Love will keep us alive. ~
Tornata dal mio bel finesettimana a Genova... mai visti tanti pesci in vita mia XDConsiderazioni sull'acquario a parte, eccomi qua per continuare questa storia, non me la sono mica dimenticata eh. Anzi anzi! Sono più carica che mai per continuare le avventure del Santuario (diciamo così, perchè Urania è sì la protagonista, ma verrà affiancata un po' da tutti i Saint del Tempio).
Nota: per chiunque abbia letto questa storia prima della pubblicazione di questo capitolo, ho apportato alcune modifiche ai capitoli precedenti. Niente di paradossale, ho solo deciso di cambiare un nome. Si tratta della Spectre di Behemoth: ero indecisa se tenere come passato ufficiale il Lost Canvas o il Next Dimension, dove i nomi degli Spectre sono differenti da quelli della serie classica. Alla fine ho scelto per il LC, e questo implica che la Spectre del Behemoth dovesse chiamarsi, quindi, Violate. D'ora in poi la troverete con quel nome!
Ringraziamenti di dovere a: Flare_yuuri che ha iniziato a leggere ora la fic e si è messa in pari con tutti e cinque i capitoli (thanks >.<), June di Dolphin, che mi ha fatto notare i punti di forza e i punti deboli del capitolo (grazie mille!), _Sherry_, che ha apprezzato moltissimo il tatuaggio di Urania (mi fa un sacco piacere ^.^), Mr_Mumu, il quale mi è andato nel pallone a causa degli incubi contorti di Urania (scusami XD), Gemini_No_Sabriel, che apprezza sempre ogni cosa che faccio (<3), Light Upon Us, che teme per la vita di Urania e infine Shuratheavenger, sempre primo a commentare.
Come sempre un grazie speciale a chi l'ha inserita fra le preferite / seguite.
Arigatou Gozaimasu!
Cap.6
Chrysos Synagein.
Urania
si fermò davanti all'entrata
della Quarta Casa, poggiandosi le mani sui fianchi.
Non c'erano dubbi: le urla che aveva sentito provenivano proprio da
lì dentro.
Deglutì, squadrando con aria sospettosa l'edificio che le si
poneva davanti, e
mormorò fra sé e sé:
<< Tutto ciò non è assolutamente
normale! Che degli Spectre, o peggio
ancora, degli Screamer, si siano introdotti al Santuario e siano giunti
fino
qua? Non è... non è possibile... >>
Sgattaiolò silenziosamente all'interno, ritrovandosi nella
buia sala
principale. Mancavano le finestre, e ciò rendeva la stanza
ancora più tetra e
lugubre di quanto già non fosse.
Le urla diventavano sempre più forti, tanto che la Silver
Saint fu costretta a
tapparsi le orecchie per non impazzire.
<< Chi va là? >>
Urania riconobbe all'istante quella voce spocchiosa e arrogante:
davanti a lei,
con un lumicino in mano che gli illuminava il volto d'una strana luce
aranciata, stava Deathmask del Cancro, vestito con abiti borghesi. Non
appena
la vide, sulla sua faccia di dipinse un'espressione di sorpresa: fra
tutte le
persone che si aspettava di vedere alla Casa del Cancro, la Silver
Saint della
Gru era proprio l'ultima.
<< Sommo Deathmask... >>
balbettò lei imbarazzata per quella
situazione quasi surreale << Io... ehm... sono venuta qui
per vedere Mei
e Soul Eco... ma... >>
Un urlo di terrore la interruppe, facendola sobbalzare. Deathmask,
notando il
suo sgomento e la sua aria allarmata, ghignò divertito,
avvicinandosi ad una
parete per accendere alcune delle applique appese con la fiamma del
moccolo
che teneva fra le mani.
<< Benvenuta nella Quarta Casa... >>
sogghignò.
Non appena la luce delle candele rischiarò la sala, Urania
si rese conto che i
muri di tutta la Casa del Cancro erano tappezzati di maschere dall'aria
sinistra
e inquietante.
Ma la cosa più preoccupante, era sicuramente che le urla che
aveva sentito e
che la stavano assordando provenivano proprio da quegli orrendi e
raccapriccianti volti...
<< Che c'è? Anche se non riesco a vedere il
tuo bel faccino, mi sembri
davvero scioccata, ragazzina. Stai quasi tremando... >>
le fece notare il
Gold Saint, senza togliersi quel suo solito e impertinente ghigno dal
volto.
