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Autore: elenri    10/02/2013    13 recensioni
L'Agenzia Aerospaziale NASA, sta progettando una nuova missione nello Spazio. A capo di questo progetto promuove il Comandante Isabella Swan, che con l'aiuto della storica amica e valente Scienziato Alice Brandon. deve riuscire per prima cosa a crearsi un equipaggio fatto di professionalità eccellenti. Riusciranno le due donne a creare questo gruppo così particolare, capace di sopportare le insidie e l'isolamento dello spazio cosmico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao, eccomi di nuovo qui. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di aspettarmi tutta la settimana, e chi mi ha anche compiaciuta lasciandomi un pensiero. Ancora non ci siamo tutti a Cape Canaveral... sti personaggi sono davvero impegnati. 

Pian pianino arriveranno...oppure li andremo a prendere noi...per i capelli!

Vi bacio e vi consiglio di fare scorta di Scopolamina...presto si comincerà a volare. Baci a tutte

Teresa

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Capitolo Terzo

 

 

Entriamo nello stabile e ci separiamo da Alice che si dirige verso la zona dei laboratori. Con Rose e Eric al seguito proseguo verso l’ufficio della Weber. La trovo seduta alla sua scrivania, impeccabile, nella sua tenuta d’ordinanza delle Basi NASA con il suo badge plastificato che le penzola dal collo. Oggi è venerdì e posso dimenticare  la norma che mi vuole nell’uniforme blu con la camicia bianca da ufficiale dell’Aeronautica.  Quindi sopra il mio paio di jeans preferito, ho messo la polo azzurro cielo che portano tutti.

<< Buongiorno Angela >> la saluto. << Ecco l’elenco delle persone da contattare. Chiedi loro conferma della data di arrivo, e sollecita la risposta immediata. >> Le appoggio un post-it verdino sulla scrivania, sul quale ho segnato i tre nomi di ieri sera e quello di Black.

<< Ah, Angela, visto che Black è già qui tra noi, puoi chiedergli, per favore, di passare in ufficio da me prima di mezzogiorno? >>

<< Certo, Comandante. >>  In quel momento mi ricordo delle buone maniere e presento l’insostituibile tenente Weber a Rose ed Eric.

Terminati i convenevoli mi propongo, in modo spiccio, per un veloce giro turistico della Base. Iniziamo dalle sale comandi e dal laboratorio scientifico che sono nello stesso stabile in cui ci troviamo, per poi passare alle officine meccaniche e agli hangar di assemblaggio, che sono nei complessi più a sud. La Base di Cape Canaveral è composto di più di trenta edifici, senza contare il Centro Visitatori, il Museo a cielo aperto dell’Astronautica, le rampe di lancio verticale, le piste di atterraggio dello Space-Shuttle ed un faro. Prometto loro un tour completo al più presto.

<< Questo fine settimana vi vorrei mostrare, però, le bellezze naturali di Cape Canaveral, sapete che all’estremo nord dell’isola c’è una splendida riserva naturale? >>

<< Sarebbe una splendida occasione per fare foto da condividere su Twitter. >> Ci dice entusiasta Eric. << Dobbiamo cominciare a pubblicizzare il nostro lavoro anche sul web. >>  La sua proposta ci trova assolutamente d’accordo. Rientriamo e li accompagno nell’ufficio di fianco al mio.

E’ una grande stanza, arredata con due moderne scrivane bianche, armadi alle pareti, ed un tavolo da riunioni per almeno otto persone.

Un maestoso ficus Benjamin troneggia lussureggiante vicino alla grande finestra.

<< Ecco, ho pensato di sistemarvi qui. Per ogni necessità chiedete a me o ad Angela. >>

Mentre torno nel mio ufficio sento squillare il telefono. E’ Angela.

<< Comandante, il Capitano Black chiede di essere ricevuto .>>

<< Fallo passare. >> Le dico.

Dopo pochi secondi la massiccia figura scura di Jacob Black compare sulla posta.

