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Autore: Polveredigente    28/01/2013    2 recensioni
E' una notte silenziosa ad Hamilton.
Una solita e nevosa notte nel cuore del Canada.
Il mondo tace, solo qualche animale lontano rincorre la propria preda, un ululato squarcia il silenzio, chi rivedrà la luce del sole?
Io scommetto sul più grande, qualsiasi cosa sia.
E' una notte silenziosa ad Hamilton ed una ragazza è pronta a cambiare vita, ancora una volta, ma lei ancora non lo sa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I remember us. 



5 anni dopo.
 

 

Esco dalla scuola con una nota d’allegria che mi risuona in testa con fare melodioso e che mi rilassa tutti i nervi che poco prima erano in tensione.

La Clifton svetta maestosa alle mie spalle e con fare pensieroso sfioro il cancello che porta al parchetto quasi adiacente, mi scappa un sorriso.

Quante ore della mia vita ho passato qui dentro?

La macchina, illuminata dal sole, mi aspetta e mi rendo conto di quante cose sono cambiate negli ultimi anni, scuoto la testa e ci entro, canticchiando una vecchia canzone e nel giro di pochi minuti arrivo a casa, con ancora il sorriso stampato in volto.

Appena entro la prima cosa che faccio è liberarmi dalle trappole portali che mi ritrovo ai piedi, mi hanno costretto a indossare scarpe altissime che, come avevo immaginato, mi hanno distrutto i piedi.

Che poi è stata solo una donna a obbligarmi a metterli, come sempre d’altronde, mi costringe a indossare ciò che lei dice da quando la conosco, e lo fa anche con una certa insistenza. Ma come posso darle torto se ne capisce più lei di moda di tutta Bristol messa insieme? E soprattutto come posso darle torto se è l’unica sorella che ho mai avuto?

“Dovrebbero farti un monumento come persona più maleducata del mondo.” Dice una voce femminile che riconosco subito, dalla cucina. “Io arrivo e in casa non c’è nessuno.” Il ticchettare dei tacchi mi fa capire che sta venendo verso di me. “E’ sempre stato cosi.”

“L’importante è che tu sia riuscita ad entrare” Rispondo sorridendo palesemente.

“E a recuperare la tua prole.” Aggiunge scuotendo il capo.

Un sorriso ancora più grande mi compare in viso e mi incammino verso il giardino del retro quando lei mi prende per un braccio e mi ferma. “Hope, vuoi dirmi come cazzo è andata?” Sembra trattenere il fiato e la tensione le attraversa il volto dorato e bellissimo per un istante.

“Dan è andata benissimo.”

“Quindi?” Domanda con la voce che trasuda sollievo e un sorriso che le va da orecchio a orecchio.

“Quindi mi hanno fatto i complimenti, mi hanno detto che ho un ottimo curriculum, che per essere cosi giovane ho già tutte le carte in regola…” Mi lascio prendere da una spiegazione più che esaustiva ma ad un certo punto un suo sbuffo mi interrompe.

“E allora? Hai davvero un pessimo modo di dare delle notizie.”

“Allora da Settembre insegnerò alla Clifton.”

“Dio Hope, non puoi immaginare quanto sono felice per te!” Mi stringe di slancio in uno dei suoi abbracci da orso, ed i suoi capelli arancioni, vivi come la prima volta che l’ho vista, si intrecciano ai miei. “Sono cosi fiera di te.”

“Oh tesoro.” Dico a voce leggermente più alta preda dell’emozione, mentre la stringo ancora più forte.

“Maaaaaaammmma!” Urla qualcuno per casa e nel giro di un secondo un omino dai capelli scuri si aggrappa alla mia gamba e pretende di essere preso in braccio. Lascio una carezza al viso di Danielle e mi piego per esaudire ogni desiderio del mio bambino.

Cosa sarei oggi senza di lui?

