Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: pennafluo    02/02/2013    2 recensioni
In un futuro in cui le armi segrete dei governi sono ragazze e ragazzi, torturati ed addestrati alla morte. In un futuro di guerra, sofferenza e distruzione. In un futuro in cui si è solo un numero. Potrà in un futuro tale nascere l'amore?
Gli sorrise, spensierata e per la prima volta libera. Era bellissima.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

09.07.2125 d.C. AREA 51.


Una goccia di sudore scese lenta sulla sua fronte, prima si tramutarsi in vapore. Respirava affannata mentre osservava indispettita l’uomo che davanti a lei restava immobile, protetto dall’armatura cyborg. Da sedici anni torturata e costretta ad estenuanti duelli, bramava solo di strappargliela per poterlo finalmente carbonizzare.
“Tutto qui, 23?” Ghignò.
Le fiamme aumentarono, ardendo all’interno delle sue iridi. Era solo un numero, lo sapeva. Era solo un’arma del governo, nessuno la considerava una persona vera in quella base. Sapeva anche questo. Eppure continuava ad allenarsi, a non lamentarsi delle gravi piaghe causate dalle catene, a sopportare la solitudine, a fingere di aver represso tutte le emozioni, a sottoporsi agli esperimenti, a farsi studiare. Era divenuta la macchina per uccidere che loro desideravano. E nonostante non sapesse per quale obiettivo venisse forgiata, di una cosa era convinta: una volta arrivato il momento per il quale la stavano preparando, si sarebbe rivoltata contro coloro che ora la osservavano soddisfatti. Senza quelle maledette armature, sarebbero state prede facili per un drago come lei. Sentì il sangue ardere nelle vene, letteralmente. Strinse i pugni, al loro interno il fuoco si propagava. Si scagliò agile contro il suo avversario, ancora una volta.
Nel frattempo il caporale delle armate degli Stai Uniti fissava il combattimento estasiato, da dietro iun robusto vetro.
“Non avranno scampo contro 23, ne usciremo vincitori!” affermò compiaciuto mentre il sorriso sulle labbra della sentinella che lo affiancava, si alleviò un poco.
“Ce ne sono altri come lei, signore.” Disse con voce fioca.
Il caporale si girò lentamente, e osservò l’altro dai suoi centonovanta centimetri d’altezza.
“Ma lei è più forte, lei è pronta.”

27.05. 2126 d.C. SETTIMO MESE DI GUERRA MODIALE CONTRO I NUMERATI.


