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Autore: Eowyn 1    05/02/2013    2 recensioni
John si riscosse all’improvviso dallo stato di trance in cui si trovava. Qualcuno, giù in Baker Street, aveva appena suonato il clacson.
Scosse leggermente la testa, come a voler cacciar via quelle parole che gli rimbombavano nella mente, ma che ancora non era riuscito ad accettare.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Sig.ra Hudson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati solo pochi giorni dalla “morte” di Sherlock

Sono passati solo pochi giorni dalla “morte” di Sherlock. Ho provato ad immaginare come potesse stare Watson e come potesse sentirsi. Beh, vi lascio alla fan fiction, ci risentiamo alla fine.

p.s. Scusate per il titolo… so che è penoso ma io… fantasia zero! J

 

 

 

SHERLOCK HOLMES è MORTO

 

 

 

 

Morto MORTO morto MORTO Sherlock Holmes è morto MORTO mOrTo SHERLOCK ShErLoCk HOLMES morto…

 

 

John si riscosse all’improvviso dallo stato di trance in cui si trovava. Qualcuno, giù in Baker Street, aveva appena suonato il clacson.

Scosse leggermente la testa, come a voler cacciar via quelle parole che gli rimbombavano nella mente, ma che ancora non era riuscito ad accettare.

 

 

Sherlock Holmes è morto.

 

 

Lo sguardo fisso davanti a sé, su quella parete imbrattata di giallo. Lo smiley che Sherlock aveva disegnato ancora sorrideva sulla carta da parati, ravvivando un po’ la tappezzeria scura.

John la guardò con aria di sfida: come poteva ridere in quel modo?

Il Dottor Watson assottigliò leggermente gli occhi, scrutando con odio quello smiley che pareva lo stesse prendendo in giro.

« Sherlock Holmes è morto. » bisbigliò piano « Sherlock Holmes è morto! Morto! Come puoi ridere così? » gridò infine. Si alzò di scatto dalla sedia, estrasse la pistola e sparò un colpo, centrando in pieno la faccia che gli sorrideva con quell’espressione così irritante. Quindi ricadde pesantemente all’indietro: « Morto. »

 

« John! » fu questione di pochi secondi, e la voce della Signora Hudson lo raggiunse dalle scale.

Sentì la vecchina che saliva correndo, per poi spalancare la porta di colpo. Aveva il fiatone, e di certo alla sua età certi spaventi e certe corse non le facevano bene. John si sentì terribilmente in colpa, ma l’unica cosa che era in grado di fare, in quel momento, era rimanere seduto con lo sguardo fisso davanti a sé, cercando di scollegare il cervello da quel recente avvenimento che continuava a tormentarlo.

« John… » la Signora Hudson pareva essersi calmata un po’. Probabilmente aveva temuto che l’uomo avesse commesso qualche sciocchezza.

Gli si avvicinò con gambe tremanti e gli posò dolcemente una mano sottile sulla spalla. John sussultò, come se non si fosse accorto di nulla, come se non si fosse reso conto che la sua padrona di casa era entrata nell’appartamento e gli si stava avvicinando. Eppure, aveva notato che lei pareva spaventata e si era anche sentito in colpa, ma poi aveva scollegato la mente, di nuovo… un’altra volta. E quando succedeva, poteva anche crollare il mondo, ma lui non se ne sarebbe accorto.

La psicologa riteneva che non fosse una reazione corretta. Sosteneva che scollegare la mente dal dolore non lo aiutasse a superarlo, e lui lo sapeva benissimo. Era un dottore, era stato in guerra, aveva visto centinaia di persone morire. Lo sapeva benissimo, ma in quel momento ancora non riusciva ad affrontare la situazione.

Era successo solo pochi giorni prima. Troppo poco tempo prima…

 

 

Sherlock Holmes è morto.

 

 

« John! » la Signora Hudson lo chiamò di nuovo, dolcemente, scuotendolo leggermente per la spalla « Come ti senti, caro? »

Ma John non trovò le forze per risponderle, e si limitò a fare un cenno di assenso con la testa.

« Ti preparo una tazza di tea, mh? »

« Lei non è la nostra… non è la mia cameriera, Signora Hudson! » esordì John con voce dura.

La donna ritrasse la mano rimanendo di stucco. Il Dottor Watson non l’aveva mai trattata così, non le aveva mai parlato con quella voce.

