The Little Mermaid.
Parte 4.
– Andiamo
a casa?
Liam
guida verso casa senza dire una parola, Niall seduto al suo fianco non
fa altro
che controllare il suo cellulare; Louis guarda fuori dal finestrino in
silenzio, dai sedili posteriori, l'euforia di quando sono entrati nel
locale
svanita con Harry. Si sente uno stupido ragazzino troppo sentimentale,
e si
detesta per questo, ma non può negare di essere stato bene
con l'altro ragazzo,
né di desiderare di vederlo ancora, baciarlo di nuovo, e
conoscerlo meglio;
nella sua mente ha solo gli occhi grandi e verdi di Harry, quando
chiude i suoi
per più di un secondo, e non sa proprio cosa fare per,
semplicemente, smettere
di pensare a lui almeno il resto della notte.
La
strada è illuminata quasi a giorno dai lampioni sul ciglio,
una luce azzurrina
e fredda che gli dà quasi fastidio alla vista; si stropiccia
per un attimo le
palpebre chiuse e pesanti, il viso di Harry davanti a lui come una
piacevole
allucinazione, e quando le riapre, con uno squittio sconvolto, vede un
ragazzo
camminare lungo il marciapiede con le mani in tasca; ha i capelli
castani e
ricci, arruffati, e le spalle larghe su cui Louis ha appoggiato le mani
per
ore, mentre ballavano. È Harry, è davvero
lui, e un sorriso inconscio
gli piega le labbra quando il ragazzo solleva gli occhi e guarda dritto
nella
sua direzione quasi per istinto, sicuramente senza vederlo per il
riflesso dei
lampioni sui finestrini chiusi.
– Fermati!
– strilla Louis dopo qualche altro metro, senza nemmeno
rendersene conto,
facendo frenare Liam all'istante, bruscamente, e Niall impreca per la
stretta
micidiale della cintura di sicurezza sul suo sterno e la perdita del
cellulare
sul tappetino davanti al suo sedile; Liam si affretta a scusarsi, le
guance che
vanno a fuoco nel sentire le parole usate dall'amico, senza capirne il
senso
perché non sta parlando in inglese ma cogliendo la rabbia
nel suo tono, ma
Louis non ci fa caso e si affretta ad aprire lo sportello e fiondarsi
fuori
dall'auto. Harry è lontano, abbastanza perché
nessuno dei due riesca a
distinguere con chiarezza i lineamenti dell'altro, ma in qualche modo
Louis
riesce a cogliere il sorriso che illumina lo sguardo del ragazzo quando
lo
riconosce.
Ed è
proprio quando Harry tira fuori dalle tasche le mani, accelerando il
passo per
raggiungerlo il più in fretta possibile, che passa davanti
ad un vicolo che
Louis prima non aveva notato; e non l'avrebbe fatto nemmeno in quel
momento,
probabilmente, se non ne fossero uscite due paia di braccia, e se
quelle stesse
braccia non si fossero strette sul torace del ragazzo, trascinandolo
con loro
nell'oscurità, e un singhiozzo di paura e dolore non avesse
raggiunto le
orecchie di Louis pochi secondi dopo che la testa di Harry era sparita
col
resto del suo corpo nel buio.
Il
terrore lo paralizza per qualche lungo momento, un'orribile stretta
d'ansia
allo stomaco, ma poco dopo Liam e Niall lo superano correndo verso il
vicolo,
spronandolo a fare lo stesso, perché hanno visto tutta la
scena dall'automobile
parcheggiata malamente sul marciapiede e hanno intuito che quel ragazzo
ha
bisogno di aiuto; Louis ci mette qualche secondo a riprendere possesso
del suo
corpo, ma quando un gemito di dolore gli arriva alle orecchie
l'adrenalina
comincia a scorrergli nelle vene e scatta verso i suoi amici per
affiancarli.
– ...e
ricordati che questo era solo un assaggio.
È
una voce aspra e sconosciuta che accoglie i tre nel vicolo, ma Louis
non riesce
a vedere bene il viso del suo proprietario, né quella
dell'uomo al suo fianco,
in parte per il buio e in parte perché i suoi occhi sono
caduti immediatamente
sulla figura accasciata sull'asfalto poco più in
là, in gran parte nascosta
dietro un cassonetto; la sua prima reazione quando riconosce quel corpo
come
quello Harry è di puro panico, perché il ragazzo
è immobile e silenzioso, ed un
conato gli blocca per un attimo il respiro, ma in qualche modo riesce a
cacciare l'ansia in un angolo remoto del suo cervello mentre Liam e
Niall si
lanciano, con incoscienza, all'inseguimento dei due che hanno ridotto
Harry in
quello stato e sono scappati.