<< E’ permesso? >> chiede educatamente. << Buongiorno Comandante Swan. >> Saluta formale, aspettando la mia risposta.

<< Avanti, prego >> gli accenno di sedersi di fronte alla mia scrivania indicando la sedia con la mano. Gli sorrido, mentre lui si siede rigido.

<< Chiamami solo Isabella. Alice parla molto bene di te. >>

Un sorrisetto nervoso gli compare sulle labbra. Le osservo, cercando di non farmi notare, incuriosita dalle rivelazioni di Alice.

<< Mi ha anche informata che sei stato scelto tra i relatori dell’annuale conferenza dell’American Geophisical Union che si terrà tra quindici giorni a San Francisco. >> Mentre lo dico sono visibilmente ammirata. La nostra è una missione pagata solo marginalmente dal Governo e per la quasi totalità da sovvenzioni private, quindi una delle priorità è accattivarci il maggior numero di sponsor. So già che avere nel nostro staff un personaggio conosciuto da una platea così illustre, manderà in visibilio Rose perché ci renderà più “appetibili” agli investitori.

<< Sì, è vero, parlerò degli studi che ho effettuato di recente in Texas  riguardanti il buco nero più grande mai scoperto, nella Galassia NGC1277 della costellazione di Perseo >>

<< Ottimo. Lo ascolteremo con attenzione e faremo il tifo per te. Probabilmente non lo sai, ma era già in programma di presenziare in gruppo all’evento. Ci sarà tutta la Società scientifica mondiale. >>

Mi interrompo un attimo e cambio discorso.

<< Torniamo a noi, ti ho fatto chiamare per  comunicarti che sei ufficialmente dei nostri. >>

Si rilassa felice. << Ne sono veramente molto onorato. Wow, questo è un sogno che si avvera. >> Mi regala un sorriso abbagliante, che gli si estende agli occhi che luccicano, nel volto ambrato, su cui spicca una sfumatura rosata dovuta all’emozione.

<< Dovresti recarti da Angela per le formalità burocratiche e per prendere la cartellina con le istruzioni e il programma di lavoro della settimana prossima. >>

Mi alzo e gli allungo la mano destra. << Benvenuto a bordo Jacob, e tanto per prendere confidenza, stasera se non hai altri impegni, sei invitato ad uscire col tuo nuovo gruppo. >>

<< Accetto volentieri, grazie mille. >> Mi stringe con vigore la mano e si congeda.

Mi torno a sedere mentre lo guardo uscire dall’ufficio. Ha spalle larghe e ben tornite, da cui spunta il collo taurino che sfuma nella attaccatura dei capelli corvini, lisci  dal taglio perfetto. Gli avambracci muscolosi escono dalle maniche arrotolate fino al gomito della camicia bianca di cotone, inserita nei pantaloni leggeri color corda che gli calzano perfetti sui fianchi regalandomi la visione di un sedere da sportivo. Con il camice che indossa sempre, non avevo ancora notato tutto quel bendiddio.

“Mmh, un po’ invidio la spensieratezza con cui si butta Alice.”

E’ veramente molto tempo che non frequento nessuno, e mi basta una visione come questa per farmi accelerare la respirazione e rendermi tutta un fremito.

Raggiungo il mobile bar e mi servo un bel bicchiere di acqua ghiacciata.

 

Torno alla scrivania e apro la cartelletta di cartoncino azzurro che ho di fronte a me. Sul frontespizio ci sono stampati  i simboli del Governo degli Stati Uniti e della Agenzia Aerospaziale NASA. All’interno il primo foglio ha stampato in grandi lettere:

 

 

 

Nome della Missione----ODYSSEY---

 

Comandante in capo                             Mag. Isabella Marie Swan

Responsabile tecnico                             Mag. Mary Alice Brandon

Patrocinante                                           Gen. Bartholomew J.Rogers

 

Equipaggio:

 

Ten. Jacob W. Black                 Astrofisico

Tyler E. Crowley                         Biologo

Cap. Jasper T. Hale                   Collaudatore aeronautico

Michael M. Newton                   Matematico

 

 

Sto aspettando la chiamata di Angela per completare il documento con l’elenco definitivo dell’equipaggio.