<< C... Credevo che vi stessero attaccando...
>> spiegò lei
balbettando << E invece... sono proprio queste maschere a
urlare in
questo modo spaventoso... >>
Deathmask scoppiò a ridere sguaiatamente, tenendosi la
fronte con una mano e
gettando la testa all'indietro.
<< Maschere? Quali maschere? Questi sono i volti delle
persone che ho
ucciso! >>
Urania trasalì, guardandosi attorno.
<< Ma... ci sono anche volti di bambini! Come avete
potuto... >>
<< Bambini? E con ciò? Pensi davvero che
m'interessi chi sia il mio
avversario? Sappi che, se me lo ordinassero, non mi farei problemi ad
eliminare anche te... >>
Urania era sconvolta. Certo, aveva avuto già in Italia la
sensazione che il
Cavaliere del Cancro fosse un folle e uno squinternato, ma arrivare
addirittura
ad uccidere dei bambini senza alcun ritegno e rimorso le sembrava
eccessivo
anche per uno come lui.
<< Ma... >> sussurrò, cercando
di ignorare l'ultima frase da lui
pronunciata << Le loro grida sono strazianti! Come potete
non impazzire?
E' così... terrificante... >>
<< Grida? Nulla di tutto ciò giunge alle mie
orecchie... >>
Deathmask si avvicinò ad uno dei volti, accarezzandone il
profilo urlante
<< Ciò che risuona in questo luogo
è un inno alla mia gloria, e a
cantarlo sono coloro che ho ucciso... >>
La ragazza si tappò le orecchie con i palmi delle mani: per
lei quelle urla
erano a dir poco angosciose. Ignorava il motivo per cui un uomo capace
di tali
crudeltà fosse stato scelto per divenire un Gold Saint di
Athena, ma la sua
preoccupazione principale in quel momento era informarsi sulla salute
di Mei e
di Soul Eco.
<< Sommo Deathmask... sono venuta fino alla sua Casa per
far visita ai
suoi due discepoli... >> mormorò, tentando di
sviare il discorso da
quell'imbarazzante conversazione.
L'uomo si voltò, facendole un cenno con una mano.
<< Seguimi. Ti porterò da loro...
>>
<< G... Grazie... >> sussurrò
lei, sospirando.
Lo seguì attraverso un corridoio stretto e lungo, che li
portò ad allontanarsi
progressivamente dalla sala principale, tanto che le urla si
affievolirono
sempre di più fino quasi a scomparire. Deathmask si
fermò davanti ad una porta
socchiusa, e batté un paio di colpi con le nocche della mano
sullo stipite.
<< Soul Eco, sono io >> borbottò
entrando.
Non appena la porta fu spalancata, Urania gettò uno sguardo
sopra la spalla del
Gold Saint per sbirciarvi all'interno. Era una stanzetta modesta e
arredata
spartanamente: il mobilio era infatti composto solamente da un letto,
un'alta
cassettiera in legno e qualche sedia dall'aria scomoda sparsa in qua e
là. Su
una di queste stava seduto Mei, il quale, non appena la vide, le
rivolse
un sorriso cordiale e la salutò agitando la mano. Urania
ricambiò con
entusiasmo il saluto: le faceva piacere vederlo in forma; l'unico segno
visibile della battaglia avuta contro lo Spectre era un cerotto bianco
attaccato alla sua guancia sinistra, posto lì per coprire un
taglio che si era
procurato urtando delle rocce nella grotta.
Sul letto invece, stava seduta una ragazza che Urania non aveva mai
visto
prima. I suoi capelli le ricordavano il colore del miele d'eucalipto:
li
portava corti fino alle spalle, legati in una piccola coda dietro la
nuca. Indossava
un candido abito bianco, simile ad una vestaglia di seta, e la sua
testa era
cinta da diverse fasciature e bende. Non appena vide entrare Urania, le
gettò
addosso uno sguardo sorpreso, sgranando gli occhi tal taglio
leggermente a
mandorla e dall'iride color verde giada.
La Silver Saint della Gru la fissò per qualche secondo senza
riuscire a
spiccicare una parola. No, non poteva essere lei. Non poteva essere...
<< S... Soul Eco? >> balbettò.
La ragazza storse le sottili labbra in una smorfia.
