No one
understands me quite like you do,
Through all of the shadowy
corners of me.
I never knew what it was about
this old coffee I
love so much,
All of the while I never knew.
I think that
possibly
Maybe I'm falling for you.
Yes,
There's a chance that
I've fallen quite hard over you.
(Falling
in love at a Coffee Shop, Landon Pigg)
Melinda
era andata a casa, stavano iniziando a chiudere e avevano abbassato
le luci; Rory rimase ad aspettare Darla, visto che poi sarebbero
uscite insieme. Rick stava sistemando la sala videogiochi e Darla era
nel magazzino, così Rory si avvicinò al bancone, verso Jess.
-
Il mio cd? Che fine ha fatto? - chiese, alzandosi in punta di piedi
per appoggiare gli avambracci al legno del banco.
Forse,
probabilmente, Lane non ci era andata troppo lontano, le suggerì la
sua coscienza, quando il suo sorriso si fece più ampio, in risposta
al ghigno di Jess.
- Hai ragione, non ho mai tenuto così tanto un
oggetto in ostaggio. - Si era appoggiato al bordo del lavello,
sporgendosi verso di lei. - Ma tu mi hai rubato il primo capitolo del
libro. Questa è la violazione della privacy di uno scrittore, è
sacra. - ribatté.
- Te l'ho preso solo perché tu ti convincessi
che non devi più correggerlo, perché è perfetto così: di che ti
lamenti, tu me lo hai fatto leggere!
Jess strinse gli occhi,
-
Dopo che tu mi hai
fatto bere così tanto per convincermi a farlo.
In quella sfida si
erano fatti così vicini che Rory provò come un pugno allo stomaco,
quando sentì il soffio dell'alito di Jess sfiorarle la pelle. Si
lasciò scivolare all'indietro, a disagio.
- Non riuscivo a
resistere. - disse, in lotta con la sua voce perché non rivelasse la
sua inquietudine, - Ed è solo in ostaggio, fino a quando non mi
dimostrerai che sei andato avanti a scrivere: le revisioni tienile
per dopo. Vi aiuto? - gli chiese poi, pur di spostarsi di lì con una
scusa valida.
- No, - disse Jess girandosi verso la lavastoviglie,
dandole le spalle, - Darla ha già fatto la sala, e io qui ho quasi
finito. Comunque niente capitolo, niente cd.
- Merda! -
sentirono gridare Darla stizzita.
- La nostra boccuccia di rose. -
commentò Rick, tornando nella sala principale.
- Tutto bene? - la
chiamò Rory. Darla uscì dal retro, stizzita.
- Per niente, -
grugnì, sbattendo il telefono sul piano da lavoro, - quello stronzo
del mio ex ha deciso di riprendersi l'appartamento, nonostante
avessimo concordato che lo dovevo tenere io fino alla fine del mese,
ha buttato tutte le mie cose nel pianerottolo e ha fatto cambiare la
serratura al padrone di casa, inventandosi chissà che balla.
Strinse
i pugni, cercando qualcosa contro farli sbattere.
- Calma, calma
Rocky Balboa, - le disse Jess, - ora andiamo lì a prendere le tue
cose e ti aiutiamo a traslocare, stasera.
- E dove? L'altro
appartamento non sarà libero prima di agosto! - si lamentò.
-
Questo è un po' più della fine del mese. - rise Rick.
Darla gli
si avvicinò, minacciosa,
- Tu non hai mai proprio niente di
buono, da dirmi? Devi sempre prendermi in giro?
- Vieni da me. -
la bloccò Rory, - Vieni a stare da me.
Tutta la rabbia di Darla
svanì, come una fiamma sotto l'acqua.
- Non posso, non posso
chiederti questo, Rory: io sono un casino, mi vedi? Sono disordinata,
confusionaria, soffro d'insonnia e la notte potrei ammazzarmi se non
guardo la tv, io...
Rory scosse la testa,
- Niente di
terribile, hai elencato tutte cose che fa mia madre, e ho vissuto con
lei per vent'anni senza traumi. Dai, ci divertiremo!
Darla si
massaggiò le tempie, cedendo,
- Ti pagherò metà dell'affitto,
anzi, tre quarti. E dormirò sul divano.
- La metà basta. Il mio
appartamento non sarà una reggia, ma ho un'altra camera che fino ad
adesso ho usato come studio, c'è un letto.
Lei oltrepassò il
bancone, abbracciandola.
- Fa niente, dormirò lo stesso sul
divano, in penitenza. Anzi, nella vasca. Rory, tu mi salvi!
