Ciao, eccomi di nuovo qui. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di aspettarmi tutta la settimana, e chi mi ha anche compiaciuta lasciandomi un pensiero. Ancora non ci siamo tutti a Cape Canaveral... sti personaggi sono davvero impegnati.
Pian pianino arriveranno...oppure li andremo a prendere noi...per i capelli!
Vi bacio e vi consiglio di fare scorta di Scopolamina...presto si comincerà a volare. Baci a tutte
Teresa
Capitolo
Terzo
Entriamo
nello stabile e ci separiamo da Alice che si dirige verso la zona dei
laboratori. Con Rose e Eric al seguito proseguo verso
l’ufficio della Weber. La
trovo seduta alla sua scrivania, impeccabile, nella sua tenuta
d’ordinanza
delle Basi NASA con il suo badge plastificato che le penzola dal collo.
Oggi è
venerdì e posso dimenticare la
norma che
mi vuole nell’uniforme blu con la camicia bianca da ufficiale
dell’Aeronautica.
Quindi sopra il mio
paio di jeans
preferito, ho messo la polo azzurro cielo che portano tutti.
<<
Buongiorno Angela >> la saluto. << Ecco
l’elenco delle persone da
contattare. Chiedi loro conferma della data di arrivo, e sollecita la
risposta
immediata. >> Le appoggio un post-it verdino sulla
scrivania, sul quale
ho segnato i tre nomi di ieri sera e quello di Black.
<<
Ah, Angela, visto che Black è già qui tra noi,
puoi chiedergli, per favore, di
passare in ufficio da me prima di mezzogiorno? >>
<<
Certo, Comandante. >>
In quel
momento mi ricordo delle buone maniere e presento
l’insostituibile tenente
Weber a Rose ed Eric.
Terminati
i convenevoli mi propongo, in modo spiccio, per un veloce giro
turistico della
Base. Iniziamo dalle sale comandi e dal laboratorio scientifico che
sono nello
stesso stabile in cui ci troviamo, per poi passare alle officine
meccaniche e
agli hangar di assemblaggio, che sono nei complessi più a
sud. La Base di Cape
Canaveral è composto di più di trenta edifici,
senza contare il Centro
Visitatori, il Museo a cielo aperto dell’Astronautica, le
rampe di lancio
verticale, le piste di atterraggio dello Space-Shuttle ed un faro.
Prometto
loro un tour completo al più presto.
<<
Questo fine settimana vi vorrei mostrare, però, le bellezze
naturali di Cape
Canaveral, sapete che all’estremo nord dell’isola
c’è una splendida riserva
naturale? >>
<<
Sarebbe una splendida occasione per fare foto da condividere su
Twitter.
>> Ci dice entusiasta Eric. << Dobbiamo
cominciare a pubblicizzare
il nostro lavoro anche sul web. >>
La sua proposta ci trova assolutamente
d’accordo. Rientriamo e li
accompagno nell’ufficio di fianco al mio.
E’
una grande stanza, arredata con due moderne scrivane bianche, armadi
alle
pareti, ed un tavolo da riunioni per almeno otto persone.
Un
maestoso ficus Benjamin troneggia lussureggiante vicino alla grande
finestra.
<<
Ecco, ho pensato di sistemarvi qui. Per ogni necessità
chiedete a me o ad
Angela. >>
Mentre
torno nel mio ufficio sento squillare il telefono. E’ Angela.
<<
Comandante, il Capitano Black chiede di essere ricevuto
.>>
<<
Fallo passare. >> Le dico.
Dopo
pochi secondi la massiccia figura scura di Jacob Black compare sulla
posta.
<<
E’ permesso? >> chiede educatamente.
<< Buongiorno Comandante Swan.
>> Saluta formale, aspettando la mia risposta.
<<
Avanti, prego >> gli accenno di sedersi di fronte alla
mia scrivania
indicando la sedia con la mano. Gli sorrido, mentre lui si siede rigido.