<< Che ci fai qui, Urania? >>
sibilò.
<< Sono venuta a trovare te e Mei... >>
mormorò lei facendosi
avanti, mentre il ragazzo si alzava e le cedeva il suo posto sulla
sedia
<< Ero preoccupata per voi. Soprattutto per te, Soul...
>>
Per un attimo, le guance della donna si tinsero di un leggero colore
rosato.
Urania lo notò, e la cosa le fece immensamente piacere:
sotto quella maschera
che piangeva lacrime di sangue, stava una ragazza normale... come lei.
<< C... Che hai da fissarmi a quel modo ?!
>> sbottò Soul Eco d'un
tratto, incrociando le braccia al petto.
<< Niente... è solo che... dato il tuo
comportamento, m'immaginavo ci
fosse un orco sotto quella maschera, non una bella ragazza
>> rispose,
stringendosi nelle spalle.
Mei scoppiò a ridere divertito: la sincerità di
Urania era davvero disarmante.
Deathmask, che era rimasto appoggiato con la schiena allo stipite della
porta
per tutto il tempo, si andò a sedere sul letto della
ragazza, accendendosi una
sigaretta.
<< Sono in partenza >> disse poi, soffiando
via una nuvola di fumo
grigio che fece tossicchiare Urania << Ma è
una missione semplice, solo
una perlustrazione. Tornerò nel giro di due o tre giorni.
>>
A quelle parole, Soul Eco si voltò di scatto verso di lui,
fulminandolo.
<< Maestro, esigo di venire con voi! >>
esclamò afferrandolo per un
braccio e rivolgendogli uno sguardo angosciato << Non
potete lasciarmi
qua! Non potete partire da solo! >>
Deathmask alzò gli occhi al cielo e grugnì,
scrollandosela di dosso con uno
strattone.
<< Non se ne parla neanche... Tu devi riposare e
recuperare le forze. E
poi ho già chi mi accompagnerà, quindi vedi di
non scocciare! >>
Soul Eco assottigliò lo sguardo, agguantando nuovamente il
maestro per la manica
della maglia.
<< Non state parlando di... >>
<< Shaina. Sarà lei a venire con me... e ne
approfitterà per portare con
sé il suo nuovo pupillo, Cassios... >>
bofonchiò Deathmask spegnendo il
mozzicone della sigaretta ormai quasi arrivato al filtro sulla
cassettiera.
<< N... Non potete essere serio! Non potete portare
seriamente quella
marmocchia con voi! >> urlò lei
strattonandogli il braccio.
Mei sospirò, dandosi una pacca sulla fronte.
<< Chi... Chi sarebbe questa Shaina? >>
chiese Urania incuriosita.
<< E' la giovanissima Silver Saint dell'Ofiuco... difende
la Via del
Cancro con me e Soul Eco. Pensa che ha a malapena tredici anni e
già sta
addestrando un allievo! E' degna di assoluto rispetto, ma... per
qualche oscuro
motivo, lei e mia sorella si odiano a morte. Credo siano entrambe
gelose del
maestro Deathmask... ognuna di loro vuole essere la sua preferita. Io
me ne
lavo le mani... >> così dicendo, Mei si
strinse nelle spalle.
<< Sommo Deathmask, ho terminato i preparativi. Io e
Cassios siamo
pronti, quando volete partire... >>
Sull'uscio della stanza era apparsa una ragazzina che indossava un
Silver Cloth
dai riflessi violacei. La sua armatura era composta da un ampio
pettorale che
le copriva la parte superiore del corpo e dotato di grossi spallacci
ricurvi,
due ginocchiere tonde, una protezione per i genitali, due guanti e un
cerchietto per i capelli che sembrava creato da serpenti d'argento
intrecciati
fra loro. La maschera che indossava sul volto era decorata da alcuni
disegni
viola attorno agli occhi; ma la cosa che la distingueva di
più erano i capelli,
ricci e corti alle spalle, di un color verde acido che dava quasi
fastidio
alla vista.
<< Bene Shaina... ti raggiungo fra poco >>
le rispose Deathmask
facendole un cenno con la mano.
Lei annuì, poi si voltò verso Soul Eco e
mormorò con fare canzonatorio:
<< Oh, Soul Eco. Ti trovo in splendida forma...
>>
La donna ringhiò, digrignando i denti come se fosse stata un
cane mastino in
procinto di azzannare un malcapitato.
