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Autore: Sloopers_    09/02/2013    15 recensioni
Sophie non poteva nulla contro la morte in persona.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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                                   Cray More.Sei pronta a morire?

Era una notte fredda ed umida.Sophie era rannicchiata nel suo comodo letto, al caldo, con il pc sulle gambe. Era sola in casa. Si stava collegando, magari per passare la notte su Facebook.

 

-Cazzo,ma sta connessione di merda,oh!.-

 Luna, la sua gatta, sollevò violentemente il capo; mostrando i suoi occhi verdi smeraldo in un espressione di paura/sconforto. Sophie, dimostrando meno rabbia , la accarezzò il capo, dolcemente. Si riconcentrò al pc che riprese a funzionare. Sollevata, aprì Internet. Ma invece della pagina iniziale apparve uno sfondo nero, con una scritta rosso sangue.

Cray More.

SEI PRONTA A MORIRE?

Sotto di essa c'erano due opzioni;

SI       NO

Sophie con un sorriso divertito, senza pensarci, cliccò sulla prima opzione. Era sempre stata una patita dell'horror. Passava le giornate a scrivere storie horror, sognando di diventare una famosa scrittrice. Ciò che mostrava lo schermo non le toccava minimamente,era solo un modo diverso di passare la notte.

Sullo schermo comparvero delle immagini di persone mutilate e sgozzate e di fantasmi. Tutto ciò avveniva con una velocità assurda, Sophie riusciva a percepire solo una minima parte di esse, ma nonostante ciò era molto divertita..

Le immagini si fermarono, lasciando il posto ad uno sfondo completamente nero. Poi un grido acuto si propagò per tutta la casa, sicuramente proveniva dalla cucina. Sophie sussultò spaventata, e vide Luna scappare via, anch'essa spaventata da quel grido acuto.

-Torna quì! Subito!-

Sibilò, poco convinta. Era la prima volta che provava paura. Si bloccarono le gambe, non riusciva a muoversi. Si convinse e ,con passi poco decisi, scese le scale.

Arrivò alla cucina: tutto regolare. Fece per salire ma sentì un miagolio provenire dalla cantina. Un brivido le percosse la schiena, doveva andare a controllare. Magari la sua gatta era in pericolo, magari aveva bisogno di aiuto.

Arrivò alla porta della cantina e rimase a fissarla per qualche istante. Notò, per la prima volta, le crepe intorno alla maniglia, che davano, alla porta, un'aria antica. Notò particolarmente anche quest'ultima, che mostrava non poca ruggine. Allungò, poi, la mano tremante e, finalmente, spinse la porta. Alla fine delle scale c'era una fioca lampadina, che illuminava il profilo di Luna, la sua gatta, che, con estremo interesse, fissava il muro accanto a lei.

-Hei! ..Micio!-

Luna girò il capo verso la padrona, che rimase allibita dai suoi occhi magnetici. Salì con grazia le scale e si strusciò sulle gambe nude di Sophie, che si limitò ad una piccola carezza.

-Ora torniamo sopra-

Prese delicatamente la gatta e se la portò al grembo. Salì le scale, tutto era normale. Il cuore, però, continuava insistentemente a battere. Sembrava quasi che, da un momento all'altro, sarebbe schizzato via, fuori dalla sua cassa toracica.

Arrivò nella sua camera, alla sua vista era tutto nella norma. Porse il gatto sul pavimento freddo. Il gatto, ancora spaventato, si rifugiò sotto la scrivania posta sulla parete destra della camera, accanto ai libri di chimica. I suoi occhi verde smeraldo facevano contrasto col suo pelo nero.

Sophie si rifugiò sotto le coperte, blu e rassicuranti, appoggiando comodamente la testa sul cuscino.

Si avvicinò al suo pc per controllare e , al posto dello sfondo nero, comparve uno sfondo rosso, con una scritta.

Stai avanzando sempre più verso la morte, questa sarà la tua ultima chance.

 

VUOI MORIRE? 

SI             NO
Sophie sbuffò, tutto le sembrava solo uno scherzo fatto male, anche se accettò , cliccando sull'opzione  "si".

Silenzio.

Dallo schermo partirono di nuovo le immagini, anche se ,questa volta,erano seguite da risate e pianti. Sophie alzò il labbro inferiore, con una smorfia di disgusto. Era rimasta alquanto delusa...

Dopo poco lo schermo divenne interamente nero: la barra del menù era scomparsa, come quella di Internet. Sophie subitò pensò ad un virus ,e ciò le fece tremare ancor di più, ma poi capì che non lo era affatto.

Dallo schermo apparse il suo soggiorno, dove c'era la figura di una donna dalla pelle bianca, gli occhi rossi, un abito bianco completamente sporco di sangue, e i capelli neri arruffati. Le mani avevano dei lunghi artigli sporchi e al collo aveva il segno di una corda. Con i suoi artigli accarezzava il quadro di famiglia, posizionato sul mobile.

A Sophie le mancò il respiro. Non riusciva ad emettere suoni, nemmeno a muoversi. Era rimasta pietrificata.

Com'era possibile?

Dal ciglio della porta comparve lei.

Avanzò verso Sophie, e le sussurrò qualcosa d'incomprensibile, con voce demoniaca. Sophie riusciva a percepire il suo alito freddo,morto, mentre con le mani gelide le accarezzava i capelli biondi e morbidi.

Chiuse gli occhi più forte possibile, facendo sgorgare lentemente le lacrime, mentre singhiozzava dalla paura. Improssivamente la figura le strinse il viso e, con un colpo violento, le lasciò uno sfregio intorno all'occhio.

Sophie cadde, distesa sul letto, ed emise un grido di dolore. Il suo gatto, prima immerso in un sonno profondo, corse via velocemente. Intanto la figura l'afferrò per il collo, la sollevò e la fece sbattere numerose volte al muro. Il sangue le sgorgo dalla fronte. A quel punto la donna si avvicinò a Sophie con gli occhi iniettati di sangue. Sophie chiuse gli occhi, pronta a ricevere le scempio che la figura avrebbe adoperato su di essa. Le faceva male ovunque, il suo corpo era completamente ricoperto di sangue. Ruppe la finestra e tentò di uscire. I vetri penetrarono nella sua carne dilaniandola. La figura avvolse le sue gelide mani intorno al collo caldo. Strinse forte,ma non la uccise. Voleva divertirsi ancora. Sophie cadde lentamente a terra, era esausta. La figura si avvicinò e lentamente le staccò gli occhi dalle orbite. Quest'ultimi vennero triturati dalle mani della figura, che si divertiva a guardare la sua vittima.
Sophie gridò così forte, ma povera, nulla poteva contro la morte in persona.

 
  
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