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Autore: SakiJune    29/08/2007    0 recensioni
ATTENZIONE, SPOILER DI DEATHLY HALLOWS!
Questa storia è uno spin-off di "Why get back alone", ambientato nel corso del 10o capitolo. E' anche una death-fic, se tale può essere chiamata anche quando a morire non è precisamente uno dei protagonisti...
Pomona è la dea dei frutti. Di tutto ciò che cresce e germoglia e mette radici. E le radici di Pomona Sprout erano a Hogwarts... dove aveva amato ed era stata amata. Ma i ricordi sono lenti a riaffiorare.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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***WARNING, ACHTUNG, ATTENZIONE!
SPOILER DEL SETTIMO LIBRO!***










"Perché sei al mio fianco?

Come potrei esserti d'aiuto ora?
Lasciami la possibilità e ti mostrerò
come nulla sia cambiato.
Nel profondo del mio cuore sono nascoste
cose che vorrei dirti,
sentimenti che non ti confesso
per il timore che scivolerai via.
Devi amarmi."

(You must love me, Tim Rice/A.L.Webber)



No... non poteva avere sentito quelle parole. Non poteva essere lui!
"Perché, chi ti aspettavi che fosse? Hai forse mai conosciuto, dopo Dumbledore, un uomo così puro di cuore e degno di ricoprire quella posizione?"

Rolanda si fece avanti non appena li vide apparire.
- Pomona, cara, mi è sembrato così strano quando ha ripreso conoscenza... e ha pronunciato il tuo nome!
La signora Sprout si guardò intorno. La camera era piena di persone: tutto il corpo insegnanti e gli studenti degli ultimi due anni vegliavano l'agonia del loro amato Preside.
E lei, ignara di chi fosse, era semplicemente andata a letto... rischiando di perdere l'ultima occasione di conoscere e confessare le reciproche verità...
- E' qui, Filius, è tornata. Guarda!

Lui voltò piano la testa, cercandola con gli occhi ormai appannati dalla morte.
- Perché... sei fuggita? Il Male era stato sconfitto, e potevamo vivere e insegnare in pace, qui a Hogwarts.
Lei non poteva far altro che piangere, piangere...
- Oh no, cara, non serve. Dovevi solo credermi, allora!

Era vero! L'amava! L'aveva sempre aspettata. Giorno dopo giorno, dalla finestra di quell'aula aveva atteso di rivederla.
- Io... Filius, io... - balbettò lei.
- Ero sicuro che saresti tornata. E quando ho scoperto quell'anagramma... oh, non era così difficile, eppure... ci ho messo dieci anni.
Dieci anni? La scoperta della "sua" pianta era stata resa pubblica in quel periodo. Possibile?
- Oggi, mentre i ragazzi scrivevano, mi sono affacciato a guardare fuori, e ti pensavo... è stato allora che ho capito. Anche tu mi...
- Sì! E' così! - La voce le si spezzò, mentre gli stringeva convulsamente le mani... e si gettò sul suo petto, dove il cuore aveva smesso di battere, mentre le lacrime continuavano a scorrerle sul viso...
- Filius, aspetta! Non te l'ho detto ancora! - Era inutile, se ne rendeva conto, ma non poteva farci nulla, voleva che tutti sentissero, che sapessero quanto l'aveva amato!
E lo gridò, e quelle parole rimbombarono nella stanza, mentre Dean Thomas guardava il pavimento e Rosie si mordeva le labbra, stretta tra Scorpius e Albus.

- Dean?
- Sì, Madame Hooch.
- Ti prego, occupati tu di quello che... bisogna fare. E quando arriverà Shacklebolt, digli che io resto al mio posto. Mi piacerebbe che fossi tu a dirigere Hogwarts d'ora in poi. Se il Ministro è d'accordo, sarebbe la soluzione ideale.
"Sarei il più giovane Preside di questa scuola da quando è stata fondata. Ma perché? Ne sarei capace?" rifletté il professor Thomas.
Rolanda si tolse il mantello di lana e coprì le spalle della signora Sprout, che continuava a singhiozzare inginocchiata accanto al letto.


Nel dormitorio di Gryffindor le ore passavano lente, scandite dai respiri regolari degli studenti e dallo sbattere ritmico di una finestrella lasciata aperta. Rosie fissava il buio e si rigirava ogni tanto tra le coperte, in attesa di un sonno che non giungeva. Era passato quasi un mese dal funerale.
Senza fare rumore, scese nella Sala Comune e si mise a studiare.
- Per Merlino, cosa ci fai ancora alzata? - la fece sobbalzare una voce fin troppo familiare.
James Potter era entrato senza che se ne accorgesse.
- E tu, se è per questo? - rispose lei.
- Si dà il caso che io sia un prefetto e che stia tornando da un'ispezione nelle cucine. Il tuo ragazzo si va a strafogare con i suoi amici Slytherin senza il minimo rispetto delle regole.
- Hai tolto dei punti alla sua casa? - s'informò Rosie, divertita.
- No, per questa volta no. Ma ho sequestrato la refurtiva!
Aprì un sacchetto che teneva sotto il mantello. Era pieno di frittelle.
- Vuoi favorire, cuginetta?
Zio Percy aveva ragione. Mai credersi superiore per la propria posizione, a discapito degli altri. Ma a favore di se stessi, qualche volta...

- James? Ti ricordi le ultime parole del Preside Flitwick?
Ecco. Proprio quando sembrava essersi ripresa, attaccava di nuovo l'argomento.
- Quali in particolare? La storia dell'anagramma che ha risolto dopo dieci anni?
Lei annuì, con la bocca piena. - A coscia sci riferiva, scecondo te?
James capì due cose: che, se non risolvevano quel mistero, Rosie non si sarebbe data pace, e poi che era l'ultima occasione per lui di concedersi una piccola avventura.
- C'è un'unico modo per saperlo. Andiamo!



Ritornano gli investigatori Potter e Weasley! Dopo aver smascherato le riunioni segrete al settimo piano (vedere "Why get back alone?"), ora faranno un'incursione... beh, dove non è difficile intuirlo! Comunque come vedete la piccola non ha perso l'appetito, nonostante i dispiaceri!
SakiJune

   
 
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