Ogni notte in cui mi sveglio solo per rimboccargli le coperte, ogni attimo che passo insieme a lui, ogni gioco che scopriamo insieme e che irrimediabilmente lui sa fare meglio di me, ogni volta che per il corridoio vedo i suoi dinosauri di plastica, ogni volta che sento anche solo la sua voce, mi domando perché ho meritato cosi tanto.

Perché da quattro anni questo bambino ha reso la mia vita la migliore che potesse capitarmi.

Sarebbe la stessa cosa senza i suoi balletti la notte prima di andare a dormire?

E senza le sue risate che illuminano i miei giorni?

“Amore della mamma!” Gli lascio un sonoro bacio sulla guancia tonda e rosea, e lui però guarda con fare sospettoso la mia amica.

“Zia Danielle” Il modo in cui la chiama zia mi fa sciogliere ogni volta, e probabilmente è l’unica parola che riesce a dire senza mangiarsi o strascicare lettere. “Mamma non la devi toccale.” Dice appoggiandomi una mano piccola e paffutella sulla guancia. “Lei è solo mia.” Emette aggrappandosi meglio a me e lasciandomi un bacio con quella bocca rossa e tonda a forma di cuore, sulle labbra. “Solo mia.”

“Ehi tu.” Esclama Danielle puntandogli un dito sul petto e sorridendo appena. “C’ero prima io. Fai la coda.”

“Maaaamma è velo che ami più  me?” Ed il mondo scompare inghiottito dalla fiamme liquide che danzano nei suoi occhi, di quell’incredibile sfumatura di azzurro cielo che lascia chiunque senza fiato e che ogni volta fanno perdere anche me. Batte le ciglia lunghe in attesa di una risposta ed io e Dan ci scambiamo uno sguardo di intesa, ma poi noto come Dal lo guarda, gli riserva una devozione e un amore assoluto.

Ma potrebbe essere altrimenti?

E’ il bambino più amabile che abbia mai conosciuto.

Gioca, scherza e parla con chiunque, e chiunque lo abbia conosciuto se n’è innamorato pazzamente.

E’ bellissimo, con i capelli quasi corvini e gli occhi chiari, dolce come lo zucchero filato e troppo intelligente per la sua età, e prende in giro chiunque.

Posso amarlo più di cosi?

“William tu sei il mio amore più grande.” Rispondo pizzicandogli leggermente la guancia. Ed i suoi occhi si abbattono nei miei come il più potente degli schiaffi. I suoi occhi per me sono come stelle filanti che illuminano le mie notti. E sono di quell’incredibile azzurro che mi ha sempre fatto credere che qualcosa di più debba pur esistere.

 

 

 

 

“Amore?” La voce dall’altra parte della cornetta e dolce come al solito.

“Amore, dimmi.” Rispondo appoggiandomi al tavolo mentre Danielle gioca con Will.

“Dimmi? Dimmi tu piuttosto.” Esclama leggermente divertito.

“E cosa dovrei dirti?” Chiedo sistemandomi un ciuffo dietro l’orecchio, e mangiucchiandomi un’unghia. “Sono stata presa!”

“Dio mio, quanto sono orgoglioso di te.” Dice con la voce che sembra scoppiare di felicità e immagino i suoi occhi prendere vita.

“Sono contentissima, ho tutto quello che ho sempre desiderato.”

“Ne faccio parte anche io spero.” Interviene ed io trattengo un sorriso.

“Mh, non credo.” Riprendo confusa. “Chi saresti tu?”
“Uh, piacere sono Jake e dovrei essere tuo marito.” La sua voce è melodiosa e calda.

“Da quanto tempo sei mio marito? Ed io non ne so nulla?” Domando fintamente spaventata.

“Più o meno da 5 anni, da quando ci siamo resi conto di aspettare un meraviglioso bambino.” Dice affettuosamente ed il mio sguardo cade sulla peste che sta costringendo Dan a giocare con le macchinine.

“Un matrimonio riparatore quindi?” Scherzo sedendomi sul tavolo e accavallando le gambe.

“Per niente.” Sospira divertito. “Un matrimonio d’amore.”

