2)La danza dei fantasmi
The
kids are in a hurry, and I'm just full of fear.
The lights make bodies
blurry; it's getting hard enough to hear.
It's like the evidence
is cared for, and evidently clear.
If I never leave this
dance floor, then I'll never leave you here.
Il giorno
dopo il
risveglio è traumatico, durante le poche ore
di sonno che mi concedevo,deve essere successo qualcosa nelle nostre
linee.
Il nemico
avanza e la luce del sole nascente mi acceca, gli altri si preparano al
combattimento così come io e Ino.
Di guardia alla
struttura rimangono solo pochi ninja.
“Andiamo,
Sakura. Facciamogli vedere chi siamo!”
Mi sprona Ino.
E sia. Mi
lancio anche io all’attacco – intontita dal sole,
dal poco sonno e
dall’incontro della notte precedente – urlando la
mia rabbia. Quasi quasi mi
sento meglio, quasi quasi sento che un po’
della tempesta e del vuoto che ho dentro si stanno sfogando.
Inizio il
combattimento al fianco di Ino, ma dopo circa un’oretta
– quando ormai è sorto
ad illuminare quest’alba maledetta e una schiera di bastardi
al soldo di un
pazzo – la perdo di vista.
Lancio via
l’ennesimo nemico e mi guardo attorno: una legge non scritta
tra di noi recita
che da quando siamo qui se una è in merda l’altra
la deve aiutare.
Mi ci vuole un
po’ per individuarla e devo abbattere qualche altro
rompiscatole, tra cui un
paio piuttosto tosti.
Come diceva quella regina? “So di
avere il corpo di una debole e fragile donna,
ma ho il cuore e il
fegato di un re.”?(*)
Ecco,
al momento mi sento pressappoco così, animata da una forza
che credevo di non
avere più, ma che era solo sepolta da qualche parte nella
mia anima.
Alla
fine la trovo, sta combattendo contro un tizio piuttosto e se non
arrivassi io
a mettermi tra lei e il ninja l’avrebbe già uccisa.
“Vai
a casa, bambina!
Non
dovresti essere in guerra, né tu né la tua
amichetta, non ne avete la forza.”
“Mettimi
alla provo, grand’uomo, prima di parlare. Sono
un’allieva di Tsunade-sama!”
Lui
ride.
“Ma
non sei Tsunade-sama, ragazzina!”
Io
e lui iniziamo a combattere e, purtroppo per me, ci sa davvero fare, i
miei
pugni non sembrano scalfirlo molto.
Sento
dei gemiti dietro di me, è Ino che si è
risvegliata.
“Vai
al campo!”
Le
urlo.
“Ma
Sakura!”
“VAI!”
Lei
mi dà retta e io ed Ercole rimaniamo ad affrontarci, occhi
negli occhi. Io
fintamente spavalda, lui sinceramente divertito.
Riprendiamo
a combattere e questa volta sento davvero tutti i limiti
dell’essere solo una
donna e di non essere Tsunade. Lei è un ninja leggendario e
io una semplice
chunin, ne devo mangiare di polvere prima di essere come lei, ma almeno
Ino è
in salvo e l’ho parzialmente ripagata delle volte in cui mi
ha aiutato.
“Molla,
ragazzina o potresti morire. Mi sono stancato di te.”
Io
mi asciugo il sudore e mi accorgo che è misto a sangue, devo
avere una ferita
alla fronte.
“No,
non potrei accettare di diventare una vigliacca.”
“Come
vuoi.”
Si
lancia su di me e mi stordisce con una serie di colpi che mi toglie il
fiato,
ad un certo punto sputo anche un po’ di saliva mista a sangue.
Lui
non si ferma, io cerco di fare la mia parte mettendo in pratica gli
insegnamenti della mia maestra, ma i miei colpi sono deboli.
Non
so se è davvero forte lui o sono debole io, fiaccata da
troppe notte insonni,
troppo uso di chackra, troppi fantasmi che mi porto nel cuore.
Sto
per crollare e rassegnarmi al mio destino e alla morte quando una
figura mi si
para davanti. È questione di secondi, il ragazzo estrae una
katana a trapassa
il mio avversario ed è di nuovo Sasuke.
Cosa
ci fa qui?
Se
qualcuno dei nostri lo vedesse lo ammazzerebbe!
Vorrei
dirgli qualcosa anche solo un “grazie”, ma la
coperta nera dell’incoscienza mi
avvolge e mi toglie ogni facoltà.