Louis
è al fianco di Harry in un secondo, le mani incerte mentre
gli solleva il volto
dall'asfalto per controllare le sue condizioni, la bile che gli sale in
gola
quando i suoi occhi si abituano all'oscurità e riesce a
vedere il suo viso
ricoperto di sangue; singhiozza senza rendersene conto, poi si morde
con forza
un labbro per contenersi, e con delicatezza scosta alcuni ricci umidi
dalla
fronte del ragazzo, strisciando sulle ginocchia senza badare alla
sporcizia del
vicolo, per sollevare appena il capo di Harry e posarlo piano sulle sue
cosce.
È straziante vedere il ragazzo con cui ha ballato tutta la
sera ridotto in quel
modo, e benché l'abbia conosciuto solo qualche ora prima
Louis è sicuro che non
abbia mai fatto nulla per meritarselo; continua ad accarezzargli piano
i
capelli, gli occhi che indugiano sulle sue labbra spaccate e le ciglia
umide
per un misto di sangue e lacrime, e senza accorgersene comincia a
piangere a
sua volta, in silenzio, continuando a scrutare il suo viso incosciente
e
malridotto.
–
Non siamo riusciti a raggiungerli, – soffia Niall dopo pochi
minuti che a Louis
erano sembrati ore, ansimando ed appoggiandosi di schiena contro il
muro
sporco, Liam al suo fianco, e il suo respiro pesante si trasforma in un
sibilo
nel vedere per la prima volta le condizioni del volto che Louis
continua ad
accarezzare con la punta delle dita, – porca puttana,
è messo peggio di quanto
pensassi, – geme senza pensare, ricevendo un'occhiataccia e
una gomitata nelle
costole da Liam per il poco tatto, ma Louis non dà segno di
averlo sentito e
continua a guardare il viso di Harry in silenzio, per alcuni secondi,
prima di
riprendersi e rabbrividire.
–
Dobbiamo portarlo all'ospedale, – sussurra con un'espressione
risoluta
nonostante le lacrime che continuano a scivolare sulle sue guance,
mentre alza
gli occhi verso i due che ancora stanno riprendendo fiato, –
Niall, vai a
prendere la macchina; Liam, tu devi aiutarmi a sollevarlo e metterlo
nel sedile
posteriore.
Louis
non riesce a smettere di accarezzare piano il viso martoriato di Harry,
in
silenzio mentre Niall guida ignorando la segnaletica stradale e i
limiti di
velocità verso l'ospedale più vicino; ha lo
stomaco stretto in una morsa
ansiosa, la testa del ragazzo sul suo grembo, e non riesce a smettere
di
pensare che, anche in quelle condizioni, sia bellissimo. Ha smesso di
piangere
da qualche minuto, perso in un'apatia sconosciuta, ma rincuorato dal
continuo
alzarsi ed abbassarsi del petto di Harry, dal suo respiro regolare, e
dal
battito lento del suo cuore contro il palmo che ha posato sul suo
torace appena
è salito in auto. Non sente nulla di quello che Liam sta
gridando, al telefono
con chissà chi, né ciò che Niall
continua a borbottare ad ogni incrocio ed
incidente evitato per un pelo, troppo concentrato a studiare i
lineamenti
sporchi di sangue di Harry: ha un taglio orrendo sulla fronte, appena
sotto
l'attaccatura dei capelli, il labbro superiore spaccato, un orribile
livido
violaceo sulla mascella, ed è bellissimo anche
così, ma Louis vorrebbe vedere
il verde delle sue iridi come al bar del locale, vorrebbe un suo
sorriso,
vorrebbe sentire la sua voce roca che l'ha fatto rabbrividire
d'eccitazione
qualche ora prima. Harry sembra un bambino indifeso sul sedile
posteriore della
sua macchina, un bambino indifeso e maltrattato, la sua sicurezza e la
sua
imponenza sono completamente svanite nella posizione fetale che ha
inconsciamente assunto quando l'hanno caricato sull'auto e Louis ha
posato il
suo capo sul proprio ventre per non perdere il contatto, per essere
sicuro che
respirasse ancora, che il suo cuore non smettesse di battere.
– Siamo
quasi arrivati, – annuncia Niall svoltando di colpo a
sinistra, rischiando di
tamponare una monovolume bianca, e Liam smette di farneticare al
cellulare e si
volta brevemente verso il sedile posteriore per controllare le
condizioni di
entrambi i ragazzi.
