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Autore: Leyna_s_heart    30/01/2013    2 recensioni
Questo è un cross-over tra Teen Titans e Young justice.
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Stella e la sua amica Megan arrivano a New York per completare l'ultimo anno di liceo tra amori, gelosie e misteri nel più prestigioso ed esclusivo liceo della città.
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I personaggi sono semplici umani, non hanno nè poteri né strane capacità. Normali adolescenti.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Starfire
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due: Primo giorno di scuola – parte prima

 

 

Garfield

 

Odiavo la scuola sopra ogni altra cosa: la sveglia presto, la divisa, dover stare attento per tutte quelle ore, le interrogazione, le verifiche.. Insomma tutto!

L’unica nota positiva era Tara.

Dopo le vacanze estive avrei finalmente rivisto la mia ragazza.

Anche se ci siamo messi insieme appena prima la fine della scuola e non ci siamo visti durante le vacanze, ora avremmo recuperato il tempo perduto.

Scesi le scale e mi diressi in sala da pranzo dove trovai la mamma, Megan e Stella già intente a fare colazione.

“Buongiorno tesoro” disse la mamma senza staccare gli occhi dal giornale.

“Ciao cugino!” Megan stava bevendo un tè caldo come una vera inglese.

“Ciao Gar!”

“’giorno anche a voi ragazze!” dissi sedendomi accanto a Stella che stava mangiucchiando con entusiasmo qualcosa che non riuscivo ad identificare.

“Cosa stai mangiando Stella?”

“Oh quest?” indicando il panino “ pane, pancetta, mostarda e marmellata di pesche” mi sorrise “è favoloso! Ne vuoi un morso?” porgendomi il panino.

Il mio stomaco si chiuse.

“Passo grazie.”

Megan intanto ridacchiava.

“BB lascia perdere! Stella mangia sempre cose strane. Le piace così!”

“Non chiamarmi più BB! Non siamo più bambini.” Protestai.

“Da quanto tempo non sentivo più questo soprannome, tesoro! Era divertente!” disse mamma smettendo di sorseggiare il suo caffè.

“BB?” Stella si staccò dal suo panino.

“Beast Boy” spiegò Megan “ da bambino era bravissimo ad imitare i versi degli animali e così noi in famiglia lo chiamavamo così.”

“E’ simpatico!” mi rassicurò Stella.

Dovevo ammettere che mi piaceva da bambino fare le imitazioni degli animali, ma ora era tutto un altro paio di maniche.

“Tu invece?” chiesi a Stella “perché ti fai chiamare Stella?”

“perché adoro cantare. A detta di tutti me la cavo. E fin da piccola la mia mamma mi chiedeva sempre di cantare per lei e mi diceva che ero la sua stellina canterina.” Ridacchiò infantilmente “ormai mi identifico così.”

Feci per aprire bocca ma la mamma ci ricordò che era ora di andare a scuola e che eravamo già tardi il primo giorno.

La salutammo e ci incamminammo .

 

 

Stella

 

La scuola era ad un isolato di distanza dalla casa dei Logan. Almeno a ciò che diceva Gar, ma secondo il lungo tratto di strada già percorsa era un po’ più lontana del previsto.

“Stella!”

“Si Gar?”

“Volevo dirti che se ti interessa cantare anche qui abbiamo un glee club a scuola.”

“Oh sì! mi sa proprio che mi iscriverò!”

“Saremmo molto felici di avere un nuovo componente!”

“Grazie!” lo abbracciai d’impulso.

“Garfield!” la voce ci fece voltare immediatamente.

Davanti a noi tre c’era una bella ragazza bionda, alta e magra con due occhi blu da fare invidia.

“T..Tara?”

“Si, sono io Garfield” rispose sarcastica “Scusa se ho interrotto il tuo menage-a-tres!”

Prima che potessimo fare qualcosa, una Megan sorridente si piantò davanti a Tara.