Rinvengo non so quanto tempo dopo stesa in un giaciglio, Ino mi guarda:
è
conciata male, ma non come credevo.
“Come è andata?”
“Li abbiamo respinti, sono arrivati altri rinforzi e li
abbiamo
schiacciati.
Tu come sei arrivata qui?
O meglio chi ti ha portato qui?”
“Non mi ricordo.”
Lei sospira.
“Questo è quello che scriverò nel
rapporto da mandare all’Hokage, ma sia io
che te sappiamo che non è la verità.”
Io non dico niente e lei mi lascia stare.
Per un giorno intero sto dalla parte dal paziente, riposo, mi lascio
medicare ed infine alla sera mi dimettono. Mangio un pasto abbondante e
coronato persino da una fetta di dolce avanzata da quello che solo ieri
ci ha
portato il team otto.
Mi sento bene e gli occhi di Ino addosso allo stesso tempo. So che
aspetta
che vadano tutti a letto per potermi parlare e scoprire la
verità. Il fatto è
che non so se dirgliela o no, ho paura che non mi creda.
Alla fine rimaniamo solo noi, ci alziamo e usciamo a prendere una
boccata
d’aria, il che significa fumarci una sigaretta in santa pace.
Ci sediamo sulle due nostre pietre e ci accendiamo una sigaretta a
testa,
la luna è coperta stasera.
“Allora?”
“Se ti dicessi la verità non mi crederesti,
Ino.”
Lai alza un sopracciglio.
“Sakura, non crederai davvero di poter tenere un segreto con
me?”
Io sospiro e mi stiraccio, le mie mani toccano le dita dei piedi, sulle
unghie è rimasta una pallida traccia dello smalto rosso che
avevo messo una
vita fa: l’inutile rimasuglio di una vita passata, veleno.
“Ino…”
“Sakura.”
Io rimango in silenzio fino a che la sigaretta non è finita
e spengo la
cicca con un colpo secco del sandalo.
“è stato Sasuke.”
“Vuoi dire uno che somigliava
a
Sasuke.”
“No, volevo dire proprio Sasuke, quel Sasuke, il mio
Sasuke.”
“Non è detto che sia tuo!”
Io rido.
“Lo so che ora sei innamorata di Shikamaru, non iniziare e
quella Karin…
Potrebbe sempre morire in questa guerra, no?”
Lei scuote la testa.
“Sakura, lo sai anche tu che non poteva essere lui. Ha rotto
ogni rapporto
con Konoha e il suo passato, tu ne fai parte e ora come ora non ti
salverebbe.
Non è nemmeno qui.”
“Era lui, Ino.”
Lei mi guarda dritto in faccia.
“Vedi troppi fantasmi, Sakura.
Devi riposare ed accettare la realtà. Il tuo Sasuke
è morto insieme ad
Itachi il giorno in cui finalmente ha raggiunto lo scopo della sua
vita.”
Detto questo se ne va.
Io mi sento confusa, ho l’impressione di sentire persino
l’eco dell’odiosa
risata sarcastica dell’Uchiha portato dal vento.
Forse Ino ha ragione: vedo troppi fantasmi e ancora credo a cose che
non si
realizzeranno mai.
If your eyes stay right
on mine, my wounds would start to heal.
I felt your ghost
tonight, and God, it felt like hell,
To know you're almost
mine, but dreams are all I feel.
Il
giorno dopo la situazione è calma: nessuno tenta
più di attaccarci, anche se si
continuano a sentire i rumori dei vari combattimenti.
Dopo
un po’ ci si abitua e non li senti nemmeno più,
diventano parte del paesaggio, né
più né meno della tenda, del cielo e del sole.
Sento
spesso lo sguardo di Ino su di me, probabilmente pensa che io sia
impazzita –
non avrei dovuto dirle di Sasuke – sebbene
odi mentire avrei dovuto rifilare
anche a lei la palla che c’è nel rapporto.
“Non
vuoi riposarti un po’ Sakura?”
Mi
fa a un certo punto.
“No,
ho riposato abbastanza ieri.”
“Ma
non dormi la notte.”
Io
appoggio bruscamente il pestello con cui sto preparando un intruglio e
la
guardo dritta negli occhi.
“Ino,
chiariamo bene i termini della questione. Non sono pazza, non sono una
visionaria e non soffro di stress. Se devi trattarmi così
levati dalle palle
che non ho tempo da perdere, chiaro?”
Lei
annuisce.
“Ma
io sono preoccupata per te.”
