NOTE E RINGRAZIAMENTI:
Con immenso piacere, vi annuncio che questo
capitolo non è l'ultimo come previsto!
Ebbene
sì: i capitoli sono diventati sei. Non chiedetemi nè come nè perchè! Questo
è nato da uno dei miei deliri notturni... XD
Un grazie immenso a
Draias e a saraligorio1993 che hanno
recensito lo scorso capitolo, e come sempre a chi ha aggiunto questa fanfiction
ai preferiti <3
Buona lettura a tutti!
~
Something
different
-Qualcosa
di diverso-
— CAPITOLO
CINQUE —
Grimmauld
Place
Dopo la guerra, anche Grimmauld
Place era ritornato a vivere.
Harry e Ginny lo avevano scelto
come nuova casa per la nuova vita che stava iniziando e lì, fra quelle mura un
tempo gelide ed inquietanti, era nata la nuova famiglia
Potter.
Ora, quelle stesse mura
trasudavano calore e felicità: i nuovi proprietari avevano completamente
trasformato quel luogo da cui l’amore e l’amicizia erano sempre stati estirpati,
ogni segno della crudele stirpe Serpeverde dei Black era scomparso. Gli antichi
quadri che un tempo formavano l’albero genealogico della “Nobile e Antichissima
Casata” erano stati sostituiti da altre cornici raffiguranti i grandi
protagonisti delle due guerre, un omaggio speciale a coloro che avevano dato la
vita nella speranza di poterne regalare agli altri una migliore: i genitori di
Harry, Silente, Piton, Remus, Tonks, Malocchio Moody, Fred Weasley e
naturalmente Sirius vegliavano sulla famiglia Potter ogni
giorno.
Questo era Grimmauld Place,
all’inizio della nuova era.
Era trascorsa una settimana da
quando Harry aveva provato a parlare con Malfoy. Era stata una strana settimana,
i giorni scivolavano via lenti e la casa sembrava stranamente vuota e silenziosa
da quando sia James che Albus erano partiti per Hogwarts.
Le ombre della sera stavano
iniziando ad inghiottire il parco di Grimmauld Place, e Harry era affacciato
alla finestra, gli occhi persi nel vuoto, e pensava...
...Quel luccichio negli occhi
di Malfoy. Non era assolutamente vero che non aveva niente da dirgli, Harry ne
era certo, ma allora perchè si era nascosto ancora una volta dietro quella
maschera che da sempre lo nascondeva?
‘...Perchè continui a non voler ascoltare il tuo
cuore, Malfoy?’
Harry sperò che il suo
messaggio fosse arrivato: “Grimmauld Place numero 12, ti aspetto”.
E continuava ad aspettare,
cullando la speranza che l’attesa non si rivelasse vana.
«Papà? Mi sembri triste...»
Lily si era silenziosamente avvicinata al padre ed ora lo stava fissando, uno
sguardo tenero a cui Harry non seppe resistere.
La prese in braccio e la
strinse a se, rassicurandola: «No, stai tranquilla, tesoro. E’ tutto
assolutamente perfetto...»
E lo disse credendoci, perchè
era vero. La sua vita era diventata assolutamente perfetta.
Ma Lily non sembrò neanche
lontanamente convinta quanto lo era lui...
«Mmmmh...» fece dubbiosa,
scrutandolo attentamente. Harry scoppiò a ridere vedendo quell’espressione
pensierosa dipingersi sul volto della figlia e al suono della sua risata Lily si
illuminò: «...Ci sono! Hai bisogno di divertirti...» l’espressione del suo viso
si fece furba, assolutamente degna dei
Malandrini, pensò Harry.
«...Invitiamo Ron e Hermione a
cena stasera? Così potete raccontarmi di nuovo di quando eravate ad Hogwarts...»
concluse la figlia, sorridendo sotto i baffi.
«Affare fatto! Non vedi proprio
l’ora di andarci, a Hogwarts, eh?» Harry stava ancora
ridendo.
La bambina gli lanciò
un’occhiata angelica sbattendo le ciglia...che diceva più di mille
parole!
‘Lily aveva ragione, avevo
davvero bisogno di divertirmi...’ pensò Harry dopo cena, mentre lui, Ginny, Ron
ed Hermione ridevano ricordando le loro avventure scolastiche dei “vecchi
tempi”.
Lily li osservava meravigliata,
gli occhi che le brillavano di più ad ogni episodio raccontato dai quattro
adulti. A Ron non sfuggì il suo sguardo, e strizzò un occhio ad Harry. I suoi
tre figli sarebbero stati sicuramente degni eredi dei Malandrini...e del magico
trio...
...E dal buio del parco, non
erano solo i mille occhi della notte ad osservare quel quadro di felicità che
tutti loro formavano. Nascosto nell’ombra, Draco Malfoy li osservava, il cuore
lacerato da un bruciante rimpianto, da una profonda tristezza e, in
fondo...anche un pizzico di tenerezza. Ancora una volta, stava cercando altrove,
nella vita degli altri, un piccolo spiraglio di luce, quella boccata di aria
fresca che lui non aveva ancora respirato.
Era molto tardi quando Ron e
Hermione tornarono a casa, Lily era già a letto, ed Harry e Ginny uscirono nel
parco. Era una tiepida notte di settembre, il cielo ricoperto di stelle. I due
si sedettero sull’erba soffice, ognuno perso nei propri pensieri.
«Non è meraviglioso?» sussurrò
Ginny.
Harry si voltò verso di lei, le
prese il viso tra le mani e la baciò teneramente.
«E’ tutto meraviglioso...» le
rispose, «perchè io e te siamo qui, insieme...»
Questa volta fu Ginny a
baciarlo, a lungo, appassionatamente...
Draco li guardava nascosto dal
nodoso tronco di un albero, e si lasciò sfuggire un sorriso divertito. Anche da
lontano il loro amore era evidente, poteva quasi toccarlo. Si chiese come ci si
doveva sentire, ad amarsi così profondamente.
Si scambiarono qualche parola
che Draco non udì, ma vide Potter annuire e la Weasley entrare in casa.
Harry, rimasto solo, si sentì
improvvisamente osservato. Si voltò e fisso esattamente l’albero dietro al quale
era nascosto Malfoy...adesso o mai più. Respirò profondamente per cercare di
calmare il battito del suo cuore e, la voce che tremava leggermente, incerta,
bisbigliò:
«P-Potter...?»
Era un sussurro appena udibile,
ma aveva spezzato il silenzio che regnava sul parco ed Harry lo udì nettamente.
Spalancò gli occhi, chiedendosi se era stato uno scherzo della sua
immaginazione.
Un fruscio di passi strascicati
sull’erba.
E un paio di occhi color
ghiaccio che fissavano i suoi.