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Autore: Robene    04/02/2013    3 recensioni
– E poi? (...) Dovrei fare quello che vuole mio padre, cercarmi una ragazza di buona famiglia, portarmela all'altare, fare tanti figli ed essere infelice per tutta la vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney's and Tales.'
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The Little Mermaid.

 

 

Parte 4.

Lo sguardo che Niall gli rivolge è affettuoso come sempre, quando lo vede avvicinarsi da solo a lui e Liam mentre ballano ai margini della folla, e non appena è ad un passo gli afferra la mano e lo abbraccia stretto; sente le sue labbra contro la guancia, Louis, e non capisce davvero come sia possibile che Niall abbia capito tutto solo guardandolo in faccia. Ricambia la sua stretta con trasporto, senza riuscire a trattenersi dall'alzare gli occhi per cercare Harry tra le ragazze e i ragazzi che ballano accanto a loro, pur sapendo che non lo troverà, e un singhiozzo inaspettato gli blocca il respiro per un attimo, seguito subito dopo dalle lacrime che non si era reso conto di trattenere: è la seconda volta in meno di un mese che si trova a piangere abbracciato al suo migliore amico, e davvero non capisce cosa gli stia prendendo. Dovrebbe essere contento, felice, ma il pensiero che quasi sicuramente non vedrà più Harry lo rende incredibilmente triste; l'ha incontrato per la prima volta due ore prima, cazzo, non può essersi legato così tanto a un ragazzo che per lui, tutto sommato, è uno sconosciuto. Presto anche Liam si unisce all'abbraccio, il petto premuto contro la schiena di Louis e le braccia che si incrociano con quelle di Niall intorno al suo busto, e dopo un po' Louis si sente abbastanza rilassato da poter provare a ricacciare indietro le lacrime che non vogliono proprio smettere di bagnargli le guance.
– Andiamo a casa?

Liam guida verso casa senza dire una parola, Niall seduto al suo fianco non fa altro che controllare il suo cellulare; Louis guarda fuori dal finestrino in silenzio, dai sedili posteriori, l'euforia di quando sono entrati nel locale svanita con Harry. Si sente uno stupido ragazzino troppo sentimentale, e si detesta per questo, ma non può negare di essere stato bene con l'altro ragazzo, né di desiderare di vederlo ancora, baciarlo di nuovo, e conoscerlo meglio; nella sua mente ha solo gli occhi grandi e verdi di Harry, quando chiude i suoi per più di un secondo, e non sa proprio cosa fare per, semplicemente, smettere di pensare a lui almeno il resto della notte.
La strada è illuminata quasi a giorno dai lampioni sul ciglio, una luce azzurrina e fredda che gli dà quasi fastidio alla vista; si stropiccia per un attimo le palpebre chiuse e pesanti, il viso di Harry davanti a lui come una piacevole allucinazione, e quando le riapre, con uno squittio sconvolto, vede un ragazzo camminare lungo il marciapiede con le mani in tasca; ha i capelli castani e ricci, arruffati, e le spalle larghe su cui Louis ha appoggiato le mani per ore, mentre ballavano. È Harry, è davvero lui, e un sorriso inconscio gli piega le labbra quando il ragazzo solleva gli occhi e guarda dritto nella sua direzione quasi per istinto, sicuramente senza vederlo per il riflesso dei lampioni sui finestrini chiusi.
– Fermati! – strilla Louis dopo qualche altro metro, senza nemmeno rendersene conto, facendo frenare Liam all'istante, bruscamente, e Niall impreca per la stretta micidiale della cintura di sicurezza sul suo sterno e la perdita del cellulare sul tappetino davanti al suo sedile; Liam si affretta a scusarsi, le guance che vanno a fuoco nel sentire le parole usate dall'amico, senza capirne il senso perché non sta parlando in inglese ma cogliendo la rabbia nel suo tono, ma Louis non ci fa caso e si affretta ad aprire lo sportello e fiondarsi fuori dall'auto. Harry è lontano, abbastanza perché nessuno dei due riesca a distinguere con chiarezza i lineamenti dell'altro, ma in qualche modo Louis riesce a cogliere il sorriso che illumina lo sguardo del ragazzo quando lo riconosce.
Ed è proprio quando Harry tira fuori dalle tasche le mani, accelerando il passo per raggiungerlo il più in fretta possibile, che passa davanti ad un vicolo che Louis prima non aveva notato; e non l'avrebbe fatto nemmeno in quel momento, probabilmente, se non ne fossero uscite due paia di braccia, e se quelle stesse braccia non si fossero strette sul torace del ragazzo, trascinandolo con loro nell'oscurità, e un singhiozzo di paura e dolore non avesse raggiunto le orecchie di Louis pochi secondi dopo che la testa di Harry era sparita col resto del suo corpo nel buio.
Il terrore lo paralizza per qualche lungo momento, un'orribile stretta d'ansia allo stomaco, ma poco dopo Liam e Niall lo superano correndo verso il vicolo, spronandolo a fare lo stesso, perché hanno visto tutta la scena dall'automobile parcheggiata malamente sul marciapiede e hanno intuito che quel ragazzo ha bisogno di aiuto; Louis ci mette qualche secondo a riprendere possesso del suo corpo, ma quando un gemito di dolore gli arriva alle orecchie l'adrenalina comincia a scorrergli nelle vene e scatta verso i suoi amici per affiancarli.
– ...e ricordati che questo era solo un assaggio.