“Non
ce n’è motivo.”
Taglio
corto io, brusca.
Il
resto della giornata trascorre come al solito, Ino sembra aver capito
alla
perfezione l’avvertimento e mi lascia lavorare. Non mi stacca
a forza dai miei
doveri come fa ogni giorno: non ce n’è bisogno,
questa volta sono io a
staccarmi.
Non
ho più voglia di fare la santa martire, non oggi.
A
cena ci sediamo vicine, lei cerca di mantenere la conversazione su
argomenti
leggeri e io mi adatto volentieri al suo tentativo, non ho voglia di
parlare di
cose serie.
Non
ho voglia che mi sia ricordato per l’ennesima volta che ho il
cuore diviso su
due fronti opposti: voglio che sia Naruto che Sasuke siano salvi.
Rivoglio
il team sette.
Voglio
una chimera.
Il
team sette è morto da un pezzo – da quando Sasuke
se n’è andato da Konoha – e
ora il mio amore e il mio migliore amico sono su fronti opposti.
Devo
solo sperare che arrivino vivi alla fine di questa guerra.
Devo
sperare che Sasuke rinsavisca e che nel suo animo pieno di tenebre si
accenda
una piccola luce.
Devo
sperare che prima o poi si ricordi di come eravamo e decida che sia
migliore di
quello che è adesso.
Devo
sperare che quel “grazie” significhi “Ti
ho amato, ti amo e ti amerò. Mi
daresti una seconda possibilità?”.
Sono
solo una stupida osservatrice degli eventi che mi accadono intorno,
senza
nessun potere decisionale, sono come una stupida principessa rinchiusa
in un
castello del cazzo.
E
dio solo sa quanto odio esserlo e quanto mi senta inutile e arrabbiata
con me
stessa.
Finita
la cena lavo i piatti – è il mio turno stasera
– ed esco: Ino è in compagnia di
Shikamaru e non mi va di disturbarli.
Sono
belli insieme, lui così svogliato e lei così
decisa e combattiva. Sono una di
quelle coppie che resiste a forza di litigate, una di quelle che
verranno
separate solo dalla morte perché si compensano a vicenda.
Io
e Sasuke non gli assomigliamo: lui ha sempre avuto il ruolo forte e io
quello
della debole ragazzina che non capiva, che non era intelligente
abbastanza per
capirlo, che non lo poteva guarire nonostante tutti gli sforzi che
facesse.
Credo
che il cuore di Sasuke sia come un forziere pieno di meraviglie, ma con
una
chiave molto difficile da trovare e io credo di aver fallito nella mia
missione
e credo che anche Karin non ce l’abbia fatta.
Trascorro
la serata in compagni di questi pensieri, biascico un saluto a Ino
quando entra
e poi rimango semplicemente fuori a godermi la serata. Non ci sono
sentinelle o
spie intorno, Ino mi sta tenendo d’occhio di nascosto.
Quando
finalmente si addormenta i cespugli davanti a me si aprono e lui fa la
sua
comparsa.
“La
tua amica non voleva andare a letto questa notte.”
Esordisce,
sedendosi accanto a me.
“è
anche tua amica, Sasuke.”
Lui
fa il suo solito ghigno sarcastico di merda.
“Io
non ho amici.”
“Giusto,
me ne stavo dimenticando. Com’era? I vendicatori non hanno
bisogno di amici?”
Lui
sbuffa.
“Non
fare la sarcastica con me, mi devi la vita.”
“Perché
mi hai salvato se non hai amici?”
“Così.”
Io
sbuffo.
“Un
giorno mi dirai chiaramente quello che ti passa per la testa?
Perché
fa un male boia non sapere mai cosa stai pensando e cosa sono per te.
Vivere
nell’incertezza uccide, Sasuke.”
Lui ride.
“Eccola, Sakura
la melodrammatica!”
“Perché non sei
a tornato a Konoha una volta che hai ucciso Itachi? Era il tuo
obbiettivo, no?”
Lui smette
immediatamente di ridere.
“Sono stati
loro.”
“Chi? E a fare
cosa?”
“A far uccidere
la mia famiglia.”
Io lo guardo
senza capire.
“è stato uno in
alto nella foglia a ordinare a Itachi di uccidere tutti gli Uchiha
perché erano
pericolosi, stavano preparando un complotto per prendere il potere a
Konoha
dicono.
Itachi ha
accettato con la
clausola di salvare me.