“Sono Megan Morse, la cugina di Garfield. Lei è Stella.” Indicandomi “siamo le nuove studentesse che sono qui per lo scambio.” Le strinse la mano “piacere!”

Gar si avvicinò e mise un braccio attorno la spalla della bionda.

“Lei è Tara, la mia ragazza” rivolgendosi a me “il vice capitano del glee club”

“E chi è il capitano scusa?”

“Io, ovvio!”

Gar ne era orgoglioso. Si vedeva. Chissà quanto doveva aver faticato per ottenere il ruolo!

“quindi Stella ti propongo un provino per oggi pomeriggio per entrare nel nostro club. Ci stai?”

“Non devi nemmeno chiedere!”

“Vuoi provare pure tu Megan?”

“Grazie, ma no grazie! Ho altri grilli per la testa.”

Riprendemmo la strada verso la scuola parlando del più e del meno.

Notai però che Tara a volte mi lanciava degli sguardi come volesse valutarmi e non sapesse cosa pensare di me.

Provai a sorriderle e a rivolgerle una domanda gentile, ma lei con poche parole rispose senza aggiungere nulla.

Tentai di ignorare la morse che mi stringeva le viscere. Non era la prima volta che mi succedeva e questo mi faceva stare peggio.

Mi guardai in giro per veder un po’ la città più visitata al mondo, ma non funzionava!

Era già successo che le persone mi si avvicinassero solo per diventare amiche di mia sorella, Konnie, o per la posizione facoltosa della mia famigli.

O così o il contrario.

Mi odiavano a pelle. Dicevano che ero una oca stupida o che facevo apposta di distogliere l’attenzione dei loro fidanzati da loro. Che ero una stupida egocentrica.

La mia unica vera amica è sempre stata Megan.

Entrambe eravamo due aliene in un mondo straniero e ci siamo aiutate a vicenda.

So che Tara ora non vuole parlarmi perché crede che voglia rubarle Gar per cui sarebbe meglio cercare di legare quando non c’è lui in giro.

Si, mi convinsi, questo è un buon piano.

Gar, Tara e Megan svoltarono davanti all’ingresso della scuola. L’edificio era in stile british ben conservato e i giardinetti erano molto curati.

Una marea di studenti che si salutavano e si chiamavano da una parte all’altra riempivano la scalinata di una decina di gradini che dava sulla porta in legno massiccio.

Feci un bel respiro profondo, per quanto lo smog permettesse, e.. un clacson mi fece sussultare!

“Hei tu! Stai attenta!”

Mi accorsi solo in quel momento che ero scesa dal marciapiede e ci risaltai su mentre l’auto che mi aveva suonato accostava e il guidatore scese.

“Ma sei scema? Sta’ attenta! Potevo prenderti sotto!”

Il guidatore doveva avere circa vent’anni, molto alto, dai capelli neri, un viso severo e crudele e due gelidi occhi verdi.

“io..io..”

Non riuscivo ad articolare un pensiero decente.

“Sai almeno parlare?” mi ringhiò contro lui.

Dalla portiera accanto scese un ragazzo molto magro e non tanto alto, coi capelli neri anch’esso e gli occhiali da sole. Indossava la divisa della scuola, quindi immaginai il tizio spaventoso avesse accompagnato lui.

“Jason, così la spaventi.”

“Almeno sarebbe utile e non andrebbe in giro con la testa tra le nuvole! Rischiava di morire!”

Lo studente mi si avvicinò, mettendosi tra me e Jason, mi chiese come stavo, io involontariamente arrossì invece che rispondere.

“Sta bene, è solo euforica per essere a New York.” La voce di Megan la sentivo lontana perché tutta la mia attenzione era per il ragazzo davanti a me.

“Vero che stai bene Stella?” disse con voce tranquilla ma con una nota di imperiosità che mi faceva pensare che volesse farmi uscire dalla situazione in fretta.

Quindi annuì, prima con incertezza poi man mano più convinta.

“Si, sto bene.” Mi rivolsi allo studente misterioso che mi sorrideva e a Megan, Gar  e Tara che mi erano accanto. “Mi spiace per..”