Di fronte all’espressione ferita dell’anziana, finalmente John parve riscuotersi e rendersi conto del modo in cui le aveva appena parlato.

« Oh, i-io… io… le chiedo scusa. Mi scusi Signora Hudson! Non so cosa mi sia successo. »

La donna lo guardò con un’espressione dolce:

« Non si preoccupi: è normale. »

L’uomo la osservò con aria persa, sembrava non capire.

« Eravate diventati grandi amici, è normale che ora lei si senta così. »

John abbassò il viso, e un sorriso stanco gli increspò le labbra.

« In guerra ho visto tanta gente morire, Signora Hudson. Pensavo di averci fatto l’abitudine, ma a quanto pare a certe cose non ci si può abituare. »

« La morte è sempre dura. » disse lei scuotendo la testa tristemente « E lo è ancora di più quando a morire sono le persone per cui proviamo affetto. »

John rimase in silenzio, ma il suo cuore gridava nel petto. Gridava così forte che l’uomo temeva che l’intera Baker Street potesse sentirlo.

« È ancora valida la proposta per una tazza di tea? » domandò infine.

« Ma certo! » sorrise la Signora Hudson avviandosi verso il suo appartamento « Vado a prepararla, lei mi aspetti qui. »

« Pensavo che dopo potremmo andare al cimitero. » disse distrattamente Watson.

La Signora Hudson si volse a guardarlo con un’espressione triste negli occhi: sapeva quanto soffrisse John ogni volta che tornavano a casa dal cimitero. Si era accorta del silenzio in cui si chiudeva quando andava a fare visita alla tomba di Sherlock, era peggio del silenzio in cui si chiudeva normalmente da alcune settimane a quella parte.

« Ho visto che questa mattina avete comprato dei fiori nuovi. Ho pensato che li avesse presi per lui. » disse John quasi per giustificarsi.

La Signora Hudson sorrise e annuì.

« Allora vado a preparare il tea, e poi andiamo. »

E John tornò a fissare dritto davanti a sé.

 

 

Sherlock Holmes è morto.

 

 

Un suono proveniente dal suo portatile lo riscosse all’improvviso. Lo aprì, e davanti ai suoi occhi comparve la scritta nera ormai troppo conosciuta: “SHERLOCK HOLMES è MORTO”. Il titolo dell’ultimo articolo che aveva inserito nel suo blog.

Controllò cosa avesse prodotto quel suono poco prima e, come si aspettava, comparve l’avviso che qualcuno aveva aggiunto un nuovo commento nel blog, qualcuno che voleva saperne di più sulla morte di Sherlock. Ormai i messaggi che riceveva erano tutti così, tutti uguali, e pareva che quella marea di curiosi non volesse dargli tregua e rispettare il suo silenzio e il suo dolore.

Chiuse il computer e si alzò lentamente dalla sedia. Osservò ancora per qualche secondo lo smiley giallo. No, non lo poteva sopportare… ma non avrebbe mai avuto il coraggio di cancellarlo.

Sospirò e si diresse verso l’appartamento della Signora Hudson.

 

 

Shelrock Holmes è morto.

 

 

Quelle parole ancora rimbombavano nella sua testa.

 

 

Sherlock è morto.

 

 

E non gli davano tregua, notte e giorno.

 

 

Il mio migliore amico è morto.

 

 

 

 

 

 

Eccoci qui…

Sono una fan di lunga data del Signore degli Anelli (sì, ok so che non ve ne frega niente… J ma è per spiegarmi!)… con l’uscita dello Hobbit, ho avuto la fortuna di conoscere quel grande attore che è Martin Freeman e, interessandomi alla sua filmografia… ho avuto di conseguenza la fortuna di conoscere quell’altro grande attore che è Benedict (spero di scrivere giusto il cognome XD ) Cumberbatch.

Di conseguenza mi sono sparata, con la mia amica, le prime due serie di Sherlock, innamorandomi di questo telefilm e, ovviamente, anche di Sherlock e John.

Questo è il mio primo tentativo di fan fiction in questo fandom… spero vi sia piaciuta, spero di non essere andata OOC… e spero soprattutto che esca presto la terza stagione di Sherlock, perché voglio scoprire cosa cavolo ha combinato Sherlock e soprattutto come reagirà Watson! J

Grazie per aver letto e… stay Sherlocked! ;)

Eowyn 1

   
 
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