Io non posso perdonare il tuo villaggio, per colpa sua ho perso la mia
famiglia.”
Io rimango in
silenzio, uno in alto…
“è stato Danzo,
ma Danzo non rappresenta la foglia. Scommetto che il terzo hokage non
era
d’accordo o non avrebbe bandito Itachi dal
villaggio.”
“Non mi importa
chi sia stato! L’hanno fatto e l’hokage non li ha
fermati. Hanno preferito
uccidere una famiglia che parlarci!”
Io non posso
opporre niente a questa affermazione.
“Sasuke.”
“Cosa c’è
ancora?”
“Niente,
guardami solo negli occhi senza dire nulla. Tu non vuoi parlare e
nemmeno io.”
Lui mi
accontenta, come l’altra volta passiamo almeno una
mezz’ora a guardare uno
negli occhi dell’altro.
Le mie ferite
stanno di nuovo guarendo, il mio cuore torna a battere per un
po’ con gioia.
Sento come se
nelle mie vene circolasse eroina, esattamente come l’altra
volta.
“Sai, quando
stiamo così ho quasi l’impressione che tu sia
davvero mio, ma so che è solo un
sogno.”
“Chi può
saperlo, Sakura.
Questa è
l’ultima volta che mi vedrai, per me è pericoloso
rimanere qui.
Addio e
grazie.”
Si allontana e
ancora una volta rimango con un “grazie” amaro e
incomprensibile tra le mani.
Non lo capirò
mai, non si farà mai capire.
Quello che so è
che fa un male d’inferno sapere che è quasi mio,
ma c’è sempre qualcosa tra di
noi.
Sono stufa di
vederlo sparire come un sogno all’alba.
Sono stanca del
sanguinare del mio cuore
Yeah I, I saw your ghost tonight, it fucking
hurt like hell,
I felt you here tonight, but dreams can't all be real.
I saw your ghost tonight, it fucking hurt like hell.
I felt you here tonight, but dreams can't all be real.
Il
giorno dopo sono di
umore strano e se ne accorgono tutti, anche ninja che non mi conoscono
molto
bene. Dico a tutti che ho fatto un incubo che mi ha messo di malumore,
ma pare
che pochi siano convinti dalla mia spiegazione. Non posso certo
rivelare loro
la verità, non mi crederebbero e se anche lo facessero si
lancerebbero alla
caccia di Sasuke ed è l’ultima cosa che voglio.
Voglio solo che lui sia
salvo.
La truppa smette comunque
di preoccuparsi di me quando vede che lavoro normalmente, come lo sono
abituati
a vedermi fare. Hanno probabilmente archiviato il mio malumore come una
conseguenza di quello che è successo qualche giorno prima.
Solo Ino continua a non
essere convinta e si avvicina a me per chiedere spiegazioni.
“Sakura, tutto ok?”
“Sì, perché?”
“Non si direbbe,
guardandoti.
Sei un fascio di nervi.”
Io sospiro.
“Ino-pig, non voglio
litigare con te, stai tranquilla, sto bene.
Stanotte ho solo avuto gli
incubi, succede a tutti qui dentro prima o poi, no?”
Lei mi guarda dritto negli
occhi.
“Mi stai dicendo una
bugia, Sakura e se menti persino a me non voglio sapere la
verità.
Spero solo che non ti
faccia male.”
“Non ti preoccupare. Nulla
può scalfire la maschera di legno che porto sul volto,
nemmeno l’amore.”
Ino non dice nulla, le ho
dato una risposta talmente enigmatica che il senso completo sfugge
anche a me.
Il resto della giornata
trascorre relativamente calmo, Ino ha rinunciato a sapere il
perché del mio
comportamento e io lavoro meglio senza due occhi che mi spiano
continuano.
Le parole di Sasuke
continuano, però, a girarmi in testa.
Cosa significano? Che di
nuovo sparirà dalla mia vita come un fantasma o
un’illusione perfettamente
riuscita?
Che ancora dovrò fare i
conti con gli enigmi del suo carattere e con i suoi non detti che
spesso
contano più delle cose dette?
Che ancora una volta
maledirò il giorno in cui l’ho incontrato e mi
sono innamorata di lui, prima con
l’infatuazione tipica della ragazzina e poi con la forza del
primo amore?
Non ho risposte a queste
domande e temo che non le avrò per molto tempo ancora, il
mio cuore può solo
continuare a sperare che anche stasera si faccia vivo.
Il mio piccolo e tenebroso
fantasma irrequieto.
