La
scelta di Sakura
_Confusione_
Non
fuggire in cerca di libertà,
quando la tua più grande prigione è dentro di te.
Jim Morrison
L |
o
sentivo mentre
mi seguiva a pochi metri da me. Aveva le braccia dietro le spalle e
quello
stupido sorriso stampato sul suo volto. Cercai di allontanarmi il
più possibile
dalla confusione che regnava nel campo. Non volevo che nessuno ci
ascoltasse.
Che nessuno sentisse ciò che di più profondo e
umiliante avevo da dire. Non
avevo mai provato quel genere di confusione e di turbamento. Mai avrei
pensato
che tutto questo potesse scaturire da un semplice gesto di Sakura.
Ma
per tutto
questo c’era un spiegazione più che logica U.U. Il
mio orgoglio maschile mi
impediva di assistere passivamente alla felicità dei miei.. amici. Lei prima amava me, ma di punto
in bianco aveva cambiato idea, e questo non mi sembrava.. equo. Eppure..
«
Allora Naruto..
» dissi, non sapendo bene né come introdurre
l’argomento, né se volevo davvero
farlo. Per fortuna fu lui a dire qualcosa prima che un imbarazzante
silenzio
calasse tra di noi.
«
Com’è andata?»
chiese. Forse non capiva il mio disagio. E questo era un bene. Per un
attimo
non capii a cosa si riferisse, ma poi compresi. Risposi alla sua
domanda mentre
cercavo di prendere tempo e riordinare le idee.
«
Mi hanno dato un
periodo di prova di un anno. Se allo scadere del tempo mi
sarò comportato in modo
consono, allora sarò reintegrato a tutti gli effetti come
Ninja di Konoha. Per
controllarmi mi hanno applicato un Marchio». Dissi
mostrandogli il mio braccio
destro, sul quale ora era presente il disegno di una catena che
percorreva
l’intera lunghezza del braccio, attorcigliandosi attorno.
Naruto rimase un
attimo interdetto; conoscendolo, sicuramente non approvava il Marchio.
Come me.
Ma non potevo rifiutare, perché avrei detto addio alla
possibilità di tornare a
essere un Ninja della Foglia.
«
Non sono d’accordo».
Disse. Come avevo previsto. Ma lo interruppi prima che iniziasse a
parlare.
«
Non è per questo
che ti ho portato qui». Dissi. «È..
è per Sakura» Deglutii a disagio. Ma che mi
succedeva? «Si è comportata in modo.. strano
». Lui arrossì e sorrise. Si
grattò i capelli e disse:
«Ci
siamo baciati!»
C-cosa?!
«…Si,
insomma
stiamo insieme. Più o meno. In realtà non lo so
neanche io.. è successo tutto
all’improvviso..»
C-come?!
«…Sai
sta notte si
è fermata da me.. Ed è stato così.. magico
».
Magico
?!
Un istinto omicida che pensavo di aver sepolto, tornò alla
luce. Per un attimo
cercai di immaginarmeli insieme. La
cosa non mi disgustò, non mi toccò, né
mi lasciò indifferente.. mi devastò.
Come avevo potuto essere così
cieco davanti ai segnali? Ma soprattutto: perché non
riuscivo a gioire per
loro? Possibile che il mio ‘orgoglio maschile’
potesse rendermi così.. rabbioso
davanti alla loro unione?
Perché?
Non
potevo però
starmene zitto davanti a Naruto che, evidentemente, si aspettava un
qualche
tipo di reazione da parte mia.
«Buon
per voi»
Dissi.
E
scappai via.
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I |
l
vento di
primavera mi scompigliò i capelli e mi portò a
distogliere l’attenzione dal
libro che stavo leggendo. Era stata una giornata piuttosto tranquilla,
pochi
pazienti e niente Ino. Naturalmente non sarei riuscita a evitarla
all’infinito,
ma più ci riuscivo, meglio era. Non era nemmeno mezzogiorno
e non vedevo l’ora
di arrivare a sera per vedere Naruto. Mi sfiorai le labbra con un gesto
involontario, e sorrisi impercettibilmente. Immersa nei miei pensieri
quasi non
mi accordi della presenza di Sasuke. Per poco non caddi dalla sedia per
lo
spavento.
«Ehi,
mi hai
spaventata » Disse, riprendendomi dallo spavento, alzandomi e
appoggiando il
libro sul tavolo. «Com’è
andata?». Non mi rispose, sembrava che neanche mi
sentisse.
«Sei
andata a
letto con Naruto?»
C-cosa?
Ciò
che mi
sconvolse non fu la domanda –tra l’altro piuttosto
fiori luogo- ma tutto il
resto. Mi sconvolse il tono della sua voce, l’espressione del
suo viso, la
rabbia nei suoi occhi. Non capii. E, impaurita e spiazzata, non
risposi. Ma lui
si innervosì.