Alzo gli occhi attratta dalla bustina gialla che lampeggia nell’angolo inferiore dello schermo del pc. Mi è arrivata una mail.

Apro la casella di posta elettronica ed individuo subito il mittente. E’ di Jasper. La apro e leggo il messaggio.

 

 


__________________________________________________________________________________

Da:   Cap. Jasper Hale

A :   Mag. Isabella Swan

Oggetto: Ciao

 

Ehi Boss, tutto ok? Sono in arrivo con il “bimbo”. Ho il piano di volo WG 242 e atterrerò domani alle 13.00 circa ora della Florida.

Devo portarti qualcosa oltre a questo mucchio di rottami?

Salutami la mia cara sorellina, (che comunque non ho nessuna fretta di rivedere).

J x

P.S: Ho notizie fresche fresche del Baronetto… ah ah ah

 

 

Jaz, sempre il solito. Arriva domani, bene. Il “bimbo” è un Cargo  C130 Super Ercules da 80 tonnellate contenente parti meccaniche per la nostra navicella.

Mentre il “Baronetto” è chiaramente James.

Mi sarebbe spuntato un sorriso affettuoso…se non avesse aggiunto quel post scriptum.

Ecco, in due giorni vedo vanificato il lavoro interiore che sto facendo da un anno.

“Accidenti a Rose e a Jasper, Accidenti a me, che non riesco ad andare oltre.”

Con una scrollata di spalle allontano questa amara considerazione e mi appresto a rispondere alla mail:

__________________________________________________________________________________
Da:
Mag. Isabella Swan

A:  Cap. Jasper Hale

Oggetto: Re Ciao

 

Ciao anche a te, Aquila. Sono felice di saperti in arrivo con “i miei rottami”.

Trattali bene, che costano un occhio! Per quanto riguarda Rose, mi spiace ma è arrivata prima lei, quindi devi fartene una ragione.

No, grazie, non mi serve nient’altro. A meno ché tu non riesca a procurarti una delle splendide torte di mele di tua madre mentre passi…ma non credo che tu riesca a far atterrare il “bimbo” nel giardino della casa dei tuoi, (anche se non metto nessun limite alle tue doti di pilota, ih ih ih).

Ci vediamo domani, fai buon viaggio.

B xx

P. S: Il “Baronetto” è Conte…e tu lo sai.

 

 

Jasper e James si erano conosciuti durante il nostro perfezionamento di volo su jet sulla Portaerei Lincoln. Erano  entrati subito in simpatia anche se si punzecchiavano di continuo. Jasper, pilota della Marina Militare degli Stati Uniti, dava del “Sir Elton John” a James, pilota della Royal Air Force britannica che rispondeva, visibilmente offeso, chiamandolo “rozzo Yankee”.

   ***

 

Sto sbrigando la corrispondenza che mi trovo impilata, in ordine, sulla scrivania, quando Angela fa capolino bussando alla porta.

<< Comandante, ho le informazioni da lei richieste. >> Mi porge un foglio con alcune annotazioni scritte a mano.

Leggo che McCarty e la Stanley sono disponibili da subito, mentre Cullen non sarà libero fino a martedì prossimo.

Ok. E’ il momento di studiare una strategia.

Apro il programma di Excel ed inserisco nelle varie colonne di una tabella i dati in mio possesso. Per prima cosa l’impegno improrogabile.

Sabato 27 marzo – San Francisco- Conferenza.

Ad oggi ho parte dell’equipaggio qui in Florida, e il primo carico di materiale da costruzione in arrivo domani con Jasper.

Altri due elementi sono ad Austin in Texas, mentre il resto degli impianti sono rispettivamente nelle officine della base Nasa di Houston ed in quelle della Base dell’aeronautica di Los Angeles.. L’ultimo elemento dell’equipaggio è a San Francisco e sarà libero a breve.

