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Autore: naufraga_distratta    29/01/2013    3 recensioni
Ogni gruppo di amici ha sempre un punto di riferimento dove trovarsi, un luogo speciale, nato magari da una banale risata fatta proprio lì, su due piedi: quello della piccola banda di cui faccio parte è la riva del torrente.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiudo gli occhi, apro la mente, chiudo le sciocchezze varie, apro fiori, petali, idee vagabondi.
Abbandono l'eccesso, serve solo l'essenziale... per ritrovarsi in un ricordo, di quest'estate surreale.
Mi ritrovo a galleggiare e galleggiare nei ricordi, finchè un momento mi colpisce: me e me, e il mio libro, sulla riva del torrente...
A solleticare le pagine, a rileggerle e a gustarle con la mente; i piedi "pucciati" nell'acqua piatta, accarezzati da un piacevole miscuglio di spuma bianca e trasparente, quasi neve.

 

Era una giornata fresca e allo stesso tempo tiepida, il sole non bruciava come negli altri giorni d'estate e io viaggiavo con la mente leggendo il mio libro.
Erano circa le cinque e mezza del pomeriggio: le piccole e divertenti attività che svolgevamo io e un gruppo di ragazzi e ragazze mi avevano stancato molto; ma quando tutti se ne andarono via, io rimasi sola e presi in mano il mio libro soddisfatta del lavoro di quel giorno. Era da qualche settimana che stavamo costruendo una piccola capanna di sassi e, quando finalmente la vidi completa, mi ci intrufolai dentro mentre gli altri tornavano a casa. La casetta era stata costruita proprio vicino alla riva, così, riparata dal poco sole che c'era, potevo anche rinfrescarmi le caviglie stanche.
Io e i miei amici siamo fieri delle nostre costruzioni. E' già da un anno che abbiamo cominciato ad attribuire alle rive del fiume il nostro punto di ritrovo, e quindi avevamo voluto renderlo un po' più accogliente. Prima avevamo creato due casette di legno affascinanti: il tetto incrociato di legni era ricoperto da tantissime piantine con dei grappoli simili all'uva, che però sarebbero sbocciati e diventati fiori. E quindi, all'interno delle due capanne collegate scendevano quei grappoli dai vari buchini del tetto. Di fuori avevamo trasportato un tronco d'albero marcito e quindi abbastanza leggero, ma ci vollero ben cinque persone per trasportarlo dall'altra parte del Curone, dove stavamo costruendo. Quelle erano le nostre panchine “primitive”, dove di sera accendevamo due piccoli fuochi e facevamo arrostire i marschmallow. A proposito del fuoco, avevamo costruito due falò con un contorno di sassi e riempendoli di legnetti e pagliuzza.
Tutti lavoravano in sintonia, e quindi ci divertivamo quasi di più a costruire che a utilizzare le capanne. Poi avevamo trovato un legno altissimo pieno di ramificazioni, piantato al terreno e usato come attaccapanni. Le mie mani tremavano per quanto avevamo scavato per poi mettercelo dentro: avevamo fatto una buca molto profonda perchè il legno era troppo alto e nessuno ci arrivava. E tutto questo è collegato al mio libro: ne valeva proprio la pena faticare tanto per poi rilassarsi e godersi il clima stupendo di San Sebastiano.
Il mio libro era proprio interessante, sì, proprio il mio libro, perché lo stavo scrivendo io, e questa ne è un pagina, l'introduzione, e se mai mi ritroverò sola in quel posto magico costruito da noi, lo continuerò, promesso.

  
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