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Autore: Thirteen1324    03/02/2013    0 recensioni
"Quegli occhi, quegli occhi azzurri li avrei rivisti. Ne ero sicura, lo avrei trovato..."
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla vista di quello strano oggetto, buttato lì in un angolino della desolata stazione di Portland,alle sei del mattino, rabbrividì. Era molto lontano da me, ma di qualsiasi materiale fosse fatto, brillava, brillava di luce propria ed io riuscivo a vederlo, in ogni caso era abbagliante e di certo avrebbe attirato l'attenzione di qualunque passante, se ce ne fosse stato almeno uno a quell'ora, e di certo quell'oggetto non sarebbe stato lì al mio arrivo alla stazione. Il mio treno sarebbe arrivato a minuti e avrei dovuto solo percorrere due binari per arrivare a quella strana luce e fare mi quell'oggetto. Mi feci carponi verso la linea gialla e scesi il gradino . Con molta calma percorsi i binari. Il silenzio regnava durante il mio tragitto e un'atmosfera di suspance mi avvolse completamente, rendendomi quasi incosciente. Riuscivo a sentire lo scricchiolio dei sassolini bianchi sparsi sul terreno dei binari, li percorsi interamente. La luce si faceva sempre più vicina a me, fino a ritrovarmela sotto gli occhi, il momento in cui riuscii a capire perfettamente l'entità di dell'oggetto. Mi chinai sulle ginocchia per raccoglierlo. Ci misi un bel pò ad afferrarlo poiché la luce che emanava era accecante. Lo strinsi in mano per ridurre la luminosità e avvolta da un senso di leggerezza, in pochi secondi mi trovai di nuovo sui binari. Un rumore mi rimbombava nella testa e una luce rossa e bianca mi abbagliava. Ripresi il controllo, ora sentivo tutto perfettamente e niente più mi offuscava la vista...se non i fari del treno in arrivo. In una frazione di secondo capii che quel rumore che sentivo non era all'interno della testa, ma all'esterno, era il rumore di una locomotiva, e io gli ero di fronte. Avrei voluto scappare, ma ero come paralizzata, immobile. Tolsi gli occhi dalla locomotiva e guardai intensamente l'oggetto che mi ero procurata. Sentivo che sarei morta. Persi completamente la speranza di sbloccarmi da quello stato di paralisi totale. Quindi chiusi gli occhi, ma tenni ben aperta la mente. Immaginai di essere in spiaggia, su una delle più belle spiagge dell'oceano pacifico. Passeggiavo lentamente sulla riva del mare, con i capelli al vento, l'aria che mi rinfrescava il viso, le goccioline d'acqua ormai diventate vapore che mi bagnavano le mani, come fosse sudore, quel fastidioso sudore che nei momenti di nervosismo ti ritrovi sul palmo e tra le dita delle mani. Ma oltre al sudore non c'era nient altro di fastidioso in quel momento. Pian piano mi immersi in mare fino a trovarmi completamente come in una scatola d'acqua. Ero in apnea. Emettevo bollicine, bollicine che contenevano ognuna una scena di un ricordo della mia infanzia o comunque del mio passato. Il mio primo giorno di scuola, la mia prima cotta, la mia prima gara di nuoto, ma poi quelle bollicine mostrarono i ricordi più lancinanti, delle coltellate al cuore. La mia famiglia. Quel petto che ti teneva al calduccio quando eri neonato, quell'amico che ti insegnava a giocare a tennis, quelle persone che ti prendevano in giro, ma solo per renderti più forte. Ma poi niente più. Niente più bollicine di ricordi. VUOTO. Stavo annegando, non avevo più riserve di ossigeno, e mi lasciai andare. All'improvviso mi avvolse il silenzio e ci fu il buio.                                                                        

<Heyyy, che diamine stai facendo?! Sei impazzita?> urlò qualcuno rompendo il silenzio.

Riaprii gli occhi che ne incrociarono degli altri. Erano di un azzurro intenso, mi scaldarono il cuore. Sentii lo stomaco sotto sopra. Quegli occhi non li avrei scordati facilmente, lo sentivo.                                                              


<Levati di lì, forza! Sei stupida forse? Ma cosa fai? Oh diooo> gridò ancora più forte.

Non sentii più quella voce, non sentii più niente, se non una forte pressione sui fianchi e un calore che mi avvolgeva completamente, e quel calore mi faceva sentire al sicuro. Vedevo di nuovo la spiaggia e le nuvole ed il cielo, un impressionante azzurro cielo. Tornai alla realtà e mi accorsi di essere ancora viva, ma non capivo cosa stesse succedendo. Un dolore lancinante alla testa e al cervello mi fece perdere i sensi e svenni, per la prima volta nella mia vita, ma almeno non morii, per la seconda volta nella mia vita...


 

  
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