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Autore: kannuki    07/02/2013    6 recensioni
Quando il sole compie il suo giro e colpisce la finestra, illuminando la salma carbonizzata di Kol, sento l'odore di morte alzarsi nell'aria. Sarò imperdonabile, Caroline. Diventerò il mostro che hanno sempre temuto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il display del cellulare brillava nel buio della stanza, illuminando il viso di Caroline.

Nessuna chiamata, nessun messaggio.

Testone.

La ragazza sospirò e infilò la mano sotto il cuscino, girandosi nel letto. Stava rimuginando i propri errori o stava pianificando vendette cruente contro i suoi amici?

Caroline premette di nuovo il tasto centrale.

Nessuna chiamata, nessun messaggio.

Stupido testone.

***

Colazione, scuola, allenamenti. Caroline raccolse in fretta la borsa della palestra, fece la doccia e si lanciò fuori dagli spogliatoi ancora mezza svestita. Doveva passare al supermarket, pagare quella multa per divieto di sosta e controllare il livello di rabbia della bestia. Mentre camminava, si rese conto di aver atteso quel momento per tutta la giornata. Non era obbligata a farlo, poteva voltare le spalle e tornarsene a casa. Far finta che non fosse mai successo e dimenticare lo sguardo doloroso di Klaus mentre osservava il cadavere del fratello. O la sua occhiata imbarazzata alla scoperta della foto, pensò fermandosi di fronte alla cassetta della posta di Elena. Ravviò i capelli, si guardò nello specchietto e strofinò la lozione per le labbra col mignolo. Poi si diede dell'imbecille. Aprì la porta e posò la spesa sul tavolo della cucina, affacciandosi nel salotto. “Ti ho portato qualcosa da sgranocchiare.”

La testa di Jeremy Gilbert?” Klaus riemerse dal divano di cattivo umore. La rabbia non era scemata con la notte ma cresceva, esattamente come i peli dorati che gli solleticavano il mento. Strusciò una mano contro una guancia, infastidito. Posò i piedi per terra e la guardò. “Sei una pessima carceriera. I prigionieri si affamano per renderli più malleabili...” borbottò passando i dorsi delle dita lungo la mandibola.

A te dobbiamo tenerti a dieta per cento anni, allora.” Caroline sorrise e gli lanciò una fialetta di sangue che il vampiro guardò con disprezzo. “Tutto qui?”

Accontentati.”

Klaus la fissò per un altro lungo istante, sbatté la fialetta sul tavolino e affossò la schiena contro lo schienale del divano. “Perché lo stai facendo?”

Tu mi hai salvato la vita, io ti salvo dalla noia” borbottò aprendo il tubo di Pringles. “E poi c'è qualcosa di sexy nel saperti intrappolato e alla mia mercé.”

Concedere l'illusione della speranza ai prigionieri è molto crudele, mia cara.” Prendersela con lei non avrebbe riportato Kol in vita e non l'avrebbe fatto uscire dalla prigione invisibile, ma Klaus si alzò lo stesso e colpì con la spalla il confine invisibile, stridendo come un'arpia. Caroline non alzò gli occhi dalla confezione di patatine e solo quando ebbe finito ne sgranocchiò una.

Patatina?”

Strozzatici!”

Il tubo rotolò fino ai piedi del divano e si fermò, un po' ammaccato all'estremità inferiore. Caroline raccolse la borsa della palestra, scura in viso.

Cosa ne pensa, il tuo fidanzato, di queste visite quotidiane?!” esclamò seguendola finché gli fu possibile.

Caroline aprì la porta, urtando la cornice con la borsa pesante ed incastrandosi nella maniglia. Aveva tenuto Tyler all'oscuro di tutto.

Non gliel'hai detto?!” Lo udì urlare. “Perché non gliel'hai detto, Caroline?!”

Casa Forbes

Che hai?”

Niente.”

Niente.”

Caroline sporse il labbro inferiore e scosse debolmente la testa. “Proprio niente.”

Tyler tornò a posare la testa sui palmi delle mani. Era strana, Caroline. Più silenziosa del solito. “Ho fatto qualcosa...”

Tu non hai fatto proprio niente!” lo interruppe con una punta di isteria nella voce.

Possiamo parlare del fatto che non facciamo sesso da mesi?”

Caroline si trattenne dal colpirlo. Prima scompariva sugli Appalacchi, poi c'era stata la questione di Hayley ed per ultimo, il funerale del Sindaco Lockwood. Si erano tenuti reciprocamente a distanza, troppo occupati a piangere i propri defunti o troppo impegnati a fuggire da...