<< Bada a come parli, marmocchia, o prendo te e il tuo
allievo e vi batto
la testa insieme >> sibilò.
Shaina scoppiò a ridere sguaiatamente, voltandosi e
avviandosi verso l'uscita.
<< Vi aspetto fuori... Sommo Deathmask...
>> sussurrò poi rivolta
al Gold Saint, che annuì distrattamente.
Non appena Shaina si fu allontanata, Soul Eco si agganciò
nuovamente al braccio
del suo maestro, guardandolo con aria implorante.
<< Maestro non potete essere serio! >> si
lamentò << Non
potete portare in missione quella mocciosa spocchiosa! E' solamente una
palla
al piede! >>
<< Mei, mi raccomando, occupati tu della Quarta Casa
mentre sarò via
>> mormorò Deathmask ignorando l'allieva e
accendendosi un'altra
sigaretta.
<< Non preoccupatevi, maestro >>
annuì il ragazzo con convinzione.
Deathmask si voltò, allontanandosi verso le sue stanze per
prepararsi al
viaggio.
Soul Eco iniziò a grugnire, bofonchiando imprecazioni verso
l'uscio della
stanza.
<< Non può seriamente voler andare in missione
con quella bambina
arrogante e il suo corpulento allievo pelato... >>
ringhiò stringendo la
coperta così forte che le nocche delle mani le erano
diventate bianche <<
Io quella... non la sopporto! >>
<< E' perché avete lo stesso carattere...
>> tentò di spiegare Mei,
ma si beccò un'occhiataccia dalla sorella.
<< Ti va un caffè o un tè, Urania?
>> bisbigliò poi alla Silver
Saint della Gru << Sei stata così gentile a
venire a farci visita...
>>
<< Grazie, un tè lo accetto volentieri...
>> rispose lei
allegramente.
<< Fratello... >> sibilò Soul
Eco << Ti ho sentito sai?
Portami immediatamente un caffè! Nero, forte e senza
zucchero! >>
Mei alzò gli occhi al cielo e si avviò verso la
stanza dove si trovava il
cucinotto della Quarta Casa, facendo cenno a Urania di seguirlo.
Quando furono soli, Urania si stiracchiò e
mormorò, picchiettandosi l'indice
sul mento della maschera:
<< Non deve essere facile avere una sorella come Soul
Eco... >>
A quelle parole, il ragazzo scoppiò a ridere divertito.
<< No, non lo è affatto! Ma è mia
sorella maggiore... le voglio bene così
com'è >> spiegò sorridendo
dolcemente.
<< Mei... posso farti una domanda? >>
sussurrò Urania ad un certo
punto. La sua voce era cambiata: era diventata cupa, e aveva una punta
di
malinconia che l'allievo di Deathmask non aveva mai riscontrato nella
ragazza
prima di quel momento.
<< C... Certo, dimmi pure... >>
mormorò titubante, mentre osservava
le bollicine che si formavano sulla superficie dell'acqua nella pentola
che
aveva messo a bollire.
<< Ti è mai capitato di... sentirti... come
dire... oppresso... da tua
sorella? Voglio dire... >> Urania prese a giocherellare
nervosamente con
una ciocca dei suoi capelli << Soul Eco è una
Silver Saint... il suo
potere è incredibile... Non è bello avere come
compagno qualcuno che è così
tanto migliore di te... >>
<< Ho capito cosa vuoi dire >>
annuì Mei << Ma... no,
non è affatto un problema. Anzi: io sono fiero di Soul
Eco... lei è tutto per
me. E' la mia forza, anche nei giorni più bui...
>>
Sul viso del ragazzo si dipinse un dolce sorriso triste, mentre
ripensava ai
dolorosi avvenimenti del suo passato. Si voltò poi a
guardare Urania,
pensieroso, e mormorò:
<< Come mai questa domanda? Sembra quasi che anche tu
abbia avuto un
compagno o una compagna d'addestramento... >>
così dicendo, le poggiò
davanti al viso una tazza fumante piena di tè caldo.
<< C... Certo che no! >> si
affrettò a rispondere lei, balbettando
un poco << Io non ho... avuto nessuno! >>
Mei alzò un sopracciglio, poco convinto.