<<
Chiamami solo Isabella. Alice parla molto bene di te. >>
Un
sorrisetto nervoso gli compare sulle labbra. Le osservo, cercando di
non farmi
notare, incuriosita dalle rivelazioni di Alice.
<<
Mi ha anche informata che sei stato scelto tra i relatori
dell’annuale
conferenza dell’American Geophisical Union che si
terrà tra quindici giorni a
San Francisco. >> Mentre lo dico sono visibilmente
ammirata. La nostra è
una missione pagata solo marginalmente dal Governo e per la quasi
totalità da
sovvenzioni private, quindi una delle priorità è
accattivarci il maggior numero
di sponsor. So già che avere nel nostro staff un personaggio
conosciuto da una
platea così illustre, manderà in visibilio Rose
perché ci renderà più
“appetibili”
agli investitori.
<<
Sì, è vero, parlerò degli studi che ho
effettuato di recente in Texas riguardanti
il buco nero più grande mai
scoperto, nella Galassia NGC1277 della costellazione di Perseo
>>
<<
Ottimo. Lo ascolteremo con attenzione e faremo il tifo per te.
Probabilmente
non lo sai, ma era già in programma di presenziare in gruppo
all’evento. Ci
sarà tutta la Società scientifica mondiale.
>>
Mi
interrompo un attimo e cambio discorso.
<<
Torniamo a noi, ti ho fatto chiamare per comunicarti
che sei ufficialmente dei nostri. >>
Si
rilassa felice. << Ne sono veramente molto onorato. Wow,
questo è un
sogno che si avvera. >> Mi regala un sorriso abbagliante,
che gli si
estende agli occhi che luccicano, nel volto ambrato, su cui spicca una
sfumatura
rosata dovuta all’emozione.
<<
Dovresti recarti da Angela per le formalità burocratiche e
per prendere la
cartellina con le istruzioni e il programma di lavoro della settimana
prossima.
>>
Mi
alzo e gli allungo la mano destra. << Benvenuto a bordo
Jacob, e tanto
per prendere confidenza, stasera se non hai altri impegni, sei invitato
ad uscire
col tuo nuovo gruppo. >>
<<
Accetto volentieri, grazie mille. >> Mi stringe con
vigore la mano e si
congeda.
Mi
torno a sedere mentre lo guardo uscire dall’ufficio. Ha
spalle larghe e ben
tornite, da cui spunta il collo taurino che sfuma nella attaccatura dei
capelli
corvini, lisci dal
taglio perfetto. Gli
avambracci muscolosi escono dalle maniche arrotolate fino al gomito
della camicia
bianca di cotone, inserita nei pantaloni leggeri color corda che gli
calzano
perfetti sui fianchi regalandomi la visione di un sedere da sportivo.
Con il
camice che indossa sempre, non avevo ancora notato tutto quel
bendiddio.
“Mmh,
un po’ invidio la spensieratezza con cui si butta
Alice.”
E’
veramente molto tempo che non frequento nessuno, e mi basta una visione
come
questa per farmi accelerare la respirazione e rendermi tutta un fremito.
Raggiungo
il mobile bar e mi servo un bel bicchiere di acqua ghiacciata.
Torno
alla scrivania e apro la cartelletta di cartoncino azzurro che ho di
fronte a
me. Sul frontespizio ci sono stampati i
simboli del Governo degli Stati Uniti e della Agenzia Aerospaziale
NASA. All’interno
il primo foglio ha stampato in grandi lettere:
Nome
della Missione----ODYSSEY---
Comandante
in capo Mag.
Isabella Marie Swan
Responsabile
tecnico
Mag.
Mary Alice Brandon
Patrocinante
Gen.
Bartholomew J.Rogers
Equipaggio:
Ten. Jacob W. Black
Astrofisico
Tyler
E. Crowley
Biologo
Cap.
Jasper T. Hale Collaudatore
aeronautico
Michael
M. Newton
Matematico
Sto
aspettando la chiamata di Angela per completare il documento con
l’elenco
definitivo dell’equipaggio.
