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Autore: elenri    03/02/2013    10 recensioni
L'Agenzia Aerospaziale NASA, sta progettando una nuova missione nello Spazio. A capo di questo progetto promuove il Comandante Isabella Swan, che con l'aiuto della storica amica e valente Scienziato Alice Brandon. deve riuscire per prima cosa a crearsi un equipaggio fatto di professionalità eccellenti. Riusciranno le due donne a creare questo gruppo così particolare, capace di sopportare le insidie e l'isolamento dello spazio cosmico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi qui, ringrazio ancora tutte voi che mi seguite così interessate...sono stupita, ma compiaciuta, perchè non immaginavo che sareste state così tante. Continuate a dirmi le vostre opinioni e abbiate ancora un pò di pazienza: il bell'Edward si farà desiderare ancora un pò...

ciao, Teresa.

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Capitolo secondo:

 

 

 

Carichiamo i bagagli nel retro della Jeep.

 << Wow, Bella hai un’auto che è uno schianto! >>

Mi dice Rose allungandomi una gomitatina nel fianco.

<< Già, mi trattano bene qui. Ho tutto quello che chiedo servito su un piatto d’argento...Andiamo o siete troppo stanchi? >>

<< No, figurati, è una serata così tiepida, non mi va di chiudermi subito tra quattro mura…cosa ne dici Eric? >> Ci voltiamo verso Yorkie che si è leggermente scostato e parlotta al telefono. Senza interrompere la conversazione, annuisce e ci fa segno di ok con la mano libera.

<< Bene, partiamo, allora >> dico loro aprendo lo sportello della guida. Attendo che Rose si accomodi al mio fianco e che Eric, chiuda quello posteriore mentre interrompe la conversazione.

<< Tutto bene Ric? >> gli chiede Rose. << Sì, perfetto, la mia fidanzata Hanna vi augura una buona serata. >>

Accendo l’auto ed esco dal parcheggio imboccando l’Orange Avenue. Svolto a sinistra in Americana Boulevard e la percorro per alcune miglia nella quiete serale di questo giovedì di marzo.

 I miei ospiti si guardano intorno, rapiti dall’inusuale percorso cittadino, che alterna palme torreggianti nel buio, ad ampi prati dal manto erboso perfettamente curato. All’interno dei prati svettano alti  zampilli d’acqua illuminati da giochi di luce. Questi, ricadendo, creano mille riflessi d’argento sulle larghe macchie scure  svelando la presenza di inaspettati laghetti. Poi ripiombiamo nel buio più assoluto interrotto qua e là dalle insegne luminose degli alberghi.

Osservo le loro espressioni soddisfatta perché a suo tempo, questo paesaggio, aveva incantato anche me.

<< E, Alec, hai già un’idea di quando riuscirà a raggiungerti? >> Le chiedo. Una pausa un po’ più lunga del normale mi anticipa che qualcosa tra lei e l’avvocato non funziona.

<< Credo proprio che non verrà. Abbiamo colto l’occasione di questa mia trasferta al sud per prenderci…come dire…una pausa di riflessione. >>

 Storco il naso e le dico che mi dispiace.

<< Oh, per carità Bella, non fingere di essere triste. Alec non ti è mai piaciuto… e a questo punto mi costa, ma devo darti ragione. Ammetto che, in fondo, non avevamo molte cose in comune .>>

“DIO SIA LODATO” penso. Allora non ero io quella paranoica che lo credeva solo interessato a farsi notare nei posti che contano con Barbie-Rose al braccio.

<< Non ci provo nemmeno, anzi spero che non ti dispiaccia troppo se il primo brindisi che farò sarà al tuo rinsavimento! >>

Nel frattempo arriviamo davanti al Blue Martini Orlando, locale che io ed Alice bazzichiamo spesso.

Scendiamo e ci dirigiamo verso l’ampia facciata bianca a timpano sorretto da colonne in finto stile classico, incorniciata dall’esplosione della flora esotica qui rappresentata da un tripudio di palme di ogni misura e di giganteschi cespugli di Hibiscus dai grandi fiori color corallo.

L’interno è spazioso, ma l’atmosfera è intima. Il locale è illuminato dalla luce blu che corre sul soffitto del bancone circolare posto al centro della sala. E’ pressoché vuoto, ci saranno al massimo una ventina di persone, perlopiù a gruppetti di tre o quattro del medesimo sesso. Controllo accuratamente tra le poche coppie presenti, ma con disappunto non scorgo la chioma castana di Alice.

Guardo l’ora sul cronografo da polso. “Sono le dieci e mezzo, non è tardi, avrebbe potuto esserci”. 