“Sta’ più attenta ragazzina.”

La voce di Jason era dura ma stavolta le sue parole erano sincere. Dopo esserci fissati per un attimo ancora, lui risalì in auto e partì a tutta velocità.

“Scusa ancora per il comportamento di Jason” lo studente misterioso stava facendo alcuni passi verso scuola “sono felice tu stia bene.” E con un cenno a Gar “Ci vediamo!” si voltò in fretta ed andò incontro ad una ragazza dai capelli rossicci e gli occhi chiari che stava puntando verso di lui con espressione furente che lo prese per un braccio e lo trascinò dentro.

Probabilmente era la fidanzata.

Sentì la mano decisa di Megan prendere il mio polso e lo sguardo era duro di preoccupazione lanciava lampi dorati.

“Stella a cosa stavi pensando?”

Non risposi. Qualunque cosa dicessi lei era furiosa.

“devi stare più attenta!”

“Mi spiace Megan.”

“Non ti sei accorta di nulla!”

Mi fissò un attimo con un’espressione di dolore.

Sapevo cosa stava pensando. Ero stata stupida a comportarmi così.

La abbracciai e le sussurai “Scusa Megan scusa”

La sentivo tremare. Sapevo perché e ne stavo male. Poi si fermò e sciolse dall’abbraccio, si sistemò i capelli e il cerchietto e mi guardò con il suo solito sguardo.

“Scuse accettate! Entriamo a scuola!”

La seguì ignorando gli sguardi confusi. Non sapevano cosa aveva passato Megan e non potevano giudicarla. Mi voltai in cerca di Gar che mi rispose con un cenno. Sapeva anche lui e ignorando le domande e i sussurri di Tara per capire la situazione entrarono con noi.

Ci stava accompagnando in segreteria, quando suonò la campanella e Megan si fermò in mezzo al corridoio.

“Hello Megan!” si batté la mano sulla fronte, proprio come faceva la protagonista di un telefilm che Megan adorava “dobbiamo andare dal preside noi”

“Oh si è vero!”

Come dimenticarsi le cose già il primo giorno. Evviva!

“Vi accompagnamo. Vero Tara?”

Tara aveva l’aria di una che sarebbe volentieri andata ovunque tranne che dove eravamo Megan ed io, ma annuì.

Gar nel frattempo ci raccontava delle innumerevoli volte in cui era andate nell’ufficio del preside o per una marachella o per un brutto voto.

Non eravamo neppure arrivati che la porta di aprì e il preside ci rivolse un cenno.

“la signorina Morse” facendo cenno a Megan “e la signorina Anders” facendo cenno a me stavolta “prego” indicando col braccio il suo studio.

“Signor Logan, a lei e la sua donzella è consigliato di andare in classe ed in fretta. Non vorrete già iniziare con un richiamo?”

Gar e Tara s’incamminarono, ma mentre il preside si girò verso di noi, intravidi Gar mostrare la lingua e non potei trattenere una risata.

“Cosa trova di buffo nel benvenuto della nostra scuola, signorina Anders?”

“Ehm..”

Ora si che cominciamo bene!

 

 

Babs

 

Le sedie fuori l’ufficio del preside sono molto comode e me ne meraviglio ogni volta che mi ci siedo. Oggi le avrei volute apprezzare come al solito, ma non riuscivo.

Ero irrimediabilmente irrita tata con il ragazzo seduto accanto a me.

Normalmente avrei tirato fuori un libro per studiare o avrei iniziato a scrivere il pezzo di benvenuto, ma oggi questo nervosismo non mi aiutava a concentrarmi.

Gli unici rumori presenti erano il ticchettio dell’orologio e lo sfogliare di pagine del ragazzo vicino a me.

Sospirai, perdere alcune ore di lezione i tirava un po’ su il morale almeno.

Avevo sempre apprezzato il silenzio, mi aiutava a pensare, ma oggi lo trovavo irritante.