È una voce aspra e sconosciuta che accoglie i tre nel vicolo, ma Louis non riesce a vedere bene il viso del suo proprietario, né quella dell'uomo al suo fianco, in parte per il buio e in parte perché i suoi occhi sono caduti immediatamente sulla figura accasciata sull'asfalto poco più in là, in gran parte nascosta dietro un cassonetto; la sua prima reazione quando riconosce quel corpo come quello Harry è di puro panico, perché il ragazzo è immobile e silenzioso, ed un conato gli blocca per un attimo il respiro, ma in qualche modo riesce a cacciare l'ansia in un angolo remoto del suo cervello mentre Liam e Niall si lanciano, con incoscienza, all'inseguimento dei due che hanno ridotto Harry in quello stato e sono scappati.
Louis è al fianco di Harry in un secondo, le mani incerte mentre gli solleva il volto dall'asfalto per controllare le sue condizioni, la bile che gli sale in gola quando i suoi occhi si abituano all'oscurità e riesce a vedere il suo viso ricoperto di sangue; singhiozza senza rendersene conto, poi si morde con forza un labbro per contenersi, e con delicatezza scosta alcuni ricci umidi dalla fronte del ragazzo, strisciando sulle ginocchia senza badare alla sporcizia del vicolo, per sollevare appena il capo di Harry e posarlo piano sulle sue cosce. È straziante vedere il ragazzo con cui ha ballato tutta la sera ridotto in quel modo, e benché l'abbia conosciuto solo qualche ora prima Louis è sicuro che non abbia mai fatto nulla per meritarselo; continua ad accarezzargli piano i capelli, gli occhi che indugiano sulle sue labbra spaccate e le ciglia umide per un misto di sangue e lacrime, e senza accorgersene comincia a piangere a sua volta, in silenzio, continuando a scrutare il suo viso incosciente e malridotto.
– Non siamo riusciti a raggiungerli, – soffia Niall dopo pochi minuti che a Louis erano sembrati ore, ansimando ed appoggiandosi di schiena contro il muro sporco, Liam al suo fianco, e il suo respiro pesante si trasforma in un sibilo nel vedere per la prima volta le condizioni del volto che Louis continua ad accarezzare con la punta delle dita, – porca puttana, è messo peggio di quanto pensassi, – geme senza pensare, ricevendo un'occhiataccia e una gomitata nelle costole da Liam per il poco tatto, ma Louis non dà segno di averlo sentito e continua a guardare il viso di Harry in silenzio, per alcuni secondi, prima di riprendersi e rabbrividire.
– Dobbiamo portarlo all'ospedale, – sussurra con un'espressione risoluta nonostante le lacrime che continuano a scivolare sulle sue guance, mentre alza gli occhi verso i due che ancora stanno riprendendo fiato, – Niall, vai a prendere la macchina; Liam, tu devi aiutarmi a sollevarlo e metterlo nel sedile posteriore.

 
Louis non riesce a smettere di accarezzare piano il viso martoriato di Harry, in silenzio mentre Niall guida ignorando la segnaletica stradale e i limiti di velocità verso l'ospedale più vicino; ha lo stomaco stretto in una morsa ansiosa, la testa del ragazzo sul suo grembo, e non riesce a smettere di pensare che, anche in quelle condizioni, sia bellissimo. Ha smesso di piangere da qualche minuto, perso in un'apatia sconosciuta, ma rincuorato dal continuo alzarsi ed abbassarsi del petto di Harry, dal suo respiro regolare, e dal battito lento del suo cuore contro il palmo che ha posato sul suo torace appena è salito in auto. Non sente nulla di quello che Liam sta gridando, al telefono con chissà chi, né ciò che Niall continua a borbottare ad ogni incrocio ed incidente evitato per un pelo, troppo concentrato a studiare i lineamenti sporchi di sangue di Harry: ha un taglio orrendo sulla fronte, appena sotto l'attaccatura dei capelli, il labbro superiore spaccato, un orribile livido violaceo sulla mascella, ed è bellissimo anche così, ma Louis vorrebbe vedere il verde delle sue iridi come al bar del locale, vorrebbe un suo sorriso, vorrebbe sentire la sua voce roca che l'ha fatto rabbrividire d'eccitazione qualche ora prima. Harry sembra un bambino indifeso sul sedile posteriore della sua macchina, un bambino indifeso e maltrattato, la sua sicurezza e la sua imponenza sono completamente svanite nella posizione fetale che ha inconsciamente assunto quando l'hanno caricato sull'auto e Louis ha posato il suo capo sul proprio ventre per non perdere il contatto, per essere sicuro che respirasse ancora, che il suo cuore non smettesse di battere.
– Siamo quasi arrivati, – annuncia Niall svoltando di colpo a sinistra, rischiando di tamponare una monovolume bianca, e Liam smette di farneticare al cellulare e si volta brevemente verso il sedile posteriore per controllare le condizioni di entrambi i ragazzi.
– Stai bene, Lou? – domanda, cercando di non apparire troppo nervoso, e Louis scuote il capo senza una parola, chinandosi con fare protettivo sul capo di Harry, sfiorandogli con le labbra quella minuscola porzione di pelle senza sangue sulla guancia rivolta verso di lui; non sta bene, per niente, si sente dilaniato dalla paura e dal dolore, vorrebbe piangere, urlare, spaccare qualcosa, ma non può fare nulla di tutto questo, non può permettersi di perdere la testa in quel momento, ci sarà tempo dopo, quando Harry sarà nelle mani dei medici, al pronto soccorso, quando non dovrà preoccuparsi di infastidirlo in quello che pare un sonno profondo. Non si rende conto dei suoi pensieri, non capisce quanto siano deliranti, e bacia di nuovo quel piccolo lembo di pelle, e ancora, e ancora, finché la macchina non si ferma e Liam scende subito per correre dentro l'ospedale, chiamare dei medici e pretendere una barella.

