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Autore: katvil    30/01/2013    3 recensioni
Roberto e Sara: una storia d’amore che deve finire. Due persone che non si vogliono lasciare, ma devono. Un viaggio in aereo e un lettore mp3 galeotto che fa partire un flusso di ricordi per lui. Un risveglio da sola, delle foto che spuntano da un libro e tanti pensieri per lei. Chissà cosa sarà di loro e della loro storia
[Storia scritta per il concorso Quando l'ispirazione bussa alla porta... (originali che prendono spunto da una canzone, una foto e una citazione)
Canzone: “One last time” degli Him (lo so che la canzone in realtà non parla proprio di quello che succede nella mia storia, ma il ritornello mi ha ispirata)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let me close to your heart'
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This is our last goodbye
I hate to feel the love between us die 
But it's over 
Just hear this and then I'll go 
You gave me more to live for 
More than you'll ever know[1]

16 Settembre 2012, una data che non scorderò così facilmente. Ci sono giornate in cui tutto sembra voler seguire il tuo umore: questa è sicuramente una di quelle. Sono seduto davanti alla finestra che guardo la pioggia scendere: l’estate sta finendo e con essa anche questo mese, il più intenso della mia vita. Seguo con un dito le lacrime che le gocce segnano sui vetri e mi accorgo che anche i miei occhi iniziano a inumidirsi. Devo alzarmi, vestirmi e uscire da questa stanza altrimenti sono sicuro che non riuscirò più a farlo. Le valige sono già sulla macchina di mio padre, ci ha pensato Adam ieri sera: voleva essere sicuro che ci sarei salito davvero. Tutto è pronto per la partenza, ma il cuore non lo sarà mai. Mi alzo per prendere i vestiti e lo sguardo cade inevitabilmente sul letto: quanto sei bella mentre dormi coperta solo dal lenzuolo. Devo stare attento a non svegliarti perché se vedessi anche solo per un istante i tuoi occhi azzurri che mi guardano, non sarei più capace di aprire la porta, soprattutto dopo ieri sera. Il solo pensiero che tra poche ore sarò lontano da questa casa, lontano da questa città e soprattutto lontano da te mi chiude il respiro, ma non posso fare altrimenti. Entrambi sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, ma viverlo è straziante. Come farò senza la tua voce, senza il tuo profumo, senza le tue mani che mi accarezzano, senza la tua bocca che mi bacia? Quando sono partito, non avrei mai pensato che questo mese in Italia avrebbe sconvolto la mia vita. Tutti mi conoscono come il cazzone, quello che non s’innamora mai, che ha in testa solo la musica e divertirsi e invece… Maledizione a te Sara, ma che mi hai fatto? Che filtri hai usato per ridurmi così maledetta strega? Non sai quanto vorrei restare, ma sappiamo bene che non posso. Vorrei svegliarti e portarti via con me adesso, ma non sarebbe giusto, non voglio obbligarti a vivere la mia vita. Magari un giorno mi raggiungerai, in fondo Londra non è così lontana. O forse sarò io a tornare, chi può dirlo. Ho sempre mio padre qua, ma non ti chiedo di aspettarmi, non sarebbe giusto. Non ti prometto che ti aspetterò, non faccio promesse che non sono sicuro di poter mantenere. Gli amori a distanza non fanno per me, mi conosco troppo bene, ne abbiamo già parlato tante volte. Però ci proverò, questo sì. Forse hanno ragione Adam e il tuo amico Marco: dovrei farmi meno problemi, lasciare che le cose accadano da sole e seguire il mio cuore. Il mio cuore… già… se dovessi dar retta a lui, non prenderei di certo quell’aereo. E allora è meglio lasciarci così, senza promesse e senza troppe aspettative. Di una cosa però sono certo: non ti scorderò mai, non potrò mai cancellare tutto quello che mi hai dato in questi pochi giorni.
Il cellulare che squilla interrompe i miei pensieri e mi riporta alla realtà: un messaggio di Adam.
Allora? Scendi che perdiamo l’aereo.
Già… l’aereo… Devo andare, non posso esitare oltre. M’infilo la maglia, i pantaloni e le scarpe.
“Roby…” mi volto sentendo la tua voce che sussurra il mio nome e ti vedo mentre ti giri nel letto, mentre cerchi qualcosa passando la mano sul cuscino e sorridi a occhi chiusi: continua a dormire Piccolina. Chissà dove sarai in questo momento, dove ti avranno portato i tuoi sogni. Mi sdraio lentamente sul letto cercando di non farlo traballare troppo: voglio riempirmi per l’ultima volta del tuo profumo. Chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni poi mi alzo, mi avvicino alla scrivania e prendo un post-it:
Goodbye Sara,
I'll miss you so much.
Try not to feel too bad for me because one day we'll meet again, I'm sure.
TI AMO my Little Girl[2]
Rob