Impugno il telefono e chiamo Angela. << Angela, per favore, chiamami al telefono il Capitano Cullen, ed informa via mail il Capitano McCarty ed il Tenente Stanley che ci troviamo tutti alla Base di Houston mercoledì prossimo.>> << Subito, Comandante. >> Risponde uscendo.

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Quindi il piano è presto detto: riunisco tutti i membri dell’equipaggio e il materiale meccanico a Houston. Sfrutto officine, manodopera e attrezzature della Base del Texas, poi sposto il gruppo di nuovo, verso il nord della California per la conferenza.

Sempre che la telefonata col Capitano Cullen dia il risultato che spero.

Sento il trillo dell’interfono. << Comandante, il Capitano Cullen è sulla linea due. >> << Grazie Angela. >>

Alzo la cornetta e spingo il pulsante attivando la comunicazione.

<< Pronto, Capitano Cullen? Sono il Maggiore Swan. >>

<< Comandante, è un onore sentirla. La ringrazio per avermi accettato nell’equipaggio della missione Odyssey. Spero di essere all’altezza delle aspettative. >> La voce che sento attraverso la cornetta è bassa e calda e mi spazza un po’.

<< Me lo auguro vivamente. >> Mentre mi concentro  nella conversazione cerco nel pc la cartella relativa al dossier del Capitano. Uno sguardo serio e profondo mi fissa dalla foto allegata. Una corta zazzera bionda, forse rossiccia, gli incornicia la fronte leggermente corrucciata. << Capitano Cullen, l’ho chiamata per chiederle un favore. >>

<< Mi dica, la prego. >> Mi risponde con solerzia.

<< Ho letto sul suo dossier che ha pilotato aerei da trasporto durante una missione in Iraq…>>

<< Sì, Signora. E’ giusto. E mi è capitato anche in un’altra occasione durante una missione in Afghanistan. >>

Sento una nota d’orgoglio trasparire dalle sue parole.

<< Ottimo, le vorrei chiedere di spostarsi a Los Angeles e occuparsi in vece mia del carico di materiale pronto per noi e portalo a Houston, Texas. >> 

<< Sarà un piacere per me, Comandante. >>

Chissà perché, ma gli credo. E’  come se sentissi di aver promesso un gioco nuovo ad un bambino. “Speriamo bene”, ci sono un miliardo e mezzo di dollari di investimento governativo nelle apparecchiature che dovrà trasportare.

<< Bene, le faccio mandare via mail tutte le istruzioni relative al volo e i relativi permessi con delega. La aspetto mercoledì prossimo a Huston. >>

<< Ci sarò, Signora. Grazie ancora per la fiducia che mi sta dimostrando. Sento già che questa missione mi procurerà grandi soddisfazioni. >>

<< Arrivederci Cullen. >>

<< A presto, Comandante. >>

 

<< Hai finito di flirtare al telefono? >> Rose è appoggiata allo stipite della porta con le braccia conserte e mi guarda divertita.

<< Flirtare? Io? >> Le chiedo sbalordita..

<< Ah, non so, a me non hai mai parlato con quel tono melense al telefono… bleah, mi sta venendo il diabete…posso sapere con chi stavi parlando? >>  << Guarda qui. >> Le dico, ruotando verso di lei lo schermo del pc. Rose si avvicina ponendosi dal mio lato della scrivania. << Cristo Santo… quei due begl’occhi  stanno arrivando a bordo di un aereo, e si poseranno su di noi umili mortali? >>

<< Sembra proprio di sì, cara. >> << E, cosa sai di lui, della sua vita privata intendo. >> Mi chiede interessata.

<< So che è stato sposato, ma che non lo è più. Nient’altro. >>

<< Umm, interessante ma non urgente… se non ti dispiace è ora di pranzo e avrei fame. >>

<< Certo, chiama Eric, io faccio uno squillo ad Alice ed andiamo in mensa. >>


  
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