Ciricip

Un brivido scivolò lungo la colonna vertebrale di Caroline. Strofinò il pollice sul display, rivelando il messaggio in arrivo e sgranò gli occhi, abbassando subito il braccio. “Liz sarà a casa fra poco.”

Lo sapeva, quando le aveva chiesto di andare da lei. Per stare insieme, aveva detto. Per fare l'amore, aveva tradotto. Caroline non si apriva più con lui, da quella maledetta storia della cura. Tyler recuperò i pochi vestiti che si era tolto e la guardò di sfuggita. “Ci vediamo domani?”

Sì...” bisbigliò fissando attonita la finestra. “Ti chiamo io.”

Casa Gilbert

La fialetta giaceva intonsa sul tavolino. Klaus la stappò e il poco liquido all'interno scivolò sulla lingua, spargendosi in gola. Passò il dorso della mano sulle labbra, sebbene fossero secche e strusciò i polpastrelli sul confine invisibile. La sua maledizione era la memoria. Ricordava qualsiasi cosa, come ricordava il numero di Caroline. Cancellarlo era stato un atto inutile e isterico. La prigionia lo privava del buonsenso e lo caricava di rabbia.

L'immobilità, la gabbia.

L'orrore della solitudine.

Klaus batté i pugni contro il nulla che lo respinse, facendolo barcollare fino al divano. Inciampò e si aggrappò al tavolino, rovesciando la lampada che si ruppe e lo lasciò al buio. L'oscurità in cui sguazzava era la stessa fredda oscurità che avvolgeva il corpo di Kol? La sua anima, se mai ne aveva posseduta una, era persa chissà dove. Esisteva un Inferno, per quelli come loro? Le luci del salotto si accesero e Klaus nascose il viso, abbagliato.

Non mandare più messaggi del genere!”

La sua voce vibrava come un diapason percosso con troppa violenza.

Caroline girò lo sguardo a terra, individuò la lampada fracassata e lo fissò dritto negli occhi. “Tutto qui? Volevi che accendessi la luce?”

Sì.”

Caroline allargò le narici, furiosa. Pescò una mela dalla ciotola decorativa posata al centro del tavolo del salotto, la soppesò e poi gliela scagliò addosso, centrandolo in pieno. Klaus strofinò il torace, dolorante per il colpo subito, raccolse la mela e la passò da una mano all'altra. Caroline si abbassò giusto in tempo, osservò il frutto spaccarsi contro il muro e aspirò, indignata.

Chiama la strega. Voglio uscire.”

Hai il cellulare, chiamala da solo” sibilò allontanandosi verso la porta “e non mandare mai più messaggi del genere!”

Perché?”

Caroline si bloccò e girò su se stessa. “Prego?”

Perché mi hai dato il tuo numero?”

Perché, perché...

Perché non hai detto a Tyler cosa sta succedendo?” insistette. “Cosa c'è fra voi che non può...”

Caroline divenne cinerea e la voce di Klaus si spense debolmente. “Non ho più niente, Caroline. Non ho più una famiglia, i miei fratelli sono morti e Rebekah mi detesta...”

Le tue azioni ti hanno portato a questo, non fare la vittima” sussurrò avvicinandosi alla barriera protettiva.

Hai accettato di uscire con me per proteggere i tuoi amici?”

Dì sì. Forza, Care. “No.”

Gli occhi azzurri di Klaus la fissarono, increduli. “Mi odi?”

No.”

Potrai mai perdonarmi per quello che ho fatto?”

Caroline distolse lo sguardo e si umettò le labbra, indecisa. “Non lo so.”

Fammi uscire di qui.”

Non posso...”

Caroline...”

Se avessi potuto, l'avrei fatto!” urlò e il vampiro ammutolì una seconda volta. Caroline inghiottì e un piccolo gemito le sfuggì dalla gola. “Devi pazientare ancora un giorno.”

Caroline...”

Devo andare...”

Caroline!”

La ragazza lo ignorò, allungando il passo verso l'uscita. Klaus abbatté i pugni sullo sbarramento e sussurrò un 'torna da me' che si perse nel fragore della porta sbattuta. Caroline corse fino alla macchina parcheggiata e si chiuse dentro, bloccando le portiere. Recuperò in fretta il messaggio e restò a guardarlo.

Vieni da me

Il pollice esitò, poi Caroline premette 'cancella' sul display. Non era mai successo. Non c'era alcuna prova.


  
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