Prima di uscire mi fermo sulla porta e con lo sguardo percorro ogni angolo della stanza. Voglio imprimerla nella mia mente per portarmi via tutto di questo mese: la pila dei tuoi preziosi cd, lo scaffale con i tuoi libri, le innumerevoli foto che hai scattato, i tuoi vestiti di ieri sera sul pavimento. Ogni istante che passa sento lo stomaco contorcersi sempre più, un dolore lancinante mi attanaglia l’anima. Come potrò uscire dalla porta e lasciarmi tutto questo alle spalle?
Un altro messaggio di Adam. Devo andare altrimenti non ne sarò più capace. Addio Piccolina, cerca di andare avanti per la tua strada, segui i tuoi obiettivi e magari un giorno le nostre vite s’incroceranno di nuovo. Io conserverò nel mio cuore ogni istante di queste giornate passate con te come se fossero il più prezioso dei tesori. Grazie per avermi insegnato cosa sia l’amore, cosa voglia dire amare una persona senza riserve. Non ti dimenticherò mai.

“Rob, ci sei?”
“Eh?” la voce di Adam mi arriva come una sveglia.
“Dicevo: ci sei? Mi sembri un po’ perso…”.
“No no, tutto a posto, non ti preoccupare.”
“Se lo dici tu… allaccia la cintura che l’aereo sta per decollare”.
Mi allaccio la cintura e tiro un respiro: ci siamo davvero. Ho appena salutato mio padre: un abbraccio e una pacca sulla spalla augurandomi buon viaggio con la promessa che presto verrà a Londra. Adesso che ci siamo trovati non vogliamo perderci un’altra volta. E tu? Verrai anche tu con lui? Chissà se quel giorno mi penserai ancora o sarai già persa in un’altra storia, in un altro amore. Mi tornano in mente i tuoi occhi, chiusi mentre dormi dolcemente. Chissà se starai ancora sognando di noi. O forse ti sei svegliata e ti sei accorta che sono partito. Avrai trovato il biglietto che ti ho lasciato? L’avrai letto? E cosa starai pensando adesso? Spero mi capirai per non averti svegliata, ma sarebbe stato peggio per entrambi. L’aereo decolla: guardo dal finestrino le case diventare sempre più piccole e tu sei lì, in uno di quei puntini colorati che vedo allontanarsi sempre più. M’infilo le cuffie e accendo l’mp3, almeno la musica mi distrarrà per un po’ dai miei pensieri.