Il ragazzo accanto a me avrebbe dovuto riempirlo rispondendo alle domande, ma sapevo non mi avrebbe detto nulla.

Non ne potevo più.

“Ok, Dick. Non ne posso più. Raccontami qualcosa. Qualunque cosa!”

“Tipo cosa?” Dick non aveva neppure staccato gli occhi azzurri dal libro.

“Cos’hai fatto quest’estate?”

“Babs posso ricordarti che abbiamo passato praticamente tutta l’estate assieme?”

I suoi occhi erano ancora fissi sul libro.

Un’idea maliziosa mi venne in mente.

“Ma non mi hai raccontato com’è andata la tua vacanza con Zee!” dissi con le voce più dolce che riuscivo.

Dick chiuse il libro e arrossì, il tanto che bastava a farmi capire che avevo centrato il bersaglio.

“Non sono affari tuoi!”

“Eddai!”

Si ricompose. “La curiosità uccide il gatto, lo sai Babs?”

Gli sorrisi. “ma io non sono un gatto ma un pipistrello. Non ricordi più pettirosso?”

Lui ridacchiò e io lo seguì. Era un gioco che facevano tanto tempo fa eppure non era cambiato nulla da allora: ancora litighiamo e ci punzecchiamo. Però ora hai giochi non partecipa più Jason.

Dall’espressione greve di Dick capì che pure lui stava pensando a suo fratello maggiore.

Questo mi fece tornare in mente il motivo della mia preoccupazione: perché Dick era in auto con Jason?

Per quanto fossi fantasiosa nella risposta, la conoscevo già.

Chiederlo al diretto interessato avrebbe portato alla risposta ‘mi serviva un passaggio per scuola, tranquilla Babs’.

Tranquilla il piffero, pettirosso!

Una risposta così poteva bastare a Zee che non voleva immischiarsi in situazioni scabrose o con Tim che preferiva non sapere piuttosto che conoscere troppi dettagli.

“Dick!” si voltò a guardarmi, sapeva cosa stavo per chiedergli. “cosa ci facevi in auto con Jason?”

Non mollai i suoi occhi neppure per un secondo e lui essendo in colpa, come immaginavo, li abbassò sul libro. Allungò il braccio per riporre il libro nello zaino e lì notai le bende. La camicia si era sollevata e si notavano delle bende sul polso e immaginai continuassero lungo tutto il braccio.

Non potei trattenermi, allungai la mano sul suo polso. Sentivo le bende ruvide sotto le dita.

“Dick.. ma allora tu..”

La porta dell’ufficio si spalancò e il preside ci guardò e si schiarì la voce, pensando di aver interrotto chissà quale momento romantico.

Dick si alzò in fretta, voleva allontanarsi da me, perché non dicessi quello che sapevo.

Io con più calma raccolsi le mie cose e mi affiancai a lui.

“Bene, ragazze. Questi sono Richard Grayson, presidente del consiglio studentesco e Barbara Gordon, vice del signor Grayson e direttore del sito scolastico.” Con un sorriso orgoglioso “sono i nostri migliori studenti dell’ultimo anno. Vi lascio in ottime mani quindi.” Con un cenno di capo “arrivederci!” richiuse la porta dietro di sé.

La più bassa delle due fece un passo aventi con la mano tesa “Sono Megan, piacere!”

Le strinsi la mano “chiamatemi Babs!”

“io Stella, piacere!” mi strinse rapidamente la mano, per poi scambiare uno sguardo con Dick.

I due si strinsero la mano con un secondo più del dovuto. Non potevo permettere che succedesse. Non ora!

“Lui potete chiamarlo Dick se preferite. Lo chiama Richard solo suo padre.” Dando un buffetto al mio suddetto migliore amico sorridendogli maliziosa, mentre lui ricambiava il mio sorriso.

Non potevo permettergli di flirtare con Stella.

“Venite vi mostro la scuola.” M’incamminai con Dick accanto a me.

