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Autore: GinevraCorvino    30/01/2013    5 recensioni
Questa FF riprende in tutto e per tutto gli avvenimenti del terzo libro della Rowling : Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. In realtà io lo considero un libro che con l'ausilio di un personaggio inventato Lenora Corvino ( di cui detengo tutti i diritti), ripercorre con occhi e punti di vista alternativi la Storia.
E' il mio Sogno. Nulla di più.
Chiedo cortesemente a chi avrà voglia di sfogliare la mia immaginazione, di segnalarmi qualsiasi tipo di incoerenza ( sopratutto cronologica), con il testo originale della Rowling. E fatemi sopratutto sapere che ne pensate.
Grazie.
Non esistono Miracoli in terra, ma per fortuna esiste la Fantasia.
Il terzo e il sesto capitolo hanno partecipato al Contest"Can I have this dance?" di EmmaStarr giungendo sesta e vincendo con mio sommo orgoglio il premio speciale Stile.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Le lezioni di Divinazione erano le preferite di Lenora Corvino, il perché era abbastanza ovvio per chi conoscesse il suo segreto : Lenora Corvino era una vampira e la legimanzia era parte integrante del suo sangue tenebroso, perciò per leggere il futuro dei suoi compagni non aveva bisogno di interpretare gli arabeschi delle minuscole foglie che si formavano al fondo delle tazze da tè, o cercare nei libri il significato delle evoluzioni fumose nelle palle di cristallo; a Lenora Corvino bastava leggere nella mente di chi le sedeva davanti per conoscerne dettagliatamente ogni preoccupazione, ogni desiderio, ogni segreto.
 
La professoressa Cooman la venerava come se fosse la reincarnazione dell'oracolo di Delfi.
Solo Luna Lovegood conosceva la verità sulle "doti straordinarie di chiaroveggenza" della sua pallida amica.
 
Non era comunque solo per quell'innocente inganno che Lenora adorava quelle lezioni; c'era anche il pentolone di rame, i cui effluvi tanto intensi, intorpidivano i sensi, e questo le permetteva di avvertire in modo molto attenuato l'odore dolciastro del sangue che scorreva dentro quegli involucri di carne che erano quei ragazzi mortali. Anche perché, mescolato al calore aromatico del calderone,  vi era l'essenza pungente dell'incenso che copriva e sfumava con la fragranza stessa del sangue e il profumo penetrante dei fiori dai petali carnosi come lingue lascive, che la professoressa Cooman aveva disseminato per tutta l'aula che rendevano l'aria all'interno un crogiolo di essenze soporifere e pesanti.
Lenora, non aveva quindi bisogno di lottare con i propri appetiti, i suoi sensi si perdevano  aspirando il fumo madreperlato che germogliava dai bastoncini di incenso come  piccoli draghi cinesi, i quali evaporavano in evoluzioni languide e costanti sino a liberarsi della loro corporeità per disperdersi informi nell’aria circostante, e lì restare adagiati in una nebbia opaca e insalubre, che aleggiava nella stanza  come un velo di sogno troppo simile ad un logoro sudario, fragile, eppure palpabile.
 
La rossa vampira quel pomeriggio, ovattata nella luce soffusa delle lampade drappeggiate dell'aula,  fissava un punto spoglio di fronte a sé: anonimo, incolore, ma era come se in quello sconosciuto dove ella vedesse qualcosa che solo a lei era dato vedere e che a lei sembrava così scontato vederlo, sapere che era lì, granitico, reale. Un  pensiero così solido da poterle fare male schiantandovisi contro,  inevitabilmente, insuperabile: avrebbe avuto diciassette anni per tutta l'eternità. Nonostante lo scorrere dei giorni, degli anni, dei secoli, il suo corpo non sarebbe stato insultato dal tempo, non un atomo di tutto il suo essere sarebbe mutato : i sui capelli non sarebbero cresciuti di un centimetro in più, non una ruga si sarebbe scavata sul suo viso. Una volta Klaus le disse che solo gli occhi dei vampiri dimostrano lo scorrere del tempo. Lenora non aveva capito e Klaus si era limitato a un laconico "capirai".
 
Così esisteva in quel suo estraniamento a cui nessuno era stato invitato e vi si crogiolava in sentimenti incoerenti e contraddittori.
Helena Dry* continuava a muovere le labbra di fronte a lei, ma Lenora non le prestava alcuna attenzione.
- Lenora! Ma mi ascolti? Hai sentito che ti ho detto? -
Alla fine la rossa si dovette riscuotere dalle sue riflessioni. Helena Dry con la sua voce acuta l'aveva ormai definitivamente strappata al suo mondo.
- Cosa? - Lenora sbatté le ciglia lunghissime in un gesto innocente.
- Lenora guarda le tue carte! Il Diavolo e gli Amanti!-
La vampira abbassò lo sguardo sui tarocchi che avrebbero dovuto rappresentare il suo prossimo futuro : disposte vicine c'erano le carte della Morte, l'Imperatore, il Diavolo e gli Amanti. A lei non dicevano assolutamente niente, se non la carta della Morte, perché era la sua natura, il suo stesso essere. Guardò interrogativa Helena.
- Insomma Lenora! - sbuffò esasperata la ragazza riccia. - Allora l'Imperatore rappresenta un uomo importante, gli Innamorati è ovvio, o lui si innamorerà di te, o tu ti innamorerai di lui, o vi innamorerete e basta, ma c'è il diavolo! -
- E allora? -
- Allora? Menomale per la Cooman sei diretta discendente delle più antiche profetesse greche! -
- Si va bene Helena, taglia corto!- si spazientì Lenora.
- Il Diavolo, come la Morte ha molti significati a seconda delle carte a cui si trova accanto, insomma, secondo me significa che avrai un amore tormentato e difficile, che più che altro sarà caratterizzato da una forte attrazione sessuale! -
Lenora abbozzò l'accenno di un sorrisetto malizioso.
Reclusa da Klaus ad Hogwarts, dove lo avrebbe mai potuto trovare un uomo tanto interessante?
- Beh poi c'è la Morte, forse significa che durerà poco...-
Alla vampira sfuggì una risata come un cinguettio, Helena aggrottò le sopraciglia scure.
- Che ci trovi di divertente?-
- Oh niente! Ma questa dovrebbe essere la previsione entro un mese da oggi. Helena, dov'è ad Hogwarts questo affascinante e lussurioso Imperatore? -
- Non lo so! Magari lo trovi ad Hogsmeade tra tre settimane ! -
Lo sguardo di Lenora si accese repentinamente, una strana luce fosca le arse al fondo delle pupille. Helena ebbe uno strano brivido lungo il collo, ma la rossa non se ne accorse, doveva trovare Luna e raccontarle quella "storiella",  magari avrebbe potuto trovare il modo di sfruttarla a favore della propria natura.
 
*( personaggio inventato - quando ci troviamo nel terzo libro di Harry Potter non so quale Tassorosso sia al settimo anno - )
  
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