<< Aspettavi qualcuno? >> mi chiede sottovoce Rose mentre ci accomodiamo sui divanetti rivestiti di pelle marrone di un tavolo laterale.

<< No, mi ero illusa di trovarci Alice, vi avrei fatto incontrare a sorpresa. >>

<< Ma non mi hai detto che è uscita con un collega? >>

<< Sì,e vedessi che tipo…un armadio tre ante di noce massiccio.>>

Rose si alza per lasciare passare Eric che si dirige verso il bagno. Torna a sedersi, si protende verso di me e mi guarda scandalizzata. << Beh, tu avevi intenzione di immischiarti nella loro uscita a due? Magari ora sono oltre la parte verbale e si stanno, per così dire, conoscendo meglio… >> Agita  verso di me indice e medio delle due mani per evidenziare il sottinteso.

<< Oh, non credo…non in senso biblico per lo meno. L’hai detto tu stessa che è uscita con un collega. E quello, non è neppure uno qualunque, ma uno dei pochi che possono aspirare a far parte del nostro gruppo. >> Le rispondo mentre il tarlo del dubbio m’assale.

<< E poi, per quanto pazza e spregiudicata possa essere quella ragazza, sa benissimo che sul Dr. Black dovrà, domattina, presentarmi una relazione. >> Ridiamo, insieme, di gusto.

Dopo esserci sparati un giro di Long drinks blandamente alcolici a base di frutta, ci dirigiamo verso casa.

<< Invece tu, Bella, hai trovato qualcuno che ti abbia fatto dimenticare l’affascinante  pilota dell’ Esercito di Sua Maestà? >>

Non le vedo il viso, nel buio dell’abitacolo, ma sento un’ombra di malinconia nella sua voce.

Alle sue parole mi torna in mente il sogno della notte appena trascorsa:

 

…sono leggera e colorata come una farfalla…Mi libro delicata in un meraviglioso luogo ricco di piante e di fiori…guardo le mie mani affascinata dall’aspetto fragile e curato delle lunghe dita. Le unghie sono  perfettamente laccate di rosa pastello. Ai polsi ho tanti sottili braccialettini d’argento che tintinnano musicali…D’un tratto il paesaggio cambia. Sotto di me c’è solo un caldo deserto percorso da dune di sabbia. Lo sto sorvolando quando noto una camionetta in panne col cofano aperto.  C’è un soldato chinato dentro ad esso . Riconosco la figura, è James.  Da dietro una duna sbuca una jeep con tre uomini armati che si dirige spedita verso di lui.

Urlo disperata il suo nome più volte, ma non mi sente…A quel punto mi butto. Spicco il salto da un elicottero su cui non ricordo di essere salita e atterro con una professionale capriola laterale.

Mi alzo in piedi in un attimo, mi posiziono tra James e gli aggressori che nel frattempo stanno puntando le loro armi. Lo proteggo  col mio corpo mentre imbraccio la mitraglietta e faccio fuoco. La jeep e il suo equipaggio saltano in aria in un inferno di fiamme.

Mi volto e mi passo una mano sulla fronte per detergermi il sudore dovuto al calore dell’ esplosione.  Mi guardo intorno  e lo cerco. James mi sta fissando  con un’espressione triste e…delusa? Scuote la testa , sembra…rassegnato. Si gira col suo passo elegante e si allontana…

Calde lacrime mi riempiono gli occhi annebbiandomi la vista. Lo chiamo, ancora, lo supplico di fermarsi. Di nuovo non mi sente.

Mi sveglio di soprassalto inspirando con violenza.

 

<< No. >> le rispondo. << Nessuno che voglia gareggiare in virilità con il mio Breil… >>

L’ultima volta che ho sentito James è stato un anno fa circa. Mi ha inaspettatamente chiamata per complimentarsi per la mia promozione a Comandante. Le parole sono state carine, ma il tono formale, era velatamente acido.

Era stata una gran bella relazione la nostra, durata circa tre anni. Ci eravamo conosciuti a Washington DC. durante un Master di volo tra piloti dei nostri due Paesi. Un amore a prima vista. Mi era venuto incontro e baciandomi cortesemente il dorso della mano, mi aveva chiesto compassato se avessi già un compagno d’esercitazione. Con lui mi ero sentita euforica e piena di sogni. Era riuscito a rendere unico ogni momento in cui stavamo insieme contagiandomi  con il suo umorismo tipicamente anglosassone.

Continuiamo il viaggio in silenzio.