Quello che ieri sera mi ha
mostrato un po’ della sua tenebra, ma senza nemmeno
ascoltarmi a fondo e
provare a salvarsi.
Arriva il momento di
cenare e ci raggiunge il team otto, Kiba mi sembra meno carico rispetto
all’ultima volta che l’ho visto e ha una vistosa
ferita sulla guancia destra
che mi sembra piuttosto brutta.
“Chi te l’ha medicata?”
“Nessuno, ho fatto tutto
da solo.”
“Sei un cretino, vieni
qui.”
Il moro sembra scocciato,
ma alla fine con un po’ di riluttanza si fa medicare, accanto
a me Shino
sibila: “Gliel’avevo detto” e Kiba
ringhia.
“Ritrai i muscoli,
maschione!”
Faccio sarcastica io.
“Non sarà certo il mio
chakra a farti diminuire il testosterone.”
Hinata ridacchia,
portandosi una mano davanti alla bocca in un gesto elegante.
Lei è la principessa di
ghiaccio qua dentro, non fatta di un ghiaccio qualunque ma di quello
tenace ed
eterno dei ghiacciai di alta montagna.
Mangiamo chiacchierando
tranquillamente, come per un tacito accordo nessuno fa cenno alla mia
quasi
morte e al mio misterioso salvataggio: Ino deve essersi fatta sfuggire
qualcosa
almeno con Hinata, è l’unica ragazza del gruppo
che conosce bene e che è
discreta.
Meglio così, non ho voglia
di parlare di quello adesso, non ho voglia di pensare a lui adesso
visto che
avrò tutto il tempo per farlo dopo.
Quando sarò sola a letto
lui sarà lì.
Quando curerò qualcuno
sarà lì come c’è sempre
stato.
Quando riderò con Ino sarà lì.
Quando impazzirò sarà lì a
ridere di me, di quella ragazzina debole che si è presa
sulle spalle un compito
troppo pesante per lei.
Finita la cena e
controllati gli ultimi malati io e Ino raggiungiamo gli altri tre
fuori, hanno
acceso il nostro solito fuoco e stanno arrostendo della carne e dei
marshmallow
Che strano miscuglio!
Ci sediamo accanto a loro
e Kiba inizia subito a raccontare del modo epico in cui si è
procurato la
ferita poco prima. Il tono è pomposo come al solito, ma
c’è qualcosa che stona
questa volta.
Lo sguardo scuro di Shino
mi fa capire che quelle che io credo siano solo spacconate
probabilmente sono
la verità e in tal caso devo ringraziare i kami per non
avermi fatto trovare il
cadavere dell’Inuzuka come regalo stasera.
“Sei matto, Inuzuka.
Avresti potuto essere
morto a quest’ora, non hai proprio nessuno che ti aspetta a
casa?”
Kiba non risponde, solo
quando Hinata entra nella tenda per prendere da bere apre bocca.
“La persona per cui darei
la vita non mi ama.”
Io sospiro.
“E la tua famiglia? Tua
madre? Hana?
Se lei non ti ama troverai
qualcun'altra che ti ama, non c’è bisogno che tu
ti faccia ammazzare.”
“Parli tu che ancora
aspetti colui che non ritorna.”
Io rimango in silenzio,
lui ha la ragione e lo sappiamo tutti, a toglierci
dall’imbarazzo arriva Hinata
con le bibite.
Rimaniamo ancora un po’ a
chiacchierare, poi i ragazzi vanno a dormire perché sono
stanchi e rimaniamo
solo noi tre.
“Hinata.”
Faccio a un certo punto.
“è così sbagliato
aspettare il ritorno di chi non può o non vuole
tornare.”
Hinata si stringe nelle
spalle magre.
“Certo che è normale, tu
per lui ti faresti uccidere senza pensarci troppo.
Lo ami, Sakura e l’amore
fa fare cose stupide e meravigliose allo stesso tempo.
Io ho rischiato due volte
di venire uccisa per Naruto e non me ne pento, lo rifarei anche adesso
se fosse
necessario. Tutto ciò che voglio è che lui sia
vivo, felice e possibilmente al
mio fianco.
Tu vuoi la stessa cosa,
no?”
Io annuisco.
“Ma ho paura di non essere
abbastanza forte per fermarlo, figuriamoci riportarlo indietro.
Lui… lui è così pieno di
tenebre, dolore, rabbia, voglia di vendicarsi…
È come un buco nero che
attira tutto e tutto distrugge. Come posso fermarlo?”
