Diventare un kai kdani, un uomo tigre, era il suo sogno. Nel suo villaggio, nella zona del Kalyasinghpur, era considerato il dono di una divinità e chi lo riceveva aveva diritto a molti privilegi e onori, che allettavano la sua mente da contadino, sempre in lotta contro il tempo e la terra per la sopravvivenza quotidiana.
Ma come poteva aspirare a quel dono? Come favorirne l’arrivo? Aveva provato di tutto, dal dormire nella foresta al mangiare un brandello di carne cruda e sanguinante, ma non aveva ottenuto risultati.
Quel mattino però aveva una boccetta con sé, entrando nella foresta: un vecchio del villaggio vicino gli aveva assicurato che avrebbe funzionato: era urina di tigre tenuta al vento per una notte di luna piena ventosa e poteva donargli la trasformazione per una notte.
Quando al mattino si risvegliò ancora nel suo letto, più puzzolente del solito a causa del contenuto della boccetta sparsa su tutto il corpo, maledisse la sua ingenuità e si avviò verso il suo campicello, rassegnato alla sua esistenza misera.
Ma come poteva aspirare a quel dono? Come favorirne l’arrivo? Aveva provato di tutto, dal dormire nella foresta al mangiare un brandello di carne cruda e sanguinante, ma non aveva ottenuto risultati.
Quel mattino però aveva una boccetta con sé, entrando nella foresta: un vecchio del villaggio vicino gli aveva assicurato che avrebbe funzionato: era urina di tigre tenuta al vento per una notte di luna piena ventosa e poteva donargli la trasformazione per una notte.
Quando al mattino si risvegliò ancora nel suo letto, più puzzolente del solito a causa del contenuto della boccetta sparsa su tutto il corpo, maledisse la sua ingenuità e si avviò verso il suo campicello, rassegnato alla sua esistenza misera.