Is it so hard to believe our hearts
Are made to be broken by love?[3]

Musica bastarda! Ho un centinaio di brani caricati nell’mp3 e arriva proprio questa canzone. Appoggio la testa allo schienale del seggiolino, chiudo gli occhi e mi faccio trasportare altrove. I miei pensieri mi portano lì, in quella stanza, dove vorrei essere adesso e una lacrima scende a rigarmi la guancia sinistra. Vorrei che il tempo si fosse fermato a ieri sera. Già… ieri sera… our last time…

Oh at least you could try
(and we just will be closer)
For this one last time
(let me fall into your arms)
It could be alright
(don't let us grow colder)
For this one last time
(let me close to your heart)

Adam è seduto al mio fianco e sta dormendo: non ho mai capito come faccia ad addormentarsi ogni volta che saliamo su un mezzo di trasporto. Come quella volta che abbiamo preso la corriera per andare tutti insieme al mare. Te lo ricordi amore mio? Siamo partiti e tempo cinque minuti Adam russava già! Hai iniziato a ridere come una pazza e non riuscivi a fermarti nonostante tutti i vecchietti che stavano viaggiando con noi ti guardassero storto e Marco cercasse di zittirti. Siamo lontani solo da poche ore e già mi manchi. Cosa darei per averti qui adesso… Com’era quella frase? Quella del tuo libro su Cobain…
La verità è che non c’è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre.[4]
Nessuno se ne va mai per davvero, una parte di me resterà sempre al tuo fianco Piccolina, ricordatelo.

*************** 

“Roby, sei in cucina? Che cosa sta combinando il mio bel London Boy, sei troppo silenzioso. Non mi starai mandando a fuoco qualche padella? Roby? Ehi!” Mi sono svegliata e non sei al mio fianco. La casa è avvolta da un silenzio irreale. Decido di uscire dal letto per venire a controllare cosa stai combinando prima di dover chiamare i pompieri e l’occhio mi cade sulla scrivania, su un post-it rosa con una frase scritta da te:
Goodbye Sara,
I'll miss you so much.
Try not to feel too bad for me because one day we'll meet again, I'm sure.
TI AMO my Little Girl
Rob

Guardo l’ora: le 10. Lo sapevo: te ne sei andato senza svegliarmi. Hai fatto tutto da solo, senza pensare che magari mi sarebbe piaciuto salutarti, ma forse è stato meglio così: questa volta non avrei potuto trattenere le lacrime e non so se ti avrei lasciato partire. Stringo al cuore il biglietto che mi hai lasciato, come se fosse una parte di te. La pioggia batte sui vetri e fa crescere la tristezza che ho dentro. Mi lascio cadere sul letto e rimango a fissare il soffitto abbracciata al cuscino che ha ancora il tuo odore. Sul pavimento ci sono i vestiti di ieri sera a ricordarmi che poche ore fa eri qui con me. Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, non potevi rimanere: devi inseguire i tuoi sogni e non mi sarei mai perdonata se ci avessi rinunciato per me. Magari un giorno ci ritroveremo. Un giorno tornerai per salutare tuo padre o magari verrai in tour con la tua band ed io sarò in prima fila ad applaudire e cantare con te. Chissà se ti ricorderai ancora di me, di quella ragazzina che si era incantata davanti ai tuoi occhi verdi. Ripenserai mai a quella sera, a quando ci siamo conosciuti? Io ci penserò ogni istante della mia vita perché da allora è cambiato tutto il mio mondo. Le lacrime scendono a bagnare il cuscino che stringo sempre più forte, come se servisse a cacciar via il dolore che ho dentro. A quest’ora sarai sull’aereo che ti sta riportando a Londra. Mi torna in mente la tua risata, così rumorosa e contagiosa, quel modo di ridere che hai solo tu e che riconoscerei anche in mezzo alla folla. Mi rigiro nel letto e mi accorgo che i piedi si sono attorcigliati con qualcosa che sta sotto le lenzuola: la tua maglietta. Figurarsi se riuscivi a mettere tutto in valigia! E chissà cos’altro troverò. Sei un disordinato cronico, te l’ho sempre detto che non lasci la testa in giro perché l’hai attaccata al collo altrimenti perderesti pure quella. Tu mi hai sempre risposto che non sei disordinato, ma che sei un artista e come tale hai sempre la testa tra le nuvole. E Marco a darti man forte. Sei stato capace di conquistare anche lui, ma infondo è impossibile non rimanere coinvolti da te.
Decido che non posso passare tutto il giorno a letto: Sara, devi fare qualcosa! Tanto stare qua a piangerti addosso non cambierà la situazione e soprattutto non riporterà indietro Roberto. Mi lego i capelli e m’infilo la tua maglietta sgualcita dai miei piedi, quella degli Him che ti ho visto indosso praticamente ogni giorno di questo mese che hai passato qui a Roma. Me li hai fatti conoscere tu e la loro musica mi parlerà per sempre di noi, di quello che è stato il mese più intenso e sconvolgente della mia vita. Accendo lo stereo sperando che mi aiuti a riempire il vuoto che ho dentro.