Ino e Hinata tacciono.
“Non ne ho idea, Sakura,
ma forse dovresti prendere in considerazione quello che hai detto a
Kiba prima.
Gaara mi sembrava interessato a te l’ultima volta che
l’abbiamo visto.”
Io trasalisco.
Io e Gaara?
Sì, ok, ci ho parlato e
non si è rivelato quel pazzo omicida che credevo, in questi
anni è davvero
cambiato, ma da qui ad accettare una sua eventuale corte ce ne vuole.
Voglio dire, è un bel
ragazzo, ma faccio fatica ad immaginarci insieme.
“Pensaci Sakura! è un bel
ragazzo e se uscissimo vivi tutti da questa guerra, se diventassi la
sua fidanzata
e poi lo sposassi saresti la moglie del kazekage.
Rivestiresti un ruolo di
potere e saresti un simbolo dell’unione tra Suna e
Konoha.”
Io guardo Ino a occhi
sgranati.
“Da quando sei diventata
così calcolatrice, Ino?”
Lei inizia a giocare con
un kunai, lo fa saltare e poi lo riprede.
“Da quando Asuma-sensei è
morto e poi sono morti gli altri.
Da quando è iniziata
questa guerra di merda, da quando vedo ogni giorno ragazzini che
dovrebbero
divertirsi e non combattere e uomini che dovrebbero stare con la loro
famiglia.
Prima di allora ero una
ragazzina sognatrice, pensavo che contasse solo l’amore, che
bastasse solo
quello per riempire la vita, ma mi sbagliavo.
L’amore conta poco e
niente, non salva le persone, non gli fa da scudo e non le salva
dall’oscurità
che si sono scelte.
L’amore fa solo soffrire,
ti fa a pezzi il cuore e te li fa vedere mentre marciscono.”
“E Shikamaru?”
“Lui è la mia eccezione
che conferma la regola e poi, cinicamente parlando unire la mia
famiglia alla
sua sarebbe un gran vantaggio.”
Conclude con un sorriso
storto.
“Ti consiglio di pensare
a…”
Non finisce la frase
perché un vento freddo e minaccisoo –
nonché totalmente anormale – la fa bloccare
e rabbrividire, io mi sento degli occhi colmi di furia puntati sulla
schiena,
come se lui fosse lì e il discorso di Ino non gli fosse
piaciuto per nulla.
Hinata fa apparire il suo
byagugan e le sue labbra si tendono in una linea dura e poi fa cenno a
Ino: mi
prendono una per braccio e mi portano dentro.
“L’avete percepito anche
voi?”
Hinata annuisce, Ino non
dice nulla, ma so che anche lei l’ha sentito, solo che
è troppo orgogliosa per
ammetterlo.
Era qui questa notte!
Io non l’ho visto, ma era
qui!”
Questo fatto mi fa gioire
e spaccare il cuore contemporaneamente, non capirò mai il
suo comportamento.
Ino fa per dire qualcosa,
ma io le faccio cenno di tacere.
“Ino, non me ne frega
niente delle tue tirate ciniche contro l’amore. Io lo amo e
non ho intenzione
di lasciarlo perdere o di mettermi con Gaara per soldi o per il potere.
Sarò una stupida
sognatrice, ma è quello che voglio e per cui sono disposta a
combattere è a tirare
fuori Sasuke dalla merda in cui si è messo anche contro il
suo volere.
Ho sempre sognato solo una
cosa: noi due che viviamo nella sua grande casa con i nostri figli
attorno e
giuro che alla fine di questa guerra lo realizzerò.
Non m’importa quanti anni mi ci
vorranno, alla fine otterrò quello che desidero di
più al mondo: una casa piena
d’amore.”
Ino scuote la testa –
pensa sicuramente che il mio sia un discorso da ragazzina che
dell’amore ne sa
poco o nulla – Hinata invece sorride e fa un lieve cenno
aggraziato di assenso.
E forse mi sbaglio ma ho
la sensazione che anche il fantasma che c’è
là fuori stia sorridendo, che forse
in fondo voglia essere salvato.
E io sorrido a mia volta.
Ogni volta che lo vedo una
vecchia ferita torna a sanguinare, ma come recita il detto?
Se stai attraversando l’inferno continua a farlo.(**)
È quello che farò e alla
fine avrò quello che mi spetta.
E oltre al sorriso del mio
fantasma sento l’eco delle risate dei nostri figli, come se
fossero là fuori anche.
Ce la farò.