 

Arriviamo davanti alla villetta buia. Scarico i bagagli  e faccio loro strada all’interno. Accompagno Eric nella sua stanza, e Rose nella mia e di Alice, che avevo fatto attrezzare con due letti queen size. Stanotte dormiremo insieme, domani ci organizzeremo meglio.

Siamo quasi pronte per dormire, quando sentiamo rientrare Alice.

Ci mettiamo sedute sul letto aspettandola. Un attimo dopo la vedo fiondarsi dentro e buttarsi al collo di una stupefatta e felice Rose. 

<< Ally, ti prego non respirooo… >>

<< Oh Rose, non è importante, ora che sei qui con noi, puoi morire felice >> le risponde baciandola ripetutamente sulla guancia.

Rose l’allontana e la guarda sorniona.

<< Allora Ingegnere, come è andata la serata? >>

Alice sospira facendo un’elegante piroetta su se stessa.

<< Interessante, non c’è che dire. >> Mettetevi comode, tra un minuto vi racconto.>> Sparisce nel bagno e sentiamo scorrere l’acqua della doccia. Io e Rose ci infiliamo nel letto vicino alla finestra, ed abbassiamo il regolatore della abatjour , lasciando solo una lucetta fioca.

Esce poco dopo odorante di aromi orientali.

<< Beh, ragazze, vi anticipo che siamo stati entrambi molto morigerati e  estremamente professionali. >>

Ci guardiamo per un attimo tra di noi, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

<< Shhhh, che svegliate Eric…>> Ci intima Rose agitando dall’alto in basso la sua mano regale.

<< Ma veramente, credetemi, abbiamo parlato solo di te >> continua bisbigliando e sbattendo le ciglia a mio favore.

<< Tranne quando ehm, ha avvicinato le sue labbra di velluto, si è fatto strada con decisione nella mia bocca e con quella  lingua calda e umida, mi ha dato una esemplare dimostrazione di …speleologia del cavo orale…ahhh. >>

<< A cui ho immediatamente risposto con un attento e scrupoloso esame tattile della sua struttura muscolo-scheletrica dorsale e articolare…mmhh >> Alza gli occhi al cielo e sospira sognante.  Fulminea si riprende e mi  fissa  attenta.

<< Comunque, Bella, è veramente interessato a far parte del gruppo ed io avvallo la sua candidatura! >>

“Professionale, decisa, ma a questo punto cerebralmente compromessa!”

<< Ok >> le dico. << Domani dirò ad Angela di convocarlo nel mio ufficio. >>

<< Bene >> riprende cinguettando lei << allora domani sera al diavolo il club delle zitelle…usciamo tutti insieme, dobbiamo fraternizzare. >>

“ Giusto, FRATERNIZZARE.”

Sarà uno degli obiettivi dei prossimi mesi. Dovremo arrivare preparati tecnicamente al viaggio, ma anche affiatati e abituati agli spazi ristretti.

 

Il mattino dopo mi sveglia il rumore ovattato dell’acqua della doccia. Mi alzo e mi dirigo assonnata in cucina.

<< Buongiorno Capo, vuoi del caffè? >> mi chiede pimpante Alice.

Mi siedo sulla panca affianco ad un perplesso Eric.

<< Avete già fatto le presentazioni? >> Chiedo loro.

<< Sì, certo. Ragazzo simpatico ma fidanzato. Ventisei anni, ha studiato Scienze della comunicazione a Yale. Ha lavorato due anni nella redazione di cronaca politica Al Boston Tribune. Ha conosciuto Rose ad un convegno elettorale del Partito Democratico… >>

Con la bocca ancora piena della brioche con crema danese che sto masticando, mi rivolgo a Eric che divertito scuote la testa.

<< Tutto giusto, si è dimenticata qualcosa? >> Gli chiedo.

<< No, a parte il fatto che mia madre si chiama Grace, ed ho avuto il morbillo a sedic’anni, credo non abbia tralasciato nulla. >>

Alice sedendosi mi spara una linguaccia.

Dopo esserci tutti preparati, ci dirigiamo a bordo della mia auto verso la Base. Al cancello principale i due giovani soldati di guardia, in tuta mimetica e armati di mitra, ci fanno passare salutandomi con reverenza.  L’auto di Alice è ancora nel parcheggio dove l’aveva lasciata il pomeriggio prima.



Cosa ve ne pare del "pomiciamento tecnico?" Ehhh sti scienziati, vi saluto di nuovo e vi chiedo scusa se ogni capitolo ha un aspetto editoriale diverso, sono ancora maldestra con l'editor.
P,S: se tutto prosegue bene penso di postare ogni domenica.
Bacibacibaci

  
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