<< Beh... in ogni caso, ti lascio sola, così
puoi bere il tuo tè. Io vado
a portare il caffè a mia sorella... rimani pure qua a bere,
tanto non c'è
nessuno. Fai pure con comodo, e grazie ancora della visita
>>
Così dicendo, Mei si voltò agitando la mano, e
tornò nella stanza della
sorella lasciando Urania sola con il suo infuso ambrato.
Si tolse lentamente la maschera, appoggiandola con delicatezza sul
tavolo vicino
alla sua tazza, e ne accarezzò il freddo profilo argentato
con le dita. Era
davvero quello il volto che mostrava a tutti? A vederlo
così, le apparve
davvero innaturale e gelido... Sospirò, appoggiando le
labbra sul bicchiere di
ceramica e bevendo un sorso di tè.
Avrebbe tanto desiderato poter sorridere a qualcuno, almeno una volta.
Dopo aver terminato la sua bevanda, imboccò tranquillamente
la Via del Leone,
diretta verso la sua abitazione. Non l'aggradava molto l'idea di dover
percorrere nuovamente tutte quelle scale; la consolava solo il fatto
che quella
scarpinata sarebbe stata per lei un ottimo modo per mantenersi in forma.
Ancora con la testa fra le nuvole per il dialogo avuto in precedenza
con Mei,
non si accorse che qualcuno stava correndo nella sua direzione...
Sbam!
Urania barcollò, sbilanciata dall'impatto. Riuscì
a non cadere, a differenza
del mal capitato che le aveva sbattuto addosso, che invece era rotolato
giù d'un paio di gradini.
<< Ehi... stai bene?! >> esclamò
voltandosi a guardarlo. Si rese
allora conto che quello di fronte a lei era appena un bambino:
avrà avuto si e
no 10 anni, ed era vestito con gli abiti da addestramento
tipici del Santuario. Probabilmente
era una recluta, o l'allievo di qualcuno...
<< Ahi... che botta! >> si
lamentò questi massaggiandosi la testa.
<< Perdonami... ero distratta >> si
scusò Urania inginocchiandosi
<< Ma tu dove andavi così di corsa?
>>
Il bambino sgranò i grandi occhioni nocciola, guardandosi
attorno con aria
furtiva.
<< Sto scappando... da lei...
>> sussurrò poi.
<< Da lei chi? >>
mormorò Urania senza capire.
<< Da... Da quel mostro! >>
esclamò alzandosi in piedi <<
Devo sbrigarmi prima che mi trovi... >>
Fece per voltarsi e correre via, ma una voce lo paralizzò...
<< Seiya! Dove credi di andare?! >>
Il bambino deglutì, rimanendo fermo immobile nella posizione
in cui era, e
sbiancando completamente.
<< M... Marin... >> gemette volgendo
lentamente il capo.
A parlare era stata una ragazzina dai ricci rossi che, dall'altezza,
pareva
essere circa dell'età di Shaina. Anche lei indossava una
maschera sul volto e,
cosa ancor più sorprendente, una fulgida armatura argentata
che le avviluppava
i seni e le ginocchia.
Marin! pensò Urania sorpresa Allora
deve essere questa la ragazza a
cui alludeva questa mattina Lythos...
<< Seiya è inutile che tenti di
sfuggire di nuovo ai tuoi
allenamenti >> lo ammonì la ragazza
avvicinandosi a lui ed afferrandolo
per il colletto della maglia << Non è
così che diventerai un Saint...
>>
<< Io non ho bisogno di allenarmi! Io sono forte... sono
sicuro che
diventerò un Cavaliere e poi potrò tornare in
Giappone da mia sorella! >>
protestò il bambino, accigliandosi e incrociando le braccia
al petto con fare
capriccioso.
<< Seiya... >> sussurrò Marin
con un sospiro << Tu non hai
idea di quale sia la forza dei Saint... >>
<< Marin... ti chiami così, vero?
>> mormorò Urania ravviandosi i
lunghi capelli castani all'indietro << Non c'eravamo
ancora conosciute...
Io sono Urania, Silver Saint della Gru... >>
La ragazzina si voltò a guardarla, mostrandole il
volto austero e gelido
della sua maschera priva di decorazione alcuna.
