry,
poi, un
nome così comune per un ragazzo così dannatamente
bello non è sensato - nei
bagni o in un angolo buio del locale per una sveltina, ma
c'è qualcos'altro che
gli impedisce di farlo, anche se non riesce ad identificare cosa;
stanno
ballando insieme da più di un'ora, in mezzo alla folla, gli
occhi sempre
incatenati e le mani che accarezzano piano, quasi con timore, il busto
dell'altro; sembra che non ci sia più nessun altro, le
gomitate che di tanto in
tanto ricevono non le sentono nemmeno.
La
canzone finisce e ne comincia
un'altra, per l'ennesima volta, e Louis vede una scintilla diversa
nello
sguardo di Harry, malizia forse, che lo spinge ad osare un po' di
più: colma la
breve distanza che c'era tra di loro con un passo, portando poi le
braccia
sulle spalle dell'altro ragazzo e incrociando i polsi dietro la sua
nuca, e il
suo sorriso radioso riflette quello che nasce sul volto di Harry; le
sue mani
si posano sui suoi fianchi, tirandolo ancora più vicino, e
le dita di Louis si
infilano quasi involontariamente tra i suoi capelli, ricci e morbidi,
spingendolo ad abbassare il viso quel tanto che basta per far scontrare
per la
prima volta le loro labbra.
Forse
per il sapore della libertà
che ha finalmente guadagnato, o forse no, ma per Louis quel bacio non
ha niente
a che vedere con quelli che ha dato ad altri ragazzi, in altri locali,
in altre
notti, quasi in un'altra vita: è sensuale, le labbra e le
lingue di entrambi
che si muovono in sincrono, ma è anche di una dolcezza
inedita; gli sembra di
avere tutto il tempo del mondo, quando chiude gli occhi senza pensare a
nulla e
sente le mani ridicolmente grandi di Harry scivolare alla base della
sua
schiena per avvicinarlo ancora a sé, i loro corpi adesso
completamente a
contatto. Non si è mai sentito così bene per un
bacio, un semplice bacio, ed è
tutto così assurdo e nuovo e bello che
Louis non riesce proprio a
capire come sia possibile una cosa del genere.
Hanno
continuato a baciarsi per un
tempo indefinibile, separandosi di tanto in tanto per riprendere fiato
e
guardarsi negli occhi sorridendo, finché un ragazzo moro non
si è avvicinato a
loro e ha dato una pacca sulla spalla di Harry; Louis non l'aveva visto
prima,
e non si è potuto trattenere dal regalargli un'occhiata
diffidente e stringersi
di più al corpo dell'altro perché...
perché dal suo sguardo sembrava che
volesse rubargli Harry.
– Dobbiamo tornare, – grida lo
sconosciuto per sovrastare la musica, gli occhi fissi in quelli verdi
dell'altro
ragazzo, ignorando palesemente lo sguardo assassino che Louis gli ha
riservato;
l'espressione di Harry diventa piatta, illeggibile, e l'allegria che
fino a
pochi secondi prima colorava le sue iridi sparisce all'istante.
– Dammi ancora dieci minuti, Zayn,
– risponde, e sembra davvero seccato dalla sua interruzione;
l'altro lo scruta
in silenzio per qualche secondo, poi annuisce con un sorriso che fa
involontariamente rabbrividire Louis; è ancora appiccicato
all'altro ragazzo,
le braccia incrociate dietro la sua nuca e la fronte premuta contro il
suo
collo, e sente le mani di Harry salire appena per abbracciarlo
più stretto.
– Dieci minuti, dolcezza, poi ti
lascio qui, – acconsente Zayn, scoccando un'occhiata
maliziosa a Louis, poi si
volta e si fa spazio tra la folla a gomitate per uscire dal locale.
L'espressione di Harry si rilassa
appena, e le sue dita ricominciano a massaggiare piano la schiena del
ragazzo,
come stavano facendo prima dell'intromissione dell'altro; Louis
è teso, non può
negarlo, e sapere che potrà avere Harry solo per altri dieci
minuti lo ha
innervosito. Ha la strana consapevolezza che non lo rivedrà
più, e no, non è
una bella cosa; senza pensarci, afferra la nuca dell'altro ragazzo,
spingendolo
ad abbassare il viso, e lo bacia ancora una volta, in un modo
completamente
diverso da prima. Insinua la lingua tra le sue labbra con un'insana
voglia di
dominarlo, e le sue dita tirano i capelli sulla sua nuca; vuole avere
Harry, lo
vuole come non ha mai voluto nessuno, e la dolcezza che poco prima
c'era nei
loro gesti scompare. Le mani di Harry si spostano sul suo sedere,
stringendolo
con forza e per la prima volta Louis si rende conto di quanto l'altro
sia
eccitato; si lascia sfuggire un gemito, catturato subito dalla bocca di
Harry,
e comincia a strusciare il bacino contro il suo.