«Ti
ho fatto una
domanda. Rispondimi!» Urlò.
«Se
anche fosse,
non deve fregartene niente!» Dissi. Era una domanda troppo
intima e privata.
«Si,
invece. Me ne
frega eccome.»
«Perché?»
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G |
ià
perché? Perché
ero così arrabbiato? Perché le ero piombato
addosso senza alcun motivo? Perché
sono corso qui dopo aver parlato con Naruto? Perché mi
disturbava tanto vederli
insieme? Perché non potevo essere semplicemente felice per
loro? Perché? Perché?
Perché?
Nessuna
domanda è più difficile di quella la cui risposta
è ovvia.
George Bernard Shaw
Dovevo
pensare in
fretta. Dovevo trovare un scusa, una qualunque. E da perfetto ipocrita
trovai
la scusa del perfetto amico.
«Perché
siete i
miei amici, e non voglio che vi facciate male a vicenda». Che
cosa centrasse
questa cosa con la domanda che le avevo fatto, non lo so. Ma non sapevo
che
inventarmi. Ma Lei parve credermi più di quanto avessi
sperato.
«Vuoi
che ci
andiamo piano. Ti capisco. È quello che stiamo facendo,
infatti». Sakura era
sempre stata il cervello della squadra e questa volta era riuscita a
trovare
l’anello mancante al mio ragionamento fatto da bugie e da
domande senza
risposta. Annuii. E prima che la conversazione potesse dilungarsi in
ambiti che
preferivo non esplorare, mi allontanai, salutandola frettolosamente.
Corsi
veloce e mi
allontanai da Lei che probabilmente era più confusa di me.
Mi ritrovai davanti
alla porta del villaggio, senza che mi ricordassi come ci fossi
arrivato.
Ancora pochi passi e mi sarei potuto trovare fuori. Avrei potuto
correre in
mezzo alla foresta, sugli alberi. E dimenticarmi di tutto. Sakura.
Naruto.
Sakura e Naruto.
Sarebbe
stato
semplice. Là fuori non avrei avuto problemi. Niente regole,
niente marchi,
niente perché. Solo io e basta. Quella era la situazione
ideale. Avrei potuto
trovare un equilibrio. E tutto sarebbe stato perfetto.
Ma
allora perché
non riuscivo ad allontanarmi?
Ci
sono molti modi di arrivare,
il
migliore è di non partire.
Ennio Flaiano
Che
cosa mi
tratteneva ancora lì, in quel luogo pieno di ricordi e
sofferenza? Una parte di
me –molto piccola- gridava la risposta a tutti quei
perché. Ma mi
rifiutavo di ascoltare. Tutto quello che
sapevo e che mi bastava sapere era che vedere Sakura e Naruto insieme
mi
infastidiva. Ma non vederli affatto sarebbe stato peggio. Ecco
perché non
riuscivo a varcare quello soglia.
Dovevo
resistere.
E ci sarei riuscito.
Mi
voltai e
cominciai a correre nella direzione opposta.
«
Naruto » Dissi,
richiamando la sua attenzione. Lo avevo raggiunto in fretta, era nello
stesso
posto in cui l’aveva lasciato. Appena mi vide sorrise, come
se non fosse
successo niente. A volte invidiavo la sua ingenuità.
«
Sei tornato
finalmente! Ti ho aspettato per un secolo.»
«
Avevo una cosa
da fare » Dissi. «Però sono tornato per
un motivo». Il tono della mia voce si
fece più duro, cambiamento che Naruto notò.
«Ti
avverto. Se
Sakura verserà anche solo una lacrima a causa tua, non mi
sarò scrupoli, non me
ne importerà più niente della nostra amicizia, io agirò di
conseguenza. Se la fai soffrire,
me la pagherai, farò tutto ciò che è
in mio potere per allontanarti da Lei.»
Credo
di avervi rincoglionito con tutti questi perché,
quindi perdonatemi. In questo capitolo, comunque, come forse emerge
dall’intera
storia, volevo rendere evidente il mio intento: Sakura e Naruto sono
cresciuti
e maturati. Ma Sasuke è rimasto
‘indietro’ e, confuso, ha bisogno di
spiegazioni e risposte ai suoi interrogativi. Non capisce quello che
gli
succede e perché non riesce a fare la scelta più
semplice: scappare.
A
meno che non mi vengano idee geniali, credo che
questo sia il penultimo capitolo della storia. Mi scuso per gli
eventuali
errori di grammatica e/o di distrazione.
Spero
con tutto il cuore che vi sia piaciuto, soprattutto
a
tOkiOsa
e Simuz.
Fatemi
sapere
:)
Topazio
=)