<< Sono Marin dell'Aquila >>
spiegò << Chiedo perdono se il
mio allievo ti ha importunata in qualche modo... è un
giovane promettente, ma
ha ancora molto da imparare sull'etichetta da tenere qui al Santuario
>>
La donna strinse le dita guantate sulle spalle dell'allievo, che
mugolò per il
dolore. Effettivamente sembrava una tipa molto severa, forse troppo con
quel
bambino dai grandi occhi nocciola. Urania si chinò davanti a
lui, appoggiandogli
una mano sulla testa e scompigliandogli i capelli castani, cercando di
risultare il più gentile possibile anche se non poteva
mostrargli il tenero
sorriso che le si era dipinto sul volto. Le sembrò proprio
di vedere Retsu da bimbo, e la cosa la intenerì molto.
<< Dimmi, Seiya... perché vuoi diventare un
Saint? >> domandò.
Il bambino abbassò lo sguardo, iniziando a
fissarsi distrattamente la
punta delle scarpe.
<< Per rivedere mia sorella... >>
sussurrò poi, arrossendo
lievemente sulle guance.
<< Tua... sorella? >> mormorò
Urania senza capire.
Seiya annuì, inspirò profondamente e
continuò:
<< Io non ho né la mamma né il
papà... ho solo Seika, la mia adorata
sorella. Mi hanno separato da lei quattro anni fa, quando fui
adottato... da
allora non l'ho più rivista. Mi hanno promesso che me la
faranno rivedere solo
se porterò l'armatura di Pegaso in Giappone... è
solo per questo che sono
qui... >>
<< Anche io sono orfana, Seiya >> gli disse
Urania dolcemente
<< E se avessi una sorella, anche io vorrei fare di tutto
per vederla.
Lotta sempre per i tuoi sogni, e dispiega le tue ali come Pegaso, il
cavallo
alato del mito... sono certa che nessuno meriti quella Cloth quanto te,
con il
nome che hai. Seiya significa "freccia del cielo",
non è vero?
>>
Lui la fissò sorpreso, quasi non si aspettasse una risposta
del genere, e
annuì. La ragazza si alzò, voltandosi per
continuare la sua scalata verso la
Via dei Pesci, e agitò la mano in segno di saluto.
<< Allora va’, futuro Cavaliere, e sfreccia nel
cielo fino a diventare
una meteora di luce! >>
Seiya sbatté le palpebre, sorpreso, mentre osservava i
capelli della donna
oscillare al vento, come un lungo mantello color castagna. Si
volse poi
verso Marin, e la guardò con aria interrogativa. Lei, per
tutta risposta, scese
gli ultimi gradini della Via del Leone, mormorando:
<< Se vuoi davvero che le cose vadano come quella Silver
Saint ti ha
augurato, ti conviene perseguire nei tuoi allenamenti. Così
come sei, non
sconfiggerai mai Cassios, l'altro pretendente al Cloth di Pegaso.
Seguimi,
andiamo all'Arena... o hai ancora dei dubbi? >>
Seiya strinse forte i pugni delle mani, rivolgendo alla sua maestra uno
sguardo
deciso e fiero. Le sorrise, annuendo, e la seguì, volgendo
un'ultima volta lo
sguardo verso Urania. La donna era in cima alla scalinata
della Via del
Leone, e pareva ormai solo un puntino argentato. Agitò
un'ultima volta la mano
come per salutarla, anche se sapeva bene che non l'avrebbe visto, e si
apprestò a raggiungere Marin, la quale si era ormai
addentrata nella Quarta
Casa per attraversarla.
Quel giorno, i due Saint stavano tornando alla Via dei Pesci con le loro due nuove letture. Urania aveva preteso che Retsu iniziasse a leggere l'Odissea, mentre lei aveva preso una copia dell'Eneide, decisa a rileggerla per la seconda volta. Retsu non capiva tutta questa passione della ragazza per l'epica antica ma, pur di farla contenta, era disposto a leggersi tutto quello che gli propinava.
Passarono come al solito le prime sette case, arrivando così all'ottava, quella dello Scorpione. Ogni volta che la attraversavano, per Urania era sempre un dramma: le ginocchia non le reggevano, le gambe le diventavano molli e la gola le si faceva arida e secca. Quando incrociava lo sguardo di Milo, si sentiva morire: sapeva che lui non poteva vedere le smorfie di vergogna del suo volto, ma l'idea di avere i suoi occhi puntati addosso la faceva sentire nuda e indifesa. Il suo terrore più grande era che il Saint dello Scorpione si rendesse conto dei sentimenti che provava per lui e, in qualche modo, ridesse di lei e di quello sciocca passione che ancora dopo dieci lunghi anni non si era sopita. Infondo, Milo nemmeno se la ricordava... e, se non si ricordava di lei, sicuramente aveva dimenticato anche la loro antica promessa...
