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Autore: Nami88    03/02/2013    7 recensioni
L'arrivo di una lettera, una rimpatriata con un vecchia conoscenza e una nuova occasione per Nami e Zoro per scoprire la loro complicità dopo due anni di lontananza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Dopo un bel po' di tempo (come al solito) sono tornata con questa fanfic che avevo iniziato ben due anni fa in occasione del concorso estivo riguardante proprio l'estate ma che poi non ho mai avuto tempo di finire. Ebbene, dopo mesi e mesi e mesi, l'ispirazione ha bussato alla porta per finire questa storia che in realtà era quasi finita... mi mancava pochissimo ma poi sono successe un sacco di cose e la abbandonai.

Ora eccola per voi: ritroviamo Nami e Zoro di nuovo in navigazione con la ciurma poco tempo dopo essersi riuniti.


Dedicata al mio amore, che condivide questa mia passione per Nami e Zoro e che ha la pazienza di leggerle. E dedicato all'estate, che probabilmente da quest'anno diventerà la mia stagione preferita... o forse lo è già.


Buona lettura!






title


“Ecco. 45 gradi a sud-est…una bella linea dritta. Così. Questo pennino è davvero fantastico. È costato qualche soldo ma ne è decisamente valsa la pena!...e ora, 30 gradi verso nord”.

« Namiiiiiiiiii! Ehi Namiiiiiii! »
Rubber irruppe nella stanza sbattendo la porta.
« Rubber – ringhiò Nami sommessamente – che cosa vuoi? Non vedi che sto lavorando?! E per l’ennesima volta, ti sembra il modo di entrare?! Non ti hanno insegnato a bussare sull’Isola delle Donne?! »
« Mmmm – ci pensò su – là non hanno le porte… Almeno stavolta ho usato la porta! Eh eh eh! »
Nami sospirò sconsolata.
« Allora, dimmi. Che c’è? » posò il pennino e si voltò verso Rubber, che sorridente sventolava una busta bianca con la mano destra.
« Vuoi darmela o pensi di tenerla in mano ancora per molto?! »
« Oh sì, scusa! Ecco, tieni » disse porgendogliela e sistemandosi il cappello.
Nami l’afferrò e la guardò diverse volte fronte e retro; la sua attenzione venne catturata dal sigillo che chiudeva la busta. Vi era raffigurato un cobra che, chiuso a cerchio, era circondato da alcuni raggi solari stilizzati. Il sole. Quel simbolo le ricordava qualcosa. Aprì dunque il secondo cassetto della scrivania e ne estrasse il tagliacarte.
« Rubber – ringhiò di nuovo – costa stai facendo? » sentendosi il fiato sul collo. Rubber infatti le si era posato sulle spalle come un avvoltoio.
« Voglio sapere che c’è scritto e chi te le manda » confermò il capitano.
Nami sorrise istericamente. « Scusami tanto – disse afferrandolo per il colletto della maglia – ma posso avere la mai privacy?! Fuori di quiii! » lanciandolo fuori dalla porta per chiudersela subito dietro, a chiave.
Rubber si rialzò e con la testa dolorante per aver sbattuto contro la parete del corridoio raggiunse i compagni in cucina, con il broncio.
« Ahi ahi ahi, che botta »
« Rubber! » gridò Chopper scandalizzato. « Cos’hai fatto in testa?! Hai un bernoccolo gigantesco! Fammi vedere! ». Rubber si sedette e cominciò a farsi curare da Chopper.
« Nami ha ricevuto una lettera e gliel’ho portata! Ahia! »
« Sta fermo! »
« Capisco » disse Sanji. « E scommetto che ti sei voluto fare gli affaracci suoi e ti ha sbattuto fuori. »
« Precisamente » confermò Rubber adirato.
« E cosa ti aspettavi Cappello di Paglia? Sei il solito impiccione » disse Franky.
« Una lettera… Che sia di uno dei suoi spasimanti? » ipotizzò Usop catturando l’attenzione del cuoco.
« Spasimanti??? Quali spasimanti?! » gridò Sanji trasfigurato.
« …Fatti gli affari tuoi, cuoco da strapazzo. »
« Come dici scusa??! Chi ti ha interpellato, testa di muschio?! E poi sono affari miei! »
« No, non lo sono. »
« Vuoi forse dire che sono tuoi??! »
« Assolutamente no, brutto rincitrullito che non sei altro. Critichi Rubber perché si fa gli affari di Nami ma tu non sei da meno, sei un bel fanfarone. »
« Prova a ripeterlo verza! »
« Non ci penso due volte! » Zoro appoggiò subito la mano sulla spada.
« Siamo alle solite » osservò Usop.
« Sei stato tu a stuzzicarlo però… » osservò Robin divertita.
« Nah, ha fatto tutto da solo. »