 
Niall lo sta abbracciando stretto, nella sala d'attesa in cui sono stati costretti dopo che due medici e un'infermiera piuttosto spaventosa avevano portato via Harry, strillandosi a vicenda qualcosa di incomprensibile per le orecchie di poveri mortali come loro tre; Liam fa avanti e indietro davanti a loro, incapace di stare fermo un attimo, e Niall scherza sul solco che farà sul pavimento se non la smette, ma il suo tono è privo di divertimento, teme anche lui per la sorte del ragazzo sconosciuto di cui nessuno sa niente da più di due ore.
– Devo vomitare, – geme Louis con voce rotta, parlando per la prima volta da quando hanno portato Harry in macchina, e Niall e Liam si affrettano ad aiutarlo ad alzarsi e portarlo di peso in bagno; Niall gli accarezza piano la schiena, in modo rassicurante, mormorandogli cose insensate all'orecchio per tentare di calmarlo un po', mentre Liam gli tiene i capelli lontani della fronte, le mani gelide a contatto con la sua pelle, sorreggendolo con l'altro braccio, e Louis rimette l'anima in quel bagno asettico, piangendo senza accorgersene, il respiro frammentato dai conati e dal dolore che sente nello stomaco e nel cuore.

 
Trascorrono altre due ore, prima che la stessa infermiera che ha portato via Harry si avvicini a loro, di nuovo in sala d'attesa, con un'espressione illeggibile sul volto.
– Siete i ragazzi che hanno portato qui Harry Styles? – domanda, pur sapendo già la risposta dal modo in cui tutti e tre, riconoscendola, si sono alzati in piedi e le sono andati incontro speranzosi di ricevere notizie; Liam annuisce per tutti, cercando di mostrarsi tranquillo, e stringe forte la mano sudata di Louis nella sua per infondergli quel poco di coraggio che può. – Il signor Styles ha riportato un leggero trauma cranico, fratture a tre costole e al sopracciglio sinistro, una slogatura al polso destro, abbiamo dovuto dargli due punti per la spaccatura del labbro e nove per il taglio sulla fronte, e fargli una trasfusione perché aveva perso molto sangue; gli abbiamo somministrato degli antidolorifici ed è ancora incosciente, ma dovrebbe svegliarsi entro qualche minuto.
– P-possiamo vederlo? – chiede Louis, le parole che scivolano con difficoltà sulla sua lingua, la gola che brucia per il vomito e l'ansia e, inaspettatamente, un pizzico di speranza.
– Uno alla volta, – annuisce l'infermiera, addolcendo appena l'espressione nel sentire la sua voce così aspra e stanca e vedendo i suoi occhi rossi inumidirsi, – venite, vi porto alla sua stanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiedo perdono per il ritardo, ieri ero dai miei zii per festeggiare un compleanno e sono tornata a casa tardi (e poi sono uscita un’altra volta con un amico), e non ho potuto aggiornare. Detto questo.
Non è molto da me lamentarmi delle poche recensioni che delle mie storie ricevono, ma sinceramente questa volta la cosa mi dà un po’ fastidio perché: cinque persone hanno inserito questa storia tra i preferiti, due tra le ricordate e ben ventitré tra le seguite. E nell’ultimo capitolo ha ricevuto solo la recensioni di pirisilla, che tutto sommato è quella che potrebbe evitare più di tutti di farlo dal momento che ci conosciamo e se vuole dirmi qualcosa ha altri millemila mezzi per farlo (però è divertente leggere i tuoi scleri, tesoro, ignora quello che ho scritto e continua ). Tutta questa pappardella per dire che un po’ ci sono rimasta male, sì, e che non mi dispiacerebbe se qualche persona in più mi desse un’opinione, anche breve, su questa storia. A conti fatti è la mia seconda long seria, quindi. .-.
Btw, la storia comincia a farsi interessante e ormai i ruoli dei personaggi dovrebbero essere abbastanza chiari (lo sono?). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, aggiornamento domenica prossima salvo complicazioni. Baci!

   
 
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