Oh at least you could try
(and we just will be closer)
For this one last time
(let me fall into your arms)
It could be alright
(don't let us grow colder)
For this one last time
(let me close to your heart)

Ancora quella canzone, ancora quelle note, quelle parole a riportarmi a ieri sera. E’ strano se ci pensi: tutto è finito com’era incominciato, con la musica che ami tanto. Le lacrime mi rigano il viso e lo stomaco si chiude attorcigliato su se stesso. Ho l’anima in frantumi e non so se questa volta riuscirò a rimettere insieme i pezzi. Marco avrà il suo bel da fare per soccorrermi. Sapevo che sarebbe stata dura, ma non avrei mai pensato che facesse così male. Mi aggiro per la casa come uno zombie. Ogni angolo mi ricorda di te: il tavolo dove abbiamo fatto colazione, i libri che sfogliavi, i cd che hai ascoltato con tanta curiosità. Prendo dallo scaffale quel libro sulla vita di Cobain. Ti rivedo la prima volta che sei stato qui, in piedi davanti alla libreria che scorri i titoli. Ad un certo punto hai avuto un guizzo e il tuo sguardo si è illuminato: hai allungato un braccio e hai preso questo libro dallo scaffale poi mi sei venuto in contro con l’espressione di un bambino che trova i regali sotto l’albero il giorno di Natale.
“Anche tu ami i Nirvana?” mi hai chiesto stupito.
“Certo! Come si fa a non amarli?”
“Incredibile quante cose abbiamo in comune io e te… così vicini, ma così lontani allo stesso tempo…”
Già… così lontani… come siamo ora… Mi siedo davanti la finestra, quella dove ti sedevi sempre per ammirare la vista del Colosseo, con il libro ancora in mano. Lo apro e lo sguardo cade su una frase:
"La verità è che non c’è verità, che nessuno se ne va mai per davvero e nessuno resta per sempre."
L’hai sottolineata la sera che mi hai detto che saresti partito. Mi hai posato una mano sul petto dicendo “Te lo devi ricordare sempre Sara: io non me ne andrò veramente perché una parte di me è qui, vicino al tuo cuore, per sempre.” Poi ci hai messo delle foto perché così ogni volta che avrei preso in mano questo libro lo avrei aperto in questa pagina. Ce n’è una dove si vedono solo i nostri piedi e il mare. Ricordo il giorno che l’abbiamo scattata: per colpa del tuo amico Adam ho rischiato che l’autista della corriera mi lasciasse in mezzo alla strada! Era più forte di me: non riuscivo a smettere di ridere sentendolo russare. Poi c’è l’altra foto, quella della torta del mio diciottesimo compleanno, il giorno in cui ci siamo conosciuti, il giorno in cui tutta la mia vita è stata sconvolta.
 


[1] Frase tratta da “Last goodbye” di Jeff Buckley
[2] Addio Sara, mi mancherai moltissimo. Cerca di non stare troppo male per me perché un giorno c’incontreremo ancora, ne sono certo. TI AMO Piccolina.
[3] Frase tratta da “One last time” degli Him
[4] Cit. Kurt Cobain
   
 
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