# 7 – I’m Here :.
Ne ha sentite tante, di storie, su
Tony Stark.
Ha sentito di morsi e dita artigliate alla carne,
vestiti strappati e fughe prima dell’alba. Ha sentito di monte e altri termini poco ripetibili, che gli hanno guastato l’appetito
e hanno reso impossibili i pomeriggi al bar all’angolo. Ha sentito troppo di uno Stark con cui, alla fine,
ha persino avuto timore di avere a che fare.
Ma ora si chiede di quali dita stessero parlando le
signorine in tailleur color crema, perché quelle che gli stanno sfilando la
camicia tutto hanno, tranne che la voglia di lacerare e lanciare via. Le mani
scivolano sul petto e si colmano ai fianchi, risalgono a disegnare il profilo dei
bottoni e delle asole; i polpastrelli, sulla pelle nuda, sono ruvidi,
scheggiati di vecchie cicatrici e nuovi tagli e lasciano dietro di sé una scia
sfrigolante di brividi.
Durante le interviste, alcune donne dagli occhi
maliziosi raccontavano di baci animali, violenti e Steve non capisce davvero di
cosa stessero parlando, adesso che l’asprigno sapore del whiskey sulla lingua
di Tony gli scivola piano in bocca e le labbra sfiorano la piega della
mandibola, la linea del collo, si sollevano a bisbigliare un bacio all’orecchio.
La barba pizzica appena sulle guance, grattando di
rosso gli zigomi.
Stark non le guardava mai, mormoravano con
afflizione, ma non c’è un istante in cui gli occhi di Tony non siano per lui, che
seguano il respiro dalla gola al torace o che s’inabissino fino al ventre, nell’incavarsi
nero dei fianchi.
Non un momento in cui il suo fiato non lambisca la
linea delle spalle o lo sterno, non un attimo che le mani non gli accarezzino
il volto o che i polpastrelli non abbozzino e tratteggino i muscoli delle
braccia, risalendo fino al palmo ed intrecciando le dita fra loro.
Il fiato cerca il respiro, petto contro petto, la labbra
sulla bocca, sul petto, sul ventre teso, ma non una voce che richiami a sé il
silenzio rotto dagli ansimi –Non pronunciava
il nome di nessuna di loro, non parlava, stava zitto e poi sgattaiolava via non
appena vedeva le lamelle di luce baluginare sul pavimento.
-Tony- sussurra a bocca schiusa, le palpebre abbassate,
il collo inarcato, la nuca affondata nel cuscino -Tony-
Perché non hanno importanza le mani o le dita, non
il fiato o le labbra se la voce non le accompagna, se Tony non è con e dentro di loro, pienamente loro in ogni movimento e in ogni respiro.
Sarebbe il vuoto.
Un momento di stasi, la notte si cristallizza nell’istante
in cui Steve coglie il volto di Tony avvicinarsi a lui nella penombra, il
profilo che lentamente s’inchina a sfiorare il lobo dell’orecchio.
-Sono qui.
Note
Finali
…Io e il rating rosso non andremo mai
d’accordo. Faccio come Prassitele e mi dedico allo sfumato (?)
Orbene!
Ringrazio Sundance, e F E D E per
aver recensito!
Ringrazio Lady
Elric92, pandasgrin e sasuchan7 per
averla inserita tra le seguite!
Grazie mille *A*