Alzo
gli occhi attratta dalla bustina gialla che lampeggia
nell’angolo inferiore
dello schermo del pc. Mi è arrivata una mail.
Apro
la casella di posta elettronica ed individuo subito il mittente.
E’ di Jasper.
La apro e leggo il messaggio.
__________________________________________________________________________________
Da: Cap. Jasper Hale
A
: Mag. Isabella Swan
Oggetto:
Ciao
Ehi
Boss, tutto ok? Sono in arrivo con il “bimbo”. Ho
il piano di volo WG 242 e
atterrerò domani alle 13.00 circa ora della Florida.
Devo
portarti qualcosa oltre a questo mucchio di rottami?
Salutami
la mia cara sorellina, (che comunque non ho nessuna fretta di rivedere).
J
x
P.S:
Ho notizie fresche fresche del Baronetto… ah ah ah
Jaz,
sempre il solito. Arriva domani, bene. Il “bimbo”
è un Cargo C130
Super Ercules da 80 tonnellate
contenente parti meccaniche per la nostra navicella.
Mentre
il “Baronetto” è chiaramente James.
Mi
sarebbe spuntato un sorriso affettuoso…se non avesse
aggiunto quel post
scriptum.
Ecco,
in due giorni vedo vanificato il lavoro interiore che sto facendo da un
anno.
“Accidenti
a Rose e a Jasper, Accidenti a me, che non riesco ad andare
oltre.”
Con
una scrollata di spalle allontano questa amara considerazione e mi
appresto a rispondere
alla mail:
__________________________________________________________________________________
Da: Mag.
Isabella Swan
A: Cap.
Jasper Hale
Oggetto:
Re
Ciao
Ciao
anche a te, Aquila. Sono felice di saperti in arrivo con “i
miei rottami”.
Trattali
bene, che costano un occhio! Per quanto riguarda Rose, mi spiace ma
è arrivata
prima lei, quindi devi fartene una ragione.
No,
grazie, non mi serve nient’altro. A meno ché tu
non riesca a procurarti una
delle splendide torte di mele di tua madre mentre passi…ma
non credo che tu
riesca a far atterrare il “bimbo” nel giardino
della casa dei tuoi, (anche se
non metto nessun limite alle tue doti di pilota, ih ih ih).
Ci
vediamo domani, fai buon viaggio.
B
xx
P.
S: Il “Baronetto” è Conte…e
tu lo sai.
Jasper e James si erano conosciuti durante il nostro perfezionamento di volo su jet sulla Portaerei Lincoln. Erano entrati subito in simpatia anche se si punzecchiavano di continuo. Jasper, pilota della Marina Militare degli Stati Uniti, dava del “Sir Elton John” a James, pilota della Royal Air Force britannica che rispondeva, visibilmente offeso, chiamandolo “rozzo Yankee”.
***
Sto
sbrigando la corrispondenza che
mi trovo impilata, in ordine, sulla scrivania, quando Angela fa
capolino
bussando alla porta.
<<
Comandante, ho le
informazioni da lei richieste. >> Mi porge un foglio con
alcune
annotazioni scritte a mano.
Leggo
che McCarty e la Stanley sono
disponibili da subito, mentre Cullen non sarà libero fino a
martedì prossimo.
Ok.
E’ il momento di studiare una
strategia.
Apro
il programma di Excel ed
inserisco nelle varie colonne di una tabella i dati in mio possesso.
Per prima
cosa l’impegno improrogabile.
Sabato
27 marzo – San Francisco- Conferenza.
Ad
oggi ho parte dell’equipaggio
qui in Florida, e il primo carico di materiale da costruzione in arrivo
domani
con Jasper.
Altri
due elementi sono ad Austin
in Texas, mentre il resto degli impianti sono rispettivamente nelle
officine
della base Nasa di Houston ed in quelle della Base
dell’aeronautica di Los
Angeles.. L’ultimo elemento dell’equipaggio
è a San Francisco e sarà libero a
breve.