“Ah mi ami quindi?” Il piccolo fa schiantare una macchina contro il ginocchio della mia amica, che si scaraventa le mani sulla bocca ed inizia a dire parolacce a più non posso. Io la guardo di traverso e con la testa gli faccio segno verso il bambino.

“Pazzamente.” Continua mio marito, con un tono dolcissimo.

“Ci credo solo perché oggi sono troppo felice.” Esclamo contenta. “Però ti vorrei tanto qui vicino a me.”

“Lo so piccola, ma questi vogliono uccidermi.” Sbotta ridendo. “Vogliono concedermi la mostra, ma continuano a parlare di guadagni, di entrate, di uscite.” Dice annoiato. “Io voglio solo sapere quando.”

“Ti ho mai detto che sono fierissima di te?”

“Credo di si.” Risponde velocemente.

“Ehi amore, chiudo. Mi rivogliono dentro, sarà la volta buona?” Una solita domanda retorica che continua a riempire le sue giornate chiusi in quello stupido ufficio.

“Io incrocio le dita.” Sospiro e lo faccio sul serio, come sempre.

“E non martoriarti troppo le labbra, che stasera sono solo mie.” Arrossisco leggermente e le sfioro con un dito.

“Vai, stupido.” Esclamo divertita. “Buona fortuna.”

“Ti amo.” Dice con quella voce talmente dolce da farmi morire ogni volta.

“Anche io.” Ed è vero, senza Jake dove sarei adesso?

E’ la mia ancora, il mio amore, il mio destino.

Il mio tutto.

 

 

 

William sta dormendo e Danielle è tornata al lavoro, avevano bisogno di lei.
Ed io sono rimasta sola in questa casa immensa nella periferia di Bristol e sento l’impellente bisogno di fare qualcosa da appena messo piede in casa, ma che ho dovuto rimandare per cause di forza maggiore.

Adesso però sono libera e corro su, in camera da letto, e mi fermo un secondo davanti al cassetto che mi invita ad aprirlo con una forza ed una pressione incredibile, che quasi mi fa girare la testa.

Lo assecondo e una lettera svetta fra tutto il resto netta e bianca.

La sfioro con un solo dito, per paura di sgualcirla e poi la annuso come faccio ogni volta, spaventata dalla sola idea di poter perdere quel odore magnifico.

Quanto stupida sono?

Che senso ha voler dare la notizia della mia assunzione ad una lettera?

Nessuno, assolutamente nessuno.

Ma cosa posso farci se è la prima cosa che ho pensato uscendo da scuola?

Cosa posso farci se non ho pensato ad altro durante il pranzo?

Cosa posso farci se questa lettera rappresenta l’unica e vera ancora al mio passato?

La apro e fra le dita faccio passare un fiore viola intenso esiccato e lo porto alle labbra, lentamente.

E mi rendo conto che è sempre stato cosi.

La verità è che questa lettera colma quel piccolo vuoto che sento nella punta del cuore, quel baratro che non è riuscito a colmare un bambino, un matrimonio, un marito meraviglioso e la vita più perfetta che potessi chiedere.

Perché non mi manca nulla, perché non avrei bisogno, tecnicamente, di nulla, ma quando sono felice o quando sono triste, quando sono eccessivamente sola o quando vorrei spaccare tutto, questa lettera è la medicina di ogni male, è sempre qui.

Colma tutto, in un modo malato e sconclusionato.

E cosi sarà fino alla fine, perché per noi, per me, non è stata mai solo una promessa.  

Io mi ricordo di noi. 




 

Salve persone!

Questo capitolo doveva arrivare ieri sera ed invece la mia linea internet mi ha abbandonato.
Manca solo l'epilogo e dovremo dire addio a Hope e Adrian.
Al prossimo i ringraziamenti e i vari pianti isterico/disperato. 

Un bacio grande. 
Fatemi sapere tutto, domande, dubbi, bestemmie, tutto.

Grazie.

-Allen 

  
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