“Non è difficile ritrovarsi. L’edificio ha quattro piani uno per anno, noi siamo all’ultimo per l’appunto. Le uniche scale sono quelle all’ingresso. Ma immagino vi stia annoiando, quindi vi spiegherò solo le cose essenziali.”

Colpì Dick sul braccio come a dirgli ‘sono stanca, perla tu ora’.

Lasciai guidare a lui il tour, mentre io ponderavo se avrei mai fatto come queste due ragazze: mollare tutto e imbarcarsi in uno scambio con un paese così lontano.

No, non credo l’avrei fatto. Volsi lo sguardo a Dick. Non potevo lasciare lui, o Jason o Tim. Avevano bisogno di me.

Il giardino interno era grande e luminoso e metteva pace camminarci quando non c’era nessuno.

Stella mi si avvicinò. “Senti potresti.. Ehm farmi un piccola cartina? Non vorrei perdermi o chiedere sempre aiuto.”

Annuì e tirai fuori dallo zaino il blocco e la penna e iniziai a tracciare una piantina comprensibile.

“Grazie Babs!” mi sorrise come fosse una bambina.

“prego! Se ti serve altro. Non hai che da chiedere.”

Il sorriso diventò mesto e abbassò lo sguardo sulle sue mani. Sembrava agitata.

“Stella cosa c’è?” detti un colpetto accanto al posto accanto a me sulla panca.

“Babs.. Io.. Vorrei.. se..”

“Dimmi pure cosa vuoi ” usai il tono più rassicurante che mi riusciva.

“Mi dispiace.. Non sapevo che tu e Dick steste insieme.. giuro!” disse tutto d’un fiato.

Probabilmente avevo sentito male.

Controllai che Dick e Megan fossero abbastanza lontani a parlare di cheerlinding. Lo erano!

Riportai la mia attenzione su Stella che sembrava molto tormentata.

“Dick ed io non stiamo insieme”

“Davvero? Ma a guardarvi..”

“sembriamo una vecchia coppietta sposata?” ridacchiai “è perché ci conosciamo da sempre,tranquilla!”

Stella aprì la bocca.

“Siamo solo amici” ripetei con tono deciso.

Alla millesima persona che me lo chiederà gli tirerò una testata.

“Stella.. Però lui..”

“Babs! Stella!” Dick e Megan si avvicinarono “ho pensato che potrebbero pranzare con noi in mensa, che dici?” annuì. Ci avevo già pensato. “Megan ha già accettato. Tu Stella?”

Lei s’illuminò e annuì.

La campanella suonò. Il tour era finito e ci dividemmo: Megan ed io a chimica e Dick e Stella a matematica. Rientrammo a scuola e ci separammo in corridoio.

“Allora dove abitate di bello?”

“A casa di Garfield.”

“Garfield.. Logan? Il capitano del glee club?”

“sì, è mio cugino.”

“Maddai! Non l’avrei mai detto!”

Parlammo ancora un po’. Dovevo ammettere che mi piacevano queste due ragazze. Saremmo diventate buone amiche!

Arrivate in aula di chimica salutai l’insegnate e andai da Zee che si sbracciava.

“Si sieda signorina Gordon prima che alla signorina Zatara si rompa il braccio” Zee si sistemò i capelli neri con imbarazzo, mentre mi sedevo accanto a lei. “Ragazzi! Zitti!” il brusio cessò “Bravi! Questa è Megan Morse..” immaginai la pena che doveva provare Megan a presentarsi di continuo. Decisi di guardare un po’ la disposizione dei banchi: Karen e Cassie erano accanto a me e Zatanna, davanti a noi c’erano Wally ed Artemis.. Wally ed Artemis?? Com’era possibile che fossero in banco assieme. Pensandoci era probabile che stessero litigando e che il prof abbia deciso di metterli vicini perché imparino a collaborare. Wally stava guardando Megan con aria imbambolata, garantito al limone che ci avrebbe provato con lei mentre Artemis lo guardava irritata.. Questo era un po’ meno garantito, ma possibile che fosse gelosa? Dopo tutti questo anni a bisticciare, vuoi che tra i due ci sia del tenero?

