Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Hope_Estheim    02/02/2013    1 recensioni
Il suo nome era Sora, Sora Kingdom... e, sì, quel pazzo pervertito era suo fratello gemello, Vanitas Kingdom. Un fratello che amava divertirsi con il castano, divertirsi in tutti i sensi, quel pensiero faceva sempre disgustare Sora.
----------------------------------------
Axel lo guardò con la coda dell'occhio, un'espressione puramente contrariata a ciò che il più piccolo gli stava raccontando. Si ritrovò senza volerlo veramente a stringere i pugni. Tornò a fissare davanti a sé.
"Ti proteggerò io da lui" disse spezzando il silenzio pesante che si era creato.
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Sora, Un po' tutti, Vanitas
Note: OOC | Avvertimenti: Incest, Non-con | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5
Thoughts



"Sora?"
Tornò per l'ennesima volta a rivivere quel ricordo... Vanitas che inciampa e cade in mezzo alla strada.
"Sora?"
La macchina che lo investe.
"Sora?"
Tutto per colpa sua..
"Sora?!"
Si riscosse appena sussultando e senza, tuttavia, alzare lo sguardo verso il suo interlocutore.
"L'ho ucciso..." sussurrò finalmente.
Ormai erano passate più di due ore dall'incidente.
Axel sospirò in un misto di sollievo e frustrazione; sollievo perché il castano aveva finalmente emesso parola, frustrazione perché non riusciva ad alleviare il suo dolore. Lanciò uno sguardo torvo attorno a sé, osservando i mobili del proprio salotto, tutti sul nero e il rosso.
Di certo, non sono colori che aiutano a calmarsi.
Nascose le mani in tasca, sospirando nuovamente.
"Non è morto, vedrai..." fece un tentativo abbozzato di sorriso "Tra poco chiamo l'ospedale, ti va?" chiese, cercando disperatamente di scegliere le parole giuste, cosa non molto semplice per uno come lui.
Vedendo Sora sbiancare di colpo, capì che il suo tentativo era stato totalmente vano.
"Tornerà a perseguitarmi..." aggiunse il moretto bianco in volto.
'Terribilmente in conflitto con sé stesso' pensò il rosso con fare sconvolto.
Fece una breve risata nervosa e si sedette sul divano, accanto a lui.
Come consolarlo?
Schiuse le labbra per parlare, venendo preceduto da Sora che, in uno scatto di improvvisa attività, aveva afferrato il telefono e aveva composto il numero dell'ospedale.
Axel lo osservò parlare a voce talmente bassa al telefono da non riuscire a capire nemmeno una parola di ciò che stava dicendo, così cercò di comprendere che cosa il ragazzino recepiva dalle sue espressioni. Eppure... rimanevano tali e quali: totalmente perse nel vuoto.
Fu quando sentì il rumore del "Tu-tu-tu..." ritmico del telefono che capì che la conversazione era terminata. Gli prese l'aggeggio dalle mani, visto che Sora non accennava nemmeno un movimento, e lo spense, per poi riporlo con lentezza sul tavolino. Non gli scollò gli occhi di dosso nemmeno per un istante.
"Che.. Che ti hanno detto?" chiese, quasi spaventato nel porre quella domanda.
Il moro boccheggiò, deglutì e sussurrò "...Lo stanno operando.."
Axel, a quelle poco più che mormorate parole, tentò un sorriso rassicurante e caldo "Beh.. Allora non c'è problema, no?"
Sora alzò gli occhi cerulei su di lui e il rosso sentì un brivido percorrergli la schiena; si irrigidì.
"Potrebbe non farcela" aggiunse il ragazzino.
"A-Avanti, Sora!" esclamò Axel, con fare quasi isterico: quel ragazzo gli darà un gran da fare "Ce la far-"
Venne interrotto dall'improvviso correre via del moro.
Il rosso sgranò gli occhi "Sora! Dove diamine stai andando?!"
Si alzò e gli corse dietro, prendendo al volo una giacca leggera dall'appendiabiti. Uscì dalla casa, chiudendo velocemente la porta e tornando a seguirlo, correndo.
Sì, gli avrebbe di certo dato un enorme da fare!
"Sora!" urlò.