Impugno
il telefono e chiamo
Angela. << Angela, per favore, chiamami al telefono il
Capitano Cullen,
ed informa via mail il Capitano McCarty ed il Tenente Stanley che ci
troviamo
tutti alla Base di Houston mercoledì
prossimo.>> << Subito,
Comandante. >> Risponde uscendo.
Quindi
il piano è presto detto:
riunisco tutti i membri dell’equipaggio e il materiale
meccanico a Houston.
Sfrutto officine, manodopera e attrezzature della Base del Texas, poi
sposto il
gruppo di nuovo, verso il nord della California per la conferenza.
Sempre
che la telefonata col
Capitano Cullen dia il risultato che spero.
Sento
il trillo dell’interfono.
<< Comandante, il Capitano Cullen è sulla
linea due. >>
<< Grazie Angela. >>
Alzo
la cornetta e spingo il
pulsante attivando la comunicazione.
<<
Pronto, Capitano Cullen?
Sono il Maggiore Swan. >>
<<
Comandante, è un onore
sentirla. La ringrazio per avermi accettato nell’equipaggio
della missione
Odyssey. Spero di essere all’altezza delle aspettative.
>> La voce che
sento attraverso la cornetta è bassa e calda e mi spazza un
po’.
<<
Me lo auguro
vivamente. >> Mentre mi concentro nella
conversazione cerco nel pc la cartella relativa al dossier del
Capitano. Uno
sguardo serio e profondo mi fissa dalla foto allegata. Una corta
zazzera
bionda, forse rossiccia, gli incornicia la fronte leggermente
corrucciata.
<< Capitano Cullen, l’ho chiamata per chiederle
un favore. >>
<<
Mi dica, la prego. >>
Mi risponde con solerzia.
<<
Ho letto sul suo dossier
che ha pilotato aerei da trasporto durante una missione in
Iraq…>>
<<
Sì, Signora. E’ giusto. E
mi è capitato anche in un’altra occasione durante
una missione in
Afghanistan. >>
Sento
una nota d’orgoglio
trasparire dalle sue parole.
<<
Ottimo, le vorrei chiedere
di spostarsi a Los Angeles e occuparsi in vece mia del carico di
materiale
pronto per noi e portalo a Houston, Texas. >>
<<
Sarà un piacere per me,
Comandante. >>
Chissà
perché, ma gli credo.
E’ come
se sentissi di aver promesso un
gioco nuovo ad un bambino. “Speriamo
bene”,
ci sono un miliardo e mezzo di dollari di investimento governativo
nelle
apparecchiature che dovrà trasportare.
<<
Bene, le faccio mandare
via mail tutte le istruzioni relative al volo e i relativi permessi con
delega.
La aspetto mercoledì prossimo a Huston. >>
<<
Ci sarò, Signora. Grazie
ancora per la fiducia che mi sta dimostrando. Sento già che
questa missione mi
procurerà grandi soddisfazioni. >>
<<
Arrivederci
Cullen. >>
<<
A presto,
Comandante. >>
<<
Hai finito di flirtare al
telefono? >> Rose è appoggiata allo stipite
della porta con le braccia
conserte e mi guarda divertita.
<<
Flirtare? Io? >> Le
chiedo sbalordita..
<<
Ah, non so, a me non hai
mai parlato con quel tono melense al telefono… bleah, mi sta
venendo il
diabete…posso sapere con chi stavi parlando? >> << Guarda
qui. >> Le dico, ruotando
verso di lei lo schermo del pc. Rose si avvicina ponendosi dal mio lato
della
scrivania. << Cristo Santo… quei due
begl’occhi stanno
arrivando a bordo di un aereo, e si
poseranno su di noi umili mortali? >>
<<
Sembra proprio di sì,
cara. >> << E, cosa sai di lui, della sua
vita privata
intendo. >> Mi chiede interessata.
<<
So che è stato sposato, ma
che non lo è più. Nient’altro.
>>
<<
Umm, interessante ma non
urgente… se non ti dispiace è ora di pranzo e
avrei fame. >>
<<
Certo, chiama Eric, io
faccio uno squillo ad Alice ed andiamo in mensa. >>