Decisi di non pensarci.

Mi stiracchiai e quasi colpì la persona seduta dietro me. Mi girai e feci un gesto di scusa a Conner Kent. Mi rispose con un appena accennato cenno e notai che era strano pensare che Wally non fosse in banco col suo amico ed invece fosse con Artemis.

Era divertente quasi!

Tornai a fingere di ascoltare Megan. Per fortuna aveva appena terminato e il prof l’aveva lasciata andare al suo posto.

Chissà con chi sarebbe finita in banco?

Tutti i banchi erano pieni, escluso.. Mi voltai giusto per vedere Megan prendere posto vicino a Conner.

Lei gli disse qualcosa tipo ‘spero andremo d’accordo e prendere qualche buon voto’ tendendogli la mano e lui, in linea con il suo modo di essere, l’ha fissata per un po’ facendola arrossire tanto da fare a gara coi miri capelli e ha rivolto la sua attenzione al prof senza nemmeno rispondere.

Megan affranta abbassò la mano allora le lanciai una pallina di carta e le sorrisi facendole l’occhiolino. Lei ricambiò il sorriso e sembrava stare un po’ meglio.

Si preannunciava un anno insolitamente interessante!

 

 

Rachel

 

Sarebbe potuto essere un inizio anno qualunque, ma due sostanziali differenze erano sorte a dispetto degli anni passati: questo è l’ultimo anno di scuola e lui ha la fidanzata!

Ero sconvolta!

Come poteva essersi messo con quella poi?!

Ok, io non mi sarei mai fatta avanti in nessun modo, né in nessun caso, ma questo mi faceva stare male lo stesso.

Devo essere realistica: a lui piacciono quelle che sembrano delle barbie, non Morticia Adams.

Fissai il mio riflesso al vetro della finestra: sono alta, magrissima, ho i capelli neri lunghi che mi coprono il viso e un’espressione non molto dolce.

‘Si catturano più api col miele che con l’aceto’ si dice.

Questo detto è vero! Ne sono la prova!

Mi infilai le cuffiette del mp3 e accesi un po’ di rock al massimo del volume. Avevo solo voglia di farmi inghiottire dalla musica. Dimenticate tutti, tutto e soprattutto il mio dolore.

Non mi accorsi subito di cosa stava succedendo, stavo guardando fuori dalla finestra le strade sempre in fermento di New York posso dire a mia discolpa.

Spostai per puro caso il mio sguardo e vidi Dick Grayson entrare in classe con una nuova studentessa. Lui andò a sedersi poco davanti a me accanto ai suoi amici Victor  Stone e Garfield Logan.

Riportai la mia attenzione alla nuova studentessa, perché guardare loro non aiutava a cancellare il fatto che lui avesse la ragazza. Anzi, avevo lui proprio davanti agli occhi così!

La nuova non aveva nulla di normale!

Molto alta e con un fisico da modella. Aveva la pelle ambrata, lunghi capelli rossi e due occhi smeraldini.

Avrebbe potuto far concorrenza a Zatanna, la quattro-volte-reginetta-del-ballo-della-scuola.

La Lance fece un gesto con la mano alla nuova che si mosse rapidamente tra i banchi, ignara sembrava degli sguardi dei compagni.

Si fermò davanti al banco accanto a me, dove avevo messo lo zaino visto che nessuno di solito si siede.

Era sconvolgente quindi vedere sta ragazza che aspettava togliessi lo zaino.

Nel farlo fui troppo affrettata e mi scapparono le cuffiette così che si sentisse la musica in tutta la classe.

“Ragazzi chi di voi ha acceso l’mp4? Quante volte devo dirvi che se volete avere a che fare con la musica dovete entrare nel mio glee club!”

Sbiancai ancor di più se possibile appena la Lance spostò lo sguardo verso me e la nuova.