Non poteva fermarsi, non poteva! Non doveva!
Sentì vagamente la voce del più grande chiamarlo, ma non gli importò più di tanto: doveva arrivare a quel maledetto edificio, entrarci bruscamente e entrare anche in quella dannata sala operatoria, se necessario.
Sentì di avercela con tutti e con tutto ma, soprattutto, con sé stesso.
Non doveva spingerlo via!
Doveva lasciarsi violentare come tutte le volte.
'A quest'ora sarebbe vivo' si ritrovò a pensare e aumentò il passo della propria corsa.
Pensò alla madre: cosa gli avrebbe detto, una volta tornata a casa?
Nella sua mente si materializzò la figura materna, che lo osservava, accusatoria, con occhi pieni di lacrime. Sentì la sua voce risuonare nelle orecchie, che diceva 'Che hai fatto?! Lui era migliore di te!'
Le lacrime gli offuscarono la vista e quasi non si accorse di essere arrivato di fronte all'enorme edificio bianco. Vi entrò e chiese di Vanitas a tutti i dottori e le infermiere che passavano, senza badare al fatto che, magari, avrebbe dovuto chiedere alle donne sedute alla scrivania.
In pochi istanti vide una barella passare da lì e, non appena vi posò gli occhi, riconobbe istantaneamente la figura del gemello sdraiata sopra.
"Vanitas.." sussurrò tra sé e sé, come in trance, per poi esclamare più forte "Vanitas!" e correre dietro alla barella.
"Se ne vada!" sbottò un medico con fare burbero.
Sora raccolse un po' di fiato e coraggio "E' mio fratello! E' mio fratello!" ripetè più volte a quel dottore.
"Non importa!" disse quello, fermando la barella e fissando il ragazzino negli occhi "Non puoi venire!"
"Cosa?! E perchè?!" ricambiò il suo sguardo, spaesato e spaventato.
L'uomo prese un profondo respiro e lo spinse su una sedia appoggata contro il muro "Resta qui, ragazzino" tentò quasi inutilmente di addolcire la voce "Ti chiameremo noi" per poi tornare a spingere la barella e sparire dietro un angolo.

Axel sospirò di sollievo nel trovarlo nell'ospedale, seduto su una sedia di plastica bianca. Il moretto sembrava ancor più piccolo in quel corridoio immenso.
Si avvicinò lentamente a lui e gli passò una mano tra i capelli scompigliati, per poi sedersi accanto a lui.
Il ragazzo alzò gli occhi azzurri sui suoi verdi.
"Tutto apposto?" chiese il rosso e Sora annuì lentamente, anche se non sembrava convinto.
Un dottore fece capolino dall'angolo del corridoio e chiese, serio.
"Il signorino Kingdom?"
Il più piccolo si alzò immediatamente, seguendo il dottore.
Axel sospirò sollevato, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sul muro, ben deciso ad aspettarlo.
Pensò a come il ragazzino si era preoccupato per il gemello, nonostante quest'ultimo gli faccia solo del male.
E' possibile volere bene una persona nonostante tutto?
Un ricordo cercò di comparire nella mente del rosso, ma lui lo scacciò con forza e sforzò un sorriso, pensando.
'Almeno il piccoletto sarà contento di sapere di non aver ucciso nessuno.. No?'
Passò del tempo e Axel sentì dei passi avvicinarsi e aprì gli occhi, preparando un sorriso che immediatamente si smorzò nel vedere il viso di Sora bagnato di lacrime amare e le labbra sanguinanti.
'No'

Nota dell'Autrice
-Salve a tutti :3 Eccomi qui con un nuovo capitolo di Claustrophobia!!! Spero vivamente che vi piaccia! Non riesco a giudicare questo capitolo... Credo che sia piuttosto sadico nei confronti di Sora xD Ma poi la storia migliorerà, ve lo assicuro^^
Mi è venuto leggermente più lunghetto, menomale!^^ (ho anche aumentato la grandezza della scrittura di poco.. Se volete che io la riduca a com'era prima, ditemelo!)
Ringrazio tutti i recensori^^
Sayoonara!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Hope_Estheim