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Autore: Lules    03/02/2013    0 recensioni
-Credevo non arrivassi più-.
Draco sospirò. –Lo sai che non posso materializzarmi, devo per forza venire a piedi-.
-Lo sai che esistono i mezzi Babbani, vero, Draco?-, disse Astoria.
Draco si passò una mano fra i capelli e sbuffò. -Ti ho già detto che non voglio prenderli-.
-Sei più testardo di un mulo-.
-E tu mi sembri un disco rotto, quando attacchi con questa storia-.
-Che idiota-, esordì lei, indignata.
Draco osservò il profilo altezzoso della ragazza.
Forse aveva ragione lei; forse era un idiota.
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Questa sarà una raccolta di momenti di vita quotidiana/missing moments sulla coppia Draco-Astoria...passate in tanti! :)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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*piccola introduzione*
Alloraaaaa, questa sarà una raccolta di momenti mancanti e parti di vita quotidiana di Draco e Astoria, che comprenderanno vari periodi della loro vita(soprattutto la parte che va dal loro primo incontro alla pace dopo la II Guerra Magica). Spero che qualcuno possa essere interessato, alla rpossima, Lules:)
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-Credevo non arrivassi più-.
Una ragazza minuta, dai capelli neri e gli occhi smeraldini si alzò in punta di piedi per posare un lieve bacio sulla guancia del ragazzo biondo, alto parecchi centimetri più di lei, a cui aveva appena aperto la porta.

Draco sospirò. –Lo sai che non posso materializzarmi, devo per forza venire a piedi-.

Astoria gli tenne la porta aperta e aspettò che lui fosse entrato prima di chiuderla. Seguì il ragazzo, che si accomodò senza tanti complimenti sull’immenso divano del salone di casa Greengrass.
-Lo sai che esistono i mezzi Babbani, vero, Draco?-, disse lei,  dirigendosi verso la cucina a prendere il tè fumante che evidentemente aveva preparato appena prima che arrivasse lui.

Draco si passò una mano fra i capelli e sbuffò. -Ti ho già detto che non voglio prenderli-.
-Sei più testardo di un mulo-.

-E tu mi sembri un disco rotto, quando attacchi con questa storia-.

Astoria porse una tazza a Draco e si sedette affianco a lui, stando bene attenta a mantenere una certa distanza.
-Che idiota-, esordì lei, prima di portarsi la sua tazza alla bocca.

Draco osservò il profilo altezzoso della ragazza, tutta intenta a sorseggiare con una certa grazia il suo tè.
Forse aveva ragione lei; forse era un idiota.

Usciva dalla sua casa di Bethnal Green, nella quale abitava con sua madre (poiché era stata l’unica proprietà dei Malfoy che il Ministero della Magia aveva autorizzato ad essere abitata dopo averla perquisita da cima a fondo), alla una del pomeriggio, e camminava fino a South Kensigton( luogo in cui si ergeva il maestoso e secolare palazzo dei Greengrass), impiegando due ore del suo tempo, quattro ore in totale contando il ritorno.  Svolgeva questa azione due volte la settimana, e tutto per trascorrere un quattro o cinque ore in compagnia di Astoria( i genitori e la sorella di lei in quel periodo si trovavano nel loro Maniero di campagna, nel Derbishire). Quando era Astoria a doverlo raggiungere in Bethnal Green, non si faceva assolutamente il problema a prendere metro o autobus (avendo sedici anni e mezzo, non poteva fare altrimenti).

-Ministero del cazzo-, farfugliò il ragazzo di rimando.

-Li puoi forse biasimare, Draco? Non credi sia stato già abbastanza generoso da parte loro lasciarti libero -dopo solo due mesi- di girare a zonzo per Londra? Non sei nemmeno in libertà vigilata, sai che roba non potersi materializzare…-, ringhiò Astoria, concentrandosi sul non tirare la tazza in testa al ragazzo.

-Venirti a trovare per te è girare a zonzo?-, esclamò Draco, -devo fare una sacco di chilometri per arrivare fin qui, ogni volta! Hai idea di quanto mi facciano male i muscoli e tutto il resto quando torno a casa?-.

-Guarda che il tuo prezioso e affaticato sedere lo puoi anche tenere a casa tua, nessuno ti obbliga a venire fin qui spaccandoti le gambe per fare tutta quella strada che potresti benissimo farti con i mezzi, se solo non fossi così idiota!-.

Draco ghignò. –“Nessuno  ti obbliga a venire qui”, disse Miss Disco Rotto 1998! Dacci un taglio Greengrass, per favore…
 Astoria si alzò di scatto dal divano, con una certa forza, e per lo spavento Draco rovesciò metà del contenuto della tazza che teneva fra le mani sul tappeto.
-E’ inutile parlare con te, dire che capisci niente sarebbe un complimento!-, soffiò poi lei, e senza più dire niente, si allontanò a grandi falcate in direzione della sua camera.

Draco sentì fin troppo bene il rumore della porta sbattuta violentemente.
Si alzò dal divano, asciugò velocemente il tè sul tappeto con la bacchetta e, furente, si diresse verso la camera di Astoria.
Tentò di aprire la porta, ma scoprì subito che era stata chiusa a chiave.

-Cristo Astoria, aprimi!-.

-No, vattene via!-.

-Ok. Alohomora-.

La trovò seduta sul letto, con gambe e braccia incrociate. –Vai fuori-.

-Non ti scomodi neanche di alzarti e cacciarmi personalmente?-, sogghignò Draco. Il ghignò si tramutò quasi all’istante in un sorriso. –Non te la prendere, dai-, disse, raggiungendola a sedersi sul letto. Astoria si allontanò da lui immediatamente.

-Sai qual è la cosa che mi fa arrabbiare più di tutte?-.

-No-.

-Che non ci provi nemmeno a capire il perché io sia tanto arrabbiata-.

Draco sospirò. –Invece sì. Tu vuoi che capisca che "chi è causa del suo mal pianga se stesso"-.

-…Esatto. Allora perché non puoi semplicemente mettere da parte l’orgoglio e provare a comportarti da persona civile?-.

Draco ridusse gli occhi a due fessure. –Credevo che lo stessi già facendo. Camminare ogni giorno in mezzo ai Babbani è da persona civile, no?-.

-No Draco. Farlo e basta non significa crederci veramente-.
  
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