“Scusi tanto!” inaspettatamente la nuova esordì così “ho dimenticato di spegnere il cellulare e mi stanno chiamando di sicuro i miei.” Aprì lo zaino tirò fuori un cellulare di ultima generazione, ma prima di girarsi mi guardò e mimò un ‘nacondilo’. Lo spensi e nascosi nello zaino il tutto.

“Mi spiace davvero! Ma i miei genitori hanno problemi con il fuso orario e mi chiamano alle ore più disparate.”

“e va bene Anders. E’ il tuo primo giorno, ma se capita di nuovo nota e sequestro del telefono.”

La nuova annuì e si sedette accanto a me.

La Lance iniziò a spiegare e la mia nuova vicina di banco- mi suona ancora strana sta cosa- si voltò verso di me e mi sorrise.

“Ciao! Sono Stella, piacere!”

“Lo so.” Le risposi secca.

In realtà non sapevo il suo nome, ma ora sapevo cosa mi toccava.

Lei mi guardò con espressione da cucciolo.

Sospirai esasperata. “Rachel.” Borbottai.

“Come?”

“Rachel. Mi chiamo Rachel”

Mi sorrise. “era carina la canzone che stavi ascoltando. Come si chiama?”

“Non credo il rock sia il tuo genere”

“Non sembrava male!”

Sospirai di nuovo. “Ascolta ti ringrazio per quello che hai fatto per me, ma perché non mi dici direttamente cosa vuoi in cambio e la finiamo qui?”

“Cosa voglio.. in cambio?” mi guardava stranita. Sembrava sinceramente non aver idea di cosa stessi parlando.

“Di certo non mi hai aiutato perché non avevi nulla di meglio da fare. Cosa vuoi in cambio?”

Sembrò riflettere un attimo- aveva una espressione che la faceva sembrare una bambina- poi mi sorrise.

“se proprio vuoi, ci terrei che diventassimo amiche”

Spalancai la bocca.

“Se per te va bene.” Si affrettò ad aggiungere.

Richiusi la bocca.

Questa ragazza era davvero matta!

Il problema era che mi fidavo della sua sincerità.

Ma non avrei commesso due volte lo stesso errore.

“qualcosa di più immediato?”

“Beh puoi unirti a noi per pranzo.”

“Con chi?”

“Megan, la mia amica, Babs, Gar e Dick.”

Stavo già per rifiutare, ma qualcosa dentro di me mi spinse s dire “e va bene.”

Stella sorrise felice e tornò alla lezione.

Non so cosa mi abbia spinto a farlo, ma se poi ci fosse stato bisogno me ne sarei andata immediatamente.

Anche se sapevo che il pranzo si sarebbe trasformato in un disastro assicurato!

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono in mostruoso ritardo e me ne scuso.

Mi si è rotto il computer, poi saltata la connessione e poi ho avuto il blocco dello scrittore per quando una autrice come me possa avere questo blocco.

In questo capitolo introduco molti nuovi personaggi. Mi rompe ripetere le presentazioni, ma finché non ho tutti i personaggi sarà dura poter smettere di farlo.

Alla fine di questo capitolo ho messo circa la foto di persona con cui identifico i personaggi e spero mi diciate cosa ne pensate.

Ho messo Megan, Stella e Gar nel primo capitolo se volete vederli.

Gli altri nei prossimi.

Spero di scrivere la seconda parte entro una settimana.

A presto.

 

Snow White Queen

 

Ps. Un commento sarebbe gradito!

 

 

 

 

 

 

 

 

Robin I / Richard “Dick” Grayson – Logan Lerman

 

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Red Hood/ Robin II / Jason Todd – Non so

 

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Batgirl / Barbara “Babs” Gordon – Sarah Bolger

 

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Zatanna Zatara – non so

 

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Superboy / Conner Kent – Dean Geyer

 

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Raven (Corvina) / Rachel Roth- non so

 

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Terra / Tara – non so

 

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