« Ragazziiiiiiiiiiiii! » Nami irruppe con una forza mostruosa in cucina. « Ottime notizie!!! Presto! Riunione di famiglia! Andate a chiamare Brook! »
« Vado subito capo! » confermò Franky uscendo. « Ehi Mucchio d’Ossa!! Dove ti sei cacciato?! »
« Non ero io quello che non doveva sbattere le porte?! Eh, Nami?! »
« Scusami ma le mie orecchie non sentono! »
« Figuriamoci »  s’imbronciò Rubber.
« Presto presto presto! »
« Arriviamo dolcezzaaa!!! »
Anche Brook entrò, canticchiando e facendo roteare elegantemente il bastone, prendendo posto al tavolo, insieme a Franky e agli altri. Nami restava in piedi a dare l’annuncio.
« Riguarda la lettera?! Cosa c’è scritto?! »
« Calma Rubber, ora arrivo al punto. Stamattina – cominciò la navigatrice – ho ricevuto questa lettera--- »
« Sì, lo sappiamo. Va avanti » la interruppe Usop, mimando con le mani.
« S-Stavo dicendo che Ho ricevuto questa lettera – sventolandola – e sapete cosa dice? »
Nessuno rispose, attendevano che Nami lo dicesse loro e non volevano toglierle il privilegio della suspense. O sarebbero stati guai.
« Bene, visto che non lo sapete… »
“E come potremmo saperlo?” pensò Zoro sollevando gli occhi al cielo.
« …ve lo dico io: Bibi ci invita a passare qualche giorno di meritata vacanza sull’isola di Niji Nest, nella sua tenuta estiva! ».
La ciurma attese qualche istante per poi esplodere di gioia.
« Evvivaaaaa si va in vacanza! » Usop e Chopper si misero a ballare insieme a Rubber. « Evviva evviva evviva evviva! »
« Sìììììì! Tripudio di felicità! Una nuova occasione per ammirare Nami e Robin in costume! »
« Maniaco. »
« Yohohohoho! Potrò lavorare sulla mia abbronzatura! »
« Ma Brook – osservò Rubber cadendoci come un allocco – tu non hai la pelle! »
« Lo so! Yohohohohoho! Scherzo da scheletro! »
« Eh eh eh eh! » Rubber lo abbracciò e lo trascinò nelle danze.
« Supeeeer! Mi ci voleva proprio un po’ di vacanza! »
« Sono d’accordo con Franky » osservò Robin. « Navighiamo sempre ma in effetti non ci riposiamo mai davvero! Quando l’ha spedita? »
« Quando l’ha spedita dici? » Nami la riaprì e osservò la data. « Fammi un po’ vedere… A febbraio. »
« Caspita! Quanto tempo! Forse prevedeva che il News-Ku ci avrebbe messo molto tempo a trovarci… »
« Rubber… mi stupisci. Sarà andata così » confermò Nami.
« Finalmente potrò conoscere la famosa principessa Bibi! Yohohohoho! »
« Giù le mani da lei Brook! Ha capito??! »
« Che bello! Falò sulla spiaggia… grigliate al chiaro di luna… non vedo l’ora! » sospirò Chopper.
« Ehi Nami! » la chiamò Usop.
« Sì? Che c’è? »
« Quanto siamo distanti? »
« Non lo so. Ma Bibi mi ha fatto trovare anche un Logpose nella busta quindi non c’è problema. Comunque - osservando una cartina geografica recentemente appesa alla parete della sala da pranzo – direi non più di una settimana, probabilmente meno se ci sbrighiamo e se abbiamo il vento favorevole! »
« Suppppeeeer! Yeah yeah yeah! »
« Sì sì, anche noi siamo contenti ma ora calmati Rubber! Scusate un secondo – disse Nami guardandosi attorno – dov’è finito Zoro?! Non era qui quando sono entrata?! »
« Già, è vero. Che strano. Riesce ad andarsene senza farsi sentire. Che fenomeno! »
« Forse è andato ad allenarsi. Sono le undici e mezzo di sera… »
« No Chopper – disse Sanji guardando fuori dalla finestra – sul ponte non c’è. »
« Mmm… che non stia bene? »
« Figuriamoci! È solo il solito pigrone. Ma ora ci penso io a svegliarlo. Come si permette di andarsene mentre sto parlando?! »
« Non fargli troppo male! Yohohohoho! ».