Ne aveva uccisi tanti. Alcuni li aveva immobilizzati per poi soffiar loro sul viso. Peccato non fosse un semplice soffio, quello di 23. Diverso, letale. Bruciava il volto in modo che, accecati, i nemici non potessero difendersi mentre trapassava il loro petto da parte a parte con un pugnale in diamanti, che ardeva a causa della sua temperatura corporea. Altri li aveva semplicemente carbonizzati con le sue amate lingue di fuoco, nate dai suoi piccoli e tondeggianti palmi. Ora camminava cauta, mentre la fuliggine annebbiava la sua vista scarlatta. I capelli scuri si appiccicavano alla sua pelle bollente. Il terreno era devastato, i corpi giacevano inermi ai suoi piedi nudi. Le bombe, gli attentati, le esplosioni atomiche,le armate navali e gli eserciti interi nulla avevano potuto contro lei e i suoi simili. Ognuno di loro si era rivoltato al governo che li aveva schiavizzate. Una volta fuori, le loro stesse armi li avevano annientati. Ed era in mezzo al sangue al dolore che lo aveva conosciuto.
Le fiamme cominciarono a divampare di nuovo all’interno dei suoi occhi, quando vide la sua ombra. Maledettamente familiare.
“71!” Gli gridò. Detestava doverlo chiamare in quel modo, ma non aveva un nome. Nessuno di loro lo aveva.
Il ragazzo, a petto nudo, si voltò di scatto. I biondi capelli, quasi bianchi, ondeggiarono dolci. Sorride e corse incontro alla ragazza. Raggiunta quest’ultima, le si fermò a pochi centimetri, attento a non sfiorarla. Era proprio lei, finalmente. Il suo sguardo di ghiaccio bruciò in quello rosso sangue di lei. Lacrime salate cominciarono a rigargli il volto.
“Sei viva…” disse commosso.
“Sono una difficile da ammazzare, non potevo morire prima di rivederti” rispose.
“Ti ho cercata ovunque, 23. Rimangono solo i civili, la guerra è terminata.” Si avvicinò leggermente.
“Che fine faremo, noi?” Cosa avrebbero potuto fare ora? Non potevo avere rapporti con nessuno, avevano vissuto la morte, erano loro la morte.
“Siamo già finiti…” sussurrò. Aveva ragione, non c’era futuro per dei mostri come loro. Ma ne era valsa la pena, di tutto. Perché ora lui era lì, perché il suo intero tutto era davanti a lei. L’unico attacco a quel mondo che le era rimasta era quel ragazzo. Lo stesso che l’avrebbe potuta uccidere quando gli andava a genio, a suo piacimento. Gli sarebbe bastato inspirare o toccarla leggermente, toglierle l’ossigeno, e per lei sarebbe finita. Ma non le importava minimamente, da tempo la sua vita era tra le gelide e diafane mani di 71. Ottenuta la sua vendetta, desiderava soltanto abbandonarsi tra le sue fredde e forti braccia. Lei lo amava.
“Ti amo” disse in un soffio caldo.
71 la osservò imbarazzato ma non sorpreso. Era consapevole del fatto che si appartenessero, che si sarebbero appartenuti sempre. Lui l’accendeva, lei viveva di lui. E l’addolorava tremendamente il fatto che non potesse afferrarle il viso e baciarla. Baciare quei rubini che erano i suoi occhi, quel collo caldo. Poggiare l’orecchio sul suo petto e sentire il suo cuore ribollire il sangue. Lui non voleva ucciderla, ma dentro moriva dalla voglia di colmare con il suo corpo il vuoto di cui 23 soffriva. Avrebbe solo voluto stringersi a lei, e non lasciarla più.
“Anche io” le rispose stringendo i pugni.
“Allora baciami” disse desolata e disperata.
“No!” 71 si allontanò di qualche metro. Mai le avrebbe tolto la vita, mai sarebbe rimasto su quella terra arida senza di lei.
“71… Non voglio una vita che non posso vivere sulla tua pelle! Ti prego, fammi tua per sempre.” Lo scongiurava, se fosse morta tra le sue braccia, se fosse morta a causa sua, la sua anima dannata avrebbe avuto almeno una fine dignitosa. Avrebbe avuto una fine felice.
In tutta risposta lui singhiozzava.
Ci fu silenzio.
71 avanzò verso 23 lento, assaporando ogni secondo.. Le cinse i fianchi attirandola a se, e finalmente sentì i loro battiti vicini, sincronizzati sulla più bella melodia che le sue orecchie avrebbero mai udito. Lei cominciò ad accarezzargli le spalle, le scapole, la sagoma della colonna vertebrale, mentre la temperatura corporea si abbassava velocemente. Le loro labbra si incontrarono, due sconosciute che si conoscevano da una vita.
La strinse più che poté, sperando che tutto ciò che gli stava accadendo non finisse, mentre la sentiva spegnersi.. mentre la spegneva. 23 si scansò un poco, senza liberarsi dal suo abbraccio. Lo osservò, come se fosse la prima e unica cosa che avesse visto nella sua vita. Gli sorrise, spensierata e per la prima volta libera. Era bellissima . Poi le fiamme delle sue iridi si spensero, gli occhi si annerirono. 71 cadde in ginocchio, circondato dalle ceneri del suo amore.
Pochi istanti di unione sarebbero bastati a colmare una vita di sofferenza e solitudine?
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: pennafluo