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Autore: _Almach_    02/02/2013    1 recensioni
[...]Sono sempre stata una ragazza altezzosa, vanitosa e viziata a cui non importava nulla degli altri, ma soltanto di se stessa. Ho sempre cercato il meglio per la mia persona e se questo significava calpestare i sentimenti altrui, beh ….. non mi importava assolutamente nulla.[...]
[...]Non mi preoccupavo se ferivo gli altri pur di rimanere la migliore. Quante lacrime ho lasciato dietro di me! …..
Poi, però, un giorno incontrai lei …..[...]
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dolore, lacrime ….. felicità.
Relegata in un letto senza potermi muovere, con la vita che mi scivola davanti ogni secondo che passa, senza poter far nulla per fermare l’avanzare del sonno eterno che lentamente sta prendendo possesso del mio giovane corpo.
Vedo intorno a me gente disperata per il mio imminente addio eppure io sono felice.
Perché? …..
Perché ho saputo dare un senso alla mia vita.
Sono sempre stata una ragazza altezzosa, vanitosa e viziata a cui non importava nulla degli altri, ma soltanto di se stessa.
Ho sempre cercato il meglio per la mia persona e se questo significava calpestare i sentimenti altrui, beh ….. non mi importava assolutamente nulla.
Ero amata, ma allo stesso tempo, odiata, non facevo entrare nessuno nel mio mondo in quanto questo significava condividere qualcosa con qualcuno, e questo non rientrava nel mio modo di essere.
Era questa la mia vita, e guardare dall’alto in basso gli altri mi faceva sentire superiore. Non mi preoccupavo se ferivo gli altri pur di rimanere la migliore. Quante lacrime ho lasciato dietro di me! …..
Poi, però, un giorno incontrai lei …..
Frequentavo la quarta classe del Liceo Classico, ammetto di non aver mai instaurato rapporti di amicizia con facilità, ma con quella persona fu diverso…
L’anno era ormai iniziato da un pezzo quando, nella mia classe giunse la professoressa di letteratura, che a dirla tutta era troppo dolce e zuccherosa, che accompagnava una giovane. Non ci voleva di certo Einstein per capire che quella sarebbe stata una nuova compagna.
Si era presentata dicendo di essersi trasferita da un istituto Tecnico.
Il perché? Perché non si trovava bene né con i professori né con alcuni compagni. Di certo con me non si sarebbe trovata meglio, credevo!
Però a vederla sembrava una ragazza timida e insicura, quindi decisi di non attaccarla, come era nel mio stile di accoglienza.
La “caramella al miele” la fece sedere vicino a me, in quanto il banco accanto era l’unico libero dell’intera classe. Questo portò le numerose “befane” a girarsi, naturalmente, verso di me consce della mia possibile reazione e invece restarono a bocca aperta constatando che avevo deposto le armi dell’ironia e della derisione nei confronti della nuova compagna.
I giorni passavano e lei si rendeva conto benissimo che non intendevo instaurare alcun tipo di rapporto però, nel frattempo, stavo imparando a conoscerla tramite le parole che rivolgeva alle altre.
I suoi genitori erano entrambi impegnati nel sociale e si occupavano di molteplici attività volte ad aiutare le persone in difficoltà, il mio esatto contrario insomma …..
Da quando venni a conoscenza della tendenza filantropica della sua famiglia la sua vicinanza cominciò a darmi fastidio. Mi rivolgeva sempre sguardi invadenti, di chi cercava sempre di entrare nella mia mente e nella mia anima per svelarne i segreti più profondi. Ed io questa cosa non potevo accettarla.
Nessuno poteva entrare nel mio mondo, a parte me …..
Però lei riuscì a capire tutto di me e cominciò a parlarmi per “aiutarmi” a superare le mie difficoltà …..
Io cercavo di non darle ascolto, cercavo di ignorarla, di starle lontano, ma alla fine mi sono dovuta arrendere ala sua “lingua magnetica”. Allora scoprii che non ero forte come pensavo di essere …..
In me, in realtà, si nascondeva una grande fragilità, data dalla mia situazione familiare. Cercavo di nascondere quella che in realtà sono, per sentirmi meglio con me stessa.
In parte era vero! …..
Mi offrì una mano, una mano che io non volevo assolutamente prendere, una mano che significava cambiamento.
Era davvero disposta a farlo?
Volevo veramente cambiare?
Quella mano avrebbe significato la mia “ancora di salvezza”?
Non riuscivo però a darle queste risposte, e alla fine le afferrai la mano, in quanto l’unica risposta alle mie domande era lei …..
Mi aiutò moltissimo e in poco tempo riuscì a risolvere tutto il mio disagio interiore riuscendo a diventare un’altra persona. Ero cambiata e mi sentivo bene, mi sentivo finalmente viva e tutto per merito suo …..
Volevo impegnarmi anche io nel sociale e decisi di donare gli organi.
L’AIDO fu ben felice di accogliermi fra le sue numerose file, però il male sta sempre dietro l’angolo …..
Venni investita e fu un incidente grave, tanto che i medici a cui furono affidate le speranze di salvare la mia vita (che poi scoprii essere i genitori di lei) non poterono fare niente per aiutarmi.
Con le mie ultime forze però decisi di acconsentire alla donazione e al trapianto dei miei organi dopo la mia scomparsa, un gesto che mi rese felice, nonostante tutto.
Adesso mi ritrovo qui con i miei cari che piangono accanto a me, solo io riesco a sorridere.
Ormai le forze mi stanno abbandonando …..
Però una cosa la devo dire: ho scoperto che la vita è bella, perché sono riuscita a darle senso, non solo aiutando me stessa ad uscire dal tunnel dell’egoismo, ma finalmente a esternare i miei sentimenti donandomi anche agli altri. Quindi adesso posso morire finalmente consapevole di aver lasciato un piccolo segno del mio sentimento verso gli altri e verso Dio.
Chiusi gli occhi …..
Nell’intima felicità che qualcuno grazie a me li avrebbe riaperti alla vita.





Angolo autrice: La mia prima generale **.
Beh avevo preparato questa storia per un concorso letterario ma visto che non nemmeno stata chiamata per la premiazione vuol dire che non è stata presa nemmeno in considerazione.
Poco male, vuol dire che la condivido con voi.
Spero proprio che vi sia piaciuta, e che sia stata di vostro gradimento.
   
 
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