Nami uscì e si diresse di gran carriera verso il dormitorio dei ragazzi.
TOC TOC TOC.
« Zoro? » lo chiamò a bassa voce da fuori la porta, trattenendo un certo nervosismo.
Nessuna risposta.
Digrignò i denti.
!!!! TOC TOC TOC !!!!
Ancora niente.
Allora poggiò l’orecchio alla porta ma non si sentiva nulla. Eppure doveva essere lì, per forza.
“Che non stia bene davvero?”si domandò.
Sapeva bene che a Zoro non piaceva essere disturbato mentre dormiva, tuttavia… se avesse avuto bisogno di qualcosa? Restò ad aspettare vinta dalla sua indecisione, con la maniglia fra le mani. Finalmente poi si decise e la girò per entrare.
« Zoro – bisbigliò con un filo di voce – sto entrando, s-se non vuoi dillo subito. » imbarazzata.
Ma nessuna risposta.
Allora continuò ad aprire la porta, così piano che non la fece nemmeno cigolare come spesso capitava quando la si apriva. L’aprì di pochissimo, quel poco che bastava per farla passare, per poi richiuderla subito con la stessa accortezza. Fatto ciò, vi si appoggiò di schiena e sospirò silenziosamente. Ora poteva respirare, sempre con molta attenzione.
“È buio pesto” pensò fra sé e sé.
Non aveva mai visto un buio così buio. Non un solo microscopico raggio di luce filtrava, nemmeno dal corridoio passando sotto la porta.
Ascoltando con attenzione si sentiva un respiro.
“Allora è qui”.
Sì e stava dormendo. Il respiro era pesante e a tratti gutturale. Stava dormendo, di gusto.
Che fare ora? Nami sapeva che il letto di Zoro era il secondo in basso sulla destra, tra i letti a castello. Cominciò ad avanzare portando le braccia avanti e andando a tentoni. Fece quattro passi, accompagnati dal suono del tacco sul pavimento in legno e ogni passo sembrava  risuonare come un’esplosione così che le faceva fare una smorfia ogni volta; finalmente trovò il primo letto sulla destra. Lo sentì con il piede. Quello di Rubber e Franky. Perfetto.
“Ancora due passi poi giro a destra e ci sono”.

Arrivata si scoprì di nuovo indecisa: “Che sia giusto svegliarlo? Potrebbe arrabbiarsi, conoscendolo”  fece una smorfia.
“Però è tardi per avere questo tipo di indecisione, ormai sono qui!”
“Tuttavia… se a quest’ora non si allena forse davvero non sta bene… Non è da lui. Sarebbe meglio controllare in ogni caso”.
Si avvicinò al bordo del letto, ed era il letto giusto perché il respiro di Zoro era chiaro e forte. Tese la mano ma si bloccò. “P-Perché diavolo sono così agitata?! D-devo solo allungare una mano, anzi no, un dito, verso di lui e svegliarlo”.
Fece un bel respiro e deglutì. Iniziò la corsa lenta del suo braccio per andare a scuotere Zoro, sperando di tastare il punto più giusto, quando improvvisamente, ancora prima che potesse rendersene conto e ancora prima di poter reagire, si trovò scaraventata contro la parete con una mano pesantemente pressata sul volto e una lama fredda che le sfiorava il collo.
Nami era sotto shock. Il suo respiro divenne ansimante accompagnato dal rimbombo del suo cuore. La lama poi venne posata; Zoro accese la luce dalla lampada ad olio sul proprio comodino e mollò la presa. Nami scivolò a terra a ridosso della parete, ancora tremante.
« Nami, sei tu » disse indifferente.
«  MA SEI IMPAZZITO?! » gridò, ancora cercando di trovare fiato.
« Pensavo fossi un ladro o un furfante che voleva cogliermi nel sonno » disse sedendosi sul letto e rinfoderando la spada. « Ma che ore sono? »
« TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI COMPORTARSI?! PORTARE UNA LAMA ALLA GOLA ALLA PRIMA PERSONA CHE ENTRA IN CAMERA TUA?! »
« Ti ho già detto che non l’ho fatto apposta. Se poi tu avessi bussato o ti fossi annunciata non ti sarei saltato addosso, stupida che non sei altro. »
« PER TUA INFORMAZIONE, L’HO FATTO! E TU NON HAI RISPOSTO! »
« Stavo dormendo. Potevi accendere la luce. »
« TEMEVO DI DISTURBARTI E LO STUPIDO SEI TU! MA GUARDA TU, UNO SI PREOCCUPA E QUESTO È IL RINGRAZIAMENTO! » disse dirigendosi verso la porta infuriata.
« Ormai mi hai disturbato, quindi cosa vuoi? »
Nami si voltò arrabbiata ed incredula. « Volevo solo chiederti se stai bene, visto che solitamente a quest’ora ti alleni e te ne sei andato all’improvviso dalla cucina, ancora prima che potessi fare il mio annuncio. Volevo dirti che Bibi ci ha invitati a passare qualche giorno di vacanza nella sua tenuta a Niji Nest, la lettera era sua. »
« Ah, d’accordo. Comunque sia, in effetti, non mi sento bene – massaggiandosi le tempie – ho mal di testa. »
« Beh, arrangiati » aprendo la porta. « La prossima volta ci penserai due volte prima di saltarmi alla gola! Scriteriato! » gridò sbattendola e camminando pesantemente lungo il corridoio.
« Guarda che io non ho chiesto il tuo aiuto… » disse Zoro quando Nami era già uscita. « Che caratteraccio… »