Non hanno abbastanza tempo per
giocare in quel modo, però, e Louis non si stupisce quando
Harry si stacca da
lui per afferrargli un polso e trascinarlo con sé tra la
massa di persone che
ballano intorno a loro; si fermano davanti ad una porta nera,
sorvegliata da un
tizio tutto muscoli che Louis non aveva notato, e vengono subito
lasciati
passare. Chissà quante persone ci ha portato prima di lui,
Louis non può fare a
meno di chiederselo, ma scaccia subito il pensiero fastidioso quando la
porta
si chiude dietro di loro e Harry lo spinge contro di essa riprendendo a
baciarlo come sulla pista; le sue mani tornano a palpargli il sedere,
Louis
ansima di nuovo, involontariamente, e questa volta Harry si allontana
con un
sorriso soddisfatto e vagamente divertito, prima di inginocchiarsi
davanti a
lui per slacciargli in fretta i pantaloni ed abbassarglieli insieme ai
boxer
che indossa.
Louis non si era davvero reso conto
di quanto fosse eccitato, e quando la bocca di Harry avvolge il suo
sesso non
riesce a trattenere un gemito acuto, le dita che si infilano
istintivamente tra
i suoi ricci; non è il primo pompino che riceve, anzi,
è successo parecchie
altre volte, ma, maledizione, nessuno si
è mai lasciato scopare la
bocca come sta facendo il ragazzo di fronte a lui: Louis muove il
bacino senza
riuscire a trattenersi, spingendosi sempre più a fondo nella
sua gola, e quando
Harry mugola qualcosa, chiudendo gli occhi lucidi che fino a quel
momento erano
puntati nei suoi, arriva all'orgasmo senza sorpresa. Ha sempre avuto
una buona
resistenza, tutto sommato, ma questa volta non aveva nessuna
possibilità di
trattenersi: hanno poco tempo, e onestamente era troppo eccitato dagli
stimoli
della bocca di Harry per poterlo fare.
Il ragazzo ingoia il suo seme con
gli occhi adesso socchiusi, due lacrime incastrate tra le ciglia nere,
e
rialzandosi gli tira su boxer e pantaloni insieme; ha un sorriso
stampato sulle
labbra abusate, mentre gli sistema i vestiti, e Louis lo bacia subito,
il
cervello che galleggia ancora nel piacere, e non si ritrae quando sente
il
proprio sapore sulla sua lingua: gli ha sempre fatto schifo, a dire il
vero, ma
in qualche modo sa che da Harry accetterebbe qualsiasi cosa
perché, be', è
Harry, e anche se l'ha incontrato solo un paio d'ore prima sente di
provare
qualcosa nei suoi confronti, per quanto sia assurdo.
Porta una mano al cavallo dei suoi
pantaloni, deciso come non mai a ricambiare il favore, ma Harry lo
ferma
stringendo con delicatezza le dita sul suo polso; scuote piano il capo,
tornando a baciarlo dolcemente, e tutta la fretta sembra essere
scomparsa.
Louis si sente mancare il respiro quando l'altro si preme di nuovo
contro il
suo corpo, sollevandogli le braccia e inchiodandole sulla porta dietro
di lui,
e maledizione, non pensava di poter trovare così
dolorosamente eccitante
l'essere sovrastato; il petto di Harry è schiacciato contro
il suo, il bacino è
appena più in alto del suo, e sente la sua erezione premere
contro il ventre.
Ansima qualcosa di indefinito, maledicendo il proprio corpo per essere
così
lento a riprendersi dopo l'orgasmo, e Harry ridacchia piano, quasi come
se gli
avesse letto nel pensiero; libera i suoi polsi portando le mani a
chiudersi a
coppa sulle sue guance, e lo bacia ancora, con tutta la dolcezza del
mondo,
prima di allontanarsi.
– Devo andare, – mormora
semplicemente, accarezzando i suoi zigomi con i pollici, e Louis in
qualche
modo sa che non vorrebbe davvero farlo; è lui a stringergli
i polsi con le
dita, adesso, allontanando le sue mani dalle proprie guance per potersi
avvicinare e baciarlo.
–
È stato tutto splendido, Harry, – sussurra con
sincerità contro la sua bocca,
gli occhi fissi nei suoi, prima di regalargli ancora un ultimo bacio.
Salve
ragazzi, come promesso ecco a
voi la terza parte della long sulla Sirenetta. :)
Dal
momento che oggi non è una
bella giornata (in tutta sincerità, è una
giornata di merda e non mi sento per
niente bene), le note finiscono qui. Grazie per le tre recensioni dello
scorso
capitolo, spero che anche questo vi sia piaciuto. :)
Un bacio!