Non appena misero piede nell'Ottava Casa, Urania cercò di scacciar via quei pensieri che la stavano distruggendo. Avvertì però fin da subito che c'era qualcosa di strano: non vi era alcun Cosmo al suo interno, segno evidente che lo Scorpione non si trovava nei paraggi. Si sentì sollevata e al tempo stesso delusa da ciò, ma non disse niente per evitare che Retsu s'insospettisse.
Dopo aver oltrepassato anche la Casa del Sagittario e quella del Capricorno, fecero irruzione nell'ultima Casa che avrebbero dovuto attraversare, quella dell'Acquario. Si immaginarono di trovare come al solito Maiko indaffarata a pulire, oppure Camus elegantemente seduto al tavolino al centro della stanza, intento a sorseggiare vino ghiacciato e ad ignorarli come al suo solito. Il loro stupore fu però indicibile, quando si trovarono di fronte un lungo mantello bianco sormontato da una cascata di riccioli biondo oro...
Non appena avvertì la loro presenza alle sue spalle, Milo si voltò di scatto. Davanti a lui c'era Maiko, con gli occhi rossi e gonfi di pianto...
Urania li fissò con aria sbigottita e confusa: che cosa ci facevano, quei due, insieme? Per un attimo, si sentì come se qualcuno le avesse annodato le corde vocali in gola.
<< N.... Nobile Urania... >> sussurrò Maiko asciugandosi in fretta le lacrime << Perdonatemi, vi prego... Non avrei mai desiderato che assisteste ad un simile spettacolo... >>
La ragazza abbassò lo sguardo, sospirando. Sembrava davvero disperata.
<< Che cosa è successo, Maiko? >> mormorò Urania avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla.
<< Camus... quel deficiente, se n'è andato >> ringhiò Milo a denti stretti << E senza salutare nessuno, né me, né lei... >>
Chissà perché la cosa non la stupiva affatto: Camus non le era mai sembrato il tipo da troppi convenevoli.
Maiko scosse la testa con veemenza, poggiando una mano sul petto dello Scorpione per zittirlo.
<< Sommo Milo, non dica così la prego. Il Sommo Camus aveva le sue ragioni per essere fuggito così... >> sussurrò poi, abbassando lo sguardo << Ieri sera ci è giunta notizia della morte di uno dei suoi due allievi... A prima vista, Camus non ha battuto ciglio apprendendo ciò... Ma io so bene che dentro di sé ha sofferto moltissimo... Quindi vi prego, non giudicatelo male! >>
Guardò con occhi imploranti Milo, il quale incrociò le braccia al petto, accigliandosi.
<< Capisco che sia dovuto partire... però non riesco ad accettare che non ci abbia salutati >> borbottò.
<< La morte di un allievo... che cosa terribile dev'essere... >> sussurrò Retsu abbassando lo sguardo.
<< Questo non gli ha dato comunque il diritto di abbandonare Maiko così! >> protestò lo Scorpione poggiandosi una mano sul fianco e indicando con l'altra la ragazza, la quale nascose il viso fra le mani per la vergogna. Sembrava che il custode dell'Ottava Casa tenesse particolarmente all'ancella di Camus...
<< Servitori della Casa dell'Acquario! >>
Un grido squarciò l'aria, facendo voltare tutti i presenti verso l'entrata dell'Undicesima Casa. Si fece avanti un uomo, vestito con una tunica rossa dall'aria preziosa e un lungo mantello candido, il quale, non appena notata la presenza di Milo, s'inginocchiò ossequioso.
<< Chiedo perdono per questa irruzione >> mormorò l'uomo senza alzare il capo << Sono un messaggero del Gran Sacerdote, e sono qui per consegnare una lettera al Sommo Camus dell'Acquario... >>
<< C... Camus non c'è... >> balbettò Maiko impacciata << E' partito per la Siberia questa mattina presto. M... Mi dispiace, non so come rintracciarlo... >>
<< Comprendo. >> rispose l'uomo << Tuttavia si tratta di una questione molto urgente... è un comunicato ufficiale da parte del Gran Sacerdote in persona, devo consegnarlo ad ogni Saint e... >>
<< Bene, visto che ci siamo >> lo interruppe Milo << Consegnami il mio. Farò io le veci di Camus >>
<< Sì, Sommo Milo dello Scorpione >> mormorò il messaggero porgendo al ragazzo un incartamento preziosamente rilegato in cuoio e oro.