Rick
iniziò a sogghignare,
- Problema risolto. Ora andiamo, o vuoi
spezzare il cuore a Jess, svelando a tutti che sei lesbica?
Rory
la sentì ringhiare.
- Sei un coglione!
Si chiese come
avrebbero fatto a fare stare tutta quella roba nel suo appartamento.
Poi si chiese come avrebbero fatto a portarla tutta in strada, con
sei rampe di scale a piedi, e infine si chiese quanti viaggi in taxi
avrebbero dovuto fare.
- Ho la mia vecchia macchina, forse è il
caso che vada a prenderla. - commentò Jess, dando voce al pensiero
di tutti. - Tanto ormai la roba è qui, e casa di Rory non scappa.
Iniziate a portare giù qualcosa, ci vediamo dopo.
-
Jess, portatene una dietro: me ne serve una sola, che mi aiuti a
portare giù le le scatole, sono troppo ingombranti, bisogna farlo in
due.
- Vai tu, Rory. - le disse Darla, - Sono cose mie, è giusto
che faccia io il lavoro sporco.
- Ed è giusto che vi lasci qua ad
ammazzarvi a vicenda? - le rispose, ironica. Darla strinse le
spalle,
- Cercherò di trattenermi, te lo giuro. Tu ti comporterai
bene? - chiese a Rick, in una maldestra offerta di pace.
-
Giuro.
Rory li guardò, poi guardò Jess, a metà scalinata.
-
Arrivo.
Scesero in strada e aspettarono il taxi che Jess aveva
chiamato, dal momento che non era un quartiere molto trafficato e si
stava facendo tardi.
Rory frugò nella sua borsa, e ne estrasse il
suo fedele thermos di Starbucks, ancora pieno dal pomeriggio: la sua
scorta in caso di fine del mondo.
- Tu ieri notte non hai dormito,
dì la verità. - disse, porgendoglielo.
Jess guardò il
thermos.
- Rory Gilmore mi cede il suo caffè? Sta bene,
signorina?
Lei rise,
- Piantala, e bevilo: è ancora caldo.
Quando vi espanderete dovrete pensare assolutamente a dei gadget
altrettanto funzionali. Allora, mi sbaglio o sei stato sveglio a
scrivere?
- Non avevo sonno. - disse Jess, scrollando le spalle e
bevendo un sorso di caffè, prima di porgerlo nuovamente a lei.
-
Ma sì, - acconsentì Rory, - smezziamoci il caffè della mezzanotte.
- Dici che domani mattina se ne accorge qualcuno se apriamo più
tardi? - le chiese ironico, finendolo, prima di salire sul taxi.
-
Ormai la domenica mattina è un rito fare colazione da Book&Cafè,
quindi mi duole dirtelo, ma sì, se ne accorgerebbero. Sono pochi i
mattinieri, ma li sconvolgeresti.
Jess sbuffò,
- Maledetti
pensionati nullafacenti. - borbottò.
- Non cercare di cambiare
discorso, - disse, dandogli una gomitata, - hai scritto o no?
-
Cosa sei, la mia editor? - si lamentò, esibendo la sua migliore
faccia da schiaffi.
Rory cambiò tattica,
- Se tu confessi che
hai scritto tutta notte io ti dirò una cosa. - disse,
meravigliandosi del suo ghigno divertito.
- Cosa siamo, Rory, a
scuola?
- È una cosa seria, stupido.
- Ok, se ci tieni
proprio tanto a saperlo, sì, ho scritto. - si arrese, evitando di
guardare lo sguardo soddisfatto di Rory. - Ma non ti farò più
leggere niente, non finché non sarà rilegato. E ridammi il mio
capitolo.
- Te lo ridarò. - si chiese quanto ci volesse ancora
alla macchina di Jess: aveva assolutamente bisogno di mettere almeno
mezzo metro di distanza, tra le loro spalle ora unite.
- Non fare
finta di niente. - la fece sussultare, - Tocca a te, cosa dovevi
dirmi?
Rory si arrischiò a guardarlo: più il tempo passava, più
gli stava vicina, e più faceva fatica a ricordarsi che non provava
più niente per lui.
- Non l'ho detto nemmeno a mia madre. - Jess
l'aveva sempre ascoltata, doveva dargliene atto: e quando l'ascoltava
lo faceva davvero, la guardava, in silenzio. Tranne quando
discutevano su qualcosa, ovvio. Desiderava davvero dirglielo, dirlo a
lui, per primo. Inspirò. - Lunedì mattina ho un colloquio, all'Usa
Today. - disse, tutto d'un fiato.