…più tardi…
« Nami, dove vai a quest’ora? Sono le due passate. »
« Robin, e tu che ci fai sveglia? »
« Sai che ho il sonno leggero. Sarà un’ora che ti rigiri nel letto. »
« Oh, scusami. »
« Non preoccuparti. Quindi? Dove vai di bello? » con aria furbesca.
« A…… A prendere un sorso d’acqua » improvvisò. « Torno subito. »

In realtà, Nami non sarebbe andata in cucina. Andò invece in infermeria e cominciò a frugare tra le ampolle e le boccette che Chopper teneva ordinatamente sui suoi scaffali.
“Ma dove sono?...... Queste no, nemmeno queste…… Queste nemmeno… Ma dove saranno?! Ah! Eccole finalmente! Ce ne sono ancora due!”. Aprì la boccetta e le rovesciò su di un foglietto di carta quadrato, accartocciandolo accuratamente fino a farlo diventare piccolissimo. Uscì dallo studio del dottore e si diresse verso la camera dei ragazzi.
“Ma perché lo sto facendo?! Quel cavernicolo non si merita niente… Però… I-Io sono superiore!”.
Come aveva fatto poche ore prima, schiuse la porta facendo entrare una striscia di luce azzurra proveniente dal corridoio.

                « Oh Nami tesoro. Non puoi chiedermi di scegliere tra te e la dolce Robin… »
                « Carnecarnecarne… caaarnecarnecarne… »
                « Attenti a voi filibustieri da strapazzo, io sono il grande capitano Usop! »
                « Yohohohoho! No signorina, la prego, più in basso… »

“Oddio che schifo! Non voglio ascoltare!”
“Parlano tutti nel sonno… che sciocchi. Sono tutti dei bambini troppo cresciuti… a parte Sanji e Brook – rivolgendo loro uno sguardo sconsolato – loro… beh… lasciamo stare. Zoro però non c’è…”

Nami strabuzzò gli occhi e guardò meglio attraverso la penombra, cercando di scoverne la figura. No, non c’era davvero, il letto era vuoto e in ordine, e se ne meravigliò. Sbuffò e andò verso l’unico luogo in cui poteva trovarsi lo spadaccino: il ponte. Infatti, ancora prima di uscire, poteva sentirlo allenarsi.
“Il solito sconsiderato… ha mal di testa e si allena”.
Lo raggiunse.
« Ti sembra una cosa intelligente allenarti se non ti senti bene? »
« E a te diverte interrompermi di continuo? »
« No, affatto. Ti ho solo portato queste » disse lanciandogli il cartoccio bianco.
Zoro le afferrò al volo. « Che roba è? »
« Qualcosa che ti aiuterà. Una stasera e una domattina. Non chiedermi perché lo faccio » disse Nami rientrando.
Zoro infatti non lo fece e non ringraziò. Sicuro che se ne fosse andata, aprì il cartoccio e vi trovò due pilloline rosse; ne ingoiò una e richiuse l’altra nella carta, infilandola in tasca.

La mattina seguente, a colazione, Chopper chiese a Zoro se fosse tutto a posto non essendosi fatto vivo tutta la sera precedente. Lo spadaccino confermò di stare bene e, dopo una colazione abbondante e nutriente accompagnata dai soliti battibecchi, la ciurma preparò la Sunny per raggiungere Niji Nest.
La settimana trascorse velocemente e finalmente il piccolo paradiso tropicale compariva all’orizzonte.

   
 
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