– Stai
bene, Lou? – domanda, cercando di non apparire troppo
nervoso, e Louis scuote
il capo senza una parola, chinandosi con fare protettivo sul capo di
Harry,
sfiorandogli con le labbra quella minuscola porzione di pelle senza
sangue
sulla guancia rivolta verso di lui; non sta bene, per niente, si sente
dilaniato dalla paura e dal dolore, vorrebbe piangere, urlare, spaccare
qualcosa, ma non può fare nulla di tutto questo, non
può permettersi di perdere
la testa in quel momento, ci sarà tempo dopo, quando Harry
sarà nelle mani dei
medici, al pronto soccorso, quando non dovrà preoccuparsi di
infastidirlo in
quello che pare un sonno profondo. Non si rende conto dei suoi
pensieri, non
capisce quanto siano deliranti, e bacia di nuovo quel piccolo lembo di
pelle, e
ancora, e ancora, finché la macchina non si ferma e Liam
scende subito per
correre dentro l'ospedale, chiamare dei medici e pretendere una barella.
Niall
lo sta abbracciando stretto, nella sala d'attesa in cui sono stati
costretti
dopo che due medici e un'infermiera piuttosto spaventosa avevano
portato via
Harry, strillandosi a vicenda qualcosa di incomprensibile per le
orecchie di
poveri mortali come loro tre; Liam fa avanti e indietro davanti a loro,
incapace di stare fermo un attimo, e Niall scherza sul solco che
farà sul
pavimento se non la smette, ma il suo tono è privo di
divertimento, teme anche
lui per la sorte del ragazzo sconosciuto di cui nessuno sa niente da
più di due
ore.
– Devo
vomitare, – geme Louis con voce rotta, parlando per la prima
volta da quando
hanno portato Harry in macchina, e Niall e Liam si affrettano ad
aiutarlo ad
alzarsi e portarlo di peso in bagno; Niall gli accarezza piano la
schiena, in
modo rassicurante, mormorandogli cose insensate all'orecchio per
tentare di
calmarlo un po', mentre Liam gli tiene i capelli lontani della fronte,
le mani
gelide a contatto con la sua pelle, sorreggendolo con l'altro braccio,
e Louis
rimette l'anima in quel bagno asettico, piangendo senza accorgersene,
il respiro
frammentato dai conati e dal dolore che sente nello stomaco e nel cuore.
Trascorrono
altre due ore, prima che la stessa infermiera che ha portato via Harry
si
avvicini a loro, di nuovo in sala d'attesa, con un'espressione
illeggibile sul
volto.
– Siete
i ragazzi che hanno portato qui Harry Styles? – domanda, pur
sapendo già la
risposta dal modo in cui tutti e tre, riconoscendola, si sono alzati in
piedi e
le sono andati incontro speranzosi di ricevere notizie; Liam annuisce
per
tutti, cercando di mostrarsi tranquillo, e stringe forte la mano sudata
di
Louis nella sua per infondergli quel poco di coraggio che
può. – Il signor
Styles ha riportato un leggero trauma cranico, fratture a tre costole e
al
sopracciglio sinistro, una slogatura al polso destro, abbiamo dovuto
dargli due
punti per la spaccatura del labbro e nove per il taglio sulla fronte, e
fargli
una trasfusione perché aveva perso molto sangue; gli abbiamo
somministrato
degli antidolorifici ed è ancora incosciente, ma dovrebbe
svegliarsi entro qualche
minuto.
– P-possiamo
vederlo? – chiede Louis, le parole che scivolano con
difficoltà sulla sua
lingua, la gola che brucia per il vomito e l'ansia e, inaspettatamente,
un
pizzico di speranza.
– Uno
alla volta, – annuisce l'infermiera, addolcendo appena
l'espressione nel
sentire la sua voce così aspra e stanca e vedendo i suoi
occhi rossi
inumidirsi, – venite, vi porto alla sua stanza.
Chiedo
perdono per il ritardo, ieri ero dai miei zii per festeggiare un
compleanno e
sono tornata a casa tardi (e poi sono uscita un’altra volta
con un amico), e
non ho potuto aggiornare. Detto questo.
Non
è
molto da me lamentarmi delle poche recensioni che delle mie storie
ricevono, ma
sinceramente questa volta la cosa mi dà un po’
fastidio perché: cinque persone hanno
inserito questa storia tra i preferiti, due tra le ricordate e ben
ventitré tra
le seguite. E nell’ultimo capitolo ha ricevuto solo la
recensioni di pirisilla,
che tutto sommato è quella che potrebbe evitare
più di tutti di farlo dal
momento che ci conosciamo e se vuole dirmi qualcosa ha altri millemila
mezzi
per farlo (però è divertente leggere i tuoi
scleri, tesoro, ignora quello che
ho scritto e continua ♥). Tutta
questa
pappardella per dire che un po’ ci sono rimasta male,
sì, e che non mi
dispiacerebbe se qualche persona in più mi desse
un’opinione, anche breve, su
questa storia. A conti fatti è la mia seconda long seria,
quindi. .-.
Btw,
la storia comincia a farsi interessante e ormai i ruoli dei personaggi
dovrebbero essere abbastanza chiari (lo sono?). Spero che questo
capitolo vi
sia piaciuto, aggiornamento domenica prossima salvo complicazioni. Baci!