Jess sorrise, uno di quei
sorrisi che valevano più di mille congratulazioni, che gli aveva
visto fare poche volte nella vita.
- Stai saltando. - le disse,
con una nota di fierezza nella voce.
Non in bocca al lupo, la
fortuna non c'entrava, le sue gambe l'avevano portata fin lì; non
brava, già la sua posizione lavorativa era del tutto rispettabile:
provava a fare qualcosa che le piaceva di più, era coraggiosa.
Sapeva che Jess l'avrebbe capita come nessun altro sarebbe riuscito a
fare.
Da soli era tutto più complicato ma più semplice allo
stesso momento; quando invece si rapportavano con il mondo intorno a
loro ecco che cominciava a tormentarla il tarlo del dubbio che tra
Jess e Darla ci fosse qualcosa.
- Andiamo a traslocare. - disse
lui, mettendo in modo la sua macchina e controllando il livello della
benzina.
Ma a lei non doveva importare.
Quando arrivarono
li trovarono in strada, a discutere.
- Sai, ne ho conosciuti
pochi, di idioti come te. - stava dicendo Darla, quando Rory scese
dalla macchina.
Rick li guardò, con aria innocente.
- Giuro
che non ho fatto niente.
- Come no. - borbottò Darla, - Tu non
fai mai niente.
-
Forse è meglio separarvi. - osservò Rory, portandosi Rick dentro al
condominio. Lanciò le sue chiavi di casa a Darla. - Jess sa dove
abito: iniziate a prendere questi, noi intanto portiamo giù il
resto.
Mentre salirono le scale Rick si giustificò ancora una
volta, proclamando che non aveva fatto niente, e poi iniziò a
comportasi da Rick.
Era quasi l'alba quando fecero l'ultimo giro,
Rory e Rick stavano aspettando sotto la vecchia casa di Darla, che
Jess passasse a prenderli per portare le ultime cose.
Quella notte
New York sembrava aver tirato fuori tutta l'afa che non aveva fatto i
giorni prima, o forse era solo loro, che stanchi, la soffrivano di
più.
-
Stamattina non aspettatevi che venga a fare colazione. - sospirò
Rory, alzandosi dallo scatolone su cui si era seduta per
stiracchiarsi un po'.
- Non me ne parlare, Straniera, se penso che
tra poche ore dobbiamo aprire... minimo Darla come riconoscenza
dovrebbe prendere il posto di uno di noi, visto che l'abbiamo
aiutata.
Rory sorrise, stava imparando a conoscerlo.
- Non
glielo permetteresti mai.
- No. - ammise lui, ricambiando il
sorriso.
- Dimmi Rick, perché non ti sei ancora abituato al mio
nome?
Finse di pensarci su.
- Dai, Rory è da bambina,
Straniera ti si addice molto di più: è da dura, e tu sei una dura
sotto sotto.
- Non mi sembra che sia nato così. - gli ricordò.
-
Ma lo è diventato.
Registrò che si era avvicinato, inizialmente
non ci aveva fatto caso, fino a quando non dovette alzare la testa
per guardarlo negli occhi.
- Rick... - lo ammonì preoccupata,
mentre lui la stava studiando, serio, facendola sentire in
soggezione.
Poi le labbra gli si piegarono nel suo solito
sorriso.
- E poi mi piace che sia un soprannome che ti do solo
io.
Il caldo, la stanchezza, la sua vicinanza, la combinazione
delle tre, e lui che si avvicinò ulteriormente. Rory chiuse gli
occhi, sentì le sue mani sulla schiena che la tiravano contro di
lui, e per un momento, un secondo, pensò che potesse essere una
buona idea, pensò di volerlo. Sentì le sue labbra contro le
proprie, in un bacio che le avrebbe fatto mozzare il fiato, se solo
come un tuono il nome di Jess non le avesse fatto irruzione nella
mente, rompendo l'alchimia.
- No, Rick. - disse, tra le sue
labbra, spingendolo via.
Non poteva, non voleva,
per quanto sul momento le era sembrata una buona idea sulla carta.
Lui si ritrasse immediatamente, fece per dirle qualcosa ma
sentirono la macchina di Jess in avvicinamento.
Nda: :-O
Mi odiate? Anzi odiate Rick.
Però una presa di coscienza può dare una spinta a Rory, e
secondo me le serviva; e il motivo per cui Rick lo ha fatto?
Terribilmente puerile, anche se verrà spiegato solo nel prossimo
capitolo. Che dire, più in basso così non ci poteva
andare...
Grazie mille a tutte le ragazze che mi hanno letto e recensito!