Porgendo al Saint i suoi più ossequiosi saluti, l'uomo si alzò e proseguì la sua discesa, diretto alla Casa del Capricorno.
<< Che... che cos'è? >> chiese Retsu cercando di sbirciare il fascicolo.
Milo lo osservò attentamente, facendo scorrere due dita sulle incisioni dorate che riportava sulla copertina, poi lo aprì. Lesse in silenzio per alcuni minuti, mentre Retsu, Urania e Maiko trattenevano il respiro nell'attesa.
<< Come sospettavo... >> sussurrò Milo quando ebbe finito, richiudendo il documento con un colpo secco << Chrysos Synagein... >>
<< C... Cosa?! >> balbettò Maiko senza capire.
<< Il Gran Sacerdote ha chiamato noi dodici Gold Saint per riunirci con lui nella Sala d'Oro... dev'essere successo qualcosa di grave, per indire addirittura un Chrysos Synagein >> borbottò lo Scorpione grattandosi dietro la testa.
Retsu e Urania si scambiarono un'occhiata d'intesa: in cuor loro, sapevano perfettamente di cosa avrebbero discusso in quel Chrysos Synagein. Finalmente avrebbero saputo qualcosa di più su ciò che era avvenuto qualche giorno prima, durante la loro missione in Italia...
<< M... Milo! >> esclamò Urania d'un tratto << Io e Retsu... possiamo venire con te? >>
<< Mi dispiace, ma il Chrysos Synagein è prettamente riservato a noi Gold Saint... >>
<< Questo lo so bene. Vorremmo solo accompagnarti fino alla Tredicesima Casa, se possibile... >>
Il ragazzo ci pensò un po' su, poi si strinse nelle spalle e annuì.
<< Massì, certo. Non ci vedo niente di male. Vieni anche tu, Maiko? >>
L'ancella scosse il capo, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
<< Preferisco rimanere qua, ho ancora molte cose da fare... >> sussurrò.
<< Come vuoi >> borbottò Milo << Allora... Retsu, Urania... vogliamo andare? >>
Il Saint della Gru e il Saint della Lince annuirono, seguendo lo Scorpione fino all'uscita dell'Undicesima Casa.
Cap.6 - The End.
To Be Continued...
Alleluja, ce l'ho fatta, SONO VIVA! Dopo il sopracitato finesettimana a Genova, sono stata via altri tre giorni (a Roma e a casa di Gemini_No_Sabriel! XD) e metteteci un po' il lavoro, un po' altri impegni... ho finito solo adesso. Beh dai, alla fine il capitolo è arrivato!
Bene, che dire... Scopriamo un'altra inquilina della Via del Cancro: è Shaina dell'Ofiuco! E... ovviamente, lei e Soul Eco si odiano a morte! Sono entrambe troppo "primedonne" per potersi sopportare... inoltre, ognuna delle due vuole farsi "bella" agli occhi di Deathmask (il quale, sottolineo, se ne frega altamente dei loro discorsi e le ignora categoricamente, aumentando così l'odio che le due provano l'una nei confronti dell'altra). Ahhh, quanti guai alla Quarta Casa...
Ed ecco presentato... Seiya! Sì, lo ammetto, lo odio da morire, ma sono buona e oggettiva con tutti i Cavalieri... quindi anche lui ha avuto la sua parte iperpucciosa, in questa scena in cui lui e Urania si conoscono. E dopo Shaina, anche Marin fa la sua comparsa... cominciano ad arrivare quasi tutti i personaggi! (No, mento: ne mancano ancora un fottio XD Ne vedrete delle belle... eheh.)
Camus alla fine se n'è andato... (come avrete capito, l'allievo morto è Isaac) proprio nel momento in cui il Gran Sacerdote convoca tutti per un Chrysos Synagein... bel tempismo, ghiacciolino... E vabbè, preparatevi alla riunione dei Gold Saint nel prossimo capitolo... e non solo!
Grazie per aver letto, e a (spero) presto!